interviste di Kai Nebel

Fausto Servili

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AUDIO Intervista di Kai Nebel a Fausto Servili 1 e 2 di 3
AUDIO Intervista di Kai Nebel a Fausto Servili 3 di 3

Fausto Servili (1/3)


Dunque, gennaio 1924 …

Kai: 24? Molto giovani.

Si, si.

Kai: e la famiglia?

La famiglia era composta di altri due fratelli, Giovanni e Silvio e Giuseppina, una femmina.

I miei genitori, Bianca e Luigi. E mia nonna Annunziata, Lucarini.

Kai: è questa nella fotografia?

Si. Mio nonno era morto. Servili Domenico era morto da qualche anno.

Kai: allora, che cosa faceva la tua famiglia?

C’avevano un negozietto di articoli misti… tipo… allora i negozi erano… prendevi gli alimentari, pasta, riso, mercerie, magliettine, era un po’ negozi… non erano come adesso tutti specifici. I negozi erano un po’ unici.

Kai: in Pievetorina?

Sempre a Pievetorina, sullo stesso posto.

Kai: e ci sono stati altri negozi?

Si.

Kai: che negozi c’erano?

C’erano sempre negozi di alimentari essenzialmente. Essenzialmente alimentari. Perché per esempio scarpe non c’erano; abbigliamenti e le confezioni ancora non esistevano: sono arrivate dopo gli anni 45-50, della guerra. Le confezioni non esistevano: tutti i tessuti a metraggio. Le donne prendevano la stoffa e poi cucivano loro le camice, le mutande per gli uomini. Per le giacche c’era il sarto, artigiano, che faceva i vestiti. Però come confezioni sono arrivate dopo la guerra, prima non esistevano.

Kai: e che alimentari?

Alimentari per mangiare: pasta, riso, spaghetti, conserva, tonno, alici, tutte queste cose qui. Conserve per fare il sugo rosso, per fare la pasta, no? Non è che c’era molto, cerano spezie, il pepe la cannella… c’era queste che era chiamate le spezie era chiamate, per saporire un po’ i prodotti.

I negozi erano tutti quanti articoli misti, tutti. Poi vicino a queste qui c’erano i tessuti, no? E la gente comprava magari la camicia e il tonno per mangiare… che posso dire… poi comprava… e venivano tutti la domenica perché la domenica erano aperti gli uffici, era aperto il comune, le poste... la caserma, il sindaco, un po’ tutto quanto, allora la gente venivano tutti la domenica perché la campagna attorno gli altri giorni lavorava.

Questo negli anni però che io ero piccolo; fino alla guerra, nel 40, esisteva ancora il sistema unico, antico, di una volta.

Kai: e in quel tempo nei paesi c’erano le automobili? Che cosa c’erano?

Poche, poche macchine, poche macchine: ce l’avevamo noi, qualche commerciante, qualche commerciante di legna, ma le altre categorie non potevano permettersi il lusso della macchina.

Kai: con che cosa andavano? Camminavano?

Camminavano a piedi oppure prendevano i muli, i somari, i cavalli col carrettino, col birroccio, e venivano giù in quattro, cinque a secondo. Le donne anche a piedi. Quando la donna veniva sola, veniva a piedi. A piedi scalza, poi quando s’arrivava al paese se metteva le ciabatte, gli zoccoli.

Kai: gli zoccoli che cosa sono?

Di legno, come quelli che c’hanno le infermiere che so bianchi, no? All’ospedale gli infermieri c’hanno…

Kai: questi zoccoli. Chi ha fatto questi zoccoli?

Da per loro. Gli uomini prendevano il legno, c’avevano la cosa…

Kai: il padre di queste famiglie faceva gli zoccoli?

Si…, faceva gli zoccoli.

Kai: e che legno?

Il legno quello che capitava, la quercia più che altro perché c’era la quercia allora.

Kai: si, si.

Il legno di quercia, li cosavano, venivano tutti fori colorati, anche bianchi. Erano anche chiari, non bianchi proprio, però… E gli uomini facevano anche per loro, per il fondo della scarpa, il fondo era di legno. Poi, questa è chiamata la tomaia, no? Sotto era di legno, e la tomaia con le … la cosavano, la fermavano. Però era sempre freddo, il legno era… la tomaia pelava perché, senza calzini…

Loro i calzini li facevano con il cotone: compravano le matassine, matasse di cotone e con i ferri facevano i calzini.

Kai: sempre in casa?

Sempre in casa, tutto in casa.

Kai: c’era qualcuno che faceva ...

Imparavano da loro, da loro stessi. Oppure dopo prendevano la lana, la filavano e ci facevano i guanti. Sapevano fare i guanti le donne, anche i calzini sapevano fare.

Dovevano saper fare tutto perché non se trovava niente.

Kai: e le donne facevano i vestiti?

C’erano le sarte. Però la donna di casa già era un po’ pratica, quindi faceva la sarta, gli aiutava.

Aiutava la sarta: non so, sottopunti, tagliavano gli orli, no? Perché la sarta misurava e faceva la sarta, ma anche le sarte erano poche.

Kai: come era Pievetorina al quel tempo, quanti casi?

Pievetorina faceva 3500 abitanti.

Kai: ma con altri piccoli posti?

Con le frazioni. Pievetorina centro era piccola, perché tutti sulle frazioni, no? La campagna… qui c’era poche case.

Kai: e nella prima guerra mondiale ci sono stati tanti morti di qua.

Si. Più di 100 morti nella guerra 15-18.

Kai: e c’erano molte famiglie senza padri, senza uomini a quel tempo?

Si, si, si.

Kai: che faceva una famiglia senza uomini?

