Cibo e religioni

A gruppi di 4 scegliete un ambito e realizzate un video, un fumetto, un e-book, un'infografica, un percorso, una narrazione in modalità Storytelling.


TRACCIA 1

dimensione culturale-religiosa del cibo: purità alimentare

[Ambientazione possibile] Quattro ristoranti: cucinare un pasto kosher (ebraico), uno halal (islamico), uno sattvico (induista) e uno buddista

TRACCIA 2

significato del digiuno nelle varie tradizioni

[Ambientazione possibile] Ogni benedetta domenica (podcast): periodi di digiuno, durata, da cosa astenersi e cosa invece è ammesso (Velìkij post, Ramadan, Quaresima, Yom Kippur, Shraavana..).

TRACCIA 3

dimensione conviviale del cibo nelle feste

[Ambientazione possibile] Cortesia per gli ospiti: preparare i piatti tipici e allestire la tavola per le feste religiose principali (Eid al-Adha, Eid al-Fitr, Pesach, Hannukah, Baisakhi, Vesak...)

TRACCIA 4

cibo dono da condividere, per il quale rendere grazie (berakah)

[Ambientazione possibile] Cucina da incubo: l’importanza di non sprecare (contro la cultura dello scarto e le disuguaglianze prodotte dalla società dei consumi)

-> scelte particolari: veganesimo, inteso come scelta di consumo sostenibile e rispettosa degli animali e dell’ambiente

Cristianesimo, Ebraismo, Islam, Induismo, Buddhismo, Jainismo: il libro affronta le religioni, le norme alimentari, gli aspetti teologici, le questioni aperte e presenta oltre 50 ricette - dagli antipasti ai dolci - per assaporare tutta la ricchezza delle principali tradizioni gastronomiche. Il primo menu completo che compare nella Bibbia riguarda il cibo che Abramo offre ai suoi ospiti: focacce di fiore di farina, probabilmente impastate con olio; tenera carne di vitello; latte acido che fa pensare allo yogurt; latte fresco come bevanda. L'Ebraismo, che esprime la più corposa legislazione alimentare mai conosciuta in nessun'altra religione, non è vegetariano, anche se distingue animali leciti e proibiti, fissa norme rituali ben precise per l'uccisione e l'eliminazione del sangue e proibisce di cucinare insieme latte e carne. Il Cristianesimo non distingue invece cibi puri e cibi impuri, non classifica gli animali in leciti e proibiti o le bevande in consentite e vietate. Una libertà gastronomica che non impone l'obbedienza alimentare e neppure il vegetarianesimo: è infatti consentito il consumo di ogni tipo di carne senza alcuna limitazione, se non quella legata ad alcuni giorni e a un periodo dell'anno liturgico.

La norma alimentare generale dell'Islam proibisce, al contrario, il consumo di carne di maiale, uccelli rapaci, asini, muli, rettili, topi, rane, formiche e pesci privi di scaglie, anche se ogni Paese musulmano propone aspetti gastronomici che lo differenziano dagli altri. Oltre ai divieti che colpiscono i cibi solidi, la tavola non contempla il vino e, più in generale, tutte le bevande alcoliche e superalcoliche, una proibizione che riguarda anche i fedeli induisti, buddhisti e jainisti. Che cosa si mangia, quali alimenti si rifiutano e dalle mani di chi si accetta cibo cotto sono le domande che definiscono nell'Induismo il posto di un uomo o di un gruppo. E mentre l'insegnamento buddhista invita alla moderazione in ogni campo della vita, compreso quello alimentare, ma consente di mangiare carne in determinate circostanze, il fondamento dello Jainismo risiede nel totale rispetto di ogni forma di vita creata, compreso il mondo materiale, in quanto depositaria di un'anima.

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