Kai: suo nome e cognome
Pierina: Fedeli Angelo
Angelo: io mi chiamo Angelo
Kai: Angelo e poi?
Angelo: Fedeli
Kai: e nato quando?
Angelo: 1922, 13 giugno.
Kai: si, e dove?
Angelo: Serravalle del Chienti, Castello.
Kai: e i suoi genitori…
Angelo: so morti!
Kai: si, ma tuo padre era in America?
Angelo: è stato in America.
Kai: quando?
Angelo: verso gli anni 1913
Kai: e ritornava in Italia…
Angelo: ogni paio d’anni… l’ultima volta è stato sette anni, l’ultima volta… poi è ritornato a casa.
Kai: perché ritornava a casa?
Angelo: … lavoravano il carbone, capito?
Kai: si, si.
Angelo: … (…) si portava a casa qualche soldarello e faceva qualche anno la vita bona, lavorava un po’ di terra…
Kai: e la sua famiglia stava ancora qua quando lui …
Angelo: no, andava là e lasciava la famiglia qui, la moglie e i figli. Dopo è ritornato nel 1913. E sono nato io, nel 1922 sono nato io. Non c’è andato più in America dopo.
Kai: suo padre era nella guerra mondiale?
Angelo: non l’ha fatta la guerra: stava in America. Durante il 15-18 stava in America. Però poteva partecipare alla guerra perché l’America ha aiutato l’Italia, no?
Kai: si.
Angelo: allora anche là potevano lavorare in America, ma potevano risultà militari italiani. E l’America li pagava.
Kai: e poi lui ritornò nel 21 quando lei è nato.
Angelo: finita la guerra è ritornato qua. E’ tornato qua, ma voleva ritornare là, era venuto a piglià la famiglia per portarla in America: era mi madre, mi padre e una femmina, una sorella mia che è morta; era del 13. Invece chiusero i passi per l’America, non si poteva emigrare più e rimase qui. E siamo rimasti qui e moriamo qui.
Kai: quando lei è stato giovane, ha qualche ricordo di quell’età?
Angelo: dunque nel 21, verso il 24… allora cominciava il fascismo… e io lo ricordo bene.
Kai: che ricordi ha lei?
Angelo: eh niente, eravamo ragazzini, si andava a scuola e non si poteva fa niente! Per entrare dentro all’osteria non si entrava fino a 18 anni.
Fausto: l’osteria sarebbe trattoria: dove avevano il vino … l’osteria la chiamava dall’oste, l’oste vende il vino… non s’entrava.
Angelo: fino a 18 anni non s’entrava. Si entrava solo se la mamma o il papà ti mandavano a comprare qualche cosa.
Kai: e lei diceva che ha fatto qualche cosa come un giovane a prendere le mele…
Angelo: si, s’andava qualche volta a rubbà le mele, le pere, i frutti. Le fave, in primavera c’era la fava fresca … però ogni tanto sé buscava, perché sé scopriva (…) allora venivano richiamati da papà, da mamma… dice “tu figlio mè stato a rubà le mele” allora papà: tacchete! Menava. (…)
Kai: ma lei ha mangiato le mele?
Angelo: le ho mangiate si!
Kai: e che lavoro ha fatto a quell’età?
Angelo: … a 5 o 6 anni… e dopo quando si era più grandicelli bisognava andare a lavorare, anche poco, ma bisognava lavore.
Kai: si, si: che cosa?
Angelo: mha, ad aiutare papaà, mamma sull’orto … a fa la legna per il fuoco, e via.
Fausto: tutti lavori… ma fai il maniscalco, muratore?
Angelo: dopo, sé cresciuti, m’ha mandato ad imparà il mestiere, dal berrucciaio, quello che fa li birocci.
Kai: berrucciaio dici?
Fausto: i birrocci, i carri.
biroccio marchigiano
Angelo: fino a 16 anni, fino a 14-16 anni. Dopo so dovuta andà coi muratori… si caricava la pietra, per terra, sulla spalla e via… per la scala.
Kai: è un lavoro molto …
Angelo: è pesante.
Kai: diventa muratore lei?
Angelo: eh! Un po’ me ne intendo! Non ho seguitato: dopo è venuta la guerra, so dovuto andà a fa il militare. A 20 anni so partito… per la guerra. A me m’hanno lasciato qui, so stato fortunato, non so andato fuori.