Qui lo stato gli dava qualche cosa. Era chiamato sussidio, però non bastava per vivere, allora doveva arrangiarsi in tutte quante le maniere. Quindi ci so stati per esempio tanti ragazzi piccoli che andavano a pascere le pecore. Gli passavano da mangiare e basta: senza soldi, senza niente. Molte donne lavavano i panni a qualcuno, però il coso era sempre misero, perché anche chi si serviva di queste donne, non aveva molte possibilità finanziarie per pagare queste. Allora, non so, se facevano un lavoro di 100 lire (a quei tempi) gliene davano 50 perché non ce le avevano e quelle si contentavano. Mangiavano magari a casa, il pane… Io ho visto i lavoratori, per cui rimasi molto male, che vuotando quelle portine… quei porta pranzi, no? Che s’avvitavano… c’erano pane e l’erbe soltanto, senza carne, senza niente.

Kai: senza niente.

Senza vino, senza niente… appena glie davi un goccetto de vino… quindi, era proprio misera la giornata.

Kai: davvero.

Mangiare pane e verdure sempre per uno che lavorava, con il freddo poi.

Kai: e per l’acqua?

Per l’acqua… l’acqua c’era, però…

Kai: nella casa?

No fuori, fuori.

Kai: e dove andavano a prenderla?

Eh, andavano… dunque, mettiamo, lì dove sta il bar…

Kai: questo è il bar di Gino, di Genio?

Di Genio. C’era quella fontana che sta alla Cassa di Risparmio: stava lì. Ci si andava a prendere l’acqua; i privati e anche le bestie, per bere. Infatti era sempre sporco per terra, perché le bestie… Poi ce ne stava un’altra giù vicino al comune vecchio, lungo borgo, giù, la fontanina. Poi c’era a Roti, c’era quella alla Rocca che adesso è…

Kai: varie fontane…

Però per le bestie più che altro, non c’erano. Preparavano… uno stava alla Rocca, no? Su, vicino a casa… sulla strada che va a Gagliole, quella strada che va su: ci siamo passati, no?

Kai: si.

Lì a casa di Alberto Marchetti c’era una fontana che ancora c’è.

Kai: si ho visto.

Quella fontana era per abbeveratoi anche e per i privati.

Kai: e l’uva? Il vino?

Il vino ce n’era molto però era aspro, acido. Ma lo bevevano lo stesso perché c’era quello solo. Mano a mano che si è evoluto verso un’altra qualità, il vino nostro non è più adatto. Infatti non c’è più vino, hanno tolto tutte le viti.

Kai: si, si.

Prima c’erano coloni che raccoglievano 100 quintali di mosto, di uva, di vino. Era una bella risorsa il vino. E poi mano mano che … che si è sviluppato la legge, il grado di acidità, di alcool, no? Non era più bono; allora hanno tagliato le piante, hanno distrutti tutti i vigneti, le pianti grandi perché poi so arrivati i trattori e lavorano meglio, capito? Hanno tagliato le piante perchè…

Kai: tu… può fare domande anche lei…


Questa foto … io ero un bravo giocatore di ruzzola. La ruzzola era una cosa rotonda come una forma di formaggio.

Kai: come era, di legno era?

Di legno, di legno. Era da una parte un po’ più piana perché, si chiamava il basso, perché se la strada era un po’ ondulata, bisognava mandarla un po’ … in un’altra direzione senno andava subito sulla fratta. Allora da una parte era un po’ più consumata.

Ospite: Smussata.

Smussata, più bassa e tu mettevi il basso lì. C’era… qui mettevi lo spago; lo spago, no?

Kai: che cos’era?

Mettevi lo spago qui al coso, qui al braccio… Poi mettevi 2 giri, 2 giri e mezzo te regolavi, sulla ruzzola, di spago. Di spago, no? Non si vede adesso do sta lo spago. Poi prendevi la rincorsa e via! Lanciavi.

Kai: si.

Facevi, no? così… qui c’era la …

Kai: così!

Facevi i passi lunghi, con slancio. Io c’avevo uno slancio forte.

Kai: bravo.

Ero più forte…

Kai: qui … dov’è questo?

Qui stavamo a giocare… questo è Venanzo.

Kai: si.

Qui stavamo a giocare…

Kai: e questo, è tu?

Questo sono io, … perché per (evitare?) il campione, no? Questo era il parroco di allora, e gli altri non li conosci, qui non conosci nessuno.

Kai: difficile.

Questa strada era il pezzo che va … sai quella strada che è il casino?

Kai: dove?

Piccola, che è stata chiamata casino, dopo, venendo su dalla Madonna dei Lumi…

Kai: non lo fanno più?

Passano le macchine, Però lo fanno: fanno i campionati nazionali adesso.

Kai: adesso?

Si, trovano delle zone dove ci sono le strade e fanno i campionati nazionali.

Ospite: non è più legno, ma so di plastica adesso.

Kai: ah.

E c’erano anche di formaggio.

Kai: anche di formaggio?

Quando si spaccava il formaggio, se rompeva, tutti a corre a rubà il formaggio.

Questa strada è quella quando vieni su dalla chiesetta di Marini, no?

Kai: si.

C’è poi la pinturetta di Lucciano? La strada che va a Lucciano…

Kai: si, Gagliole. Quella strada che va a Lucciano?

Si, allora noi da lì, dalla strada di Lucciano, arrivavamo fino qui al paese.

Kai:mamma mia.

Fino qui al paese, perché si andava sempre avanti, no?

Kai: si, si.

Chi stava avanti vinceva. Si faceva il primo tiro. Arrivato lì si ripartiva. S’arrivava qui e si ripartiva. Poi chi andava più su del segno dell’arrivo, vinceva.

E lì siccome lì le strade ancora passava qualche macchine, questa gara è stata fatta in quella strada lì: dalla Pintura di Lucciano fino all’ingresso del paese.

Kai: questo in che anno?

Questo sarà stato nel 45.

Kai: 45? Dopo la guerra?

