interviste di Kai Nebel

Maria Lapucci

Maria Lapucci

Maria Lapucci

AUDIO Intervista di Kai Nebel a Maria Lapucci

Maria Lapucci


… tutto quanto, cucinava, mamma rimaneva a casa, coceva sun callaretto le castagne…

Maria: ahah…

E noi andavamo … a zappà…

Maria: al campo.

Al campo a zappà… quando arrivevamo a casa…

Maria: era mezzanotte!

Eh! Ce mancava poco.

Maria: e mangiavano le castagne; le castagne lesse…


Maria: Verso le 6, le 7, quando il sole va giù, la mandavano a casa. A casa lei doveva fa la pasta, Kai, doveva munge le mucche, doveva raccogliere il latte, doveva pulì la stalla e fare la cena. E fare la cena.

Dunque questo era prima de…

Maria: perché prima di 14 o 13 anni.

E si, si.

Maria: e, perché a 15 anni è andata a Roma. E poi, allora dopo veniva giù il padre e la madre, la cena era pronta, mangiavano le tagliatelle che lei aveva fatto così, Kai, a mano.

Magari le tagliatelle no, perché pasta e fagioli…

Maria: pasta.

Si, senza ove perché allora l’ove se doveva vende per compracce qualche cosa.

Maria: quindi facevi la pasta però, eh?

Si, si, la pasta.

Maria: con farina e acqua?

Farina e acqua. Aspetta, accendiamo la luce ché sennò non ce se vede…

Maria: e poi, dopo mangiato, Kai, il padre e la madre… La madre rimaneva qua. Lei tornava sul campo col padre… e i fratelli, per lavorare ancora fino a mezzanotte!

Kai: mamma mia!

Maria: poi tornavano giù, la madre gli faceva trovare un piatto di castagne bollite.

Kai: ah, che buono.

Maria: vedi; che mangiavano loro. Ma pensa. Però bello: quelle castagne erano tanto buone.

Erano buone perché c’era tanto appetito!

Maria: eh, lo credo, aveva lavorato tanto…

Questo dovrebbe esse il quaderno più che ciò…

Kai: ma tu ricordi tutto a memoria, mi sembra.

Embè… basta che vedo…

Maria: vuole vedere l’inizio…

Ecco, questa sarebbe, questa già ve l’avevo detto, quella che:

“O Signore, io non ti chiedo ricchezza,

te chiedo salute e famiglia corretta,

questa è per me è la vera ricchezza”.

Maria: come si intitola questa poesia? La vera ricchezza? La vera ricchezza.

“O Signore, dico, io non ti chiedo ricchezza … già parla? Allora…

Maria: continua, continua.

“O Signore, io non ti chiedo ricchezza,

te chiedo salute e famiglia corretta,

questa è per me è la vera ricchezza”.

Maria: bellissima.

Kai: vediamo un po’ come viene…

Maria: vediamo come viene fuori, eh? Se devi stare più vicino o più lontana.


“Io sarei contenta tanto di potè vedè cambiare il mondo,

ma se cambieremo noi, anche il mondo cambierà.

Perciò voglio fare un appello a chi sta a comandà:

prima cambiate voi, po’ cambieremo noi,

e allora sì che il mondo cambierà.

E allora non ci sarà più lutti ne malvagità.

Ci saranno soltanto lutti che solo Dio non ci potrà mai risparmià.

Vi prego, non gli armamenti,

ma solo gli armamenti dell’amore,

quelli si che fa felice il core.

E allora ci sarà pace in tutte le nazioni.

Oh, quanto sarebbe bello il dire:

vieni più vicino a me, o mio fratello,

che siamo figli tutti dello stesso padre.

Quello ch’avemo, a tutti ci appartiene.

E allora amiamoci e vogliamoci più bene.”

Maria: bene, brava!

Kai: brava!

Questa nell’80, eh?

Kai: si, si.

Maria: questa l’ha scritta nell’80.

Kai: bellissima.

Maria: 1980.

Kai: molto bella.

E’ bello si: se c’era tutto questo non c’era tutti sti macelli di adesso, no? Per modo de dì. Che a fatto sti giorni…

Maria: certo.

Kai: esatto.

Maria: eh, certo, se riusciamo… ma questi so tutti fanatici…

E’ quello! E’ quello, per carità.

Questa è quella che l’ho fatta…, non lo so se te l’ho fatta sentì, l’ho fatta a mi sorella quando che è morto il poru babbo che c’aveva… c’avea 5 o 6 anni. Che se cosava sul presepio, no? Se festeggiava sul presepio… allora… c’era sta figlietta… va bene?

Maria: si, va bene. Tutto, tutto, tutto, tutto.

Allora, come ripeto, questa… dico mò glie voglio fa… gliela voleo fa io sta cosetta, no? Sta poesia sul presepio… quando recita, no?

Maria: certo.

Allora dissi:

“O dolce presepio, dove hai accolto con grande umiltà Gesù bambino,

più ti vedo, più mi sembri bello: l’umiltà che supera ogni limite.

Come te io sono una bambina piccolina, piccolina,

ma grazia grande grande ti voglio domandare,

giacché il babbo io non ho più, un fratello sta lontano e mariti non ho più:

fa che non passi lungo tempo, che tra le braccia lo possiamo rivedere,

facci questa grazia, Gesù bambino…”

Questa l’avevo fatta io, lei recitava.