Kai: dove sei andato qua?
Angelo: so stato in Toscana, io sempre in Italia: Toscana, Orbetello, Grosseto, giù …
Kai: e che hai fatto?
Angelo: guardavo… la guardia, deposito munizioni: era grande, dove c’era le bombe, siluri.
Kai: queste munizioni non muovevano?
Angelo: quando serviva le venivano a prende. Era un deposito, un magazzino diciamo. Rifornimento.
Kai: e non c’erano (…)
Angelo: eh, non ci hanno trovato, non ci hanno visto, non sapevano niente, capito? Allora ci hanno salvato.
Kai: come è stato che non vi hanno visto?
Angelo: era un deposito nuovo, un magazzino nuovo l’aveva fatto, del 35. Nell’epoca del 35, durante la guerra in Africa, aveva costruito sti depositi, ste cose … non era ancora avvistato.
Kai: si, capito.
Angelo: ma mò che fine ha fatto, chi lo sa!
Kai: e quando è finita la guerra a settembre?
Angelo: l’8 settembre, lo sbandamento: siamo fuggiti. Tutti a casa.
Kai: come andate a casa, a piedi?
Angelo: a piedi! Senza mangià, niente!
Kai: era un po’ pericoloso?
Angelo: eh… pericoloso, tanto pericoloso.
Kai: perché? Per i Tedeschi? Per i Fascisti? Perché era pericoloso?
Angelo: Per i Fascisti e i Tedeschi: devi marcià dritto. Zitto.
Fausto: e mosca!
Angelo: non fa segni con le mani.
Kai: e dopo lei?
Angelo: e dopo so andato a taglià il bosco, a fa il carbone.
Kai: anche nascosto dai tedeschi?
Angelo: sempre nascosto.
Kai: e come mangiavi?
Angelo: eh, lì te lo portava di nascosto … però…
Kai: chi portava?
Angelo: la mamma, qualche amico.
Pierina: mangiato così alla meglio…
Angelo: e lo pane!
Fausto: il pane… “che cavolo”, diceva quello!
Angelo: un po’ d’acqua…
Kai: ma lei diceva che prima della guerra lei portava un uovo…
Angelo: quando si andava a fare la spesa, i soldi non c’erano, allora c’era la gallina che faceva l’uovo, allora la mamma andava su, pigliava l’uovo… “vai a comprare un uovo di riso, un uovo di sale…” andavi con l’uovo.
Pierina: l’uovo quanto va lontano … quattro soldi me ricordo io…
Angelo: sacchettino! Sacchettino così, te metteva dentro l’uovo e poi te mandava … La padrona … te dava un pochettino de riso: un uovo de riso, un uovo de sale.
Kai: interessante…
Fausto: il valore, il valore di un uovo… aveva il valore del riso… un uovo costava due soldi, tre soldi, te dava tre soldi de riso, o di sale
Angelo: e qualche volta per tutti non bastava, perché era poco.
Fausto: aspetta un altro uovo, lui disse…
Angelo: (ride)
Pierina: …pare venuto grosso!
Kai: si, si… è vero. E dopo quello?
Pierina: e dopo quello?
Angelo: e dopo, finita la guerra, siamo ritornati (…) abbiamo ricominciato a lavorà e via via siamo arrivati…
Pierina: a vedere il soldarello!
Fausto: allora era tutti quanti uguali, le persone non c’aveva i soldi.
Pierina: allora due soldi valeva: adesso co cento lire che ce fai?
Kai: che mestiere avevi?
Angelo: io adesso l’idraulico.
Pierina: no prima.
Fausto: no, dì che altri lavori hai fatto.
Angelo: prima…
Fausto: fabbro, caratore, che hai fatto?
Angelo: fabbro, caratore, birrocci, poi col muratore fare il manovale col muratore, poi sono stato in Belgio: ho provato anche il Belgio!
Kai: bene!
Angelo: 850 metri di profondità … carbone. Due volte so calato giù, due volte. Ma dico “No! No! Via!”
Kai: si, pericoloso eh?
Fausto: … e gli dava poco
Pierina: … andà sotto terra…
Angelo: … e allora ho scelto, dico qui bisogna che mi scelgo un mestiere per conto mio e ho scelto l’idraulico. Però ho seguitato pure a fa il fabbro: ferro battuto, le ringhiere. E mettè l’idraulico, fontana… acqua… poco buona però l’acqua: vino! Vino si! Vino buono, buono, l’acqua non… (ride).