Dopo la guerra, si. Si perché allora c’era Leonardo, questo era Beppe Marchetti, questo è Nicola Scamacci, Fonesi (?) il parroco… Erano…

Ospite: i divertimenti di una volta.

Eh, tanta gente, si andava anche fuori a giocare. Io ho fatto anche il campionato provinciale! So arrivato secondo. Secondo so arrivato.

Kai: ah, bene, bene.

E qui c’era… dunque il parroco… chi è che ho visto… parente di coso…

Kai: e che scuola c’era in Pievetorina a quei tempi, prima della guerra, che scuole?

Scuole? Solo le elementari.

Kai: solo le elementari.

Prima, seconda, terza, quarta e quinta.

Kai: e dopo di quello dove…

Dopo di quello, pochissimi perché non c’era…, andavano a studiare a Camerino.

Kai: si.

A Camerino c’era tutte le scuole.

Kai: si, per andare a Camerino… che cosa facevi?

Per andare a Camerino stavano nelle pensioni; trovavano una famiglia, perché erano pochi gli studenti, no? Trovavano una famiglia che gli davi, non so, dieci lire al mese e gli passava vitto e alloggio.

Kai: ah. Capito.

Anche la figlia mia prima, la Cristina, è stata in una casa, in una famiglia perché ancora non c’era le corriere.

Ospite: oppure questo era il pullman degli studenti.

Dopo so arrivate le corriere. Dopo la guerra, perché dopo la guerra c’è stato lo sviluppo tutto una volta, e allora le corriere facevano l’orario. Partivano alle 7 e mezzo, come adesso, e tornavano a quell’ora lì.

Kai: bene.

Però anche lui, lui pure è stato su una famiglia, non andava con la corriera.

Ospite: perché le corriere a quel tempo andavano il mattino alle 6

Kai: molto presto.

Ospite: e tornavano alle 2, alle 3. Allora, sa, tutta la giornata si stava in viaggio.

Kai: si, si, vero.

Poi il freddo… allora le famiglie… i ragazzi, che erano pochi, andavano dalle famiglie che si conoscevano.

Kai: si, si. E la politica prima della guerra: che c’era quel partito di…

Prima della guerra?

Kai: si.

Partito Nazionale Fascista.

Kai: soltanto quello?

Si, soltanto quello. Dopo c’erano la dittatura, dovevi essere fascista: se volevi lavorare la prima cosa dovevi presentare la tessera. Se dovevi prendere un impiego, la prima cosa iscritto al partito, se dovevi andare…. Quelli non iscritti al partito se la passavano male. Venivano tenuti d’occhio, capito? Dovevano, dovevano… non so, tante persone quando passava, non so, col gagliardetto fascista che usavano il cappello, non salutavano: le botte, le botte, le botte.

Anche Fronzi, ti ricordi Fronzi?

Kai: si.

Domenico, mi raccontava che lui, io non sapevo niente, stavo lì a Ponte Garibaldi col cappello, così, allora andava i cappelli, passavano quelli, tutto un momento purupum purupu, il cappello nel fiume, perché stava a Ponte Garibaldi, no? Il cappello nel fiume, le botte che gli dettero.

Kai: chi ha fatto quello?

I fascisti. Perché Fronzi non si levò il cappello. E non salutò.

Ospite: quando passava la fanfara col gagliardetto, sarebbe il fascio… no? Tutti dovevano togliersi il cappello. Chi non se lo toglieva, gli menava.

Salutare sull’attenti, no? Saluto militare. E qualcuno i primi tempi non ci faceva caso.

Kai: si è dimenticato.

Fronzi che era un po’ così…, era giovane, allora non si levò il cappello ne niente: le botte… il cappello nel fiume, gli cascò e se lo portò via e un sacco di botte. Cioè non si poteva non essere fascisti, perché senno non c’era lavoro.

Kai: e chi era l’amministratore?

Qui? Il Podestà, che era nominato sempre però da loro. Tesserato(?) provinciale del partito fascista. Allora c’era… a Pievetorina faceva un po’ de indagini, quello… Podestà, facciamo quello perché è una persona che ci può stare, ma deve essere iscritto e doveva ubbidire agli ordini del partito. Capito? Governavano sempre … se al partito non gli andava bene, via, alla sera lo mandava via, alla mattina pronto un altro.


Kai: e tu ricordi Ugo Marini?

Si, si, si. Ugo Marini era un focolaio, era un po’ impulsivo, prendeva subito posizione, era fascista anche lui.

Kai: ma lui aveva qualche difficoltà con quel Podestà?

No, no. Si, so una volta con Benzo Antonelli, non so per quale motivo, ero piccolo… Però Marini Ugo prendeva subito le cose di petto. Subito, era… ragionava poco, subito era…

Kai: si, si. E tu…

E la famiglia Marini era tutta quanta, anche Peppino era andato via volontario in Africa. Poi da fascisti so diventati tutti quanti comunisti. Non si spiega. Era cattolici, tutti atei.

Kai: non ho capito.

Era una famiglia molto cattolica, fascista.

Kai: quale era?

Ugo Marini, i figli: tutti fascisti. Dopo la guerra so diventati tutti quanti comunisti. Cominciò Peppino, ha proseguito Giovanni, ha proseguito Mario, insomma hanno rinnegato un po’ quello che erano. E anche per la Chiesa, per il cattolicesimo, era una famiglia molto cattolica. La madre di coso… anche Ugo, la madre Peppina, sora Peppina era… po te la ricordi: tutta de chiesa.

Kai: si, si, si.

E i figli alla ….(?) la pagavano tutti quanti. Ha cominciato Peppino.

Kai: anche tua famiglia era…

Si.

