interviste di Kai Nebel

Adorna e Maria Marini 1/3

Adorna Marini

Adorna e Maria Marini 1/3

AUDIO Intervista di Kai Nebel ad Adorna e Maria Marini 1/3

Adorna Marini

Adorna: io sono Adorna Marini, sono nata a Foligno il 7 novembre del 1932.

I ricordi che ho di Foligno sono pochissimi. Il primo che ricordo (e lo ricordo con un po’ di paura) è il terremoto: ricordo che babbo, mamma e i fratelli dal terrazzo buttavano i materassi perché andammo a dormire nell’orto. E questo mi rimase molto impresso con paura.

Kai: quanti anni avevi?

Adorna: il terremoto non ricordo che anno era… forse 3 anni.

Poi di Foligno ho un altro ricordo: che veniva la nostra cugina Elisa Lucarelli. Era ospite di mamma perché era venuta ad imparare a fare la sarta. Era venuta a scuola di taglio.

Kai: chi era?

Adorna: Elisa Lucarelli, la sorella di Gianbattista, di Giannina, di Adele. E mi ricordo che eravamo a sedere vicino al focolare e lei mi faceva i boccoli nei capelli con strisce di carta: prendeva la carta, faceva tutte strisce e mi faceva questi boccoli.

Poi mi ricordo di Foligno un’altra cosa: che avevamo un orto che per me era grandissimo, che c’erano due filari di frutta (che erano pere, non mi ricordo se che frutta era), poi ricordo la casa di Belluccini (lui faceva il ferroviere) che aveva dei figli che suppergiù avevano la nostra età (di Gabriele, di Mario, di Venanzo e forse anche di Maria e la mia). Perché anche loro erano 3 maschi e 3 femmine (me sembra, Maria forse ricorda meglio).

Ricordo questa casa che era sopra la nostra, più su, e andavamo a giocare lì.

Mi ricordo della signora… lui si chiamava Belluccini Eugenio e lei… non mi viene in mente! (Maria se lo ricorda). E mi ricordo però che la casa loro era… da noi c’erano più piante… questa casa era un 30-40 metri più su, grande… dalla finestra parlavamo… la signora, come si chiamava la Belluccini Maria?

Maria: Sora Dina.

Adorna: Sora Dina! Volevo dirlo la signora Dina, però mi sembrava che non mi suonava, e Sor Eugenio: ho ricordo di loro. Poi ho ricordo nella strada di sotto ho ricordi di Foligno, non molti, e poi ricordo di Foligno che noi partimmo col treno a Foligno e ci venne a salutare Paglialunga (però io ero un po’ più grandina) perché andavamo a Ferrara e salimmo sul treno (e lì proprio rimasi male e questo ricordo che Venanzo me lo ricorda sempre): io salii sul treno e mi feci la pipì addosso! Te lo ricordi?

Maria: no questo non me lo ricordo.

Adorna: questo me lo ricordo perché io diventai rossa rossa e ci accompagnò al treno con il ca…

Maria: con la macchina zio Checco.

Adorna: no! A Foligno vene Paglialunga te lo ricordi?

Maria: si Paglialunga me lo ricordo.

Adorna: e non mi ricordo con chi andammo là… ci venne a salutare lì al treno e io mi ricordo proprio che ero salita (sul treno c’è quel pezzetto) e mi feci la pipì. Che Venanzo me lo ricorda sempr … o Venanzo o Mario non me ricordo.

Maria: perché non osavamo dire “devo andare in bagno”

Adorna: no, perché feci brutta figura!

Maria: ma anche perchè te la facesti addosso perché fino ad allora non potevamo dire “devo andare al bagno”

Adorna: no, me la feci addosso, Maria. Me l’ha fatta addosso! Se perché non lo so (ridono): non c’è scusante!

Maria: si c’è, c’è: non osavamo dire niente Adorna mia. Io non osavo nemmeno dire ciò sete!

Adorna: ecco io di Foligno per esempio non mi ricordo né di Peppino, né di Gabriele, né di Mario, per me non

Maria: ricordo di babbo che aveva lasciato l’ombrello e il cappello nella sala d’aspetto

Adorna: sul treno, sì, anch’io!

Maria: allora eravamo già sul treno belli e tranquilli… vedo babbo di corsa “oh il cappello e l’ombrello!” saltare i binari (perché invece bisognava andar sotto), invece vedo queste gambe lunghe di babbo saltare i binari … per… noi che guardavamo

Adorna: e noi sul treno ad aspettarlo!

Maria: e ritornò col cappello e l’ombrello.

Adorna: si, questo me lo ricordo anch’io. Però sennò di Foligno non ricordo neanche… che siamo andati dalle suore, no? Io no!

Maria: io si, all’asilo con Venanzo: le suore erano proprio cattive Adorna! Qualsiasi cosa si rompeva era colpa o mia o di Venanzo. Forse perché tutte le altre bambine erano molto ricche: le madri venivano, dicevano alle suore quello che volevano per la figlia loro, mentre mamma, sai, sempre molto modesta, ma ci incolpavano sempre di tutto. E io mi sentivo proprio un complesso, ma capii che c’era giustizia in questo mondo quando andammo… l’ultimo giorno di scuola mamma andò a ritirare i vari quaderni di disegno e siccome i miei, mi ricordo, erano tutti molto brutti perché non li sapevo fare e loro non mi aiutavano… però quel giorno non riuscivano a trovare il mio quaderno, allora me dettero uno di un’altra (di un’altra ragazza che forse ne aveva due, non lo so), ma insomma erano tanto belli che dissi: vedi, il Signore ha fatto giustizia; il mio era brutto e adesso c’ho quello della più brava della classe! E mi ricordo questo come fosse adesso perché era una grande ingiustizia.

Adorna: del terremoto ti ricordi tu?

Maria: mi ricordo, ma tu pure.