Bruna: fa la ruggine l’acqua eh?
Kai: e lei è sposato?
Angelo: no.
Kai: non sposa mai?
Angelo: mai sposato.
Kai: ma ci sono figli?
Angelo: no … bho! (ride)
Kai: (ride) chi lo sa, eh?
Angelo: mo se dice: “a mo me chiavi… e perdi ogni speranza”!
Kai: si?
Angelo: eh…
Kai: va bene… allora c’è qualche altra domanda?
Fausto: … quando ti sei messo a fare le guerre … lì chi ci stava, gli scontri tra… chi erano … su per Colfiorito, Librano, c’erano gli scontri da soldato, c’e ancora qualche cimitero lì…
Angelo: lì a Colfiorito c’era il campo di concentramento … dopo passarono gli americani, gli inglesi e con gli alpini nostri italiani: soldato italiano e soldato inglese poco… e allora faceva a pugni. Colfiorito… tante volte.
Kai: non ho capito bene di questi inglesi…
Fausto: quando passarono gli americani e gli inglesi, noi italiani ha fatto la guerra contro gli inglesi, mentre con l’armistizio dovevamo farla contro i tedeschi, allora (…) lascià tre anni de guerra per piglià poi…
Angelo: là gli inglesi volevano comandare, invece gli italiani no! Amico, sennò allora…..
Kai: e ci sono stati americani qua?
Fausto: si, si, qui so passati.
Angelo: oh! Passati.
Kai: ricordi la ritirata dei soldati tedeschi da Pieve Torina? Quando sono andati via…
Angelo: eh, non mi ricordo quando sono andati via…
Fausto: verso il 44
Kai: 44, e subito dopo gli inglesi?
Angelo: gli inglesi assieme con gli americani… 44.
Fausto: fecero la cosa a Cassino, no? Quando assaltarono Cassino, vennero su.
Angelo: l’ultima disfatta ce l’ebbero i tedeschi a Cassino e si ritirarono, andarono via…
Kai: si, si..
Angelo: e noi siamo rimasti liberi, dopo… il 45 di giugno? Quand’è stato il giorno della liberazione?
Bruna: aprile
Fausto: 25 aprile
Angelo: 25 aprile. Ci fu la liberazione, tutto…
Fausto: te ricordi perché c’eri eh? (ride)
Bruna: no, perché ho studiato! Che c’ero! (ride)
Kai: e parlami un po’ di quella liberazione: com’è andata?
Angelo: e niente, si faceva festa: si brindava, si beveva…
Kai: anche per noi c’era festa grande…
Angelo: e piano piano si stava a rimette a posto… chi un mestiere, chi l’altro si lavorava, via via.
Fausto: fino al 50 ancora era (…) poi con il 50 cominciava a prendere via un lavoro, ricostruzione, … si cominciava a fa li sordi. Prima a piedi, poi in bicicletta, poi in motorino… insomma piano piano la gente si è evoluta…
Kai: e lei signora vuol dire qualche cosa?
Fausto: adesso, tu, possibile che non ti ricordi più? Su lo campo a Colfiorito, a Taverne c’è stata la cosa de elefanti de coso come si chiama?… che hanno seppellito lì parecchi…
Angelo: su a coso … quello ai tempi dei Varano.
Fausto: bisogna tornare indietro per raccontare la storia dei Varano… Asdrubale, chi era quello degli elefanti? Asdrubale? No…
Angelo: e non lo so chi era …. Duca di Varano…
Fausto: si so scontrati…
Angelo: e c’hanno combattuto … secondo la storia c’hanno combattuto … Cartaginesi! Cartagine.
Fausto: Cartagine.
Kai: Cartagine?
Fausto: hanno combattuto a Colfiorito, lì attorno, contro … i Varano erano?
Angelo: si contro i Varano.
Kai: come?
Fausto: i Cartaginesi hanno combattuto contro i Varano a Colfiorito, sul piano di Colfiorito.
Kai: Cartaginesi?
Fausto: Cartaginesi, Cartagine.
Kai: chi era? Oh, quelli degli anni passati?