Kai: tutte le famiglie…

Tutte le famiglie era … perché la Chiesa era un po’ il richiamo della gente, non so, molta gente che, vedi diceva Beppe ieri, le lettere le mandava il parroco perché i genitori non erano in grado di scrivere. Allora andavano tutti quanti dal parroco a chiedere aiuto, a chiedere consiglio. Quando non sapevano notizie… allora il parroco insomma… I parroci si davano da fare per poter aiutare queste famiglie, quindi c’era anche questo motivo di… anche per interesse magari, che te posso di? Perché il parroco era sempre la persona a cui andare a ricorrere in questi casi, in difficoltà, capito?

Kai: si.

Il parroco o la maestra. C’era i maestri pure…

Kai: i maestri di scuola?

Si, delle scuole. Insomma la gente si affidava anche a loro per queste cose. Per le notizie, per le lettere, anche tra fidanzati che non sapevano scrivere, andava dal prete o dalla maestra si faceva scrive la lettera al fidanzato.

Kai: ah, capito, interessante…

Molti, molti scrivevano al fidanzato, perché a scuola ci andavano pochi eh, la campagna … faceva la prima la seconda e la terza.

Kai: si.

Terza elementare imparavano poco perché …

Kai: e tu ricordi i genitori di Ugo o erano già morti?

I genitori di Ugo no, non li ricordo.

Kai: c’era anche la nonna, la madre di Ugo.

La madre di Ugo? Mi pare il padre di Ugo l’ho conosciuto, l’ho visto, me sa, mi ricordo guardando le fotografie una fisionomia che ho visto, però da piccolo. Perché Ugo era dell’età di mio padre, no?

Quindi il padre era ancora più vecchio.


Kai: anche tu eri soldato?

Un soldato? Si. Io sono partito quando la guerra stava per finire.

Kai: ah.

Perché c’aveva chiamato un anno prima. Peppe un anno prima, no? A noi ancora un anno prima. Quindi io c’avevo 18 anni quando so partito. Stavo sui Bersaglieri. Eh, nei Bersaglieri c’era da sgobbare eh? C’era da correre. Però presi la patente della macchina e allora riuscii ad andare a fa l’autista con i camion con… si chiamava Autocentro.

Kai: capito.

Io stavo al 6°. A Bologna c’era il 6° Bersaglieri, il 6° Autocentro, il 6° Genio, tutti…

Ospite: a Bologna è stato lui.

Kai: si.

E a Bologna facevamo scuola guida, trasportavamo soldati di qua e de là, andavo su verso…

Kai: che anno?

43, primavera 43.

Kai: e che cosa è successo nella guerra?

A Bologna si, a Bologna dunque… bombardavano spesso, la notte, e noi dormivamo sotto il colonnato di San Luca. Probabilmente sei stato a Bologna, si? San Luca sta su alto, no, la chiesa, e c’è tutte le colonne, tutta la strada sotto le colonne; gradini e coperta… com’è chiamata? I portici, sotto i portici: so 5 chilometri, eh? Allora raccontavo una volta a lui che hanno bombardato, alla stazione di Bologna i traditori lasciarono due cose di … due convogli ferroviari carichi di materiale bellico: bombe, eccetera. Arrivarono gli Americani con le fortezze volanti… bianche erano… allora quella sera c’era la luna… l’allarme, noi a corre su sti, sotto questi porticati per andare su in alto. Su in alto le fortezze volanti ce passavano a 100 metri.

Kai: mamma mia.

Perchè da li si abbassavano. Noi sentiamo questi scoppi, una paura, corri, corri, corri, corri, corri, corri… abbiamo corso fino a che s’è fatto giorno. Quindi avremo fatto 20-30 chilometri, non lo so, senza sapere dove stavamo: dove starà Bologna?

Ospite: di notte era, no?

Kai: si, si.

Dopo s’è fatto giorno, però la direzione di Bologna non… allora sentivamo qualche scoppio, allora da quella parte: cammina, cammina, cammina, insomma…

Kai: cammina, a piedi?

A piedi, a piedi. Ad andà via tutta de corsa l’abbiamo fatta, abbiamo corso sempre dalla paura, quindi non ci siamo resi conto di quanto eravamo andati lontano da Bologna. Poi, piano piano, siamo rientrati così, un po’ a occhio, sentivamo un po’ gli scoppi, siamo arrivati in caserma a mezzogiorno, l’una: stanchi… avevamo fatto 30 chilometri di corsa e 30 al passo.

Kai: mamma mia.

Perché la paura era tanta. Scoppiavano lì… il finimondo, il finimondo, era proprio… infatti misero subito la cosa… quando non se po’ uscì, com’è?

Ospite: coprifuoco.

Coprifuoco: più di tre persone insieme non se andava senno te arrestavano subito: coprifuoco. Tre persone massimo, se andavi in quattro te arrestavano. Era chiamato coprifuoco e potevi uscire dalle 9 alla mattina alle 6 della sera.

Kai: i soldati non potevano uscire?

Neanche i civili.

Ospite: neanche i civili: quando c’è il coprifuoco di notte non poteva uscì nessuno, sennò ti ammazzavano.

Kai: chi ammazzavano, i fascisti?

Ospite: i soldati stessi.

I soldati: c’era le ronde che facevano servizio…

Ospite: era tipo polizia militare.

Kai: si.

Ospite: se vedeva in giro più di 3 persone glie sparavano. Alla notte chi vedevano sparavano, perché c’era il coprifuoco.

Avevano paura dei complotti, capito? 10 persone avrebbero potuto fare un’azione, non so…

Kai: certo.

Allora al massimo 3 persone. Madre, Madre e figlio. Se avevano un altro figlio, a casa il figlio, solo un uomo: tre persone.


Kai: e quando l’Italia si è arresa?

Questo è stato verso i primi di luglio, quando già i Tedesc…, si, i cosi, sbarcarono allora in Sicilia.

Kai: si, si.

