Rifò nasce dall'esperienza lavorativa di Niccolò, il founder di Rifò, in Vietnam per un programma dell'ONU. Qui ha visto da vicino i problemi della sovrapproduzione e del sovraconsumo nell'ambito dell'industria tessile. Quindi ha deciso di tornare nella sua città Natale, Prato, per iniziare un progetto di economia circolare applicato al campo dell'abbigliamento. Il tutto riprendendo una tradizione tessile centenaria per la città, quella della rigenerazione delle fibre tessili.
Ci dice Niccolò: siamo un team di circa 10 persone, con un'età media di 29 anni. Siamo sognatori sicuramente. Al di là di questo abbiamo formazioni molto diverse: comunicazione, economia, design, sviluppo prodotto...
Rifò è più di un brand di abbigliamento sostenibile, è un progetto di economia circolare dal basso. Vogliamo proporre un'alternativa al fast fashion ma soprattutto vogliamo coinvolgere le persone e dimostrare loro che i vecchi vestiti possono essere trasformati in una nuova risorsa. Il tutto veicolando l'idea di moda emozionale: la prima forma di sostenibilità secondo noi è tornare ad affezionarci a ciò che indossiamo, come si faceva un tempo. Un modo di concepire quello che indossiamo che a causa del fast fashion abbiamo scordato.
Abbiamo raggiunto qualche obiettivo per noi pieno di valore. Il team è duplicato in poco più di un anno e ci siamo appena trasferiti in una sede più grande. Insomma stiamo crescendo, ma gli obiettivi sono ancora molti. Per esempio ampliare sempre di più e a più materiali la raccolta dei vecchi abiti e offrire un servizio di economia circolare alle persone. Da un punto di vista del prodotto invece vorremmo costruire un total look fatto interamente con fibre rigenerate.
Tra le prime cose ci sarà un'ulteriore estensione del nostro progetto in collaborazione con NaturaSì, Re-Think Your Jeans, grazie al quale ad oggi è possibile portare i vecchi jeans in 107 punti vendita in cambio di un buono sconto Rifò. Inoltre stiamo lavorando ad un programma di fedeltà che sarà un po' diverso dal solito. Sarà infatti finalizzato a creare una community di persone che credono nella sostenibilità, e non tanto ad acquistare di nuovo e di più.
Lavinia Panerai