Maria: bello. In chiesa?

In chiesa. Piangevano tutti, no? Perché papà era morto…

Maria: conoscevano tutti, conoscevano tuo fratello, sapevano che tuo papà era morto…

Eh, così… allora mì fratello, l’ultima recita l’ha fatta il 6 di gennaio, no? E il 10 è ritornato dopo 18 mesi che non sapeamo più… sue notizie.

Maria: lei scrisse la poesia e la sorella la recitò davanti al presepio. Dice: fammi ritornare mio fratello, no?

Kai: mm

Maria: e il 10 gennaio, dopo 4 giorni, il fratello ritornò.

Kai: si, ricordo molto bene perché tu hai parlato di quel prete che ha detto “è impossibile che lui ritorni”…

Maria: è impossibile che ritorni.

Si, quel lavoro lì… questa sarebbe la poesia che io ho fatta…

Kai: che prete cattivo era quello.

Maria: era un prete cattivo.

Era cattivo si. Questa è quella insomma che avevo fatta… dopo a gennaio, nostro fratello l’abbiamo…

“Egregio…” ah, queste è quella che ho fatta quando ho dato la risposta a mio marito quando che…

Maria: ah, quando lui ha fatto la dichiarazione! Ti voleva sposare, eh?

Una letterina… quando m’ha mandato una letterina…

Maria: si, si, egregio signore…

Si, “Egregio signore, giuntami gradite… simpatia…

Kai: parla un po’ più piano.

Più piano?

Kai: si.

Maria: più adagio, le parole più distinte.

Posso riprende da …

Maria: dal principio, egregio signore…

Egregio giovane, …giuntami, … con grandissima evidenza… della vostra dolce pratica…

… mi sono apparse… per voi una certa simpatia… Anche io… timida, ma … sarete veramente … con me… lo attendo a casa… e si ragionerà… che poi… i saluti e via.

Maria: bene, bene, egregio signore…

Egregio giovane.

Maria: egregio giovane.

Per vedè… se com’è dopo…

Maria: certo, si, si; prendi tempo.

A questa l’ho fatta mentre, questi figli mia, no? Questi figli mia che… Noi stavamo a miete, loro veniva appresso appresso a prende le spighe, per le galline… allora io:

“Sotto i raggi cocenti del sole,

ce ne andiamo per la campagna,

abbiamo bevuto un po’ di champagna (?), tiriamo, tiriamo a campà.

Verso le 5 le 5 e mezza, lì si fa una bella merenda,

… e poi cantiamo cantiamo cantiamo,

lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo,

famo tanti di questi covoni,

che rallegra i nostri cor.

Verso le 8 le 8 e mezza, si torna a casa stanchi,

ma pure in fretta, lì si fa una bella cenetta,

poi si va a casa a riposà, e …”

Maria: pensa, lei cantava ai figli questa canzone.

Kai: è bello.

… e si va a letto a riposà… diceva io sono…tutto preso, mannaggia, … lascimela perde così sennò vada tutto coso.

Kai: mmm

Non so, se va male la farò scarsa io…

Maria: certo, no, si, si, ma va benissimo…

…ma pure in fretta, lì si fa una bella cenetta,

poi si va a casa a riposà, e …”

Kai: questo… troppo, troppo…

Maria: no, lei sta ripetendo quello che ha già detto.

Kai: ah, bene. Voce alta…

Maria: la finale… voce un po’ più distinta…, più alta.

Dopo se dicea: “venti mesi(?)… fanno sonni beati…

Allora dicea: “io sogno l’amore di Mariellina, perché è carina, voglio sposà.

Maria: bene, bene.

Mica andava a servigli…

Maria: certo. Vedi come… non c’era la televisione, ma loro c’avevano una madre che… provvedeva per l’intrattenimento, no?

Eh, si.

Maria: era meglio della televisione quello che facevi tu.


Questa… venne, me portò, venne la nora (dopo, questa è la parte più dopo). Venne la nora, me portò un piccolo regalino, no? La nora, insomma: la fidanzata de mi figlio.

Maria: la fidanzata del figlio.

Si. Allora io dopo gli ho fatto un ricambio, no?

“Carissima Paola, ti contraccambio questo piccolo pensierino per dimostrarti il mio affetto.

In compenso non desidero nulla, … mai, se il destino vorrà, una nuora semplice, brava e corretta nell’amore di Dio. E se nel frattempo del vostro cammino io non ci sarò più, ricordati queste mie semplici parole: stete sempre felici!

Maria: … sarete sempre felici… Pensa un po’ che regali: un poema per regalo.

Kai: si, si.

Mi fece una spilletta d’oro… mi portò un’altra cosina…

Maria: brava.

… lui porta dolci, porta cannelle, queste cosette così, no? E io allora gli feci questa spilletta d’oro…

Maria: la spilla d’oro lei gli regalò.

Kai: mmm


Questa è proprio quando se so sposati loro, no? Mio figlio, ve posso dì pure questa?

Maria: si, si. Tutte, tutte quelle che c’hai. Questa quando sposò il figlio.