Fausto: era Tunisia, laggiù i Cartaginesi, quelli … Cartagine stava in Tunisia, no? Quindi so venuti su da Cartagine con gli elefanti, però qui se le presero…
Angelo: e li hanno combattuto … hanno cominciato qui a Sfercia e il Duca di Varano sempre in perdita è stato. L’ultima disfatta ce l’ha avuta su, Belcanestro si chiama, un paesetto qui poco lontano, e lì hanno chiuso, finita la battaglia, però c’è rimasti dei ricordi: c’è rimasta la torre, c’è rimasto sti muraglioni, sti muri con le nicchie, mettevano dentro i prigionieri, i condannati. La condanna era con la goccia, con la goccia dell’acqua: ti chiudevano dentro in una nicchia e sopra la goccia dell’acqua gli faceva… tin tin tin, in modo che gli bucava la testa! E lì morivano.
Kai: quando era questo?
Angelo: nel 500, quell’epoca lì.
Kai: ho capito.
Fausto: l’epoca antica insomma, quando c’era le lotte feudali tra Camerino e Foligno, tra Macerata e Tolentino…
Angelo: ducati, erano chiamati ducati: ducato di Varano e ducato de… e lottavano per appropriarsi della roba che c’avevano, della proprietà, e facevano dei prigionieri, e questi prigionieri li facevano lavorare…
Fausto: si ammazzavano tra loro, fra persone anche importanti… le mogli… gli tagliavano la testa…
Pierina: mamma mia!
Angelo: secondo la condanna: secondo quello che avevi fatto te condannavano.
Kai: c’era anche Cesare Borgia che ha ammazzato i Varano…
Fausto: si i Borgia pure … bhe i Varano hanno regnato parecchio, però poi … si so ripresi… ci sono ancora i possedimenti…
Kai: si ci sono ancora un po’ di quelli.
Fausto: i possedimenti dei Varano, i castelli dei Varano, laggiù insomma… Varano è quello che è rimasto l’ultimo casato insomma…
Kai: allora ci sono altre domande?
Fausto: e poi dicevano che erano passati 500 cammelli, cavalli, no cammelli che erano?... Questi Cartaginesi e poi li hanno seppelliti lì a Colfiorito: ci dovrebbe stare un cimitero, qualche cosa che ricorda sto fatto.
Angelo: sopra Colfiorito una montagna, una zona è chiamata il Campo del Sepolcro.
Kai: capo del sepolcro?
Angelo: Campo del Sepolcro, dove c’hanno messo i soldati, le bestie … comunque ancora risulta. Ancora si dice Campo del Sepolcro.
Kai: di quand’è questo?
Fausto: sempre di quegli anni lì, del 500 è stato…
Angelo: sempre quell’epoca lì, nel 500.
Kai: si, si, molto tempo fa…
Pierina: ah, Signore…
Angelo: (…) ogni tanto si andava su quella zona per trovare qualcosa di antichità.
Kai: infatti c’è un museo a Colfiorito adesso
Angelo: a Plestia, quella è chiamata città di Plestia: lì ci sono dei ricordi, c’è ancora … se vede. Quella è stata distrutta tre volte, quel tempio lì, dice, secondo la storia, è stato distrutto tre volte: difatti ci sono le fondazioni a due metri … c’è i pavimenti, c’è il selciato da cunetta, fatto bene! Hanno trovato dei lavelli da cucina, lavelli in pietra, lavelli da cucina, tutto quello de … E ne hanno trovate diverse: c’è un museo su c’è la roba tanta dentro … come le anfore … io ci sono stato a vederlo.
Kai: è abbastanza bello: piccolo, ma bello. Allora ci sono altre cose?
Fausto: non so se ci sono altre cose da dire?
Angelo: eh, ormai… ormai so vecchio, finito.
Kai: no finito, parla ancora.
Angelo: 8, 3.
Kai: 8, 3…
Fausto: 11 allora, 8 +3, 11.
Angelo: che vo fa: è la vita… ho lavorato, tanto. Ho bevuto, tanto…
Fausto: insomma la parte tua l’hai fatta!
Angelo: la parte mia l’ho fatta.
Fausto: però hai smaltito il vino non ti ha fatto male, perché lavoravi … smaltivi
Angelo: allora sì, adesso invece non si lavora più e allora il vino ha fatto… ma prima…
Kai: si, si
Angelo: ah!
Pierina: (ride)
Kai: lei era molto bello?
