Ugo Marini

Marini Ugo

Maggiore A.A.r.s. ex pilota

Nato in Pievetorina (MC) il 21.3.1891

Ugo Marini terminò l’Istituto Tecnico e fu subito servizio militare (24 Ottobre 1911), facendo un enorme piacere al fratello Ivo (1983) al quale, andando alle armi, procurava il diritto del ritardo della chiamata alle armi.

Egli fu avviato al 6° Reggimento Genio Ferrovieri (Torino) e inviato in congedo il 25 Novembre 1913.

Nel Luglio 1914 il fratello gli ricambiò il piacere del “diritto” perché era a sua volta alle armi e Ugo non fu richiamato.

Poi sopravvenne un evento che accantonò tutti i diritti: la 1° Guerra Mondiale.

Ugo andò (Agosto 1916) come Aspirante Ufficiale di complemento al 24° Reggimento di Fanteria, nell’ambito del 1° Corpo d’Armata; a Settembre egli è nominato Sottotenente con anzianità di grado 1-9-1916. A Giugno 1917 va in forza al 33° Reggimento Fanteria e, a Luglio, al 271° Fanteria.

In questo periodo, negli aspri combattimenti – di triste memoria (almeno per coloro – pochissimi – che ricordano la Storia della 1° G.M., anzi, che proprio c’è stata una 1° G.M.), nelle caverne, tra i fili spinati, tra gli anfratti delle rocce, nelle trincee più o meno fangose e paludose, frequentate da soldati in più o meno discorde convivenza con milioni di pulci, con pidocchi (da tifo petecchiale) e simili, Ugo Marini fu sfortunato e fortunato insieme.

Una pallottola di fucile, più o meno “vagante”, lo ferì alla regione epigastrica (area centrale tra la linea orizzontale della X costola – cioè fra le due decime costole – e la linea delle due spine iliache antero-superiori, in parole povere tra l’ombelico e il petto); la pallottola, anche senza conoscere l’anatomia, giunse ugualmente a segno facendo un bel buco, nel torace di Marini, che dovette interrompere la direzione dei lavori di scavo di un “camminamento” sulla Linea Prill Bäck. Era il 16 Aprile 1917.

Marini guarì molto rapidamente e venne assegnato al 278° Reggimento Fanteria, in seno al quale riprese il suo bellicoso lavoro, aiutato e confortato dal generale convincimento che le pallottole e le bombe non colpiscono mai lo stesso posto: quindi la regione epigastrica era al sicuro, non escludendo peraltro altre importanti regioni corporee esposte al tiro, anche casuale.

Ma la fortuna aiuta gli audaci: e l’audacia del suo comportamento questa volta gli procurò una Medaglia al Valore Militare perché:

Medaglia al Valore Militare

“AIUTANTE MAGGIORE IN 2°, SOTTO IL VIOLENTO E INTENSO FUOCO NEMICO, CON CORAGGIO E INTELLIGENTE SERENITA’ TRASMETTEVA GLI ORDINI ALLE COMPAGNIE. CADUTO IL COMANDANTE DEL BATTAGLIONE, PROVVEDEVA ALLA CONTINUAZIONE DEL COMANDO, E CONDUCEVA POI SULLA LINEA DEL FUOCO NUCLEI DI MILITARI MOMENTANEAMENTE DISPERSI PER IL TIRO FALCIANTE DI MITRAGLIATRICI E ARTIGLIERIA AVVERSARIA”.

Altipiano di Bainsizza, 28 Agosto 1917.

Due giorni dopo - 30-8-1917 - Marini veniva promosso Tenente.

Lasciò il fronte (23 Dicembre 1917) quando fu avviato al Deposito Aeronautico di Torino per partecipare al Corso di pilotaggio aereo, prima sul Campo di S. Guido (12-1-1918) quale allievo pilota, poi sul Campo di Cascina Malpensa (12-7-1918). Mancano indicazioni sui tipi di apparecchi con cui Marini conseguì i brevetti di pilota d’aeroplano e di pilota militare. Il fatto che nel 1927 Ugo Marini fosse stato dichiarato allenato e addestrato sul velivolo Ca 73, indica che Marini aveva già dimestichezza con velivoli biplani da bombardamento, derivati nel 1924 dal C 66, in legno e metallo, quadrimotore con posti due a due in tandem; il Ca 73 era stato progettato dall’Ing. Verduzio, che aveva già legato il suo nome al famoso S.V.A. (Savoia-Verduzio-Ansaldo) celebre per il Volo su Vienna. E’ pertanto da ipotizzare che Marini abbia svolto attività di volo con questi tipi di bombardieri e derivati.


La guerra finì senza particolari implicazioni per Marini che, il 23 Ottobre 1919 venne collocato in congedo, e in forza matricolare al Distretto Militare di Macerata.