Adorna: mi ricordo solo che dal terrazzo (te lo ricordi?) buttavano giù i materassi, le lenzuola, per andare a dormire in cima a questo orto che a me sembrava immenso che poi invece ho rivisto è piccolissimo.

Maria: però nell’ultimo angolo c’era la casina dei polli: lì, dietro lì, misero su la tenda dopo questo terremoto che babbo diceva che gli era caduta la bicicletta che aveva appoggiato contro il muro era caduta fuori e io stavo male, stavo a letto nella camera di sopra e stavo lì tutta tranquilla e contenta perché vedevo questi calcinacci che cadevano, Adorna, e facevano un disegno sulla coperta rossa nel letto e tranquilla mi stavo a vedere i disegni…

Adorna: era la coperta quella rossa di seta che mamma poi ce l’ha messa negli stracci.

Maria: comunque, poi vedo mamma che precipitosamente arriva e dice “figlia mia vieni, vieni, vieni”. Mi prese su con tutta la coperta e mi ricordo come fosse adesso andò giù per le scale così in fretta che quasi cadeva e si teneva alla ringhiera e mi portò fuori.

Kai: e tu?

Adorna: io no, questo non lo ricordo. Ricordo che mamma… (io stavo in fondo alle scale) andò a prendere Maria e ricordo queste scale che facevano così… poi andammo fuori che buttavano questi materassi per dormire la notte.

Kai: era pomeriggio?

Adorna: non mi ricordo neanche che anno era…

Maria: c’era il sole… durante il giorno, era metà giorno.

Adorna: era inverno, estate, che era?

Maria: era estate o mezza stagione perché stavamo fuori a dormire tranquilli per più di una notte.

Adorna: si che poi mamma aveva tanta paura, mamma aveva tanta paura. Poi di Elisa Lucarelli ti ricordi niente tu?

Maria: che veniva ad imparare il taglio e dopo faceva la sarta per mamma, faceva qualche cosa per mamma e per noi ci fece quei due vestitini con le rondini in fondo, bellissimi.

Adorna: molto belli. C’abbiamo le fotografie (mi sembra?), ce l’avevamo. Poi io di Foligno i ricordi di Peppino, Gabriele e Mario non ne ho.

Maria: io ne ho nel senso che facevano arrabbià mamma, mamma si spazientiva delle volte e diceva: “via, fuori! Andate fuori”. E mi ricordo che ero gelosa perché loro delle volte andavano a giocare dai loro amici maschietti e non mi ci volevano a me.

Adorna: ah, ecco, mi ricordo questo: che ci tiravano i sassi! Ecco, mi ricordo che erano su da Belluccini, su in cima alla strada; noi (ecco, vedi, adesso mi ricordo) non ci volevano far entrare, ci tiravano i sassi!

Kai: mamma, che fratelli!

Adorna: a me sembravano grossi, no Kai? Però mi ricordo che una volta ci fu questo lancio ...

Maria: perché non volevano che li seguissimo

Adorna: poi mi ricordo una volta che la Belluccini mise un figlio in castigo, non so chi era, e l’aveva chiuso dentro una stanza e lui comunicava con noi dalla finestra. Mi ricordo che diceva “non posso uscire, mi hanno…

Maria: Fernando?

Adorna: non mi ricordo. Era un figlio. Perché era molto severa questa Belluccini, credo che picchiava… anche lei aveva 3 maschi e 3 femmine, no? Era Rosella, Mariola e quell’altra com’è che si chiamava? Va bene. Poi c’era Nando, Angelo e quello che è morto…

Maria: quello era Nando, Nando morì.

Adorna: Nando morì, poi c’è Angelo che vive ancora, poi c’è quell’altro che è più giovane che tante volte veniva a Pieve Torina, com’è che si chiamava?

Maria: si durante la guerra…

Adorna: quello che veniva durante la guerra, ecco, l’unico…

Kai: allora, andando a Ferrara?

Maria: prima di lasciare Foligno voglio dire che mi ispirò. Nando era un po’ artistico: ci fece vedere il presepio un Natale, ti ricordi? Che l’aveva fatto in cantina e lui l’aveva fatto con delle carte blu il cielo, poi aveva ritagliato tutte le stelle e poi aveva fatto piccole montagne con pezzi di legno ricoperti di muschio e poi queste figurine che andavano verso la chiesa… 3 o 4 edifici che l’aveva fatti col sughero delle botti: ritagliava il sughero, col rosso faceva le finestrine, la porta, ma mi ispirò talmente tanto, Adorna, che io credo che da lì cominciò il mio amore per l’arte, cioè per fare quello facile no? Disegnare…

Kai: chi ha fatto quello?

Maria: Nando, questo che poi è morto perché c’aveva la tubercolosi, mi sembra.

Adorna: sì, era malato di tubercolosi e per curarla non è come adesso, Kai, che ti danno i soldi, ti aiutano: vendettero la casa per curare il figlio! Che poi morì. Hanno venduto la casa, quella sopra a noi.

Kai: mamma mia.

Adorna: eh, e poi andarono proprio ad abitare in una casetta di … glie la dettero i ferrovieri, siccome lui era un ferroviere, ti ricordi? Adesso non succede perché ti aiutano... lui vendette la casa!

Maria: quindi tutti questi esempi, Kai, di generosità, è quello che ci hanno formato a noi ad essere generosi come … anche come genitori, no? Io corro sempre: se un figlio c’ha bisogno io sò pronta…

Adorna: si, ma anche mamma, babbo, anche i Salvi l’aiutarono questi Belluccini perché andò a Roma a curarsi Nando e zia Nicolina ospitava, i genitori aiutava… capito?

Maria: si, ma quello come minimo, come minimo, ma tutti gli esempi che ci faceva mamma: “pensa” diceva “guarda, guardate, vedete come sono bravi”. ..Allora dopo da lì andammo a Ferrara e io mi ricordo il trasloco perché mi ricordo avevo paura che mi lasciassero lì!

