Una sola noce dentro un sacco non fa rumore, ma se le noci sono tante allora un po’ di rumore si sente.
Ciò mi spinge a dare il mio modesto contributo a favore della pace nel mondo.
Con gli sforzi eroici del personale sanitario e grazie al Signore, siamo riusciti a vaccinarci ed abbiamo evitato le conseguenze più gravi del Covid 19, che purtroppo ha mietuto tantissime vittime.
Nonostante lo scampato pericolo dal virus letale, ecco arrivare una nuova terribile sciagura su tutti quanti noi.
Come si sa le disgrazie non vengono mai da sole.
Il 24 febbraio 2022 Vladimir Putin invade l’Ucraina, nazione proclamata indipendente dal 1991, con il pretesto di liberarla dal nazismo.
Il popolo ucraino anziché accogliere l’invasore come un liberatore insorge contro le truppe russe e manifesta la propria volontà di entrare a far parte dell’Unione Europea o perfino della Nato.
Quasi tutti gli Stati, ad eccezione di pochissimi che si dichiarano neutrali, esprimono la loro solidarietà al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e stabiliscono dure sanzioni contro la Russia aiutando nel contempo l’Ucraina pure con la fornitura di armi.
La maggior parte dell’opinione pubblica condanna gli invasori e si schiera subito a favore della nazione ucraina.
L'Italia, anche se la sua costituzione ripudia la guerra, si schiera a favore dell’Ucraina decidendo di aiutarla in ogni modo, pure con la fornitura di armi.
Agli italiani la questione dell'Ucraina preme un po’ di più perché rispetto agli altri conflitti del resto del mondo rimane più vicina.
I commentatori politici ed opinionisti, favorevoli alla fornitura di armi, sbandierano il detto dell’antica Roma, rispolverato per l’occasione: “si vis pacem para bellum” cioè “se vuoi la pace prepara la guerra”.
In realtà gli antichi Romani le guerre non solo le preparavano, ma ne fecero così tante da conquistare e dominare tutto il mondo allora conosciuto.
Essi sono passati alla storia come invasori di terre e di popoli per costruire il loro impero, noncuranti dello spargimento di sangue causato dalle loro legioni.
Gli uomini sono sempre stati e sono in lotta fra di loro come recita il proverbio latino “homo homini lupus”, cioè “ogni uomo é un lupo per un altro uomo”.
Durante l’anno 2021 nel mondo è stata superata la spesa di duemila miliardi di dollari per gli armamenti e l’Italia da sola nello stesso periodo ha raggiunto per questo scopo la spesa di quasi trenta miliardi di dollari.
Cifre imponenti che potrebbero essere invece impiegate a favore dell’umanità, nella ricerca scientifica, nella sanità, nella produzione, nella creazione di posti di lavoro, nelle zone in via di sviluppo e così di seguito.
L’enorme entità di somme stanziate in tutto il mondo per la guerra o per la difesa, sembra un vero e proprio schiaffo ai principi di pace e di tolleranza cui dicono di ispirarsi tutti gli stati compreso il nostro.
Molti benpensanti considerano la pace universale solamente un’utopia. Ma è davvero solo un’utopia?
Nonostante le affermazioni pessimistiche di essi, gli obiettivi di promuovere la pace e il disarmo nel mondo sono compresi fra i principi su cui si fonda l’Onu e le finalità che intende perseguire, costituita da ben 193 Stati membri.
Non è quindi una chimera, anzi dopo il disastro della seconda guerra mondiale quasi tutti i popoli della terra riconoscono il disarmo e la pace le uniche strade percorribili.
Il programma prevede la riduzione progressiva degli arsenali per fare posto all’edificazione graduale di una società solidale.
Alla realizzazione di questo programma si frappone però il diritto di veto che ciascuno dei cinque stati vincitori dell’ultima guerra può esercitare sulle risoluzioni dell’Onu, cioè Stati Uniti, Cina, Russia, Inghilterra e Francia.
Da pochi giorni é stata approvata dall’Onu la decisione di sospendere la Russia dal Consiglio dei diritti umani con 93 voti favorevoli, fra cui l’Italia, 24 contrari e 58 astenuti.
Fra tutte le varie opinioni espresse attraverso i mezzi di comunicazione su questo tema, si leva una voce inconfondibile di condanna contro la corsa agli armamenti perseguita dai governi ed è quella del Santo Padre papa Francesco che definisce sacrilega la guerra e una vera e propria follia la corsa agli armamenti.