Che Mussolini diceva: “Li fermeremo sul bagnasciuga!” Sulla spiaggia. Invece sbarcarono con li carrarmati e… capirai! Vennero su… E poi bombardarono ancora sempre Bologna, spesso, tanto che una volta facevamo scola guida e vedevamo tutti i ciclisti correre, le persone a piedi correre, le… ma do vanno tutti quanti con questa fuga, no? Alla fine arrivava un ciclista, ce passa avanti, e ci ferma. Dice: “A terra! A terra! Bombardamento!” C’era un sole, era sempre più… le fortezze volanti, bianche, sull’occhi sbattevano… (?) uuuuu, allora, sotto le piante di frutta… perché a testa bassa, bum bruuuuuum, la frutta sopra la testa… bum, le bombe a 100 metri, 200 metri, perché erano tremende… bum, noi, sta frutta, fermi, così coperti di frutta …

Kai: ci sono state mele o…

Tutta la frutta con l’aria… erano pesche, erano di mele, era un po’ tutta, e dopo tanto, dopo una mezzora, tutti sti mucchi di frutta per terra… perché con lo spostamento d’aria, la bomba…

Kai: quando era, 43?

43, sempre 43.

Kai: ma questi frutti non sono stati maturi?

Eh, forse erano anche maturi, però chi li portava?

Ospite: lo spostamento d’aria, no?

Kai: si, si.

Tutti assieme li portavano. Prima li prendeva un po’ per volta, no?

Kai: si, si.

Invece tutt’assieme, io che fine anno fatta non lo so, perché … fino a che dopo, l’8 settembre, venne l’armistizio. E non stavamo a Bologna, c’avevano portato a Castel San Pietro dell’Emilia.

Kai: Emilia, si.

Eravamo mobilitati perché dovevamo andare in zona operazione. Quando uno era mobilitato…

Ospite: ti portavano in zona di guerra.

Allora andammo in Juguslavia, però…

Kai: come soldato o come?

No, no, come autista. Come soldato: ti davano il camion e tu guidavi…

Kai: ma in Italia non c’erano più i fascisti, il governo più?

C’era, c’era. Fino all’8 settembre c’era. E noi in Jugoslavia dispiaceva perché … [fine nastro]

Kai: allora continuiamo, ieri tu sei stato in Jugoslavia …

Come autista dell’esercito… però siamo ritornati perché è arrivato l’8 settembre.

Kai: si.

Allora ci siamo salvati. Siamo tornati indietro, siamo ritornati al comando a Bologna, da Bologna a Castel San Pietro in Emilia dove c’eravamo prima di partire. Siamo ritornati… in quel tempo, in quei giorni, il giorno dopo, l’ordine era di fermare i Tedeschi. Perché i Tedeschi venivano giù, volevano occupare l’Italia, cioè dal Brennero si spingevano verso il Sud per occupare l’Italia.

Kai: si.

Perché l’Italia aveva tradito e quindi andava diciamo… Senonchè i primi 2 o 3 giorni i Tedeschi passavano in 4 o 5 un po’ spaiati, un po’ sbandati, noi cercavamo di fermarli, ma questi o dovevamo sparare, con il rischio della vita, oppure non fare niente. E allora, siccome erano pochi, 3 poi 5, poi 2, non valeva la pena di andare alle maniere forti. Solo che dopo il 4°-5° giorno cominciavano a venire i famosi Tigre tedeschi, i carri armati. I tedeschi prima hanno cercato di invadere così, poi piano piano hanno messo le mani forti perché dovevano occupare l’Italia, no? Sennò era un nemico alle spalle. Allora so arrivati con questi carri armati, primi carri armati Tigre di 30 tonnellate che sembravano enormi, no? Per sti tempi, allora noi, gli ufficiali non c’era più nessuno, i primi traditori sono stati gli ufficiali, si sono messi in borghese e sono andati a casa. Noi di soldati abbiamo cercato di trovare qualche vestito borghese, sennò ti riconoscevano e te prendevano. Io c’avevo una persona di qui di Montecavallo sposata a Bologna, nella quale io avevo lasciato il vestito da borghese e alla sera in libera uscita andavo lì perché uscivo in borghese. Feci parecchi stratagemmi per trovare questa casa, per non farmi prendere, quando andai per il vestito mi disse “sono passati altri e glieli ho dovuti dare” perché la gente, veramente, collaborava. Allora presi per la campagna, andai in un casolare e una signora mi disse “ti posso dare questa camicia”. Metto una camicia di una stoffa speciale, Kai, che è durata 20 anni. Metto sta camicia, poi prendo il treno: i treni affollati, sopra i treni… siamo partiti di notte, siamo andati a Civitanova con un amico mio. Da Civitanova questo mi disse: “prendiamo la ferrovia perché non c’è nessuno”. Senonchè la ferrovia al primo ponte c’erano le guardie con le cose, con le … perché sorvegliavano che la ferrovia non fosse rovinata. Allora siamo dovuti tornare, pensa troviamo una bicicletta nella stazione, questo mi dice “salisci”, la rubò, io salii. Ma io non mi sentivo, non ero di quelli che si mettono a rubà una bicicletta, io non l’avrei mai toccata una bicicletta, questo invece in canna abbiamo fatto una ventina di chilometri fino a Civitanova, in bicicletta. Fino a Macerata cioè, fino a Macerata.

Lui andava a Corridonia e io per venire a casa presi il treno e andai a Camerino. Perché corteggiavo Fernanda, sapevo che stava a Camerino.

Kai: tu sei stato sposato a quel tempo?

No, no. Però corteggiavo. E allora a Camerino e poi tornai a Macerata. Per vedere un po’ a Macerata…

Kai: i tedeschi non sono…

I tedeschi arrivavano, ma c’erano anche i militari italiani e trovai qui Rossi, che lo presero. E allora mi misi dentro un coso, dentro un gabinetto della stazione, poi presi la bicicletta a noleggio, gli lasciai 25 lire (perché a quei tempi…) e venni a casa.

