interviste di Kai Nebel

Adorna e Maria Marini 2/3

Adorna e Maria Marini

Adorna e Maria Marini 2/3

AUDIO Intervista di Kai Nebel ad Adorna e Maria Marini 2/3

Adorna e Maria tape 2


Kai: allora… andiamo?

Maria: allora, ritorniamo a Ferrara che abitavamo vicino al Montagnone, che era leggermente fuori Ferrara, ma molto bello.

Adorna: ma nello stesso tempo vicino però al centro.

Maria: al centro, perché a piedi andavamo a scuola, andavamo a piazza Ariostea, vuol dire che la casa dell’Ariosto era lì vicino, il palazzo dei Diamanti… tante cose belle e un gran giardino che poi io ho ritrovato su quel romanzo che abbiamo letto …

Adorna: i Conti Fonzini

Maria: il diario dei Conti Fonzini?

Lucio: il giardino!

Maria: il giardino dei Conti Finzini! [Il giardino dei Finzi Contini] Che ciò ritrovato tutte queste cose: le vie, il Montagnone… infatti lei parla dove abitava lei, il giardino confinava con il Montagnone, saltava la siepe ed era lì. Noi delle volte andavamo a camminare lungo questo Montagnone.

Adorna: si perché era 200 metri … come qui la madonna dei Lumi. E a scuola eravamo tantissime.

Maria: a scuola eravamo tante. Io a scuola mi ricordo

Adorna: io ho fatto la prima

Maria: tu la prima io la terza, mi pare, la prima passavamo davanti a via Mortara

Adorna: tu la prima l’hai fatta a Foligno?

Maria: prima e seconda a Foligno… no, la seconda devo averla fatta a Ferrara.

Adorna: perché a sette anni, io a sei anni, tu a sette anni abbiamo fatto la prima comunione: tu a sette anni eri a Ferrara facevi la seconda.

Maria: dalle suore. La seconda dalle suore. Alla terza tornammo alla scuola pubblica; e passavamo da via Mortara. Si, si, e mi ricordo che mamma era innamorata di una ragazza, un’amica che veniva a scuola con me che abitava di fronte a noi. Non so se era figlia dell’osteria lì…

Kai: un po’ più alto…

Maria: Siccome era biondina, Kai, era tutta di pelle bianca, così tutta trasparente, mamma diceva: “io mi incanto a vedere quella bella bambina, sempre pulita, sempre pettinata!” Era bionda: per questo sembrava sempre più pulita di noi, no? Mamma ci insegnava le cose portandoci altre ragazze per esempio. Non diceva: “vatti a pettinare”, “sei spettinata”, “rifatti le trecce” … non so che c’avevamo a quel tempo, no: diceva “guarda quant’è bella quella ragazza, pulita sempre, no?

Adorna: poi vicino a noi c’era come una casa si campagna grande

Maria: una villa

Adorna: tipo casolare, un casolare molto grande

Maria: ah, tu dici di Vasco

Adorna: di Antonietta… Antonio

Maria: bhè prima c’era Vasco e la Sora Lia che c’aveva tre figlie.

Adorna: ecco, allora, si, però in questo casolare c’era un appartamentino piccolino, un giar con tutti i fiori… e c’era una signora, che si chiamava signora Gorinna, che aveva l’amante! Era un pittore.

Maria: ah, si?

Adorna: si! Che dentro la sua casa andavamo a vedere tutte cose… cuscini, tutta roba un po’…

Maria: un po’ barocca.

Adorna: un po’ barocca. E’ quelli che fecero la fotografia a Giovanni quando aveva 9 mesi: gliela fece questa signora Gorinna, che c’aveva questo signore che era pittore. Perciò per noi era una signora. Invece i vicini non erano ricchi.

Maria: erano contadini.

Adorna: erano contadini e le figlie venivano con noi.

Maria: c’aveva un gran campo.

Adorna: un gran campo, e le figlie una aveva l’età mia, una aveva l’età tua.

Maria: una aveva l’età mia, sì, sì.

Adorna: e mamma ci mandava lì, io, Maria e Giovanni. Io mi ricordo di Giovanni che era piccolo, piccolo.

Maria: per giocare…

Adorna: per giocare e delle volte si litigava, allora tornevamo a casa a piangere, io mi ricordo che mamma diceva: “tu non dar fastidio che nessuno…”

Maria: “…che nessuno dà fastidio a te!”

Adorna: e non ci ha mai difeso!

Maria: Mai, mai, mai. Non dava mai la colpa a nessuno: era colpa nostra!

Adorna: colpa nostra …

Maria: perché se tu stai nel tuo, se tu sei brava, nessuno ti disturba!

Adorna: e allora raccontava che lei a Foligno, Kai, aveva le sue amiche, no? Appunto ricordo anch’io quelle sotto casa, eccetera, che delle volte litigavano e una volta andarono a finire in tribunale.

Maria: perché quella aveva detto che quello aveva detto questo, aveva detto quell’altro…

Adorna: e la denunciò

Maria: e mamma ci raccontava: “a me in tribunale non mi ha mai portato nessuno perché io ho fatto sempre…

Maria: il motto di mamma era: “il silenzio è d’oro!” Quindi non parlare e nessuno ti accuserà mai di niente! Hai capito? Infatti noi non parlavamo, Adorna, molto quando eravamo più giovani: non parlavamo per niente!

Adorna: e mi ricordo questo gran camerone, che mamma…, andavamo lì per giocare con queste tavole di legno, nella casa che c’era questa stufa.

Maria: e sotto c’era il vino, c’erano quelli che vendevano il vino…

Adorna: e a me sembra che noi andavamo a levare le etichette…

Maria: eh, si… per far chè? Perché ce lo dicevano loro?

Adorna: non lo so, facevamo qualcosa magari ce regalava il vino, non lo so. Io mi ricordo che stavamo lì a … mi sembra, però, non me lo ricordo.

