interviste di Kai Nebel
Raffaele Bellanti
Raffaele Bellanti
RAFFAELE BELLANTI
Kai: quando sei nato?
Sono nato il 23 maggio 1905 a Roti.
Kai: quali sono i primi ricordi di quel tempo?
Maria: com’era Roti a quei tempi, un po’ come adesso?
Embè, non è come adesso con tutte quante le case ristabilite. Era insomma molto… così … in abbandono, non è che ci si teneva molto. Ogni casa c’aveva la stalla sotto e la camera per dormire sopra; quindi sotto ci stava la stalla con le bestie perché tutti nelle frazioni c’avevano il bestiame. Chi i bovini, … c’era il maiale, c’erano le pecore… s’andava a scuola, ma quando si ritornava si andava appresso a queste bestiole: se cacciavano fuori, se portavano al pascolo e però quando si tornava a casa se studiava quello che ci dava l’insegnante.
Maria: ma che vita severa!
Era una vita che i giochi non si conoscevano Marì, niente da fa.
Maria: solo lavoro e studio e aiutare i genitori, la famiglia.
Embè, purtroppo; non c’era altro.
Kai: quanti eravate in famiglia?
Noi eravamo tre: due maschi e una femmina.
Kai: com’era la vita a quel tempo? Non c’era la radio?
Nooo, ma via! Che radio! C’era solamente il giornale che non tutti lo prendevano: qualcuno più benestante se permetteva da prende il giornale e se sapeva qualche notizia al di fuori del paese.
Maria: che giornale era?
Il messaggero più che altro.
Kai: quando tu avevi 10 anni c’era la prima guerra mondiale…
Maria: se la ricorda?
Ohè, altro!
Kai: che cosa ricordi? ci sono tanti morti di Pieve Torina a quel tempo?
E si, molti. Una quarantina mi pare…quanti erano?
Maria: cento con tutti i dintorni.
Cento si, si.
Kai: la vita com’era a quel tempo? Tu andavi al campo…? Quando sei andato a Roma?
La vita finché diciamo si arrivava ad ultimare le scuole elementari, le medie non c’erano o perlomeno c’erano, ma toccava andà a Camerino, ma noialtri meno abbienti che succedeva?
Finite le elementari se partiva, come noi tutti quanti partiti per Roma. Tutti quanti.
Maria: a che età?
Io c’avevo 13 anni e partii per Roma, mio fratello invece a 12 anni, un anno prima. Quindi io ero del 5, mio fratello del 3; morti tutti, sono rimasto solo.
Maria: e a Roma c’era qualcuno che l’aspettava?
No, a Roma c’era da trovare il lavoro.
Chi in un modo, chi un altro, ma il lavoro più o meno si trovava: c’era da lavorare, quello che uno voleva fare lo faceva.
Kai: quando hai imparato a guidare la macchina?
La macchina ho imparato a guidarla… dunque… fatto il militare a 20 anni.
A 20 anni fui chiamato militare; feci 18 mesi a Napoli.
Ritornato, io, mio fratello e un cognato (era di qualche anno più anziano di noi) … oramai quel poco che avevamo accumulato lavorando… questo più anziano dice: mettiamo su un negozio per conto nostro!
E defatti aprimmo il primo negozio in via de Scipioni a Roma; negozio di generi alimentari.
Siamo andati avanti lì in tre; dopo io e mio fratello siamo andati per conto nostro e lì abbiamo lasciato il cognato, cioè il marito di mia sorella. Fino ad una certa età.
Dopo io ho preso moglie nel 31 (a 26 anni).
Kai: com’era quel negozio?
Maria: vendere generi alimentari era come adesso?
Nooo! Era tutto quanto così a portata di mano, dentro li sacchi, le cassette… lo scaffale per la pasta… di varie qualità: tutto quanto sciolto, non c’era niente di chiuso, tutto aperto. Potevi prendere un’etto, due etti, tre etti, mezzo chilo… tutto.
Maria: la pasta la vendeva nel negozio?