Adorna: è forse il trasloco dove io sul treno, quando ho fatto la…

Maria: eh, sì, forse.

Adorna: eh sì, perché c’erano tutti a salutare … i Paglialunga, i Belluccini…erano tutti lì al treno che ci salutavano: era il trasloco per Ferrara.

Maria: ed io avevo tanta paura che mi lasciassero lì e allora stavo sempre vicino ad un comò, un cassetto lì … lo tenevo proprio per mano per paura che mi lasciassero lì.

Adorna: poi Foligno…

Maria: la vita di Foligno niente, solo quella in famiglia, di questi figli, di questi fratelli che erano, che appunto… però ci volevano bene perché giocavamo insieme: per questo io ero offesa quando loro uscivano e non ci volevano più perché andavano a giocare con gli amici. Allora ero un po’ offesa, un po’ gelosa.

Adorna: io non me lo ricordo.

Kai: tu ricordi quel tempo quando Venanzo ti teneva…

Adorna: coglievi le mele; le pere.

Maria: quello me lo ricordo come una storia che diceva sempre mamma: che un giorno andarono… mamma aprì la porta dell’orto… oppure era andata a far la spesa

Adorna: era andata a far la spesa e aveva lasciato Venanzo come guardiano mio e tuo.

Maria: e quando tornò trovò che io col grembiule tenevo il grembiole così, la gonna forse così e Venanzo raccoglieva le pere e metteva le pere sul grembiule.

Adorna: ma le pere non erano mature però!

Maria: non erano mature, no, non era ora.

Adorna: lo trovò che stava cogliendo tutta la frutta. Ecco vedi io non esisto in queste storie!

Maria: Venanzo ed io perché eravamo più vicini.

Adorna: non me le ricordo proprio: io proprio Peppino, Mario… Gabriele… proprio niente! Non lo so perché. Dopo magari…

Kai: forse eri troppo giovane.

Adorna: no è un anno Kai…

Maria: ma un anno vuol dire tanto.

Adorna: no, ma il fatto è che quando lei dice qualcosa, allora mi viene in mente!

Kai: certo

Adorna: per esempio io non ricordo niente di quando mi hanno lasciato qui che sono andata a Vari.

Maria: per un anno intero!

Adorna: sì, non ricordo il giorno se ho pianto, se… non mi ricordo niente… perché invece raccontavano, mamma raccontava che una volta Maria era piccola e zia Blandina se la portò a Vari.

Maria: ma c’avevo 2-3 anni, due forse nemmeno … perché non parlavo.

Adorna: no parlavi, parlavi. Allora si andava da Pieve Torina a Vari… zia aveva un somaro e il carretto e veniva giù zia col somaro, guidava lei. E portò via Maria e mamma diceva “non prenderla stanotte perchè la notte è difficile” e infatti Maria quando si fece buio volle tornare a casa. Piangeva.

Maria: e dicevo a zia Blandina: “metteme le tappette mia (perché non sapevo parlare, no?) e portami giù da mamma”. E zia Blandina, pensa quanto psicologa, gentile, che capiva che a quell’età era traumatico di sentirsi sola senza la madre, attaccò il carretto e mi portò giù a casa era più di mezzanotte, le due.

Adorna: tardissimo, era notte.

Maria: le due o le tre di notte era. Quindi io questo l’ho sempre ammirata zia.

Adorna: ma io l’ho ammirata anche per altre cose. Io invece non mi ricordo quando sono andata da zia Blandina facevo la terza per cui dovrei ricordami: io non mi ricordo né il giorno che sono andata, non mi ricordo di niente!

Maria: perché, uno dice, cancella i ricordi brutti. Si cancellano dalla memoria.

Adorna: ma non so se sono brutti però!

Maria: e si! Star via sola per tanto tempo... vedere noi riman

Adorna: io ricordo solo di… le cose che mi sono successe a Vari, mentre ero lì. E poi mi ricordo quando è finito l’anno e a luglio sono tornati da Ferrara loro, ci siamo incontrati in questa casa.

Maria: venimmo qua.

Adorna: zia Blandina mi ha portato qui proprio; mentre salivamo le scale però io mi sentivo, non una sorella, mi sentivo estranea! Estranea con mamma, estranea con tutti.

Kai: con tutti certo.

Adorna: come se io fossi una così…

Maria: e ma in quei tempi, a quell’età un anno intero…

Adorna: però non mi ricordo di essere stata dispiaciuta, niente!

Maria: dice che si cancellano no, queste cose…

Kai: si, si, si.

Adorna: e no, magari non…

Maria: non soffrivi? E no, come no.

Adorna: non lo so; non ce l’ho.

Maria: io infatti mi ricordo i discorsi che si facevano prima di decidere di lasciarti.

Adorna: ecco, vedi, io non me li ricordo.

Maria: e perché forse tu non c’eri, no? Mamma diceva con babbo: “ma sarà bene? Sarà male? Ma dobbiamo lasciarla o poi sarà male che la lasciamo?” E poi ci fu, la forza fu che avevamo bisogno di una razione extra di pane perché Venanzo mangiava questi panini tutti interi solo per merenda, Kai! Quindi mamma poverina non mangiava più il pane, era dimagrita moltissimo perché non mangiava la sua razione per lasciarla a noi e se la mangiava tutta Venanzo perché aveva 14 anni e cresceva come un…

Adorna: io mi ricordo che quando ero a Vari, zia Laura (la sorella di babbo) andava a Ferrara. Io ero a Vari lei andava a Ferrara a trovarli e poi scriveva a zia Blandina “manda subito un pacco con della roba da mangiare a Ugo perché lassù stanno morendo di fame”. Zia Laura non capiva molto perché lei la famiglia non ce l’aveva, ma io però non capisco (lo chiesto anche a Venanzo) se perché zia Laura, sola, con l’ufficio che lei aveva ereditato che poteva averlo zio Ivo, poteva averlo babbo…

Maria: aveva ereditato l’ufficio postale no?