Maria: io non me lo ricordo. Mi ricordo che Venanzo faceva gli esperimenti nella stufa e ad un certo momento scoppiava e mamma con la scopa gli andava dietro: “Venanzo, basta! Esci di casa! Se non esci tu esco io: mi fai impazzire!” Ti ricordi?

Adorna: mi ricordo mamma sempre con la scopa.

Maria: glielo detto a Venanzo, ma si è offeso! Si è offeso perchè lui vuole essere il figlio perfetto.

Adorna: e invece di Venanzo anche Mario raccontava che quando erano a Ferrara, Kai, che uscivano dalla scuola Peppino, Gabriele, Mario, Venanzo, uscivano sempre insieme no? Loro andavano vicino, loro andavano tranquilli… e Venanzo o davanti o di dietro o gli cosava, gli faceva con le gambe…

Maria: li disturbava sempre.

Adorna: ha detto disturbava sempre.

Maria: ed io devo confessare … poi ad un certo momento uscivo anch’io dallo stesso ginnasio, no? E mi ricordo che Venanzo a 14 anni o 15, a quell’età era brutto Adorna! C’aveva tutti questi denti…

Adorna: sì perché era alto, ancora non era alto abbastanza.

Maria: era magro.

Adorna: magro, magro

Maria: era magro, era un po’ giù

Adorna: mamma gli dava più da mangiare

Maria: sì, ma con le gambe secche, secche, Kai

Adorna: come Jacopo.

Maria: come Jacopo, ma di più: Jacopo adesso è bello, 5 o 6 anni fa quando era… e allora io mi vergognavo, non dicevo alle mie amiche che era mio fratello! Non glielo dire eh? Per carità! Perché mi vergognavo, perché lui appunto cercava di stuzzicarmi. Capisci?

Adorna: no, io glielo dico: quand’eri piccolo…siccome doveva…

Maria: forse un po’ come Jonatan che stuzzica la sorella, Venanzo stuzzicava a me perché voleva farsi vedere dalle amiche, forse. E io non dicevo che era mio fratello! Era bruttino, il naso lungo

Adorna: era un momento che era, che non aveva finito ancora a … tutte gambe … tutto… questi gran denti.

Maria: tutti denti!

Adorna: e poi mi ricordo quando abbiamo fatto la prima comunione, che noi eravamo molto… dovevamo, partivamo la mattina e tornavamo la sera.

Maria: perché era dalle suore, eravamo state mandate dalle suore

Adorna: tre giorni, tutte preghiere, Kai, dovevamo fare le prove della confessione, e poi, ma una cosa…

Maria: dovevamo essere pure.

Adorna: io avevo paura di fare questa comunione, proprio avevo paura!

Maria: sì perché ci avevano fatto sentire peccatrici, no? Perché per prendere la comunione, per tre giorni non dovevamo parlare, non dovevamo pensare cose brutte, dovevamo essere pure, Kai, pure, pure, no?

Adorne: la vanità, non dovevamo essere vanitose.

Maria: non dovevamo vestirci, non dovevamo guardare i nostri vestiti l’una con l’altra; se tu dicevi “oh, guarda che bel golf…” anche lo pensavi… non dovevi pensarle le cose! Finalmente la comunione arrivò…

Adorna: si, che ci dicevano che il peccato era anche nel pensiero!

Maria: e come no!

Adorna: queste proprio mi sono rimaste qui dentro. E quando tornavamo a casa la sera, Kai, mi ricordo

Kai: dopo quanti giorni? tre giorni?

Adorni: questi tre giorni, tornavamo a casa che era notte, era l’ora di cena.

Maria: anche a casa non dovevamo parlare.

Adorna: non dovevamo parlare, dovevamo stare zit… e i fratelli ci stuzzicavano! Ti ricordi? Ti ricordi?

Maria: si, si…

Adorna: e mamma che faceva: “basta, basta…” e noi zitte, lì.

Kai: (ride) poverine.

Adorna: e mi ricordo poi che ecco, noi non potev…, io non potevo, lei non lo so, io non potevo mettere neanche un fiocco.

Maria: e come no, io mi ricordo le parole di Venanzo, me li tirava vie e diceva: “non essere stupida come tutte le altre!” Peppino e Venanzo perché Mario non era … Mario era un po’ più gentile.

Adorna: io te l’ho detto, non mi ricordo che era, ma so che…

Maria: “non essere così stupida come tutte le altre … stupidine…”

Adorna: io ecco il ricordo mio di più di tutti è Giovanni, che era piccolino lì a Ferrara, e di Venanzo, un po’, ma sennò non mi ricordo niente. Altri fratelli per me non esistono.

Maria: Peppino aveva 10 anni di più…

Kai: e c’era la guerra a quel tempo?

Maria: no, non ancora, fino alla prima comunione non c’era la guerra.

Adorna: dopo la prima comunione… dunque la guerra quand’è che è cominciata?

Maria: nel 38 o 39…

Kai: forse si

Adorna: nel quaran… quand’è cominciata la guerra, Lucio?

Lucio: nel 40.

Maria: e l’Italia è entrata nel 40, sì.

Adorna: nel 40 è cominciata…

Kai: prima di quello c’era la guerra con la Libia, … Abissinia, mi sembra, o Algeria.

Adorna: però babbo è partito nel 40; allora nel 39 io ero a Vari.

Kai: ho capito. 39? Ah, bene...

Adorna: eh, si. Infatti avevo 7 o 8 anni.

Maria: e si, perché … era razionata, c’avevamo la tessera… era per risparmiare la tessera, no?

Adorna: per risparmiare la…, però babbo ancora non era partito. Babbo era ancora a Ferrara. E c’era Giovanni infatti, le fotografie di Giovanni e Ferrara piccolino.

Maria: e fu quell’anno che Peppino partì volontario, no?

Adorna: si, e partì babbo.

Maria: e babbo, stesso anno. Lo stesso anno allora.