Il Papa in molti modi e con forza chiede a tutti di fermarla e si offre disponibile a una mediazione fra le parti.
Le basi della pace sono state gettate duemila anni orsono, quando per la prima volta gli abitanti della terra hanno ricevuto il messaggio: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.”
Queste sono parole tratte dal vangelo dove si legge anche “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore."
La Chiesa, depositaria della Pace lasciata e donata dal Signore, è chiamata a vigilare affinché essa venga attuata.
La Pace autentica è quella lasciata alla Chiesa da Gesù con l'invito a non avere paura e a non preoccuparsi, a non farsi fuorviare dalla pace del mondo fondata solamente sulla paura e sulla preoccupazione, non sull’amore fraterno.
Purtroppo ad un anno dall'inizio della guerra le grandi potenze del mondo non sono ancora riuscite a concretizzare una trattativa di pace.
Agli occhi dell'Occidente persiste l'immagine stereotipata dell'invasore Putin e della nazione Ucraina invasa.
Da queste immagini fisse purtroppo non ci si discosta e non si riesce più a concepire quali sono i passi da compiere per fare cessare la guerra.
Si Putin ha indubbiamente tutti i torti.
Ma noi cristiani siamo convinti che anche nel cuore dell'uomo peggiore di questo mondo si possa trovare un piccolo barlume di bene.
Il presidente ucraino, facendosi forte delle armi che gli vengono passate dall'Occidente, afferma che l'unica soluzione possibile della guerra é la vittoria sulla Russia.
Ora storicamente tutti coloro che hanno combattuto contro la Russia a iniziare da Napoleone, dalla Germania e Italia nazi-faciste ecc. ne sono risultati sonoramente sconfitti.
Come si legge su internet, tra il 1700 e il 1940 la Russia/URSS ha combattuto in 34 guerre e ne ha vinte 31 e in 392 battaglie e ne ha vinte 279. Potremmo dire che la Russia ha vinto il 91% delle sue guerre e il 71% delle sue battaglie ed inoltre possiede l'arsenale nucleare più fornito del globo.
Se è il meno sordo fra i due avversari, il presidente ucraino, dovrebbe essere aiutato a considerare che non può coinvolgere nella guerra tutti gli altri popoli, che l'invio di armi non può durare all'infinito e che a guerra finita le finanze degli altri paesi dovranno sobbarcarsi l'onere delle spese di ricostruzione dell'Ucraina distrutta.
Ogni capo di stato dovrebbe comportarsi come un buon padre di famiglia ricercando il bene dei suoi familiari e non la loro rovina.
Finora, in nome della libertà, il popolo ucraino é stato vittima con un numero infinito di morti, con la gente costretta ad abbandonare la propria patria, con tutte le loro case sventrate dai bombardamenti, nel freddo e nella fame.
La libertà senza dubbio é un bene grande, ma la vita è un bene altrettanto prezioso, se non ancora più grande.
Già tanti eroi nel corso di questi dodici mesi hanno dato la loro vita per la libertà, ma si deve evitare la diffusione ulteriore della guerra (escalation) per cui intere popolazioni sarebbero sterminate giungendo perfino alla distruzione del pianeta.
Oltre al santo Padre tante personalità della cultura, della politica, insigni scrittori, giornalisti, opinionisti, pacifisti e perfino qualche generale hanno espresso le loro perplessità e la necessità di abbandonare la strada delle armi fin qui seguita.
Ormai si teme che questa guerra sta per trasformarsi in una catastrofe mondiale da cui non uscirà sconfitto soltanto Putin o Zelensky, ma l'intero genere umano.
La maggior parte di noi ci stiamo rendendo conto che non é più il caso di continuare ad inviare armi in Ucraina, ma che occorre instaurare un dialogo serio fra le parti.
Si moltiplicano ovunque le marce per la pace e sta prendendo campo l'idea che è giunto il momento di un cessate il fuoco immediato senza indugi.
Tutti noi cristiani abbiamo il dovere di continuare a invocare il Signore con le armi della fede e della preghiera, che hanno la forza di spostare le montagne.
Insieme a Maria Santissima Regina della Pace che sostiene la nostra preghiera nutriamo la speranza che sarà accolta.
Enzo Vincenzo Bellina