Adorna: lei non ha mai aiutato babbo! Mentre zia Blandina dava tutto, Kai, zia Laura dava tutto alla chiesa. Anche il corredo, tutta la roba che era bella, aveva lasciato scritto di darla alla chiesa.

Maria: alle suore.

Adorna: alle suore. Perciò, volevo dire, come mai sta zia, che babbo pure voleva molto bene…

Maria: era tanto intelligente e non capiva che era più facile per lei portare da mangiare a noi quando ci veniva a trovare anziché zia Blandina a fare dei pacchi e il pane arrivava tutto secco.

Adorna: ecco, zia Blandina si arrabbiava: non si arrabbiava perché doveva fare il pacco, però si arrabbiava perché zia Laura faceva un po’ di confusioni, no Kai?

Kai: si.

Adorna: perché io invece ricordo che babbo quando andava a trovare zia Laura a Fontespina, quando comprò quella casa, la comprò proprio per zia Laura, per la sorella. Perché disse "almeno tu hai una casa tua e non stai lì a …", capito?

Maria: a girovagare di qua e di là come una zingara.

Adorna: perché sennò lei, Kai, non consumava niente perché viveva con un vestito nero d’estate e d’inverno sempre uguale e tutti i soldi che prendeva …

Maria: tutto alla chiesa, tutto alle suore.

Adorna: ne prendeva perché babbo ci manteneva una famiglia. Aveva comprato una casa a Loreto che proprio era una stanza sopra e una sotto e sotto il gabinetto. Te la ricordi?

Maria: si, si, me la ricordo.

Kai: a Loreto?

Adorna: a Loreto zia Laura, dopo in ultimo, comprò una casa proprio vicino alla Madonna

Maria: alla basilica

Adorna: qui c’è la basilica, no Kai?, proprio a fianco scendevi … in modo che lei doveva stare vicino alla Madonna. Invece dove pensare anche a zio Ivo per dire no?

Maria: ai nipoti.

Adorna: bhè, i nipoti lasciali fare, però anche i fratelli… E mamma diceva: “ogni volta che viene Laura a casa ci fa mandare di traverso il pranzo!”

Maria: dice “ se cominciamo bene…” nonno Venanzo diceva “Laura mia..." alla fine "cominciamo il pranzo sempre bene e felici e tu ce lo fai…"

[interruzione audio]


Maria: dopo però arrivammo… si però dopo arrivammo… si, avevo paura di essere lasciata lì quindi stavo sempre vicino. Però dopo non so se… ci fu un qualcosa, qualcosa cadde…

Adorna: quando andammo a Ferrara, Giovanni era nato?

Maria: si, si.

Adorna: no perché Giovanni è nato dopo che siamo andati via da Foligno.

Maria: Giovanni è nato a Pieve Torina.

Adorna: perché io ricordo che sul treno Giovanni era su un cuscino dove uno dorme: un cuscino con la fodera bianca e avevano messo Giovanni su questo cuscino.

Maria: allora era piccolo piccolo.

Adorna: però Giovanni è nato nel 38, io avevo 6 anni… sì era nato. No.

Maria: era nato quell’estate.

Adorana: io a 6 anni a Foligno non c’eravamo.

Maria: no tu no. Io ne avevo 5 perché andavo all’asilo.

Adorna: io ne avevo 4.

Maria: tu 4 … 3 e mezzo

Adorna: perciò il ricordo di Giovanni è da Ferrara a Camerino. Io ricordo questo Giovanni sul treno da Camerino a Ferrara: quando qui è nato, ad agosto

Maria: nel 38. Allora babbo era già a Camerino?

Adorna: no! Giovanni quando è nato, agosto del 38, a settembre cominciano le scuole siamo andati a Ferrara. Giovanni è stato a Ferrara. E’ nato qui a Montalbano, noi eravamo da zia Laura, te lo ricordi?

Maria: e come no, Adorna mia, che le suore mi fecero finire il pranzo e io vomitai tutto perché mi forzarono, no?

Kai: non si sente niente!

Maria: dovevo finire il piatto, dovevo pulire il piatto e allora mi ricordo che io vomitai, ma tra di noi dicevamo: “tu che preferisci una sorellina o un fratellino” e dicevamo “sarebbe meglio una sorella, no?” senonchè sapevamo che babbo voleva un maschio dicevamo “però, lo stesso, se è un maschio sarà lo stesso perché piace a babbo.” Te lo ricordi questo?

Adorna: no. Mi ricordo solo che ce lo disse zia Laura “dobbiamo ritornare, dobbiamo ritornare a Pieve Torina perché è nato… avete un fratellino”. E mi ricordo che zia Laura prese una macchina: con che ritornammo? Prese un taxi.

Maria: un taxi? Quello non me lo ricordo.

Adorna: arrivammo a Pieve Torina, andammo a casa lì a Montalbano, Giovanni era in mezzo al letto dove dormite voi.

Maria: su in cima, in cima.

Adorna: io mi ricordo che rimasi sulla porta a guardalo così: era biondo biondo. E lo guardavo però non mi accostavo.

Maria: e perché?

Adorna: non lo so, lo guardavo, lo guardavo… così… ciò questo ricordo, però non so se sia vero.

Maria: e sì perché ci avevano tenuto così lontano, non dovevamo vedere.

Adorna: non dovevamo sapere da dove era venuto questo figlio.

Maria: aveva paura zia Laura che gli chiedessimo come era nato Giovanni.

Adorna: come era nato.

Kai: ah, questo è interessante, eh?

Adorna: si, niente!

Maria: quindi arrivammo e vedemmo questo bambino … credo che fu babbo. Babbo ci disse: “venite qua, venite qua” e ci portò vicino al letto.