Adorna: perché noi… ci sono le fotografie di Giovanni con Gabriele a Ferrara, no? E c’è una fotografia di Gabriele a Ferrara che accompagna babbo.

Maria: che accompagna babbo (ugo12) e un’altra con Giovanni piccolino di 3 anni (ugo10).

Adorna: Gabriele accompagnava babbo per la partenza per la guerra?

Maria: bhè, non è che lo accompagnava, loro attraversavano la piazza…

Adorna: no, mi sembrava che c’era una partenza?

Maria: no, in quella foto no, non credo, l’accompagnava perché

Adorna: non era in divisa babbo?

Maria: si era in divisa quindi era quei giorni che si preparava senz’altro, però lì erano a Ferrara, attraversavano una strada e c’erano quei fotografi a quei tempi che ti scattavano e te la davano subito, no?

Adorna: ce ne so tante di fotografie così, no?

Maria: così estemporanee.

Adorna: Peppino per esempio con Nanda Servili, da studenti a Camerino. Ecco allora io non ricordo più quel periodo, però non mi ricordo… mi ricordo di Vari

Maria: io ricordo…

Kai: tu ricordi come sei stato in militare a quel tempo?

Maria: mha, io ricordo Mussolini, tu te lo ricordi?

Adorna: mi ricordo a Ferrara che arrivò…

Maria: c’eri anche tu, piccola italiana che marciammo fino…

Adorna: con la divisa, mi ricordo, questa fascia qui, che andammo tutte quante insieme

Maria: tutta la scuola, no? E io andai…

Adorna: una volta venne Ciano, chi era? Ciano, che mettemmo fuori dalla fin…, ti ricordi quella volta nella finestra… o era morto? Che si mise la bandiera a lutto…

Maria: ah, la nera, la bandiera nera, forse…

Adorna: insomma due volte. Quando venne Mussolini eravamo vestite …

Maria: da piccole balill… da piccola italiana. E i maschi erano piccoli balilla. E allora…

Adorna: io una volta sola però.

Maria: tu una volta sola. Allora la prima volta, forse tu eri troppo piccola, io arrivai tardi, perché con mamma, sai tanti figli, non è che mi accompagnava a scuola, no?

Adorna: no, non ci accompagnava; andavamo da sole.

Maria: da sole. Mi ricordo corri, corri, corri, corri, arrivai tardi. La maestra mi rimproverò perché oramai le file erano state fatte. Due per due, due per due. Allora mi mise davanti: da sola davanti al battaglione, no? E io una paura che non trovavo il passo, che camminavo troppo svelta o troppo piano, però mi ricordo l’orgoglio di essere lì di fronte e tutta la gente dalla finestra che guardava a noi.

Adorna: si tutte le finestre, tutti a guardare.

Kai: tenevi una bandiera?

Maria: e forse tenevo anche la bandiera, ma non mi ricordo. Comunque arrivate allo stadio facemmo: “evviva il duce!” Marciando a destra, a sinistra, ci mettemmo in fila: “evviva il duce!”

Adorna: no questo io no; mi ricordo che ero in fila così, però non mi ricordo di aver fatto niente.

Maria: e formavi la linea senza saperlo, perché la maestra ci aveva messo in fila lì. E si vedevano tutte le camicette bianche, capisci?

Adorna: mi ricordo che c’erano dei problemi in questo vestito che avevamo, che mamma prese, non mi ricordo se era per il berretto, prese un bottone, non te lo ricordi?

Maria: no.

Adorna: mi ricordo che doveva farci un berretto, bianco, e mi ricordo che ci mise un… Mamma fece…

Maria: e ci fece il berretto?

Adorna: mamma ci cuciva i vestiti, a me e Maria ce li faceva mamma.

Maria: qualche volta… E dopo… la guerra, cominciò la guerra no? Però prima della guerra mi ricordo quando Gabriele, Mario e Giovanni Salvi partirono in bicicletta per andare a …

Adorna: e questo però me lo ricordo anch’io, c’ero anch’io a Ferrara.

Maria: c’eri anche tu, ti ricordi?

Adorna: andammo a salutarli al cancello.

Maria: al cancello, brava.

Kai: che cosa?

Maria: in bicicletta, Giovanni e Peppino, Giovanni Salvi, in bicicletta decisero di andare a Pieve Torina! Però mamma era preoccupatissima, quindi dovevano, non so, in due o tre punti loro dovevano o telefonare… ma come si telefonava? Non c’era il telefono.

Adorna: no, no.

Maria: allora dovevano lasciare un…

Kai: un telegramma forse?

Adorna: non mi ricordo.

Maria: mamma, babbo aveva escogitato un modo; che si fermavano in qualche ufficio postale...

Adorna: in qualche ufficio postale con babbo, forse.

Maria: probabilmente da zia Laura.

Kai: … loro potevano mandare … un telegramma

Adorna: si.

Maria: ecco, a Civitanova senz’altro da zia Laura dovevano fermarsi… a Fontespina.

Adorna: a Civitanova erano arrivati …

Maria: embè, tutta la montagna…

Adorna: però mi ricordo che, quando decisero di partire, Peppino tutto entusiasta, Giovanni era entusiasta però … aveva paura!

Maria: aveva …. Aveva paura di non farcela.

Adorna: non c’aveva la forza e allora diceva: “…ma Peppino, per davero? Andremo?

Maria: fino all’ultimo diceva: “… ma sei sicuro?”

Adorna: aveva paura.

Maria: voleva tornare indietro.

Adorna: questo mi è rimasto impresso.

Maria: eh, si, come no.

Kai: Giovanni Salvi?

Adorna: Giovanni Salvi, si.

Maria: e poi era gracilino, no? Io avevo paura anch’io che ci sarebbe arrivato!

Kai: e che faceva lui a Ferrara?

Maria: a Ferrara cosa era venuto a fare?

Adorna: ma venivano spessissimo i Salvi.

Maria: per stare con i cugini. Si volevano tanto bene.