Marini, ovviamente, trova un’occasione lavorativa difficile in quei tempi burrascosi, con centinaia e centinaia di migliaia di “reduci” da sistemare; Marini “subisce” un primo richiamo per “esercitazioni di campagna” con il 94° Reggimento Fanteria (Agosto 1926). Soltanto nel 1928 l’Aeronautica Italiana (costituita in Forza Armata autonoma e indipendente – dalle altre due – nel 1023) rispolvera i “vecchi” piloti della 1° G.M. e richiama anche Ugo Marini per la ripresa di pilotaggio nella Scuola di Bombardamento di Gallarate (27 Luglio 1928), ma lo ricolloca subito in congedo (7 Agosto).

Marini, sia per amore al volo, sia per la migliore redditività si agita, cessa di far parte dei ruoli dell’Esercito ed entra in quelli dell’Aeronautica (complemento) con lo stesso grado di anzianità.

Fa avanti e indietro con i richiami, i congedi, gli allenamenti e addestramenti, ma il 14 Ottobre 1930, a causa di una infermità contratta per servizio, viene disposto il suo esonero dal pilotaggio per motivi fisici.

Viene però richiamato in servizio a domanda e destinato all’aeroporto di Augusta dal 16-8-1935 e all’Aeroporto di Catania il 16 Ottobre; a novembre 1936 Marini è ricollocato in congedo; richiamato per misure di carattere eccezionale a Ferrara il 21 Aprile 1942.

Il 22 Aprile Marini è sull’aeroporto di Pescara e il 3 Agosto egli parte da Lecce per l’Africa Settentrionale, sbarcando a Derna (tra Cirenaica e Marmarica) dove viene assegnato al Comando della 5° Squadra Aerea.

A quell’epoca quasi tutta la costa egiziana era occupata dalle Forze che l’Asse aveva potuto concentrare, potendo così raggiungere il 30 Giugno 1942 El Alamein, circa 75 Km a Ovest di Alessandria d’Egitto.

Le Forze dell’Asse non poterono poi fronteggiare la nuova offensiva britannica iniziata il 23 Ottobre dall’8° Armata britannica, che non trovò praticamente più difficili ostacoli per raggiungere la Tunisia, frettolosamente occupata dagli Italo-tedeschi, dopo avere lasciato Tripoli – e con questa città tutta l’Africa Settentrionale italiana – il 23 Gennaio 1943.

Ma il 13 Maggio cessava anche la strenua, disperata, sanguinosa resistenza in Tunisia contro la immensa, preponderante forza nemica di terra, e ancor più aerea.

Lo stesso giorno Marini, che il 16 Luglio 1942 era stato promosso al grado di Maggiore, e aveva vissuto tutte le fasi della ritirata – per qualcosa di più di 3000 chilometri – con il Comando 5° Squadra Aerea, veniva fatto prigioniero e inviato ad un campo di concentramento in Algeria, da dove veniva fatto rimpatriare, sbarcando a Napoli il 28 Maggio 1945.

Il 21-10-1946 Marini veniva collocato in congedo assoluto perché riconosciuto permanentemente inabile al Servizio militare per la precedente infermità e altra contratta durante il periodo di due anni di prigionia, aggravate da causa di servizio di guerra.

Nelle varie guerre in cui era stato coinvolto, a Marini erano state riconosciute le Campagne di Guerra 1915-196-1917 con relative concessioni delle Croci al Merito di Guerra; le Campagne di Guerra 1942-1943.

Oltre alla Medaglia di Bronzo al V.M. Ugo Marini aveva avuto un

ENCOMIO

perché:

“COMANDANTE DI UN AEROPORTO DI MANOVRA, SI DEDICAVA CON ABNEGAZIONE E COMPETENZA A ORGANIZZARE E POTENZIARE OGNI SERVIZIO. ALL’ARRIVO SU CAMPO DI UNO STORMO DI RIPIEGAMENTO, SUPERAVA OGNI DIFFICOLTA’ CONTINGENTE E COOPERAVA VALIDAMENTE RAGGIUGENDO IN BREVE TEMPO UNA COMPLETA E ORDINATA SISTEMAZIONE”.

Ugo Marini Aviatore

Ugo Marini in Africa con la divisa di aviatore.

Dopo qualche “itinerario” per l’Italia (Roma, Sardegna, Lombardia), il Maggiore Ugo Marini rientrava al suo paese d’origine, Pievetorina (MC), nel quale visse, stimato, rispettato e onorato fino all’11 Giugno 1961, giorno in cui lasciava questo mondo terreno.

tratto dal libro:

ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA MACERATA

MARCELLO PEDRETTI

IL VOLO, L’AVIAZIONE, GLI AVIATORI IN MACERATA E PROVINCIA


IL VOLO, L’AVIAZIONE, GLI AVIATORI IN MACERATA E PROVINCIA

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