Kai: mmm

Giovanni e Paola

Oggi per voi è un giorno grande, di grande gioia.

Che il Signore vi possa benedire, vi possa dare tanta felicità e tanta amore.

Però lo dipenderà anche da voi.

Che il mondo non è fatto solo di gioia, ma anche di dolore.

Ma se nel dolore saprete trovare la vostra unita, anche lì ci sarà amore.

Noi genitori vi auguriamo una felice luna di miele

E che ti possa attendere… a portata di mano…

… il vostro amore e la vostra… apprensione per l’avvenire…

Questo lo scanzonerai, che te posso fa?

Maria: si, stai tranquilla.

Possiate avere tanta felicità e tanta gioia dai vostri figli,

perché possano essere sempre nella retta via, come per ora … voi.

I vostri amati genitori, Fernando e Maria, … tanta, tanta benedizione e vi auguro una lunga vita serena e felice.

Maria: bellissima.

Kai: brava.

Maria: brava, bravissima.


Questa…

“Cari miei figli ve lo voglio dire,

questa canzone vi voglio cantare,

non c’è giornata … che non vi penso,

venite presto a rallegrar il mio cuore,

che il tempo passa e passa presto in …,

è come una facciata de finestre.

Perciò, prima di tutto, ricordatevi dei bambini,

secondo voi dei vostri genitori,

spesero(?) la vostra cara mamma.

E quella piccola donna, che … senza peso,

ha gli occhi e un volto celestiali,

è l’angelo vi ha sempre difeso,

salvando la vostra vita di animali.

E quanti e quanti baci vi ha dato…

Che vi ricorda poi tanto amore.

Ma col passar del tempo il cuore si rattrista,

perché nel mondo c’è tanta burrasca.

Ma speriamo che duri, che voi starete bene,

perché noi vi abbiamo dato una certa educazione

che non è sempre … migliore.

Maria: un esempio di vita assai migliore. Bravissima.

Come volete… quando che finisce, dopo lo vedi, dopo me lo dici…

Maria: … l’educazione è un esempio di vita migliore, assai migliore. Questa è il 10 di febbraio 1945: mi sono sposata con un morettino, un morettino di borgata. Questa è per il matrimonio tuo?

Si.

Mi sono sposata con un morettino di borgata.

Il matrimonio non è stato tanto bello, perché allora era finita la guerra e la miseria …

Maria: galleggiava.

Galleggiava un po’. E di gioielli non ho avuto nulla, tranne la fede che era di ferraccio.

Ora ve voglio parlà dei miei regali, in tutto 500 mila e due asciugamani.

Del viaggio di nozze ne ho sentito parlà. Il viaggio di nozze…

Maria: ah, ne sentivo parlare, da lontano, il viaggio di nozze non esisteva, no? Ne sentiva parlare.

Po’ dopo venne il bello. Allora mica era come adesso: le socere comandavano loro e se facevano rispettà. E po’ non ne parlamo de mariti, parole belle ne esisteva poche, perché avevano … il sopravvento che per comandarci tenevano tanto, … campagnoli.

Maria: questo è bellissimo.

Comunque la vita non è stata molto bella.

Quattro volte so stata in ospedale,

sempre co … si è potuto rimediare.

Però il Signore mi ha voluto bene,

…tra li figli che m’ha voluto dare,

non m’hanno dato nessun dispiacere,

per questo grande…

Maria: brava, brava. Ah, questo poi “Guarda che vedo io dalla finestra” questo è per la sorellina? O per tua figlia?

No, per il mio nipotino.

Maria: nipotino.

Guarda che vedo io dalla finestra, un angioletto camminà per strada.

E’ bello, più del sole e la rugiada.

Il figlio del mio primo figlio del mio amore.

Di nome se chiama Simone, è tanto cara anche nel … del Signore.

A me che piace tanto, anche se non c’occorre, lo chiamo ogni tanto.

Maria: anche se non occorre, lei lo chiama ogni tanto.

E lui me risponde, me risponde co una vocina cara:

“Nonna, nonna, anch’io te voglio bene tanto, ma lasciami giocà!”

Maria: lasciami giocare.

Kai: ah, ah, ah… certo.

Maria: ricordo, no? Like Jonatan quando …

Kai: si, si, nostri ricordi della stessa cosa…

Maria: noi abbiamo un nipotino di quattro anni: un giorno, dopo la merendina, il nonno e questo nipotino stavano seduti così, uno qui e uno qui, no? E a merenda, Jonatan si chiama, mangiava prima il dolce e dopo il pane col prosciutto, eh? Prima il dolce. Allora il nonno dice: “Ma sai, Jonatan, prima mangia quello che… no? Prima mangia il prosciutto, il pane e prosciutto, il dolce te lo lasci per ultimo, no?” Ma lui continuava a mangiare il dolce. Allora lui glielo ha detto un’altra volta; allora il nipotino fa: “Nonno, perché non mi lasci un po’ solo?” … Lasciami solo, dice, lasciami in pace, no? Come dice tuo figlio, tuo nipotino qui, lasciami giocare! Simone, tu sei nato di gennaio.

Simone tu sei nato di gennaio, quando la bianca neve …

La vostra mamma sempre studiava per farti i più bei vestiti che poteva.