Adorna: poi babbo a Ferrara aveva fatto venire Gian Battista Lucarelli, che voleva che prendesse il diploma, per farlo studiare. Poi abbiamo avuto il fratello di Beppe Cianni a Ferrara, perciò noi…

Maria: che ha finito gli studi a Ferrara

Adorna: perché lui era in seminario e quando uscì dal seminario, babbo voleva che seguitasse, che prendesse il diploma da maestro. Allora lo fece venire a studiare a Ferrara, due anni.

Maria: certo perché la famiglia stava a Pieve Bovigliana e non c’era modo.

Adorna: perciò due anni, Kai, mamma c’aveva: noi sette figli,

Maria: Vittorio e Nino

Adorana: c’aveva Nino Cianni, più il figlio di un amico di babbo di Pieve Torina, Vittorio Rivelli, che babbo gli aveva trovato una pensione, ma questo qui non voleva stare in pensione, veniva …

Maria: dovette stare a casa di mamma perché

Adorna: aveva paura, non ci voleva stare.

Maria: aveva la nostalgia della famiglia sua.

Adorna: era timido timido, non mangiava… e babbo se lo portò a casa. Eravamo in 11!

Kai: mamma mia!

Adorna: ti ricordi?

Maria: e poi arrivò zia Anita e Vittorio, anche loro stettero da noi prima che trovassero una casa

Adorna: mamma era stanca

Maria: era stanca, era proprio stanca.

Adorna: babbo chiamava tutti i parenti, babbo faceva venir tutti!

Maria: senza chieder niente a mamma, senza dirglielo. Glielo diceva dopo.

Adorna: Allora venne questa zia Anita, che era la cugina di babbo da piccolo…

Maria: tu l’hai conosciuta.

Kai: si

Adorna: di parte di Mazzolini, ecco; che non ci sentiva, il marito era già… era morto zio Alessandro?

Maria: si, si, come no.

Adorna: e il figlio babbo lo fece venire, ma lei era uno molto signora, Kai…

Maria: molto esigente, no?

Adorna: molto esigente, si faceva servire, aveva la donna, ma la cosa più grande che mamma ci diceva: “ma volete sapere che cosa ha fatto Anita? Ha comprato un tavolo per stirare! Un tavolo lungo…” te lo ricordi?

Maria: “… apposta per stirare le lenzuola!”

Adorna: e poi, Kai, si venivano a prestare i soldi da babbo!

Kai: mamma mia!

Adorna: perché lei alla fine del mese non ci arrivava mai, mai, mai.

Kai: come Quinto è?

Adorna: eh, si, come zio Quinto. E allora mamma si lamentava e dice “quella lì…”

Kai: povera Peppina.

Adorna: però lei faceva le ripetizioni, ti ricordi?

Maria: zia Anita.

Adorna: zia Anita perché era professoressa.

Maria: anche Vittorio faceva ripetizioni.

Adorna: anche Vittorio, però lei… e avevano una donna che costava… poi faceva una vita… una casa che doveva essere bella … la casa, Kai, mobili… ma quello che io ricordo quando mamma disse “ma vuoi sapere? Anita ha comprato un tavolo per stirare!

Kai: non per lei, ma per nonna Peppina?

Adorna: no, no, per lei, alla donna perché stirava le lenzuola… era molto esigente, capito?

Maria: e che faceva spese stupide, no? Perché si può usare lo stesso tavolo della cucina per stirare, no?

Adorna: poi mamma c’aveva, Kai, per fare la spesa, vediamo se te lo ricordi…

Maria: si, si…

Adorna: una borsa di cuoio, era fatta…

Maria: di pelle

Adorna: di pelle. Era fatta tutta a quadretti così, fatta così, di pelle e mamma ci faceva la spesa. E non so come, andò da zia Anita e Anita gliela prese.

Maria: no; era a casa nostra, dove portarsi a casa qualcosa e mamma gliela imprestò, dice “mi impresti la borsa?” per metterci dei libri o qualcosa che mamma magari da mangiare che gli aveva fatto mamma! E poi finalmente dopo un anno, ma dopo tanti mesi…

Adorna: non gliela ridata mai!

Maria: non gliela ridette mai, però continuava a dire, ogni volta che veniva a trovarci: “ecco Peppina, tu mi hai imprestato quella borsa ed hai fatto male perché io adesso te la devo ridare!”

Adorna: la devo ricomprare: non gliela ridata più!

Kai: (ride)

Maria: non gliela ridata mai!

Adorna: no, per dire di mamma…

[interruzione audio]


Adorna: babbo, quando veniva questo amico suo, che mamma, lo capiva solo mamma.

Kai: si

Adorna: mamma era molto brava ad interpretare questa sua parlata, perché aveva questa gola, aveva questo tumore e parlava male; e babbo ogni tanto se lo portava a pranzo, ma non avvisava mamma. Non è che diceva “Peppa, oggi viene…” no? Allora babbo stava a capotavola col signore a fianco, prendeva il piatto e babbo gli dava da mangiare. Mamma dice “devo fare la cattiva” perché babbo non pensava che poi doveva dar da mangiare a tutti i figli: questo qui gli dava, giù! Hai capito? Babbo non… gli diceva mamma: “ma Ugo, ma devono mangiare tutti!” Hai capito?

Kai: si, si.

Adorna: lui a quello che gli stava vicino, a quel signore gli dava… e noi eravamo lì che guardavamo…

Kai: la fame!

Adorna: non la fame no, perché mamma faceva sempre tanto, infatti…, però voglio dire, babbo non aveva un’idea di quello che era, di quello che mamma poteva aver cucinato, che questo signore era venuto all’improvviso, no? Venuto all’improvviso… bisogna che tu gli dici che … Allora lui sempre, babbo sempre, sempre, sempre, quando dava il piatto a quello vicino buttava giù, e mamma dice “devo fare la cattiva, devo levare il piatto, sennò noi non se mangia!”