Adorna: ma c’erano anche altre persone, mi ricordo che c’erano anche parecchie persone.

Maria: e mi ricordo, siccome piangeva Giovanni (aveva solo un giorno o due) babbo faceva su un pezzettino di stoffa, un fazzolettino, metteva un po’ di zucchero, lo bagnava nell’acqua e lo faceva succhiare a Giovanni. Sai quanto era bravo babbo? Perché poi io per ogni figlio che ho avuto, Adorna,

Adorna: facevi così?

Maria: per quando lo portavo all’ospedale, urlavano come pazzi: ma il latte mio non era ancora arrivato, l’ospedale non m’aveva dato niente oppure mi dava l’acqua, mi dicevo “dagli l’acqua”, ma i bambini urlavano e m’ero ricordata di babbo, però non mi venne… non lo feci.

Adorna: me lo ricordo anch’io, facevano così: mettevano così, poi facevano così e poi facevano …

Maria: sui fazzolettini, esatto.

Kai: allora che ricordi avete di Pieve Torina a quel tempo?

Maria: casa, solo casa. Io mi ricordo solo di casa, Kai. Mi ricordo solo che casa era tanto grande perché per me era un castello, perché tutte quelle scale per andar su, poi altre scale e poi scura, molto scura, buia no? C’erano tante porte, perché adesso abbiamo tolto due muri, quello della cucina e quello della sala da pranzo di là

Adorna: non c’era la luce: c’era una lampada celeste, te la ricordi?

Maria: si, di ceramica.

Adorna: ceramica, bhè vetro ceramica, quelle belle, antiche.

Maria: no, no, era proprio un bel celeste.

Adorna: era celeste, un bel celeste, si.

Kai: si metteva l’olio dentro?

Adorna: si, e andavamo con questa…

Maria: ne avevamo 2 o 3. Chi andava prima su portava una e quell’altro un’altra…

Adorna: e noi, noi dormivamo nella camera dove avete fatto il bagno: c’era una camera che c'erano i materassi fatti di foglie di granturco.

Maria: si, ancora adesso ce l’hanno alcuni contadini, no?

Adorna: no, non ce l’ha nessuno, non credo (ridono).

Kai: non credo, ma quando io arrivai a Pieve Torina c’erano ancora.

Adorna: si, 40 anni fa c’erano si, si.

Kai: 50 anni fa.

Adorna: 50 anni fa, c’erano, c’erano.

Maria: quindi a me Pieve Torina, la casa di Pieve Torina mi piaceva per tutti queste porte, finestre, tuguri… ma invece a Mario e Venanzo non hanno mai detto…

Adorna: ma noi avevamo sotto Teresina no? Che c’erano i mattoni che erano buchi, che Teresina diceva che ero io che buttavo giù il grano.

Maria: infatti noi per dispetto gli buttavamo giù il grano!

Adorna: ha detto che ero io.

Maria: eri tu? Ma no tutti e tre.

Kai: come? Non ho capito.

Adorna: allora, sai su dove c’è il camino su, sopra?

Kai: si

Maria: nel corridoio era.

Adorna: nel corridoio, proprio nella finestra per andare in quella stanza, proprio appena tu vai su, lì i mattoni erano tutti, Kai, aperti.

Kai: ah!

Maria: c’eratra uno e l’altro … era andata via … la calce., allora si vedeva sotto.

Adorna: se tu guardavi vedevi quello che faceva sotto zia Ninetta. Allora siccome zio Ivo aveva sempre il grano per le galline, i piccioni, allora andavamo a prendere questo grano e poi glielo buttavamo giù (ridono) dice che ero io che glielo buttavo, Teresina.

Maria: ma forse tu si, però insieme: tu, io e chi c’era … Vanda delle volte che glielo avevamo fatto vedere… chi era quell’altro che giocavamo insieme?

Adorna: poi a Montalbano il ricordo quello brutto è quando io mi nascosi dietro una porta che non c’è più, quando si entrava (c’è il muro) dove c’è il camino, quando entri.

Maria: tra la porta e il camino c’era un muro.

Adorna: la porta, quando tu l’aprivi, Kai, non si apriva tutta, rimaneva angolo, perché c’era il muro, non si apriva tutta e rimaneva così… qui è il muro, rimaneva così: io mi ero nascosta qui.

Maria: ma nemmeno apposta…

Adorna: io o feci per fare… ma non mi ricordo se… per fare uno scherzo forse.

Maria: oppure proprio per coincidenza: si aprì la porta e tu stavi lì, qualcuno entrò e la porta, quando si spalancava la porta così creava quest’angolo e non si vedeva che c’era dietro e allora tu ti trovasti rinchiusa così, ti piacque forse al principio, non uscisti fuori subito.

Adorna: però, io non uscii, però sentivo che tutti mi cercavano e mi ricordo che Teresina e un’altra persona dice “sono arrivati fino al fiume, al ponte, sono arrivati al ponte, ma non c’è”!

Maria: a cercare Adorna... "a Capecchiara anche!", andammo a Capecchiara…

Adorna: perciò era passato… dunque mi ricordo questo tavolo, Kai, quello lì dove mangiate voi adesso, che era lì in quella posizione, che era apparecchiato, la tavola bianca, ma eravamo tanti perché era pieno pieno!

Maria: e tu lo vedevi...

Adorna: no è il ricordo. Il mio ricordo è che… e c’erano gli spaghetti al pomodoro, però non so se è vero: questo è il mio ricordo.

Kai: si, si, va bene.

Adorna: allora, io sentivo tutte queste cose, però tremavo, avevo paura di uscire perché …

Maria: noi eravamo tutti preoccupati e aveva paura…

Adorna: allora dico “adesso se esco che succede”?

Maria: la picchiavamo, capisci?