E’ vero che sei venuto al mondo con il freddo e con la neve,

ma le montagne sembrano più belle, anche i tetti so tutti imbiancati,

che alla sera si formano tutte …, alla mattina quando leva il sole, sembrano tutti d’oro.

Anche i ruscelli non sembrano più loro, con tanti bei lavori, neanche un’artista lo potrebbe fare.

Mentre le gente sembrano più belle, e con il freddo e il viso tutto rosa, mentre la terra dorme e si riposa.

Maria: che …

Kai: che bello.

Maria: bello. E questo l’hai scritto nel 1976: Avemo troppo mangiar.

Ah, questo nel 1976… Avemo troppo.

Maria: mangiare, vestiti e divertimenti.

… e la televisione, abbiamo perso il buon costume e il vero valore della vita.

Radio e televisione bisognerebbe buttarle via, in quanto deve parlar de scioperi, morte, rapine, sequestro di persone, trattare come cani randagi le persone feroci…

Io ogni tanto me guardo in alto verso il cielo e dico: “Signore, perché tutto questo? Se tu vuoi, facce ritornare indietro, dove c’era miseria, ma tanta e tanta felicità.” Allora come fanno che te risponde dal cielo che dice: “Ma se non si cambia vita, la miseria ritornerà con l’angustia, ma senza felicità.” Io non dico che nel mondo tutti stanno bene, c’è chi non ha lavoro e chi non lo vuole e chi del bene e delle soddisfazioni sono stufi, se servono dei deboli, di questi e quelli per seminare orrore, morte e male. Perdonaci o mio Signore.

Dopo era proprio quelli di giugno, che venne proprio quello …

Maria: terremoto.

Terremoto.

Mentre che sto scrivendo queste frasi, un forte terremoto si è abbattuto nel Friuli Venezia Giulia, ha seminato orrore, morte e distruzione, o Signore ti chiedo perdono, ti chiedo pietà per i morti e per chi resta là. Questa disgrazia mi ha fatto rivedere e constatare che nel mondo ancora ce soffre quelle persone, che si son lanciate con sacrificio e tanto amore per sollevarli da un po’ de dolore.

Maria: e questo è un gesto veramente bello che piace al Signore.

E questo è un gesto veramente bello che piace al Signore.

Maria: ecco, qui c’è un altro pure molto bello che dice: “Mentre le forze mi sento venir meno, con dispiacere la campagna devo abbandonare…

Mentre le forze mi sento venir meno, con dispiacere la campagna devo abbandonare, dove c’avevo una grande passione. Ai giovani e a voi lo voglio dire, la campagna non l’abbandonare: c’è sacrificio, è vero, ma mangerete fin che avrete fame, tutte cose genuine che la città non vi saprà mai dare. Specie ora che il progresso avanza veloce, ma la coscienza si è persa per strada. Ora che siamo nel mese di giugno, va per i campi e senti un gran profumo, profumo di fiori, di fieno, di grano, che te ridà la vita. Le ciliegie stanno a penzoloni e te ne puoi mangià quante ne vuoi che te protegge … la natura. Vedi gli uccelli svolazzà per l’aia, portando da mangiare ai suoi piccoli, per … quante cose si potrà ... Vedi le zolle dove tu metti il seme come per incanto germogliare, a suo tempo darti il suo frumento che ti rallegra il core e ti fa star contento.

Maria: e ti fa star contento, bravissima. Poi c’è un’altra qui che dice: una domenica mentre io andavo alla messa, due giovani innamorati…

Una domenica mentre io andavo alla messa, due giovani innamorati camminavano avanti a me.

Si tenevano per mano, si guardavano negli occhi con felicità.

Io nel vederli, me facevano ritornare indietro, quando ero una ragazza spensierata e sognavo l’amore. Non è passato molto tempo che in questa piccola chiesetta si son giurati amore e fedeltà. Da questo grande amore è nato un bel bambino, lui lo guardava con amore e lei lo guidava con affetto, con passione. Quando che questo bambino era già un ragazzino, io l’ho rivisti ancora, ma con stupore. Lei co un altro uomo, lui co un’altra donna e io me so domandata, dimmi a quel ragazzino, che da piccolino ha avuto tanto affetto, dimmi dimmi cosa gli è rimasto, tristezza, tristezza, cattivo esempio e nulla più. Voi giovani al mondo che venite, fate che queste cose non dovrebbero far sapere, c’è sempre qualcuno in cui si fa soffrire. Perciò, un pizzico d’amore in più, tante piccole cose da perdonare, la vita è bella … è così.

Maria: bellissima.

Kai: molto bella.

Maria: che bella visione, no? Di questo bambino prima circondato d’amore e poi c’è un altro uomo e un’altra donna. Cara mamma…

Questa è quella de mamma …

Cara mamma che a 85 anni ti sei incamminata in questo grande passo con un sentimento di una vera fanciulla. La vita ti è stata molto triste. A 48 anni hai perso il tuo amato sposo che vi volevate un immenso bene nonostante la vita dura di quei tempi lontani. Te non sei rimasta sola, sei rimasta con sette figli, frutto del suo amore, ma quanti sacrifici te costato. Però sei stata ricompensata, oggi corriamo tutti al suo capezzale con amore, mentre io oggi accarezzavo le tue piccole mani tu mi guardavi fissa negli occhi, ma non me dicevi nulla. Ma io ti leggevo nel pensiero come te mi avresti voluto dire. No, no, io non voglio andare, voglio restare in mezzo a voi, ma purtroppo questo è il destino di ognuno di noi, chi prima e chi dopo, tutti dobbiamo fare questo grande passo, ma se siamo illuminati da una vera fede benché brutto ci sembrerà bello.