Kai: (ride)

Adorna: e babbo dava tutti i soldi a mamma, perché era mamma che amministrava, perché babbo non aveva il senso del … babbo ha guadagnato sempre molto perchè ha fatto, oltre che andava in ufficio, andava sempre a fare … siccome era aviatore, andava a fare degli esercizi che lo pagavano bene, e lì guadagnava, no Maria? Babbo ha guadagnato sempre molto, si ingegnava.

Maria: aveva sempre qualche extra…

Adorna: però lui non aveva il senso dei soldi, Kai, lui…

Maria: ma nemmeno del valore delle cose, ti ricordi quando stavamo a Milano …

Kai: questo dopo

Maria: ah, aspetta, questo dopo… perché lui deve andare preciso… per carità, vai, vai!

Adorna: sì, allora a Ferrara, ecco questo qui, poi dopo appunto Gian Battista, lui dice “venite a casa nostra!” e faceva venire… avevamo sempre, sempre persone.

Maria: “si, si, a Peppina gli piace, sai? A Peppina gli piace!” (ironica)

Adorna: e quando abbiamo fatto la prima comunione, era venuta zia Nannina, zia Blandina… ma dove andavamo a dormire Maria?

Maria: bhè, zia Blandina non venne…

Adorna: chi era? La madrina tua chi era? Zia Blandina!

Maria: però l’avrà fatta per procura.

Adorna: perché a me zia Blandina me la ricordo bene!

Maria: si, quella me la ricordo.

Adorna: allora è zia Laura? Le tue madrine chi erano? Io ciò avuto Zia Nannina, sia per il battesimo che per la cresima, e tu?

Maria: io invece zia Blandina…

Adorna: e quell’altra chi era?

Maria: zia Laura

Adorna: zia Laura. Allora c’era zia Laura. Insomma… e mamma faceva tutto a casa, Kai

Kai: si… allora basta per oggi.

Adorna: oggi basta.


[interruzione audio]


Adorna: a Ferrara eravamo noi sette figli, perché c’era già anche Giovanni no?

Kai: parla un po’ più alto

Adorna: e babbo sia i figli delle sorelle di mamma, Gian Battista, poi c’era il cugino Nino Cianni che era uscito dal seminario, e babbo lo portò a casa per fargli prendere la licenza da maestro. Poi il figlio di un amico di babbo, Vittorio, per fargli prendere la terza scuola media per poi metterlo, impiegarlo nelle poste. Infatti è stata la sua carriera: è diventato direttore dell’ufficio in provincia di Pesaro. Poi è venuto Gian Battista che poi però non durò molto (non aveva voglia di studiare) e niente e partì.

Maria: ma vedi l’idea di babbo che c’erano questi ragazzi di 17 anni, 18, voleva che dovevano studiare, che dovevano prendere un… era molto intelligente babbo no? Dovevano prendere un diploma o per lo meno la terza media, l’ottavo grado, perché avrebbero trovato il posto sennò a quei tempi che facevi senza niente? Se non eri andato a scuola che poteva fa uno che aveva solo la quinta elementare? Come Fausto: solo se c’avevi il negozio potevi lavorare, sennò ti impiegavi dove? Dove ti impiegavi?

Adorna: ma Gian Battista non aveva bisogno di lavorare…

Maria: Gian Battista era ricco già, aveva tante terre… quindi venne, ma credo che durò una settimana lontano da casa o un mese…

Adorna: non me ricordo, un mese sicuro però. Però andò via. O venne a dar l’esame? Forse venne a dar l’esame perché studiava a Camerino, infatti Lucio ricorda che andava a fare i compiti con Gian Battista.

Maria: no…

Adorna: si, perché stava con lo zio Rodolfo, te lo ricordi?

Maria: a pensione?

Adorna: no, lo zio Rodolfo lo teneva, ma erano ricchi, era molto ricco, e Lucio andava a fare i compiti con Gian Battista ed era contento perché c’aveva sempre il dolce e poi le fette di pane con ciabuscolo! A detto che andava lì a Gian Battista e faceva una grande merenda.

Maria: questa è una tradizione che poi Gian Battista ha continuato, ti ricordi?

Adorna: ha continuato.

Maria: mi ricordo ogni volta che andavamo a trovarlo

Adorna: dovevamo mangiare.

Maria: ciauscolo e salame!

Adorna: allora, studiava a Camerino, però non riusciva a prendere la licenza. Siccome babbo a Ferrara conosceva i professori… (ti ricordi anche come per Nino Cianni?) conosceva i professori e volle che andasse a Ferrara per dare l’esame della terza scuola media. Però non mi ricordo (dillo un po’ a Venanzo), non credo che …

Maria: che ci riuscì

Adorna: dette qualche esame e poi mi sa che andò via. Però era per dà la terza.

Kai: e che tipo di corsi ha fatto tuo padre? Hai detto che ha fatto sempre qualche cosa…

Adorna: sì, a Ferrara però andava sempre perché lui, essendo aviatore, ogni tanto andava …

Maria: per un mese lo richiamavano, faceva il volontario.

Adorna: e Venanzo dice che quando lui andava a Roma gli davano molti soldi.

Maria: perché era uno straordinario.

Adorna: però io non ti so dire che cosa lui andava a fare.

Maria: ma era sempre in combinazione con l’aviazione, con la sua carriera di pilota.

Adorna: si perché poi mi ricordo che Mario Salvi… Mario Salvi ho un ricordo che babbo… babbo ogni tanto prendeva un brevetto perché inventava qualche cosa.

Kai: mmm!

Adorna: allora Mario Salvi si ricorda che aveva inventato … che lo metteva fuori dalla finestra (me lo racconta sempre) non so io che

Maria: un termometro?

Adorna: un affare, un termometro, ma no, che si poteva vedere da lontano … io bisogna che da Mario Salvi me lo faccio spiegare bene … lui a Roma appunto quando andava … e aveva preso questo brevetto, che poi c’ha un nome, Mario me l’ha detto.