E come no? Spaghetti, spaghettini, cannelloni … rigatoni, rigatoncini: de tutte le qualità!
C’erano li pastifici che facevano la pasta di tutte le qualità: corta e lunga, ma questo se lo ricorderà pure lei!
Maria: io mi ricordo il sale, no il sale… che c’erano nei grandi sacchi… solo due o tre cose c’erano rimaste quando io ero piccola.
Fagioli? Può darsi…
Maria: fagioli, si… le castagne… le cose secche.
Kai: e come erano i prezzi ad esempio per la pasta?
Adesso che possa ricorda li prezzi diciamo di 70 anni fa, non me ricordo veramente.
Maria: però uno se li può immaginare, no?
Ma via!
Kai: quanto era il guadagno?
Il guadagno, questo ricordo, che complessivamente avevamo il 10 per cento sull’incasso: alla sera se prendeva l’incasso della giornata e più o meno il 10 per cento de guadambio.
Maria: dove ordinavate le cose?
C’erano i magazzini all’ingrosso, tu lì ordinavi tanto di questo, tanto di quest’altro e poi dopo con li carrioli… loro c’avevano li cavalli, prendevano l’ordinazione e te portaveno.
I pastifici c’avevano delle banche come sto tavolino, così alte e lì la pasta lunga, tutta quanta diciamo arrotolata, 5 chili per 5 chili l’arrotolavano, capito? Una appresso all’altra e in una cassa ce potevano sta quelli 30-40 chili de roba. Dopo la roba minuta, la roba diciamo corta, i rigatoni, li rigatoncini, le penne, le conchiglie, tutta quanta sta roba, quella veniva sui sacchettini.
Kai: c’erano i cavalli e il carro per portarlo?
Il cavallo col carretto. E per Roma, il trasporto, c’erano le carrozzelle: le famose carrozzelle coi cavalli.
Maria: che adesso in qualche città li usano per i turisti…
Ancora, quello che c’era all’epoca.
Poi fecero li trammi elettrici. Camminavano sulle rotaie e una stecca che faceva contatto con un filo elettrico. E andavano.
Maria: quelli quando cominciarono, negli anni 30?
Penso, si.
Kai: e le prime macchine che tu hai guidato?
Embè, io… le prime macchine che ho vista… pensa, avevo 5 anni e la pora mamma me stava pettinando davanti alla finestra; è la prima macchina che faceva Visso Camerino; un pullman, un piccolo pullman e allora le prime volte che passava se sentiva (e capirai il rumore era quello che era allora) sentii questo rumore… me lancia per vedè sto rumore e me se ruppe un braccio!
Questo è un ricordo, a 5 anni… caddi per terra… questo è successo che c’avevo 5 anni (quindi nel 1910).
E sul museo ci dovrebbe essere la foto di questo pullman, che è caduto poi, poco tempo dopo a Roti, venendo giù, c’è una scarpata verso er fiume e andiede fuori strata e andiede de sotto (ma però di gente ce n’era poca e non se fecero niente, non ci furono morti). Questo fu nel 10-11.
E dopo man a mano è venuto il progresso, insomma, ma più che altro il progresso si è verificato alla fine della guerra; dopo la guerra è venuto il progresso con tutte quante le altre cose che prima non esistevano.
Ecco tutto, non c’è altro.
Kai: quando io arrivai qua c’eri tu e due o tre macchine …
A si, si, c’era la mia. Io facevo il noleggio (e poi chi c’era?) quella del veterinario. Il medico dopo.
Maria: zio Duilio?
E’ uno di Capriglia, un certo Marini.
Maria: Antonio Marini da Roma.
Ecco: una, due, tre. Abbiamo fatto, sai.
Kai: incredibile, io ricordo … sei stanco? Ci sono altre 2 o 3 domande…
Maria: vorrebbe fare altre domande, ma domani perché lei adesso mangia….
No, no, no e poi so stanco, non me ne va: basta.
Kai: grazie.
Maria: grazie mille.