Maria: bello, bellissimo. E poi … poi qui chi era in prigione? Un carcerato?

No questa era una cosa che mi immaginavo io.

Maria: ah, brava. Ma vedi che vera poetessa!

Quello pure me l’immaginavo io, quello qui, capito?

Maria: certo.

Tutte cose che… insomma la vita, me immaginavo…

Maria: è fatta di tutte queste cose. Qui c’è un figlio che scrive alla madre; è stato carcerato.

Dice: “Cara mamma, io mi trovo carcerato in queste mure tutte io so sorvegliato. Ogni tanto me se offusca la mente e chissà cosa farei per un pensiero che mi morde dentro, per averti dato tanto dispiacere e tanto dolore. Mamma: tu mi perdonerai, vero? Ma io ogni tanto mi domando, però, se la colpa è pure tua. Perché penso che le fabbriche e gli stabilimenti sono fatti per gli uomini, che le mamme sono fatte per la casa, per dare tanto calore e amore a tutti. Tu dillo cara mamma, a tutte le mamme del mondo che se si lavora fuori casa i figli sono abbandonati per la strada, senza calore, senza educazione e allora ce se mette de mezzo la droga e poi quell’arma più potente della droga che con tanta facilità se … e con tanta gente se butta nel dolore e nel lutto. Mamma, tante altre cose ancora che ti vorrei dire, ma farla finita che … mi si stringe…

Maria: brava, brava, brava. E questa, una A Silvano con amore.

Quando se so sposati…

Maria: A Silvano con amore. Quanto son belli questi due sposini… Se questo amore avverrà. A Silvano con amore se questo amore avverrà. Quanto son belli questi due sposini…

Quanto son belli questi due sposini, sembrano fiori di un giardino raro, sono annaffiati di rugiada e amore. Oh, se il tempo si fermasse in questo giorno, quanto sarebbe bello il mondo, che il mondo invece adè tutto al contrario. Comunque voi prendetevi per mano, fate finta di nulla. O Teresina, mia Teresina, completa il mio Silvano, avrà pure qualche difetto, ma è pur sempre un bell’ometto che amerà soltanto te. Oh Silvana avrai pure qualche bambino… ha no, ma questa no…

Maria: intanto tu dai affetto con tanto amore

… Lui ti darà gioia amore e felicità, avrete pure qualche bambino, bello, dolce e graziosino, ma sappiatelo educà. Ma sappiatelo educà. Oh Silvano, mio Silvano, tu sai bene quanto bene ti ha voluto la tua mamma, oggi è un dovere rivoler più bene alla tua sposina, ma la tua mamma non la dimenticà. Ti auguro sempre gioia, amore e felicità.

Kai: bello.

Maria: O Teresina mia, Teresina, vuoi bene al mio Silvano, avrà pur qualche difetto, ma è pur sempre un bell’ometto che amerà soltanto te. Ma vedi, quel concetto che quando un uomo, un figlio si sposa, la moglie viene prima di tutti, no? Però non devi dimenticare la madre. Ma ci so delle madri che invece dicono sempre: “io prima, io prima”.

No, io questo non l’ho mai…

Maria: nemmeno io, c’ho un figlio maschio, ho detto sempre… anzi, quando telefonavo, mi raccomando porta tua moglie fuori, anche adesso, fagli i regalini, pensa a lei. Se lui dice: “mamma non posso venire per questo Natale” dico, ma non importa, puoi venire dopo.

Certo.

Maria: è importante che state insieme, perché … quello che desidera… Ma molte mamme non lo dicono. Dedicata ad una mia amica … dedicata… tragicamente scomparsa. Vicina di casa tragicamente scomparsa. Questo era vero?

Si, si.

Maria: cara Lina…

Cara Lina, ora che non ci sei più, mi viene in mente la tua gioventù. Certo che non fu lieta, fu aspra e dura…

Maria: quand’eri piccolina …

Si,… dopo lì se sente uguale però?

Maria: si, si, stai tranquilla.

Oh cara Lina, ora che non ci sei più, mi viene in mente la tua gioventù. Certo che non fu lieta, ma aspra e dura. Quand’eri piccolina il tuo babbo in guerra se ne andò e ritornò stanco e malato. E dopo poco tempo da Dio fu richiamato. A trent’anni andasti sposa da una famiglia onesta e laboriosa.

Maria: con sacrifici assieme al tuo sposo, ti costruisti anche te…

Ti costruisti anche te una … famiglia, che fu arredata da due bambine, che fatte grande te resero nonna. Era tutto il tuo orgoglio e la tua felicità. Ma un brutto giorno una disgrazia ti venne a colpire, portò il tuo sposo all’ospedale e tu notte e giorno l’hai curato con amore. Quando che a casa lo dovevi portare tutta contenta andavi in ospedale, ma non so se sia stato un brutto destino, tu pure un uomo venne alla strada … parlare, …. a levare….