Maria: ma tu pensa che noi siamo talmente modesti, mamma è talmente modesta che non abbiamo mai parlato di questa grande qualità di babbo!

Adorna: tante cose di brevetti… un altro brevetto era (che c’avevamo in soffitta) una cassa in legno era, tipo cassa, che era per dividere il riso!

Maria: ma pensa!

Adorna: per pulire il riso! Adesso non mi ricordo com’era, era qualche cosa del riso, non mi ricordo…

Maria: io mi ricordo di una macchina pure che lui inventò per misurare il grano: quando trebbiavano…

Adorna: e forse io dico il riso, invece era grano.

Maria: ecco, quando trebbiavano…

Kai: forse tutte e due le cose

Adorna: non lo so

Maria: il grano doveva essere diviso in due: metà il contadino, quindi un sacco al contadino e un sacco a babbo; e dovevano sempre misurare sulla bilancia. Babbo aveva inventato uno strumento che invece lo mettevi… tu buttavi il grano in una stanza, tutto insieme: dall’altezza di questa macchina vedevi quant’era! Quanti quintali, quanti chili. Infatti è l’apparecchio che tu dici stava in soffitta, era tipo un pezzo di metallo con una cosa che veniva su e giù, ma Venanzo lo saprà senz’altro.

Adorna: Venanzo lo saprà senz’altro, certo.

Maria: perché era più grande di noi…

Adorna: e poi io, noi certe cose, io le sentivo, però non è che …

Maria: ma Mario mi disse un giorno che 19 brevetti babbo aveva! Diciannove!

Adorna: aveva … molto… si

Maria: molta inventiva, una mente molto creativa.

Kai: si, e ricordi qualcosa della sua carriera come pilota?

Adorna: io ricordo che quando eravamo a Foligno, mamma raccontava (l’ha sempre raccontato mamma), che babbo passò capitano. Era, prima di capitano che cos’era? Tenente?

Kai: si, tenente.

Adorna: era stato promosso capitano e andarono a casa a Foligno, babbo non c’era, bussarono e dissero

Maria: per annunziarlo a mamma…

Adorna: no, no, chiedevano “capitano Marini?” e mamma diceva “no”, mamma lo sapeva già che era capitano però non…

Maria: diceva “no, no, no, avete sbagliato casa!”

Adorna: “no, no, qui capitano!” ecco mamma ci ha sempre raccontato questo fatto, tanto che io, Kai, quando a Camerino (vedi me lo so sempre ricordato di questo fatto di mamma che ci ha sempre detto che non dovevamo mai… essere molto superiori, hai capito? Dire quello che…)

Maria: essere superiori o superbi…

Adorna: ero diventata direttore dell’ufficio postale di Camerino, no?

Maria: e non lo dicesti a nessuno!

Adorna: no non lo dissi a nessuno. Però mi ricordo che Polone, Polone Napoleoni

Maria: il marito della sorella di Lucio

Adorna: il marito della sorella di Lucio, siccome che c’era stato un problema col tribunale… insomma in poche parole aveva visto che avevo firmato una cosa… il direttore Adorna Marini. Allora venne in ufficio (venne lui con Amelia) a farmi i rallegramenti e io gli dissi: “ma, va là che è tutte stupidaggini”. Allora Amelia fece: “ah, ma allora non è vero?” Hai capito? Perché io…

Maria: perché troppo, talmente modesti siamo, Kai, che la gente pensa che: io non ho mai studiato, che lei non ha mai fatto niente, chissà che cosa pensano, perché quando lui disse “rallegramenti, so che sei stata promossa direttrice!” lei disse ma, no che vuoi che sia, ma non è niente, no? E allora Amelia dice “ma allora non è vero?”

Adorna: perché io avevo firmato però, direttore Adorna Marini.

Maria: “…allora” dice “hai firmato falso?”

Adorna: lei non disse questo: lei disse “allora non è vero!”.

Maria: ma voleva dire quello. Per dirti quanto siamo modeste fino alla stupidità. Fino alla stupidità!

Kai: si, si.

Adorna: ti volevo dirti questo per dirti come mamma questo fatto di babbo che era diventato che è … era una cosa…

Maria: lo raccontava come… con grande … con orgoglio! Che lei i titoli … non gli importava niente dei titoli, non valevano niente. Anche i marchesi, i conti… Di zio Quinto Mazzolini diceva sempre “si, so conti a nome, ma mica di fatto!” Perché lui arriva con tanti regali, manda fiori, portava i cioccolatini e poi arrivavano quelli a riscuotere i soldi!

Adorna: e babbo pagava i conti.

Maria: e mamma doveva pagare.

Adorna: anche Giovanni per esempio: Giovanni ha parlato in televisione, ma l’abbiamo visto per combinazione!

Maria: più di una volta!

Adorna: più di una volta. E una volta mi ricordo che proprio l’ho sentito … parlava… era un dottore, no? Non ha mai detto niente!

Maria: nemmeno i figli!

Adorna: nemmeno i figli lo sapevano, Kai! E allora io adesso mi accorgo che veramente mamma proprio…

Maria: troppo!

Adorna: ma tante, tante cose: ecco ho raccontato quella lì di Amelia per dire come…

Maria: fino a che punto!

Adorna: fino a che punto.

Kai: ci sono qualche storie sulla vita come pilota?

Maria: come pilota me lo ricordo io; che mi raccontavano sempre che lui era molto spericolato, voleva volare a qualsiasi costo, e c’era la regola, la legge proprio, che quando è una giornata di pioggia non devono, i piloti non dovevano volare. E allora c’era il comandante dell’aeroporto (che proprio doveva addestrarli) che passeggiava lì nell’aeroporto con il suo assistente (o un altro capitano) e fa: “chi è quello stupido che sta volando con questo tempo?” Era babbo. Era babbo e babbo doveva atterrare, no? Volava con la pioggia e doveva atterrare proprio davanti a lui, davanti a questo comandante! Credo che gli dette… non so, lo punì, lo punì … o gli dette un grado più basso, che non gli fece passare quell’esame, insomma lo punì molto.