Kai: in bicicletta.

In bicicletta. Però poi la dovetti riportare giù. Allora riportar giù serviva come scusa per ritornare a Camerino, e ripassà a Camerino e rivedè Fernanda. Poi venni a casa. E passò un po’ di giorni che non… insomma stavamo ognuno così, ad un certo punto mettono un manifesto: “tutti i militari fuggiti devono ripresentarsi, causa fucilazione”. Mica scherzi. Allora tutti per le montagne.

Kai: Anche tu?

Anche io. Io stavo qui a Rota Nera, ti ricordi quando andavo a spasso dicevo questa è Rota Nera?

Kai: si, si.

Perché stavo con Cairoli che faceva i boscaioli. Quello che c’ha la ferramenta, no? Loro lavoravano nei boschi, operavano nei boschi. Allora io facevo da boscaiolo, anche se non lo sapevo fare, e stavo lì, dormivamo sotto la tenda. Ce portavano da mangiare, ma di nascosto, la notte, perché se ci trovavano…

Kai: chi portavano da mangiare?

Le famiglie. Veniva uno per tutti. Portava su, non so…

Kai: si, si.

Portava su, non so… poi c’avevamo lì un caldaio che cuocevamo la pasta però c’era sempre pericolo che il fumo potesse fare da spia. Però ci siamo arrangiati lì. Poi è venuto l’inverno e d’inverno si stava male. E siamo tornati a casa, tutti dentro le case, nascosti. Io ho fatto una buca di fronte al campo, lì, papà era bravo, … in caso di necessità mi mettevo dentro sta buca, copriva…

Kai: dove era questa casa?

Vicino a casa, in fondo a casa, questa casa dove sto adesso, allora c’era il campo, no? Preparavo una buca con delle tavole sopra, con l’erba, di modo che … poteva anche capitare che pistavano lì, però difficile perché… Dopo però che è successo? Che a questi sono subentrati i così detti Partigiani, i quali hanno rovinato tutto perché andavano per le case a rubare, da mangiare non è che dicevano dammi una fila di pane: entravano dentro casa pigliavano quello che trovano, vestiti… a noi ce svaligiavano il negozio, un sacco di anni proprio. Poi che succedeva? Che quando passavano i tedeschi loro gli sparavano da 300 metri, per cui i tedeschi passavano più che altro…

Kai: con la ritirata o prima della guerra?

Dopo, andando avanti, dopo l’8 settembre, dopo l’armistizio, noi eravamo… la guerra proseguiva contro i tedeschi, quindi noi avevamo fatto un grande tradimento, alto tradimento perché da alleati siamo passati a nemici.

Kai: sono passati?

Gli italiani erano alleati dei Tedeschi, no? L’8 settembre, con l’armistizio, gli italiani so andati contro i tedeschi. Non è che hanno alzato le braccia e basta: hanno, si sono riorganizzati contro i tedeschi. Perché, naturalmente, agli inglesi e agli americani facevano comodo anche gli italiani, no? Allora i tedeschi qui più che altro passavano con le sidecar, perché uno guidava la motocicletta e quello col sidecar stava col moschetto… allora questi (?) partigiani sparavano da lontano e i tedeschi si fermavano. Fino a che, verso la strada dopo Polverina, una volta spararono ai tedeschi, questi fecero finta di niente, la mattina dopo circondarono le … di Pozzuolo, no? Quella parte laggiù, presero tutti quelli che trovavano e li fucilarono tutti: 67 – 68.

Kai: mamma mia. Ma non c’erano tedeschi uccisi?

Tutti rifugiati. Questi erano lì dietro una chiesa che se vai a vederla ti fa… c’è una cosa in discesa così …

Kai: ma i partigiani avevano uccisi quanti?

Perché i partigiani, stupidamente, … non avevano ucciso nessuno. Però hanno sparato più volte su quelle curve dopo la Polverina, no? Di nascosto, dietro… I tedeschi se uno li lasciava fare, non dicevano niente, passavano e via. Perché anche c’era qui, più che tedeschi c’erano austriaci, i quali erano più benevoli. Capito?

Kai: si.

Quindi se tu li lasciavi fare, se anche ti chiedevano da mangiare, li facevi mangiare: “Arrivederci, arrivederci!” Ti salutavano. Se tu però davi fastidio...

Kai: certo.

Come a Roma, no? Le Fosse Ardeatine, quello sciocco mise quella bomba, no? C’erano i bandi, i manifesti che per ogni tedesco ucciso, dieci… con quella bomba ne uccisero 34 e alle Fosse Ardeatine, i tedeschi ce ne devono sta 340, perché la legge marziale vigeva e quindi quello… dove essere fucilato anche quello che ha fatto l’attentato, no? perché ha messo a repentaglio la vita di 350 cittadini, tra i quali anche le persone per bene. Perché loro, quelli sono usciti, la sera quelli che hanno trovato, c’era anche qualche birbante, ma c’era anche qualche persona per bene. Perciò non si agisce a tradimento.

Troppo tradimento c’è stato verso i tedeschi.

E questo è stato pagato a caro prezzo. Perché poi a fine guerra, i partigiani tutti con la medaglia, quell’altri nessuno.

Se c’era libero un posto: partigiano? Primo in classifica. Entrava in un posto e non lo gridava perché quello poteva far ammazzare altre persone. Quindi prelevavano, non so, persone… io volevo essere fascista perché, così… per mangiare, ho ripiegato, … ma se vai alle comunali, per esempio a Pievebovigliana una brava persona c’aveva cinque figli, lo presero di notte e lo fucilarono in campagna, poi lasciato lì con cinque figli a carico. A Visso, impiegato di banca che era segretario del partito, impiegato modello, con la moglie, una famiglia proprio per bene, presero di notte, fucilato, giovane, c’aveva 35, 30 anni.

