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Foscolo e Leopardi danno la responsabilità dell’infelicità alla Natura.
Il Manzoni, invece, ritiene che l’unico responsabile sia l’uomo.
La concezione dolorosa della vita, in Leopardi e Foscolo è di natura filosofica, invece, in Manzoni è di natura morale.
L’uomo, pur comprendendo la negatività del dolore e del male, ama causarne agli altri per egoismo, nella speranza di allontanarla da sé.
Ma il pessimismo non dura lungo in Manzoni perché è aiutato dalla concezione cristiana della vita, secondo la quale il bene e il male coesistono nell’animo umano. Gli umili e i deboli, pur schiacciati dei malvagi, hanno la certezza della giustizia di Dio.
Però anche i malvagi hanno la possibilità di ascoltare Dio e di diventare buoni. Quindi, la vita dell’uomo sulla terra è un impegno a combattere per vincere il male che si annida in noi e il male che opprime il mondo mondo.
Manzoni mette in evidenza il fatto che non ci si può limitare ad un cristianesimo passivo, ma è molto importante un cristianesimo attivo.
Sul piano morale è fondamentale scegliere il bene; sul piano politico è importante combattere per ottenere la libertà e la giustizia sulla terra.