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Schematizza l’argomento in modo tale che siano chiari i seguenti punti:
Il tempo della storia (o reale): indica quando si svolgono e in quanto tempo accadono gli avvenimenti. Si può trattare di secoli, anni, ore, minuti. È il tempo effettivo in cui si svolgono gli eventi della vicenda.
Ad esempio, se in un testo viene narrata la prima guerra mondiale il tempo della storia va dal 1914 (inizio guerra) al 1918 (fine guerra).
Per durata della storia si intende il tempo in cui accade quell'avvenimento. Ad esempio, posso narrare qualcosa che è successa in un determinato giorno dalle ore 8.00 fino all'ora di pranzo.
Il tempo della narrazione o del racconto, invece, si misura osservando quante righe o pagine l'autore dedica ai diversi momenti della vicenda narrata. Un fatto che nella realtà è durato pochi minuti, può essere narrato in molte pagine; al contrario, in evento storico svoltosi in molti anni può essere raccontato in poche righe.
Sommario Il tempo del racconto può essere più breve di quello della storia. Si ha in questo caso il sommario, che serve ad accelerare il ritmo del racconto e nello stesso tempo costituisce un passaggio fra le varie scene. (Come se fosse un riassunto).
Digressione: indica una pausa narrativa, una parentesi che si apre all'interno di una narrazione, per precisare meglio, approfondire quanto detto in precedenza. L'autore blocca, per tanto, il flusso narrativo principale e, all'interno della digressione, si sofferma a darci ulteriori informazioni per esempio, su un personaggio di cui ha parlato prima.
ELLISSI – il tempo del racconto spezza il tempo reale.
Qui il tempo salta. Consiste nell'omissione di una parte del racconto. Quindi non viene riassunto per passare a eventi più importanti, ma interrotto. Esempio: “Giorgio arrivò a casa alle nove del mattino; alle tre del pomeriggio sedette alla scrivania e lesse il contratto…“; “Si videro alla una, davanti a un caffè. All’ora di cena…“. In questo caso il salto temporale può avvenire per due motivi: o il tempo tra un passaggio e l’altro è totalmente privo di importanza, oppure verrà opportunamente ripreso e riempito dal narratore in un secondo momento.
Analizzando il rapporto tra tempo della storia (TS) e tempo del racconto (TR) è possibile rendere conto di tutte le variazioni di velocità di un testo narrativo.
Le situazioni possibili sono 5, alle quali corrispondono altrettanti espedienti narrativi:
Nella pausa il tempo della storia è uguale a zero perché l’autore si sofferma a descrivere minutamente stati d’animo, situazioni interiori che in realtà durano un attimo, ma occupano molto spazio nella narrazione. Il tempo reale sembra dunque quasi sospeso.
L’azione non procede ed è invece interrotta per lasciare spazio a descrizioni, digressioni di tipo storico e sociale, riflessioni dei personaggi o interventi diretti del narratore che commenta quanto sta accadendo.
Nel rallentamento il tempo del racconto è più lungo del tempo della storia, perché il testo descrive in molte pagine avvenimenti che durano pochi minuti.
L’azione procede, ma lentamente, perché ogni situazione è descritta nei minimi particolari e il tempo sembra quindi dilatato.
Nella scena il tempo del racconto è uguale al tempo della storia perché c’è una corrispondenza tra la durata degli eventi narrati e la loro lunghezza nel testo.
È il caso tipico delle scene dialogate, in cui i personaggi parlano e si confrontano tra loro (ma a volte un personaggio può anche parlare da solo, tra sé e sé in un monologo), perché il tempo impiegato per leggere la pagina scritta e quello necessario per pronunciare le battute coincidono.
Nel sommario il tempo del racconto è più breve di quello della storia, per cui avvenimenti di giorni, mesi o anche anni sono sintetizzati in poche pagine o addirittura in poche righe del testo.
Il sommario serve ad accelerare il ritmo del racconto e spesso costituisce un passaggio fra le varie scene dialogate.
Nell’ellissi il tempo del racconto è uguale a zero perché intere parti di vita dei personaggi (a volte solo una notte, a volte anni interi) sono del tutto omessi nella narrazione e sono quindi sottintesi, lasciati all’intuizione del lettore che capisce che il tempo della storia, cioè il tempo reale degli eventi narrati, sarebbe molto più lungo del suo semplice girare pagina.
Alternare passaggi in cui il tempo del racconto è più lento rispetto al tempo della storia e viceversa permette all’autore di gestire e variare il ritmo della storia.
Così, se vuoi accelerare e dare al tuo testo un ritmo incalzante, userai principalmente i sommari, mentre se vuoi rallentare e dare al lettore più tempo per riflettere sugli avvenimenti del testo, userai rallentamenti e pause.
Per giocare con queste velocità alternate dovrai utilizzare in modo consapevole le sequenze.
Come abbiamo già visto, infatti, esistono sequenze dinamiche, che mettono in moto la narrazione e contribuiscono a farla procedere nel tempo, e sequenze statiche, che rallentano l’azione o la sospendono del tutto.
Tempo della storia e tempo del racconto in genere si discostano per due elementi:
Nella vita reale i fatti accadono (ovviamente) in ordine cronologico, uno dopo l’altro. In un testo narrativo, invece, tu puoi decidere di spostarli e di presentarli al lettore in ordine inverso rispetto alla realtà.