Angelo: eh, era bello, si…
Fausto: era un po’ tanto eh… (…)
Pierina: gli piaceva la carne… (ride)
Kai: provoca (ride)
Fausto: questa non è la signora… è la compagna di coso…
Pierina: la compagna da letto! (ride)
Kai: (ride)
Pierina: eh, compagna da letto: ce dormo! (ride)
Kai: si, si
Pierina: non so sposata con lui: io so sposata, ma … è morto… e dopo ho trovato questo
Kai: va bene…
Angelo: beccamorto!
Pierina: no!
Angelo: e no, quando te pare si!
Fausto: anche questa era forte era… (…) de Napoli (…) che vuol dire essere a naso?
Pierina: …li facevo cascà per terra, ma io non ce cascavo: ummm, me li gustavo (ride).
Fausto: te li pappavi, se volevi qualche cosa tu … potevi…
Kai: si, si: come si chiama lei signora?
Pierina: io mi chiamo Pierina Garbini, vedova Natali.
Kai: bene, lei è di Pieve Torina?
Pierina: nata a San Maroto di Pieve Bovigliana. So stata sempre a Roma, dopo so venuta al paese… morti i genitori… e mi so venuta qua e qua mi so trovata la compagnia!
Kai: bene!
Pierina: eh! Se non mi ammazza! (ride)
Angelo: no che ammazzo… (ride)
Pierina: chi lo sa, perché ha trovato una femmina un po’ gelosa!
Angelo: tanto!
Pierina: eh… è bello! E’ piaciuto, no?
Fausto: e forte, è bello e forte…
Pierina: è forte… ce sa fa! C’ha la grazia! C’ha la maniera… e allora la donna deve essere gelosa!
Kai: si, si
Pierina: e si, è vero?
Kai: vero.
Pierina: oh! Ecco; meno male. E stamo bene: stiamo insieme, che non bisogna essere sposati per volersi bene.
Kai: è vero.
Pierina: è vero? Deve venire dal cuore l’affetto. Che andà in chiesa… che te fa se sei sposato lì? Se vole lascià perde o te vole, che c’entra che si sposato? Lo fanno. Hanno (…) non farlo, non sposasse: amarsi sempre, sposarsi mai!
Angelo: (…) lo dicea sempre…
Pierina: un detto marchigiano (…): amarsi sempre, sposarsi mai! Volersi sempre bene: io so sposata, ma è campato 37 anni, dopo è morto… a me non me sa portato via… e mi sono rifatta la compagnia: non me c’ha voluto…
Kai: e qui a Pieve Torina?
Pierina: e mò io so dieci anni che so qui al ricovero.
Kai: bene
Pierina: si sta bene, si mangia e beve quello che danno, no quello che voglio, quello che te danno: un bicchiere, basta, al pasto. Uno a sera, uno al giorno. Mangià se mangia benissimo: io tante cose a casa mia non l’ho fatte, qui l’ho mangiate!
Kai: si, si
Pierina: insomma, pulito, bono, insomma me piace: a me me pare de sta in albergo, no in un istituto! C’abbiamo la cameretta per conto nostro, me la pulisco da sola perché non devo fa niente, sennò c’è il servizio, per carità fa tutto vero, però io me lo faccio da sola perché ho lavorato tanto e a sta così non so brava! (ride)
Kai: lui fa noia qualche volta?
Pierina: non ho capito
Bruna: lui fa le noie qualche volta, ogni tanto ti rompe le scatole?
Pierina: no, no, sta bono, dorme, sta bono.
Kai: ubbidisci?
Angelo: per forza, bisogna ubbidire.
Fausto: credere, ubbidire, combattere.
Bruna: sono le donne che comandano… brava Pierì. (ride)
Angelo: eh, amore… non vole…. Eeamm! (ride)
Fausto: kaput! (ride)
Kai: bella storia! (ride)
Pierina: ci so tante altre storie
Angelo: noialtri (…) viva il duce! Uuuumm! C’ha fatto morì de fame! Ci ha fatto morire di fame. Ha fatto la guerra senza niente.
Kai: come?
Angelo: ha fatto la guerra senza niente. Perché aveva fatto quella dell’Africa, Africa orientale, e poi l’anno levata, poi ha iniziato la seconda guerra mondiale assieme a Hitler: non c’era niente, le armi non c’erano; aveva requisito tutto, caldaie di rame, ferro, la fede…
Kai: tutto l’oro, infatti la madre di Maria ha dato questa fede
Fausto: si, si, tutti, tutti
Pierina: tutti, anche la povera mia madre …
Angelo: a mi madre pure, tutti.
