Madonna dei Lumi

storia, foto e video

Chiesa della Madonna dei Lumi sec. XVII, foto anni 60

La leggenda della Madonna dei Lumi

Trascrizione di Adorna su dettatura di un prete: clicca qui per lo scritto originale

Siamo nei primi dell’ottocento in cui s’inquadra la storia che stiamo per raccontare.

L’arteria stradale che veniva dalla Marca, godeva di una sosta a Ponte della Trave.

Un grande fabbricato di proprietà dei signori Strada, consisteva di una ampia osteria, ed un lungo porticato dotato di sedili e di panche a servizio dei passeggeri per godere un po’ di riposo. Un grande spiazzo dava spazio per la sosta di diligenze, calessi, carrozze, carrettoni. In fondo si allungava una grande scuderia, dove si prelevavano i cavalli riposati in cambio degli stanchi.

In questa località confluivano la strada per Camerino attraverso S. Marcello, la strada per Sentino attraverso Lucciano, la strada per Pievebovigliana.

Riprendendo la strada verso Roma a poco più di un miglio, s’incontrava Giove, una manciata di case sbrecciolate, ed in questa località si mettevano a capo due strade: alla destra per Serravalle, alla sinistra per Pievetorina.

Imboccando la strada per Pievetorina si saliva a Villa Giove e correva poi polverosa e rossastra sotto il ciglione di Col di Giove, dove apre la vallata, serpeggiando tra gelsi tozzi e chiomati per poi ridiscendere alla Madonna dei Lumi.

Su questo toponimo “Madonna dei Lumi” vogliamo tessere la storia popolare.

Si dice che un carrettiere “de lu Portu” (forse da Portocivitanova), venisse a caricare il carbone di legna nella carbonaia di Roti, una frazione di Pievetorina a circa 2 Km, abitata da esperti carbonai.

Fatto il carico, il cavallo riposato, essendo in estate preferiva intraprendere il viaggio su far della sera. La frescura dava al cavallo più rendimento.

Dopo aver dato un’occhiata alla sicurezza delle corde che fermavano il carico, estraeva, sulla destra del carrettone, una robusta tavoletta che gli serviva da sedile all’esterno del carico e sotto, in un gancio ricurvo, appendeva una lampada a petrolio accesa.

Uno schiocco di frusta, il cavallo inizia il suo trotterellare.

Dopo pochi chilometri di viaggio, la ruota, nel lato dove era seduto il carrettiere, esce dalla sala, si era perduto l’acciarino, era il fermo che assicurava la ruota alla sala.

Il carico si ribalta. Le ruote direttrici escono dal maschio.

Il cavallo ancora attaccato alle stanghette scappa imbizzarrito.

Il carrettiere miracolosamente rimane illeso.

Non bestemmiò, non tirò fuori i moccoli, ma pregò la Madonna di cui era devoto.

La Madonna gli apparve con un volto splendente rischiarato da lumini.

Alcuni coloni che abitavano nelle vicinanze udirono nell’aia un calpestio di un cavallo.

S’affacciarono e videro il cavallo attaccato alle stanchette che trainava le due ruote direttrici.

Subito pensarono a qualche cosa di sinistro. Dopo aver assicurato il cavallo, con una lanterna in mano seguono la strada per Pievetorina.

Dopo poca strada, vedono un carico rovesciato e sul ciglio della strada un uomo in ginocchio che ripeteva: “La Madonna mi ha fatto la grazia…” “Mi è apparsa la Madonna…”

Ancora scioccato portano l’uomo nella loro casa.

Al mattino seguente quei bravi coloni aggiustano la ruota, riassettano il carico e il carrettiere riparte verso casa; a “lu Portu”.

"Madonna dei Lumi" di Cesare Maestrone su legno. ingrandisci.

Una pia donna dei Signori Marchetti, chiamata Mariangela, a ricordo del prodigio volle costruire un’edicola e solennizzare ogni anno il 2 di Luglio una festicciola chiamando i parroci della zona a celebrare le S. Messe in continuazione.