Adorna: avevo paura delle botte: avevo paura proprio di prendere le botte!

Maria: certo perché ci aveva fatto disperare.

Adorna: e mi ricordo proprio questo che dice “sono andati perfino al ponte!” (quel ponte che quando si va su quando tu giri, capito? Lì. “Non c’è, non c’è da nessuna parte…”

Maria: io mi ricordo a Capecchiara, perché andavamo a prendere l’acqua a Capecchiara, ti ricordi? Babbo ci mandava con il fiasco.

Adorna: si perché babbo per…

Maria: e allora dice “sarà andata a Capecchiara”: tutti di corsa a Capecchiara e invece non c’era; e allora più il tempo passava e più lei si impauriva.

Adorna: mi ero impaurita. Quando alla fine …

Maria: uno ha chiuso la porta

Adorna: non lo so com’è successo

Maria: perché era ora di pranzo, gli spaghetti erano a tavola

Adorna: era tutto tutto apparecchiato, gli spaghetti, tutti i piatti pieni, Kai!

Kai: si…

Adorna: quando mi trovarono … cominciai a piangere e mi ricordo che babbo mi prese in braccio e io piangevo, piangevo. Però non lo so se è vero.

Maria: si, vero, è vero. Io me lo ricordo perché dicevo: “ma quant’è stupida: adesso che è stata ritrovata perché piange, no? Piangerai prima no…?” (ridono)

Adorna: mamma mia, me ricordo che io ero lì che dicevo “adesso se esco me menano, perciò non posso uscire!”

Maria: infatti, avrei pensato anch’io così.

Adorna: e… allora ero lì, ero lì, e sentivo tutti questi.

Kai: era naturale

Maria: e sì, perché sai mamma diceva: “ma dove si sarà ficcata?” no? Gli dava…

Adorna: si ma dopo un certo momento erano tutti preoccupati…

Maria: è cerco perché fino al ponte.

Adorna: mi ricordo che Teresina era venuta qua e forse era lì a far compagnia a mamma.

Maria: e certo, a cercare anche lei…

Kai: Teresina …?

Adorna: quella che è morta, quindi potevamo chiederlo a lei… Lei, Teresina, si ricordava di tante cose…

Poi Montalbano mi ricordo questo letto con questi materassi che quando venivamo fuori, che dopo che zia Vincenza ha sposato era pieno di scarpe, te lo ricordi? Non te lo ricordi? Zia Vincenza ce metteva le scarpe e le lasciava!

Maria: dentro a dove?

Adorna: sotto al letto!

Maria: sotto al letto? Ma pensa!

Adorna: non ti ricordi!

Maria: questo no. Mi ricordo che arrivammo un giorno e c’era una bella torta (ciambella) sopra al tavolo, quel tavolo dove mangiamo, una bella ciambella, e mamma disse “ma che pensiero gentile Vincenza mia, proprio giusto giusto siamo stanchi morti!” (perché venivamo da Ferrara, dovevamo cambiare il treno ad Albacina, poi Camerino a Castelraimondo a Camerino, Kai era un macello eravamo stanchi stanchi …) “No, no, no!” Lei mise le mani davanti alla torte e disse: “No, per carità non lo toccate perché questo è per domani per gli aiutanti”. Per la trebbiatura, for the workman…

Kai: mamma mia.

Maria: ma ne vuoi dare un pezzettino, magari, eh!

Adorna: questo Mario lo raccontava con tanto astio, te ricordi (ridono).

Maria: soprattutto perché aveva offeso mamma, no? Se mamma avesse detto: “ma certo mica è per noi, no?” E’ sempre la reazione dei genitori che fa effetto sui figli, io ho scoperto, troppo tardi forse. Perché quando un figlio casca e tu dici “oddio, oddio, poverino, caro mio, piccolino, un bacione qua, vuol dire che… invece bisognerebbe lasciarli alzare da soli e far finta che non è niente. Ma tutto quello che fai, fai male con loro.

Adorna: io no, io non ce l’ho i figli! (ride)

Kai: mha…

Adorna: però, ecco, mo ora Ferrara, perché da Foligno, a Pieve Torina andavamo… perché poi da Ferrara si andava anche a Fontespina al mare, ti ricordi?

Maria: ogni anno, dopo che ci siamo trasferiti a Ferrara, noi venivamo in vacanza, no? Il primo mese al mare, il secondo e il terzo a Pieve Torina. Un mese di mare e due mesi di montagna.

Adorna: prendeva una casa in affitto, mamma. Mamma non è mai andata al mare, mai, mai in spiaggia.

Maria: mai in spiaggia, però ci portava sempre. Per un mese; perché faceva bene alla salute; così non prendevamo i raffreddori d’inverno, queste cose così c’erano, queste idee, no?

Adorna: era un lusso, era!

Maria: Se lo dico adesso, dice “ma allora eravate milionari, eravate tanto ricchi” eh, dico, sì, sì! (ridono) dico, che vuoi dire? Io dico, io mi sentivo molto privilegiata, certo, però c’erano i ricchi veri ricchi…

Adorna: si, perché poi quando andavamo al mare, non eravamo soli, venivano sempre uno o due Salvi, capito?

Kai: si.

Adorna: perciò mamma aveva sette figli più due nove. Sempre due, minimo.

Maria: c’abbiamo le foto con Pietro, Giovanni, Mario, tutti e tre delle volte. E poi a Pieve Torina però era quello che ci gustava di più perché c’erano i cugini: io mi ricordo c’era Roberto dell’età mia (o un anno di più)

Adorna: io Roberto non lo ricordo.