Kai: chi ha fucilato chi?

I partigiani fucilavano questi qui, capito? Erano fascisti nel senso … perchè per piglià il posto erano fascisti, no? Però anche questi partigiani, c’erano anche i fascisti che avevano cambiato faccia, capito?

Kai: si, si.

Essendo anche loro fascisti, hanno fatto finta, hanno finto di non essere fascisti, invece erano stati fascisti anche loro e malgrado questo facevano del male ai loro commilitoni di qualche anno prima. Perciò è stata una guerra civile ingiusta, ingrata, proprio senza…

Kai: si, proprio ingrata. Terribile.

I tedeschi poi erano rispettosi.

La linea di Cassino, non so se tu la storia l’hai studiata, Cassino hanno fatto la linea del fronte. Cassino era l’abbazia più bella del mondo, no?

Kai: esatto.

Del mondo. I tedeschi quando hanno visto, hanno capito che gli inglesi, gli americani volevano bombardare, hanno lasciato Cassino.

Kai: gli americani…

Gli americani l’hanno distrutta lo stesso.

Kai: si, si, sono stati così stupidi.

Gli americani non guardano a niente.

Kai: bum bum bum bum.

Su questo lato gli americano sono più cattivi di noi perché non …

Kai: si, si, certo.

Rilasciano la bomba con facilità. Se colpisce, colpisce, sennò se invece dell’ospedale colpisce una chiesa per loro è lo stesso e distrussero l’abbazia di Montecassino mentre invece i tedeschi, pensa, benché erano tedeschi, l’avevano sgombrata per non farla bombardare. Quindi fecero un atto proprio di grande solidarietà, di grande … benevolenza verso la Chiesa, verso tutto quanto. Invece gli inglesi, gli americani distrussero Cassino lo stesso. Sfondato Cassino, passarono le truppe e finì in ritirata e su su fino all’epilogo, al Dongo dove a passare … presero Mussolini, no? Con tutto il tesoro con l’amante, con la Petacci, lo portarono a piazza Loreto a Milano e lo appiccarono a testa in giù e l’ammazzarono.

Mentre invece gli inglesi e gli americani lo volevano vivo Mussolini.

Kai: devono?

Lo volevano vivo, non morto. Lo volevano vivo perché lo ritenevano forse una mente, non so … per quale motivo, oppure non so, per la storia, per l’avvenire, mentre invece sempre i partigiani li fucilarono. Quello fu un atto barbaro, no? In piazza, a testa per in giù …

Kai: si, Piazza Loreto.

Poi da lì la guerra tracollò e finì la guerra così.

Kai: si, si. E questo… quando i tedeschi si sono ritirati, sono andati via, per questa via, per via Roma?

Hanno preso… questa qui era la strada… la Valnerina era più nascosta come strada, non era esposta. Mentre invece quella di Spoleto è esposta, no?

Kai: molto…, si, si…

Questa invece era stretta, tutta piena di scogli, di piante. Perché adesso l’hanno accomodata meglio, ma prima prima era proprio… tutta la zona lì del Perugino, a Terni venendo su, era una strada in cui gli apparecchi non… era difficile individuare una colonna autocarri, perché era la strada era più stretta di adesso, era tutta piena di alberi, di macchie e i tedeschi preferivano questa strada per passare.

Kai: certo.

Capito? Anziché la strada statale.

Kai: e hanno passato per qua?

Si, si. Tanti, tanti. Eh! Passavano notte e giorno, camion, carrozze, cose… molte, molte, molte, loro c’avevano molte sidecar.

Kai: e di andare dove? Dove sono andati?

Da qui dopo andavano verso Roma, no? A venì giù prendevano verso l’adriatica, poi andavano su dalla parte dell’Adriatico, verso là, verso quella parte di Ancona, Fano, andavano su. Facevano l’esse qui. Perché venivano tutti da questa parte e poi prendevano l’altra strada. Attraversavano dal Tirreno all’Adriatico, no?

Kai: si.

Come facciamo adesso noi. Attraversavano dal Tirreno all’Adriatico, in questa traversa c’è la strada nostra.

Kai: capito.

La strada nostra, da Roma, no, viene in qua poi va in Ancona, se uno vuole. Prosegui vai in Ancona, tutto il giro.

Kai: si.

Loro facevano il giro, ma poi dopo quando si ritiravano, camminavano, andavano su.

Kai: si. E quando passavano non hanno fatto niente?

Qua buttavano giù qualche ponte, poi se avevano fame si fermavano in qualche posto, loro prendevano più che altro i maiali.

C’era la famiglia, la famiglia era brava perché aveva paura, no? Non ti potevi rifiutare.

Kai: no.

Allora c’aveva un maiale… “C’avete un maiale?” Non è che però te lo levavano… diceva “Si, prendi il maiale”. Lo scotennavano loro lì, dentro una caldaia facevano bollire l’acqua, metteva dentro sto maiale e lo mangiavano così a pezzi. Non come noi che facciamo salsiccia, loro mangiavano… anche la fame…

Kai: si, lo credo.

E i tedeschi erano, oramai esausti, no? Finito tutto quanto erano distrutti, no? Perché erano rimasti soli, soli contro il mondo, no?

Kai: si.

Perché la Russia la, la Polonia contro, la Francia contro, la Slovenia, la Jugoslavia non ne parliamo, peggio ancora, l’Italia contro, la Grecia contro e quindi erano rimasti isolati. Hanno fatto le battaglie, diceva la cosa la… “I Tedeschi vincono tutte le battaglie, ma perdono poi tutte le guerre.”