Adorna: poi quella volta che atterrò nel campo?

Maria: ah, quella volta che atterrò qua nel campo, si

Kai: che cos’è questo?

Maria: l’aeroplano c’aveva l’elica…

Adorna: era fatto, sai quegli aeroplani, Kai, che erano scoperti, no? Il pilota si vedeva fuori, no? Erano le tavole, le ali scoperte…

Kai: si, si.

Maria: e prendevano quota, cominciavano… cioè si accendeva il motore girando l’elica.

Kai: si, si.

Maria: dovevi girare l’elica. Allora lui un giorno atterrò in un campo di contadini e chiamò i contadini per aiutarlo a girare l’elica, perché era rimasto li…

Adorna: però il problema era che lui, si era rotto l’aereo, doveva atterrare e trovò questo campo che era lavorato.

Maria: era stato arato.

Adorna: arato. Allora dice che babbo con questo aereo faceva bububum bububum e rimase… e dovette chiamare…

Maria: rimase incastrato lì

Adorna: i contadini per tirarlo fuori.

Maria: dovette chiamare i contadini per tirarlo fuori. Poi gli chiese di girare l’elica perché sperava di…

Kai: come poteva alzarsi se c’era un problema con l’aereo?

Maria: e ma loro l’hanno aiutato a venir fuori…

Adorna: non so se, Maria, lui poi è ripartito perché l’aereo s’era rovin, era rotto.

Maria: bhè, io so che babbo raccontava che poi lui è riuscito a ripartire e l’elica ancora girava… perché forse c’era un problema dove fino all’ultimo… e ha visto questi due contadini per aria, con le gambe e le zampe tutti rivoltati perché sono stati caporivoltati per aria! Mentre lui partiva, vedeva questi due su per aria che giravano e cadevano per terra. E però non si so fatti niente perché appunto c’era … la terra era così. Babbo descriveva questi due che piroettavano nell’aria, ridendo! Ma io dicevo “ma che coraggio!” Come si può ridere di due che magari si so feriti, chissà… era spericolato

Adorna: quando era studente, a Camerino, lui ha preso un serpente! Sai un serpente? Lungo, lungo: se l’è portato a scuola! Hai capito? E poi faceva le…

Kai: sii

Maria: l’ha messo sotto la cattedra della maestra, della professoressa!

Adorna: era molto…

Maria: oppure in una scatola… che lei aprì la scatola e questo serpente stava dentro…

Adorna: so che questo serpente fu una cosa proprio… questo fu la prima cosa che noi di babbo

Maria: gli urli della professoressa…

Adorna: di babbo che racconta poi quando… era bravo a scuola: quando fecero l’esame, in questo problema che c’era di matematica, che era molto difficile, lui (insieme ad un altro di Pieve Torina, Palmieri e questo padre di Angela Prusciotti, Giuseppe Prusciotti) fecero questo problema, Kai, l’hanno risolto superiore a quello che si poteva fare (si vede in due volte). So che loro fecero …

Maria: ancora di più.

Adorna: ancora di più. Poi andarono a leggere i risultati, furono bocciati!

Maria: perché i professori non avevano capito!

Adorna: l’avevano bocciati, tutti e tre! Sai cosa fecero? Presero i banchi della scuola e li buttarono tutti dalla finestra!

Maria: babbo e questi altri due

Adorna: babbo e loro tre, babbo

Maria: si arrabbiarono molto

Adorna: ma, molto probabilmente babbo sarà stato…

Maria: si arrabbiarono così tanto che tutti i banchi della scuola, uno per uno, li buttarono fuori dalla finestra. E la scuola, Kai, aveva le finestre sopra le mura, sopra le mura di Camerino, tu pensa!

Kai: mamma mia!

Maria: e caddero tutte queste cose giù sotto, che magari era fuori alle mura, sottocorte, probabilmente quella parte sotto l’università di Camerino, no? Sotto corte.

Adorna: e allora raccontavano… adesso se è vero: l’ho detto ad Angela ...Angela neanche lo sapeva! Raccontava sempre babbo, furono espulsi da tutte le scuole del regno! Perciò non potevano più… allora questo Brusciotti, che era molto ricco, aveva terreni, che lui non aveva bisogno di studiare per guadagnare la vita, si prese la responsabilità lui: disse che era stato solo lui.

Maria: che l’idea era stata la sua.

Adorna: allora babbo e questo Palmieri hanno seguitato.

Kai: mamma mia!

Maria: ritornarono a scuola.

Adorna: io la sapevo così, tu?

Maria: io? Bhè questa è un’aggiunta che mi fa piacere…

Adorna: io la sapevo così, però non so se è verità…

Maria: io sapevo che l’idea era stata di Peppe, di Giuseppe, dall’inizio; e io non sapevo la cosa degli esami. Cioè io pensavo che così, un giorno, un’idea … si erano annoiati e cominciarono a buttare…

Adorna: no! no, no, no no,

Maria: e questo dell’esame è una bella aggiunta

Adorna: però io non lo so se è giusto: io la ricordo così.

Maria: e si, sennò come te la inventavi?

Adorna: ecco, questo qui bisognerebbe chiederlo a Venanzo. Perché questo io l’ho sentito una volta, due volte… venti volte questo discorso; l’hanno raccontato tante volte, Kai, però magari adesso faccio confusione.

Maria: però quando adesso dici che Peppe si prese la… sì adesso mi viene in mente.

Adorna: ti viene in mente?

Maria: si, quello si.

Adorna: siccome veramente era ricco, però c’aveva una moglie, Kai, che gli ha speso tanti di quei soldi che è rimasto senza…

Kai: mamma mia.

Adorna: che in ultimo, Angela (quella che è stata a pranzo…) è lei che ha mantenuto il fratello più piccolo alla scuola, è lei che ha fatto tutto… che hanno venduto tutto, tutto, tutto: non avevano neanche casa

Maria: e per fortuna lei aveva studiato ragioneria e trovò un posto

Adorna: all’ufficio delle imposte.