Pierina: io non gliela dava però perché se lo so messo in saccoccia l’oro!
Kai: bravo!
Angelo: giornata della fede! Quella fu la giornata della fede!
Kai: e com’è andata, sono andati casa per casa o…?
Fausto: no, no, ti chiamavano come fosse … il museo, allora non c’era il museo, ma c’era un’altra stanza: trovarsi quel giorno in quella stanza per offrire la fede.
Pierina: te levavi la fede e la mettevi lì (…) ride
Angelo: la damigiana, quella dove si metteva il vino, l’acqua…
Kai: si, si, era piena di queste fedi…
Angelo: il buco sopra non era piccolo, era grande, allora … zac! Quando era la sera qualcuno rimetteva la mano dentro, zac! Via!
Kai: chi ha fatto quello?
Angelo: italiani
Kai: chi ha fatto queste giornate, i soldati fascisti di Mussolini?
Angelo: no, no, quando hanno fatto la giornata della fede, che consegnavano la fede no? Allora andavano giù, si mettevano dentro… Quando era la sera che bisognava chiude, qualcuno, qualcuno ha rimesso le mani dentro, capito? Allora zac! Via! A casa!
Kai: mamma mia; lei sa chi era?
Angelo: italiani.
Kai: di qua?
Angelo: di tutto: di Roma, Pieve Torina, Serravalle…
Pierina: italiani è ingordo, urca madosca…
Angelo: a domicilio poche ce n’è andate di queste.
Pierina: poi hanno dato, a chi aveva dato l’oro, gliele dava di ferro.
Kai: di ferro, si.
Pierina: ma chi c’aveva il figlio sotto le armi, loro li hanno obbligati: perché dice c’ho mi figlio in guerra allora… oro alla patria! Oro alla tasca! (ride)
Kai: oro alla tasca.
Pierina: se ero io facevo uguale … la manuccia…
Angelo: quella per esempio c’era il (…) del duce, una bella massaia no? Bella giovane… allora in divisa…. Op po po po op… (ride).
Bruna: io so nata dopo, molto meglio, per carità…
Fausto: adesso quand’è finito, facciamo l’intervista…
Bruna: no, e che gli dico che non so de qui…
Angelo: e ma quando andavi a scuola… c’erano i figli della lupa, (…) di Benito…(ride)
Kai: figli della lupa?
Angelo: figli della lupa.
Kai: si, si. E lei signora?
Fausto: massaia rurale eri tu?
Pierina: io (vado) a da la pappa…io ho lavorato a Roma, io stavo a Roma, allora non lavoravo.
Angelo: la lupa no? Bambini sotto… quelli so i figli della lupa.
Kai: anche Maria era figli di qualche cosa…
Bruna: figli di qualche cosa… (ride)
Kai: non so esatto (ride)
Pierina: eh, pazienza. E mo siamo venuti a morì qui. Do annamo a morì? Al paese non c’è più niente…
Angelo: và a piglià l’acqua
Pierino: lo vino, no l’acqua va a piglia…
Angelo: (…)
Kai: adesso per divertimento che cosa fa lei?
Angelo: niente. Leggo un pochetto, qualcosetta…
Kai: carte? Gioca a carte?
Angelo: Leggo l’Appennino Camerte …
Pierina: legge, dopo sta dentro al letto…
Bruna: a carte ce giochi?
Angelo: le carte non sono appassionato
Bruna: ma tu te diverti con Pierina ti diverti! (ride)
Angelo: ce provo a fargli qualche complimento… se provo a dargli un bacio se pizzica, come la vipera, esce fuori la lingua…
Pierina: se vede che non me piace! (ride)
Angelo: e se non te piace …. Provo a fargli un complimento calcia, come li cavalli… (ride)
Pierina: mica è vero, sa?
Angelo: eppure andava tanto bene un’abbraccicatella… aahh
Kai: lei ancora non ha occhiali?
Angelo: si per leggere si.
Kai: per leggere (…) mi sembra in buona salute…
Angelo: eppure ne ho spostate tante eh..
Pierina: è birbarello eh?
Fausto: co Beppe che faceva? Con Beppe lu prete… (…)
Angelo: eh, Beppe facia lu birbo.
Kai: che cosa, non ho capito.