Perché vincevano le battaglie perché cominciavano contro uno, contro un altro e c’andavano con tutti i sentimenti, però poi, quando so rimasti soli, non potevano più cosare. La battaglia di Stalingrado è stata… l’hai seguita Stalingrado?

Kai: si.

La storia di Stalingrado è durata mesi e mesi, casa casa, finestra per finestra, perché se prendevano Stalingrado, i tedeschi se prendevano Stalingrado…

Kai: era finito.

Eh, potevano ancora cosare perché bloccavano tutti gli aiuti russi, tutto quanto.

Perché i tedeschi, non so se tu l’hai saputo, in Russia si sono trovati male perché i treni non avevano lo stesso binario.

Kai: si.

Capito?

Kai: si, per il diverso…

Hai saputo questo?

Kai: si.

Eh, lì si so trovati male no? Perché se si trovava gli stessi binari semo(?) arrivati sei mesi prima.

Kai: certo.

E allora… perché Stalingrado era un punto importante.

Kai: si, si.

Hanno fatto la battaglia di Stalingrado, noi per radio perché ancora non c’era ancora la televisione, si sentiva proprio, raccontavano gli inviati, proprio hanno fatto la guerra casa casa, finestra per finestra, proprio da uno all’altro.

Kai: si. E voi a quei tempi avete il radio?

Si, la radio.

Kai: la radio?

Si, radio. La sera c’era radio Londra che parlava, c’era Appelius che parlava… per ultimo diceva “Iddio stramaledica gli inglesi!”. Per questo…

Kai: come?

“Iddio stramaledica gli inglesi!”

Kai: ah, capito.

Cioè maledice, no? Stramaledice è più grave. Si dice “sia maledetto… un nome” tiri su, no? Tanti dicono sia benedetto o maledetto, li era “stramaledetto”, era più grave, capito?

Kai: si. Tu hai sentito, hai ascoltato a Mussolini quando, prima della guerra o hai visto Mussolini?

Mussolini?

Kai: si.

Da vicino no.

Kai: da lontano?

Da lontano si. Perché Mussolini una volta è venuto a Macerata e allora qui tutto pronto perché la macchina, passa Mussolini, tutti i manifesti, tutti i gerarchi, perché ti obbligava a fare la divisa eh? Mussolini in divisa: stivaloni, pantaloni e giacca d’orbace: i soldi non tutti ce l’avevano per fasse… però lo dovevi fare per forza. Invece che prese? Arrivò con l’aereo a Sfarzacosta, che c’era… A Sfarzacosta c’era un campo d’aviazione.

Kai: un campo di?

Di atterraggio.

Kai: Atterraggio, ah, capito.

Adesso non c’è più, adesso c’è… così partì da Roma e atterrò a Sfarzacosta. Da lì andò a Macerata. Quindi tutti i preparativi per le strade: a monte. Tutti a bocca larga.

Mi ricordo mio padre, allora era Podestà, dovette andare a Macerata anche lui, eh? Vestito, si metteva gli stivaloni, vestiva col… tutti quanti, tutti i Podestà, tutti i segretari politici, tutte le autorità a Macerata. E venne Mussolini. Prima della guerra, poco prima della guerra.

Kai: e dopo la guerra che cosa succede con voi e la vostra famiglia, che cosa avete fatto?

La nostra famiglia, tutti abbiamo dovuto ricominciare da capo. Tutti da capo. Perché noi, il negozio, c’avevano svaligiato, quindi erano tempi un po’ duri. E, non so, in campagna tanti, che stavano sulle strade, magari c’avevano 10 maiali, ne facevano 8: erano rimasti con 2 maiali. E, non so, a qualcuno qualche affresso(?) qualche cosa. Tutti hanno subito qualche cosa. E poi la produzione era stata meno, no? Perché per i campi la gente ci andava meno, aveva paura. Le donne non uscivano. E allora… gli artigiani non lavoravano, lavoravano poco, non so, le scarpe se rompevano non c’era chi le accomodava, e allora tutti un po’ nascosti. Poi, piano piano, c’è stata una ripresa abbastanza buona, perché la gente si è messa a lavorare di lena e piano piano… Poi so venuti i mezzi di comunicazione, le macchine, so aumentate, capito le…, prima invece la macchina non c’era: per andà a Macerata bisognava andare o in bicicletta o con la motocicletta, io pure avevo comprato una motocicletta per andare in giro, poi piano piano con la macchina fino… Dopo gli anni 50 la gente ha cominciato a muoversi di più; sono cominciati molti matrimoni, perché tutti quelli che avevano fatto il militare…

Kai: si.

Quindi i paesi si sono ripopolati. Si sono ripopolati, si sono aggiornati, e poi dopo invece, più tardi, tutti i coloni lasciavano la terra per andare a Roma a fare i portierati. I portieri su li palazzi. Andava dall’aria aperta e pura come qui, andava dentro quelle case a pulì le scale a lavare le scale che era un lavoraccio. Chi è rimasto qui, con la terra, si è difeso bene. Ed è rimasto con più salute, con più cose…

Kai: si, si. Allora qualche altra cosa che vuoi dire della guerra, di come è andata la guerra con voi, o abbiamo finito?

La guerra?

Kai: finito la guerra?

Finito la guerra…

Kai: c’è qualcosa che vuoi dire?

Dunque la guerra è finita… noi abbiamo … Abbiamo mancato nell’aiuto ai tedeschi, in Albania per esempio, no? Gli albanesi sconfissero e arrivò la Germania, aiutò. Laggiù in Africa, come diceva Simoni, dice la ritirata su una posizione, invece era la ritirata perché quelli stavano dietro, diventavano prigionieri, quindi non… Dopo finita la guerra, che altro ti posso dire?

Kai: questo conflitto fra comunisti e gli altri?

Si, si. Uh! Dopo del quarant… [fine nastro].