Maria: un anno di più Roberto, io me lo ricordo bene perché spesso se uscivamo da Montalbano dove lui era venuto con zia Nicolina o coi fratelli, facevamo il bagno insieme … sai tu vedi gli sguardi della gente che ti vede “guarda un po’ che bella coppietta che passa” no? Io mi vergognavo da morire perché io avevo 12 anni, lui 13, ma me lo ricordo bene perché a babbo gli gustava sempre farci fare le gare di matematica. Diceva “chi sa meglio la tabella del 4”? “4x1, 4” e allora io moltiplicavo più svelta di Roberto e vincevo io sempre, babbo tutto contento. Solo perché ero più veloce, perché babbo me le faceva ripetere, no? 4, 8, 12, 16, 20, 24, 28, 32, sai io andavo bru bru bru bru e babbo tutto contento.

Adorna: io anche Roberto non me lo ricordo. Chissà, io tante cose non mi ricordo.

Maria: embè, perché appunto siccome aveva un anno più di me, non veniva nè con te nè con me perché…, né con …, con me veniva perché aveva un anno più, meno, un anno meno.

Adorna: più, è del 30 era.

Maria: lui è del 30, quindi un anno più di me: tu eri troppo piccola no?

Adorna: nooo! 32!

Maria: però di novembre: avevi 3 anni di meno.

Adorna: va bè, io comunque non ricordo!

Maria: e poi eri sempre piccolina, Adorna mia!

Adorna: noo! Comunque ricordo a Foligno, che avevo 4 anni … certe cose proprio me le ricordo … e invece le cose che c’avevo 6, 8 anni non me le ricordo!

Kai: si, così siamo.

Adorna: ah! Tutti?

Kai: si tutti, tutti.

Adorna: mha.

Maria: forse perché io ancora adesso mi ricordo quello che mi provoca o gioia o dolore o offesa. Se una cosa mi umilia, mi offende, mi fa sentire male, non me la dimenticherò mai.

Kai: allora parliamo di Ferrara.

Maria: parliamo di Ferrara. Lui mi riporta sempre…

Adorna: al dovere.

Maria: allora a Ferrara io facevo la terza elementare, penso, e tu?

Adorna: io ho cominciato con la prima. Perché quando abbiamo fatto la prima comunione che ho visto il ricordino (ce l’hai tu?) che è del 19…

Maria: 38, quando è nato Giovanni.

Adorna: 38, per cui io avevo sei anni.

Maria: tu ne avevi 6 e io 7 o 8

Adorna: e no, 7.

Kai: tuo padre era uscito dalla casa per il militare a quel punto per un anno?

Maria: no, babbo non faceva il militare a quel tempo.

Adorna: no in quel periodo no; quando siamo stati a Ferrara no, perché quando eravamo a Ferrara e lui è partito noi da Ferrara siamo venuti via e non siamo più andati. Quando lui è andato in guerra babbo, che è partito volontario, eravamo tutti a Ferrara. Da lì è partito, no?

Maria: però da lì, sul treno, no…da lì perché c’abbiamo… Quando è partito lui per la guerra…

Adorna: ma era venuto in visita!

Maria: ah, si?

Adorna: era venuto lì con … Giovanni

Maria: e c’abbiamo le foto.

Adorna: e c’abbiamo le foto: lui era in divisa, ma credo che era venuto come… come si dice, come vacanza, credo. Perché …

Maria: non me lo ricordo.

Adorna: non me lo ricordo neanch’io! Però mi ricordo che a Ferrara siamo andati… Io non sono più andata a Ferrara! Da Vari io non sono più andata a Ferrara.

Maria: e nemmeno noi.

Adorna: e nemmeno loro.

Maria: stavamo a Pieve Torina tutta la guerra.

Adorna: perciò per me, bisogna sentire Venanzo, ma per me babbo è partito quel periodo, capito? Quel periodo che io ho finito … Vari e non siamo più andati. E infatti io dopo sono andata a scuola a Pieve Torina.

Maria: e noi a Camerino.

Kai: allora parla di Vari.

Adorna: ah! Vari. Con zia Blandina… Ho detto: non ricordo né quando sono arrivata, né non ricordo…

Maria: ti ricordi di zia Blandina che ti faceva mangiare…

Adorna: mi ricordo di zia Blandina che mi dava sempre l’uovo battuto

Maria: ogni mattina

Adorna: sì, mi teneva molto, molto bene. Poi zia Blandina aveva due contadini che avevano dei figli che però erano più grandi di me e tutti mi facevano giocare, tutti mi volevano bene.

Maria: certo, perché tu eri piccolina…

Adorna: adesso vivono ancora due.

Kai: è Gino…?

Adorna: Gino andavamo a scuola insieme: siccome si andava da Vari ad Appennino, andavamo a a piedi, tutte le mattine a piedi e poi ritornavamo a piedi. Ed eravamo di Vari, eravamo 7 - 8. Per cui ci trovavamo tutti lì davanti a casa di zia e poi andavamo su. Perché c’era una maestra Kai, che faceva tutte e cinque le classi. Quelli di Vari e quelli di Appennino.

Maria: tutti insieme.

Adorna: lei faceva tutti insieme. Poi c’aveva la scuola e la casa. C’aveva una figlia, che è morta, Giovannina no?

Maria: a si? Giovannina? Veniva a scuola con te allora?

Adorna: ebbè è la più piccola, è del 35 c’aveva 3 anni meno di me. Lei andava a Cucinare, Kai, ci lasciava soli, mi ricordo che… andavamo a scuola, ma era più per giocare.

Kai: a scuola?

Adorna: sì.

Maria: perché la maestra continuava a cucinare per la famiglia, c’aveva marito, c’aveva figli…

Kai: la scuola non c’era?

Maria: si c’era una scuola, ma era attaccata alla casa.

Adorna: la scuola era nella casa della maestra. La maestra aveva una casa molto bella che era proprio quella di Pasqualini, e lei aveva affittato una stanza alle scuole, al comune, e dentro casa sua andavamo a scuola. Perciò lei, sai, c’aveva quello della prima, quello della seconda, quello della terza, ma ne aveva 3 o 4 capito? Cioè era una gran confusione, no Kai?