Maria: e manteneva la famiglia. Pagava proprio…

Adorna: perché invece Santa andò via a 20 anni, credo.

Maria: Santa si, anche Santa trovò il posto come maestra, ma talmente difficile era trovare un posto che lei trovò ad insegnare in un piccolo paese sopra Collattoni (sai quando andiamo a Collattoni?)

Kai: si

Adorna: Selvapiana.

Maria: Selvapiana, più piccolo ancora. Però erano solo 4 bambini e la scuola apriva solo se ce n’erano 5: allora lei si portò il fratellino che aveva 4 o 5 anni, per fare cinque! E così gli dettero il posto da maestra dell’asilo in questo piccolo paese che un giorno, raccontava Santa, un giorno questo fratellino si ammalò di scarlattina (sai quelle malattie dei bambini): lei, (non c’era il dottore a Selvapiana e c’era la neve così alta) lei con questo fratellino in braccio e gli scarponi fino a qui, gli stivaloni, da Selvapiana fino a Muccia, Kai, in braccio con questo bambino per andare dal dottore!

Kai: mamma mia.

Maria: sai perché quelle malattie dei bambini delle volte sono pericolose

Kai: molto pericolose … molti morti.

Maria: e questo lo raccontava Santa.

Adorna: si, no, questo non lo sapevo.

Kai: e altre storie di tuo babbo?

Adorna: babbo tante, kai.

Kai: come pilota nella guerra? Lui mi ha sempre detto qualche storia che lui ha violato un’amnistia con un bombardamento…

Adorna: ah, questo non lo sapevo… ha violato un’amnistia?

Kai: un’amnistia con un bombardamento… come si dice?

Adorna: ah, ha fatto bombardare?

Kai: ma gli Austriaci lo hanno messo in carcere per un po’, e poi avevano bisogno di un oratore [traduttore], per uno che parlava…

Maria: questo non me lo ricordo

Kai: tu, tu mi hai detto… e poi lo hanno tolto di prigione per fare questo lavoro di traduttore…

Maria: ma questo nella seconda guerra mondiale?

Kai: no prima.

Maria: nella prima guerra mondiale, però non me lo ricordo.

Kai: si, si, e anche lui mi diceva che giocava a biliardo con il sindaco della città di New York.

Adorna: ah, giocava a biliardo… babbo giocava molto: babbo giocava a carte, a biliardo…

Maria: come si chiamava?

Kai: La Guardia

Maria: La Guardia

Adorna: ah, sii? Io non lo sapevo.

Maria: il sindaco La Guardia che era il sindaco di New York. Ed erano tutti e due (perché a quei tempi, nella prima guerra mondiale?)

Kai: si

Maria: l’Italia è stata alleata con gli americani.

Kai: si

Maria: per cui molti americani hanno combattuto in Italia nella prima guerra mondiale, e infatti io qualche volta li ho conosciuti: “ah, si, in Italia… io ci sono stato … nella prima guerra mondiale…” e molti erano figli e nipoti di italiani. Erano italo-americani e La Guardia era uno di questi, italo americano, che poi dopo, dopo diventò sindaco di New York.

Kai: si

Maria: dopo, quando ha fatto carriera è tornato a New York… poi raccontava babbo un’altra storia per dire quant’era … quant’era distinto e ben educato il duca d’Aosta. Un’altra volta era in un banchetto dove c’era il duca d’Aosta …

Kai: questo vuol dire…

Maria: duca d’Aosta. Duca d’Aosta vuol dire un duca…

Adorna: fratello del re, era.

Maria: che era fratello del re

Adorna: cugino

Maria: o cugino ed era duca di questo ducato in Aosta, in Piemonte. In Piemonte c’è una cittadina che si chiama Aosta, Asti, Aosta e lui era duca di questa contea, di questo ducato … ma che belle scarpine Adorna!

Adorna: si, dai adesso non infierire… (ride)

Kai: Maria! Maria! Come? … Cambia discorso! (ride)

Maria: ma è più bello così, no? E allora, dice quant’era educatissimo quest’uomo, era una tavolata lunghissima, Kai, babbo arrivò un po’ in ritardo e stava seduto in fondo, in fondo, lui stava in cima, e ad un certo momento avevano tutti finito a mangiare e il duca si alza e si alzano tutti. Tutti i soldati si alzano, i capitani, i maggiori, perché lui doveva essere il primo ad alzarsi. Lui si alza e sta per uscire dalla stanza quando vede che babbo ancora sta mangiando ritorna al suo posto, tutti seduti per aspettare babbo che doveva finire a mangiare. Ha detto “quanto era…”… vedi che …”

Kai: tuo padre non si era alzato? (ride)

Maria: no, no, lui… bhè lui aveva visto … lui adesso esce io finisco a mangiare, magari aveva fame, eh?

Kai: (ride)

Maria: si, ogni tanto raccontava qualche storia così… ogni tanto.

Adorna: si, si, e mamma diceva “tu, Ugo, dovevi rimanere a comandare una caserma!” “una caserma di soldati, dovevi…”

Maria: di soldati… doveva essere generale!

Adorna: dovevi fare

Maria: era un generale, veramente, per quello che era; era un generale anche con noi, con tutti.

Adorna: ma infatti, quando babbo rimase prigioniero e in Italia successero tante cose, no? Tra le quali … anche quando morì Gabriele, no?

Kai: si

Adorna: ah, dopo raccontiamo una, si, importante… eh… mamma, no, mamma e tutti fu detto: “forse è stato bene che babbo era prigioniero!”

Kai: esatto

Adorna: “perché se stava qui…”

Maria: si sarebbero ammazzati…

Adorna: avrebbe… insomma non sarebbe stato fermo, tranquillo, no. Allora quando lui era sposato da poco e stava a Camerino, Came


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