Maria: guardi e segui, preghi Dio che ti dia tanta salute e tanta felicità

Che ti dia tanta salute e tanta felicità.

Maria: un giorno lontano, ma senza via di scampo, a te verranno a riabbracciarci. Un incidente?

Un incidente. La strada qua.

Maria: qui intorno?

Qua, do sta quessi de coso…

Maria: lo riportavano da Camerino?

Pensa, pensa come … prende la corriera che lo andava a riportare a casa. Po’ quello è stato un vigliacco, guarda.

Maria: ma pensa…

Venuto da Roma, che abitava de prima qui a Torricchio, questo paese su a qua, Torricchio.

Kai: si, si, si.

Torricchio. Allora portava, per dire la verità portava la biga… Allora, mentre che, perché questo… era un sabato. Mì figlio veniva giù da Tolentino co la nora e co… piccolo. Veniano su e sé fermati proprio lì allu ponte, no? Lì al ponticello: lui erano qua e loro tre… Allora quanto che tutto un botto veniva giù la corriera, la corriera, dice mò prendo la corriera e va per attraversà la strada, attraversa la strada per piglià sta corriera. Ma la corriera ancora stava lontano, stava. E questo insetto, … stava a insegnà, Torricchio no? Questo stava a insegnà a Torricchio… non l’ha vista per niente, non l’ha … proprio, l’ha sbalzata non sai quanto lontano, poraccia.

Maria: un incidente mentre andava a prende la corriera per andare a prendere il marito all’ospedale.

Eh… una tragedia fu. Una tragedia… e allora…

Kai: avevano figli?

C’aveva due figli, si. C’aveva due figli. C’aveva pure una nipotina.

Maria: perché era già nonna.

Si, si, era già nonna.

Maria: qui ce n’è un’altra che dice: “ che non l’avessi mai fatto, quel giorno che io son partito per lasciare la mia casetta, la città e l’orticello”. No: “che io son partito per la città, e lasciar la mia casetta e l’orticello, dove c’erano i fagioli le patate e i pomodori e l’insalata tanto pregiata che la mia mamma mi faceva spesso con un bel piccioncino e poi il mio campicello dove c’era il grano per me e per nutrir le mie galline …


… stanno pure bene, insomma…

Maria: molto. C’è chi canta, per cantare l’amore, per cantare le cose belle, o tristi, e c’è chi scrive. Per esprimere se stessi, no? E’ molto bello avere una cosa, avere un talento per esprimere se stessi. O con le parole, o cantando, suonando la musica, il pianoforte, no? Tutti vogliamo esprimerci ed è molto bello, no?

Il morettino, lei dicea, il morettino dai capelli neri, che di me facesti il tuo amor. Dopo poco tempo mi hai lasciato. Io con gli occhi neri piango. Perché, perché? Io t’amavo tanto. Invece te mi … perché non … lasciare. Allora non mi hai … grazie. Buona fortuna a te, buona fortuna a me. Allora già … la cantava, la nipotina mia qui, stava qui che non si svegliava mai la mattina, no? E allora gli cantavo questa. Quando per ultimo diceva… Si….

Maria: …farà pure le cose brutte, eh? Non è bello fargli pure gli auguri…

Buona fortuna a te. Buona fortuna a me.

Maria: ah, certo, tu facevi gli auguri a questo che ti aveva lasciato?

Eh, si…


Maria: oggi per la mia famiglia è un giorno molto importante, specie per me, per mio marito, per i miei figli…

Questa leggila te così la voce tua quasi somiglia alla mia.

Maria: è vero, è vero: se somigliano le due voci, vero Kai?

Falla te questa… dilla te così …

Maria: pronto?

Kai: si, si.

Maria: allora questo è il 10 aprile 1978. Oggi per la mia famiglia è un giorno molto importante, specie per me e per mio marito, per i miei figli. Non so dirlo… mio marito… Non so dirlo. Mio marito sono 52 anni che si trova a lavorare questa terra, io sono 33, ossia dal giorno in cui ci siamo sposati. La terra non era la nostra e potevamo abbandonarla quando volevamo, come hanno fatto tante famiglie che l’hanno lasciata per andare in città. Ma noi nel rimanere nella terra abbiamo fatto tanti e tanti sacrifici con tante umiliazioni perché chi lavorava la terra erano considerati gente rozza e che non sapevano fare altri mestieri. Ma credo bene che invece non era così perché noi eravamo proprio affezionati e oggi, 10 aprile 1978, siamo stati ricompensati: è passata a noi. La terra, eh? E allora ci sentiamo re e regina e se il buon Dio ci dà salute e un po’ d’anni da vivere, perché finalmente la terra e l’aria pura è ritornata invidiabile sotto tutti i punti di vista. Specie nelle città in questi ultimi tempi è una vera guerriglia civile. C’è gente che hanno perso completamente di essere persone umane. Commettono cose che neanche se fossero bestie farebbero a questo. Perché io che ci vivo insieme con queste bestiole, vedo da loro cose meravigliose. Anche i miei figli si trovano in città, e ogni tanto ho una fitta al cuore sentendo tutte queste cose. Ma speriamo che il Signore ci perdoni e ci ridia quella pace veramente tanto desiderata.