La chiesetta era una costruzione tozza al margine della strada. Il tetto era a due spioventi coperto in coppi. Un cancelletto in legno a due ante, serviva a protezione e riservatezza al luogo sacro.

L’interno aveva un’ampiezza di circa sei metri quadri.

La copertura era costituita da una trave al colmo, che reggeva la tessitura dei travicelli.

Nella parete di fronte, spaziava un altare a muratura piena. Una bassa gradinata correva lungo la mensa vicino alla parete ove erano appoggiati quattro candelieri in legno e nel mezzo un crocefisso in legno dorato.

Più in alto campeggiava il quadro della Madonna 40 x 60 pitturata su tela, di poco valore artistico, ma sapeva comunicare devozione e fede.

"Madonna dei Lumi" di Cesare Maestrone, affresco.

affresco di Cesare Maestrone all'interno della Madonna dei Lumi.

La Vergine era seduta con il Bambino in braccio, vestita con tunica rossastra e sopra un manto celeste ondulato.

Le mura erano tappezzate da quadri e quadretti con cuori d’argento, con la sigla PGR: per grazia ricevuta.

Colpiva l’occhio su una pistola appesa con la canna spaccata e su una stampella in legno.

Più interessante un ex voto, una pittura su tavoletta, che riproduceva il fatto di cui abbiamo narrato.

Era ben distinto il carrettone rovesciato, il cavallo imbizzarrito, l’uomo in ginocchio, la Madonna che appare con un viso luminoso, rischiarato dai lumi. Quell’ex voto era la testimonianza della nostra storia.

Durante l’ultima guerra era un continuo pellegrinaggio.

Madri, spose, venivano a chiedere protezione per i loro cari. Appendevano alle pareti le fotografie dei congiunti, con la scritta: “Vergine Santa proteggi mio figlio…” “Madonna Benedetta proteggi il mio Antonio…” “Santa Maria affido a Te il mio Pietro…”

Qualche anno dopo la guerra, un impunito ladro di sacrestia ha portato via tutto lasciando le mura nude completamente.

La gente non veniva più a pregare, a supplicare, ad invocare. La Madonna non c’era più.

Trascurata la Chiesa, i rovi l’hanno soffocata, il tetto è crollato, le mura sono diroccate, è rimasto un mucchio di pietre coperte dall’erbacce.

Se la chiesa è crollata, il toponimo è rimasto: Madonna dei Lumi.

Trascrizione originale di Adorna su dettatura di un prete: clicca qui per vederla

foto e video della Madonna dei Lumi

Madonna dei Lumi il 2 luglio 1969

2 luglio 1969

nonna Peppina, Adorna, Giuseppina Luzi

2 luglio 2001

Letizia, Venanzo, Maria, Kai, Mario Salvi, lucio, Adorna, don Candido Pelosi, Giuseppina Luzi

2 luglio 2002

Letizia, Venanzo, Pietro Salvi, Lucio, Adorna, don Candido Pelosi, Giuseppina e Giudice Luzi

2 luglio 2003

Letizia, Venanzo, Luca, Maria, Kai, Mario Salvi, lucio, Adorna, don Candido Pelosi, Giuseppina Luzi, Peppe Cianni

giugno 2004

Cesare Maestrone mentre dipinge la Madonna dei Lumi guarda anche: un castello affrescato da Cesare Maestrone!

2 luglio 2004

Jonatan, Maria, Gabriella, Jacopo, Letizia, Maria Bodini

2 luglio 2008

civitanovesi, Pisu & Simona, Adorna & Lucio, Mario Salvi e famiglia, Candido Pelosi, Fabio, Nanda, Maria Bodini, Giuseppina

2 luglio 2009

civitanovesi, Pisu & Simona, Adorna & Lucio, Mario Salvi e famiglia, Candido Pelosi, Giovanni, Nanda, Giuseppina

2 luglio 2013 con i civitanovesi, Pisu, Giovanni, Silvia Nebel, Luzi

2 luglio 2014 con i civitanovesi, Pisu, Giovanni, Silvia Nebel, Luzi

2 luglio 2015 con i civitanovesi, Pisu, Giovanni,

2 luglio 2016 con i civitanovesi, Pisu, Giovanni,