Maria: come poteva insegnare? Perché nello stesso tempo lei cucinava, Kai…

Adorna: no, no, anche non cucinare, una maestra che fa cinque classi, Kai…

Maria: bhè, quello era di moda, anche in America. In America se tu vai in certi paesetti c’è solo una casa...

Adorna: certo, se gli alunni non sono molti

Maria: certo non sono molti per questo li mettono insieme, perché…

Adorna: noi di Vari eravamo anche … c’erano anche i figli di Cencio… 3 erano, poi le figlie de La Pucci, Gino, c’aveva Anita, Maria …

Maria: tre o quattro

Adorna: insomma eravamo parecchi. Poi io non mi ricordo mai di aver fatto i compiti.

Kai: ah!

Adorna: non ricordo, non ricordo!

Maria: pensa un po’…

Adorna: ricordo che qualche volta so andata da sola da Vari a Appennino il pomeriggio, non so se dovevo comprare una cosa, e mi ricordo, un paio di volte mi ricordo io… però se è vero… credo di sì che è vero perché si doveva passare davanti al cimitero, Kai, allora facevo un pezzo tutto di corsa perché avevo paura. Però non mi ricordo come mai zia Blandina mi mandò da sola.

Maria: magari la maestra ti voleva vedere nel pomeriggio per fare i compiti…

Adorna: no, no, perché andavo e tornavo.

Kai: quell’uomo che è già proprietario di questo alimentari

Maria: Miconi

Adorna: Miconi

Kai: lui era con voi a quel tempo?

Maria: è più giovane, penso

Adorna: lui, io ricordo per esempio molto bene, i Miconi avevano il negozio anche allora quando c’ero io, e sposò… Lui c’aveva una sorella e mi ricordo che andammo … perché buttavano i confetti e noi andammo a raccogliere questi confetti con tutti quanti. Dalla scuola uscimmo perché sposava questa, il matrimonio di questo Miconi.

Maria: della figlia di quello del negozio.

Adorna: … del negozio, magari anche lui, non so, quanti anni avrà?

Maria: lui mi sembra più giovane

Adorna: mi sa che è più giovane, Kai

Kai: più giovane

Adorna: ma sarà il figlio?

Kai: il figlio, si

Adorna: no, anche il figlio è un po’… di quella che ha sposato!

Maria: nooo

Kai: forse si.

Maria: no, allora dovrebbe avere

Adorna: ne dovrebbe avere 50.

Maria: quindi dovrebbe avere 20 anni più di te, perché se tu ne hai … oggi

Adorna: no, meno, se è il figlio di quello…

Maria: è, … 20 anni di meno, perché quella non ha avuto un figlio da…

Adorna: sai dopo i miei ricordi… magari, che non era la sorella, perciò la sorella non… lui…

Maria: poteva essere più piccola, poteva essere più grande…


Kai: allora a Ferrara? Come era Ferrara a quel tempo?

Adorna: a Ferrara ricordo la scuola, bene, ricordo che c’erano un 3 o 4 compagni… Una che era molto ricca, me ricordo c’ho la fotografia me la ricordo; che un giorno sò andata a casa e mi ricordo che, rimasi, che andai… non ero stata invitata, lei mi disse passa. Passai a casa sua e c’aveva la crema! Non era festa!

Maria: non aspettava inviti…

Adorna: noi la crema la facevamo, Kai, quando era festa, no? Invece la trovai …

Maria: già fatta!

Adorna: e mi dette, e mi fece mangiare questa crema e una casa… bellissima! Guardavo: una casa bellissima! Infatti nella fotografia … ce l’ho. Mi sa che sta vicino a me. Poi mi ricordo…

Maria: non sarà stata Checchi? Il cognome te lo ricordi?

Adorna: e, non me lo ricordo…

Maria: perché appunto io andando a scuola incontrai questa mia amica che veniva a scuola con lo schaffer

Adorna: magari erano sorelle

Maria: e che mi aprì la porta per farmi salire. Senonchè mamma con tutte le istruzioni: “per carità non parlate con nessuno”, “non andate se vi invitano in qualche posto”, io mi infilai in un negozio lì di macelleria, perché pensavo a quello che mi aveva detto mamma: avevo paura che mi stavano per rapire! E invece quello della macelleria dice “Và su, no? Vedi che ti portano in macchina!”. E salii e per fortuna vidi subito la mia amica sennò al volante c’era un uomo che io non avevo mai visto prima. E anche quella era molto ricca, si me lo ricordo, e non credo che successe anche altre volte, oppure successe, ma io oramai ero tranquilla.

Adorna: io non so; con questa ci volevamo tanto bene, ma non so perché. Poi quando andavamo a scuola mi ricordo la strada. Mi ricordo quei pezzi di legno si mangiavano, ti ricordi?

Maria: si muccicavano

Adorna: si muccicavano

Maria: era legno… zucchero di legno

Adorna: no. Il legno che si mastica lo sai tu come si chiama?

Kai: turkey can?

Lucio: no, liquirizia era.

Adorna: no, non era liquirizia.

Maria: la canna da zucchero.

Adorna: non era la liquirizia, era proprio legno.

Maria: legno.

Lucio: è legno. Legno che fa la liquirizia: dopo lo spremono e ci fanno la liquirizia.

Adorna: aahh, allora forse noi mangiavamo…

Lucio: ce l’avevamo noi là al campo

Adorna: si forse non la mangevamo quando non era ancora liquirizia...

Lucio: noo! Se mangia anche in quella maniera anche: se succhia, se tene

Adorna: da Malvina, lo compravamo da una che si chiamava Malvina

Maria: quella della frutta

Adorna: della frutta: grassa, grossa, te ricordi?

Maria: eh, come no.

Adorna: poi vicino c'era quello del gelato, che mamma la domen


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