Kai: in che anno è scritto?

Maria: 1780.

… settantotto.

Maria: 78. 1978. Signorinella dai capelli bruni, dei tuoi genitori sei il più grande amor. Del tuo futuro sposo sei la vera luce, dei tuoi figli sei la vera strada. Percorri la tua strada con saggezza, che i tuoi figli te la seguiranno e se ti seguiranno questa strada per ricompensa avrai felicità. Ma col passar degli anni ti sentirai un po’ stanca, ti guarderai allo specchio, vedrai capelli bianchi. Ti sentirai avvilita, ma su, fatti coraggio e non ci pensare: con i tuoi nipotini mettiti a giocare. Anno 1978. Questa poi dedicata alla mia cara mamma? Qualche giorno prima di morire…

Questa ce l’abbiamo già messa, me sa, no?

Maria: ce l’hai già messa?

Non lo so. Non me ricordo.

Maria: qualche giorno prima di morire. Cara mamma che a 85 anni ti sei incamminata in questo grande passo con un sentimento di una vera fanciulla. La vita ti è stata molto triste. A 48 anni ti si è spento il tuo amato sposo che vi volevate un immenso bene, nonostante la vita dura di quei tempi lontani. Tu non sei rimasta sola, sei rimasta con sette figli, frutto del suo amore, ma quanti sacrifici ti costava. Oggi però sei stata ricompensata, … corriamo tutti al suo capezzale con Simone. Io oggi, mentre accarezzavo le tue piccole mani, tu mi guardavi fissa negli occhi, ma non mi dicevi nulla. Ma io ti leggevo nel pensiero come tu mi avresti voluto dire. No, no, … io non voglio andare, voglio restare in mezzo a voi, ma purtroppo questo è il destino di ognuno di noi, chi prima e chi dopo, tutti dobbiamo fare questo grande passo, ma se siamo illuminati da una vera fede benché brutto ci sembrerà bello. Con grande affetto e forti baci. Maria.

Kai: quand’è morto il marito di tua madre?

Maria: era morto a 40 anni.

Kai: 40 anni: e tu avevi quanti anni?

Nel 42 era morto, nel 42 io quanto c’avevo…

Maria: tu sei nata quando?

Nel 22.

Kai: 20 anni.

Maria: 20 anni.

20 anni c’avevo.

Maria: eh, si, eri la capo di casa, sapevi fa tutto. Dovevi lavorare nei campi…

Questo dopo che so ritornata da Roma, eh?

Kai: dopo di Roma…

Maria: dopo che era tornata da Roma. Perché era già stata a servizio a Roma.

Kai: si, si.

Dopo… aspetta questa di che è… caro Mario …ora che… certo che non vuol dire, ma aspra e dura. Ci sta scritta questa? Non lo so.

Maria: questa no …, la prossima è della droga. Caro Mario, perdonami se scrivo le tue memorie. Sei venuto al mondo appena un anno dopo di me. Ah, questo è il fratello tuo.

Si. Questa è dopo morto.

Maria: ah, è morto?

Si, 54 anni.

Maria: di cosa è morto?

54 anni… è stato via 18 mesi non si sa quello che ha sofferto in guerra, no? Mica sapevamo più nulla, no?

Maria: venuto al mondo appena un anno dopo di me, siamo cresciuti insieme, ci volevamo assai bene. Abbiamo pure lottato perché la vita ci è stata un po’ avversaria. A 20 anni abbiamo perso il nostro babbo. A quei tempi c’era tanta miseria e qualche volta anche la fame abbiamo sofferto. E per di più scoppiò anche la guerra che a te ti portò assai lontano. E cosicché nella gioventù che potevi godere un pochino e invece le sofferenze sono state assai. E per di più 18 mesi sei stato privato anche delle notizie della tua cara famiglia che tanta sofferenza provavano anche loro per te, specie la mamma. Ma finalmente un giorno di gennaio la fortuna, grazie a Dio, ci ha assistito. Ci assistiva. Sei potuto tornare nella tua dimora. Noi tutti abbiamo fatto una grande festa. Dopo venne il giorno del tuo matrimonio che ti fece scordar tutte le tue sofferenze. La tua famiglia fu allietata da due bambine che con sacrifici gli hai dato un bell’avvenire. Anche qui però sei stato sfortunato: quanto tu ci potevi aver felicità, un brutto male ti venne a colpire. Tra un ospedale e un altro fu tutto un calvario, ma credo però che il Signore t’ha voluto bene. La salvezza t’ha voluto dare. Per cui io che mi trovavo nel tuo capezzale assieme alla tua sposa e lì vicino a te con grande amore chiedevi perdono al Signore. Ma noi da questa terra non ti possiamo più vedere. Ma tu ci vedi e ci osservi e preghi per noi che un giorno lontano …un giorno… vicino non si sa, veniamo ad abbracciarti. Questa è la promessa che il buon Dio c’ha dato. Brava. Questo è l’anno 1981. Mi sembrava un anno assai felice.

Questa la dico?

Maria: si, brava.