Fausto: un prete, un po’ paravento era, un po’ da naso
Pierina: parroco
Fausto: il parroco era un birbantello, un po’ da naso: beveva, giocava, “6 a morra, 8, 5”
Angelo: a morra non giocava, a carte si
Pierina: a femmine c’annava? Eh! Si!
Angelo: beveva, fumava. Fumava con la pipa americana, quelle rotonde così. Ogni tanto se la faceva venire da la: c’era qualche paesano che stava la, gli scriveva…
Kai: allora c’è altre cose?
Angelo: e che c’è mo?
Kai: lei ha qualche cosa?
Bruna: no, no
Fausto: senza nome e cognome
Bruna: ma non so niente, che cosa racconto?
Kai: racconto no, ma qualche domanda si, qualche cosa più curiosa che vuole sapere…
Bruna: ho saputo tutto! (ride)
Kai: allora va bene, allora molte grazie
Angelo: grazie
Pierina: almeno va in America ste parole? Vanno in America?
[interruzione]
Pierina: … mo è passata… Passarono i tedeschi, i fascisti, per strada vicino a casa mia e allora hanno cominciato a dì, a fa, uno c’ha paura, è giovane…
Kai: a Roma o qua
Pierina: no al paese mio, alle Marche, qui
Kai: che paese?
Pierina: paese San Maroto di Pieve Bovigliana, vicino Polverina. So nata lì, però so stata sempre a Roma. Dopo è morti i genitori, è morti tutti; mi è rimaste due sorelle. Eccome adesso sto qui: ero rimasta sola, per non restare lì in Roma da mia sorella ho preferito qui. Qui ho trovato la compagnia e eccoce.
Kai: questi tedeschi che sono stati qui o in Roma?
Pierina: i?
Kai: i tedeschi che lei ha trovato… sono stati qui o…
Angelo: qui, qui, a San Maroto.
Pierina: … a San Maroto, quanti chilometri è da qui? 15?
Fausto: come 15, i tedeschi sono nel 45, 44…
Pierina: no dico quanti chilometri so da qui San Maroto…
Fausto: San Maroto? Lui lo conosce San Maroto: saranno 11 Polverina, 3, 14, 15 chilometri.
Pierina: si lo conosce San Maroto, ma io sto su da capo: San Maroto Alto, San Giusto, dove sta la chiesa, poi su San Maroto, giù Cupa, la Fossa, tutti paesetti così.
Kai: molto bello là sopra…
Pierina: per l’aria, sennò non c’è niente…
Fausto: a Cupa c’è stato un tedesco una volta che lavorava alla cava…
Pierina: si lo conoscevo io, è stato tante volte a casa mia
Fausto: (…) morì giovane, poraccio …
Pierina: un tedesco aveva fatto pure una villa là, con cosa … stava, non mi ricordo … con un’amica mia diciamo lì del paese, sposato. Quello poi è morto, che ne so quella villa a chi è rimasta…
Fausto: tutti qui quadri c’aveva… io ce so stato, m’aveva invitato …
Pierina: era un bel raga… non mi ricordo come si chiamava … Oreste?
Kai: e durante la guerra?
Fausto: è seppellito lì no?
Pierina: si, a San Maroto.
Fausto: siamo stati una sera…
Pierina: non me ricordo … Oreste mi pare…
Kai: durante la guerra?
Pierina: no, questo dopo la guerra, il tempo che c’erano i partigiani, i fascisti, quel movimento … io ero ragazza…
Fausto: allora c’era un po’ di paura no?
Kai: certo
Fausto: … una ragazza da sola non andava in giro perché…
Kai: non erano i tempi, così…
Pierina: amo passato il bene e il male: adesso stamo qui, ma mi pare de sta su una reggia, trattati bene, (…), l’amore vicina e tiramo avanti la vita!
Kai: si, certo.
Pierina: peccato che è cresciuti l’anni! (ride). Dunque quanti anni so? E, so del 20, quanto ciò?
Bruna: 84.
Pierina: io so nata il 19 aprile 1920
Kai: si, ma lei sembra molto più giovane! … 19 anni eh?
Pierina: no! Cominciano a venire le pellanciche (ride)
Kai: no, no. Quanti anni ha lei, Bruna?
Bruna: 21
Pierina: questi è anni boni! No quessi.
Kai: anche questi…
Pierina: però ancora me difendo!
Kai: si, si. Ogni età ha la sua bellezza. Ogni età.