Anno 1981, mi sembrava un anno assai felice. Con i tempi duri che ci sono stati, di potè mette fine alla violenza. Ma ogni giorno che passa è sempre peggio. Neanche la chiesa gli fa più paura, anche il papa volevano ammazzare. Se non ci sono riusciti è perché Dio non ha voluto. Ma che t’ha fatto questo papa così piccolino? Fuggiva per il mondo a mette pace e tanti…

Maria: e tutti gli fanno una gran festa e sarebbero felici ognuno di poterlo avere nel loro continente. Ma l’Italia… tu te lo ricordi, eh? Ma l’Italia che questa fortuna ha…

Ma gli italiani che ha questa fortuna, amatelo con grande amore, che lui è come un padre: quando vede i suoi figli andà per una brutta strada, certo che in cuor suo pace non c’è più.

Maria: Dio che dal cielo ci guardi e ci segui, perdonaci dei nostri smarrimenti e dacci la pace e la tranquillità, solo tu se vuoi lo puoi fa.

Kai: molto bello.

Maria: dovrebbe il papa parlare così, no?

Questa l’ho mandata al papa, eh?

Maria: ah, brava! Hai visto?

Questa l’ha mannata una volta una parente mia perché bazzicava a…

Maria: a Roma. Al Vaticano.

Al Vaticano l’ha mandata. Dopo sulla televisione disse che le parole belle stanno sulle persone semplici …

Kai: vero, questo è vero.

Eh? Ha detto che le parole belle stanno… nelle persone semplici.

Maria: è vero, è vero. Perché quelli complicati che vogliono tante cose non riescono a dire queste parole. Tu che…

… mò questa ve voglio dì pure, va... ce ne avrò pure parecchie, non lo so, mo non me ricordo più. Dice, Oh cara Renza, che per prima te se presa il nome de mi padre, oh se tu l’avessi conosciuto, era un uomo onesto e intelligente, era amato da tutte le persone. Però la vita gli è stata un po’ avversaria. Quand’era piccolo ha sofferto la fame, quand’era grande che poteva godere … Però a lui andò bene, a casa sano e salvo … la vittoria potette ritornare, mentre suo fratello, più che sfortunato, morto in quelle terre lontano l’ha lasciato. E poi ben presto glie se rinnovò il dolore, vedendo la sua mamma morì di crepacuore, perché dicendo lei, un figlio non si può mai dimenticare. Poretta Renza, quando tuo padre avea la stessa età, anche lui fu preso dalla guerra, e tuo nonno sapendo la guerra com’era fatta, il cuore non ha resistito. Perciò anche lui fu toccato dalla brutta sorte, lasciando … non me ricordo…

Kai: tu…

Certo la tua nonna ha sofferto abbastanza, con tanti figli assieme alla miseria e per di più suo figlio per 18 mesi non seppe più nulla… non me la ricordo più questa, però ci starà scritta…

Maria: ce l’hai in un altro quaderno?

Non c’è lì?

Maria: no, non mi sembra. Caro Mario? Caro Mario…, no questa l’abbiamo letta.

… la posso ripete?

Maria: certo, si, si.

Kai: vediamo un po’ …. come …


Maria: facciamo l’ultima parte, eh?

Ecco, allora…

Maria: eravamo rimasti a…? Il morto ti ha lasciato… in terre lontane, il morto ti ha lasciato.

Questo è suo fratello, morto in terre lontane, l’ha lasciato. E poi ben presto gli si rinnovò il dolore vedendo la sua mamma morì di crepacuore. Perché, dicendo lei, un figlio non si può fare criticare.

Oh, Renza, oh Renza, quando tuo padre avea la stessa età, anche lui fu preso dalla guerra. Tuo nonno sapendo la guerra com’era fatta, il cuore non è resistito. Perciò anche lui, toccato dalla brutta sorte, lasciando in pena la sua madre … Certo la sua nonna ha sofferto abbastanza con tanti figli assieme alla miseria e per di più suo figlio è 18 mesi che non si seppe più nulla, trovandosi per il momento in quelle terre perse lontano. Ma finalmente un giorno venne una bella notizia, che a casa stava ritornando, e dalla gioia non capiva più nulla. Così noi tutti, da quel giorno, l’abbiamo vista rifiorire, passava l’ottantina… e lei ancora cammina. Perciò dategli tanti baci, famogli festa, eccola che la vita, poco ci resta.

Kai: brava.

E io che sono la tua zia, tanti auguri a te ti voglio fare, che un bravo giovane come te possa incontrare, tanta felicità …

Maria: bellissimo.

Kai: come ricordi bene!

Maria: come ricordi bene: che memoria! Che noi non c’abbiamo più memoria. Nessuno di noi c’ha memoria e tu ricordi tutto. Tutto. Brava, bravissima.

Kai: tu, quando siamo stati qua, tu avevi parlato della tua vita a Roma, ed era molto interessante … c’era queste donne che hanno dato anni…

Ah, quello dello cosu, eh?

Maria: che faceva il buco sul pane per vedere se tu lo tagliavi e ne prendevi un po’…

Kai: vuoi parlare un po’ di quello?

Eh… quando parti te?

Maria: lunedì. No, domenica.

Kai: si, possiamo… è un po’ tardi adesso.

Maria: la biografia…