PADRE BONIFACIO

Andando un po’ indietro nel tempo con la memoria, mi appare subito la grande figura di un frate carismatico che ha compiuto tanto bene nel corso della sua esistenza terrena.

Mi riferisco a Padre Bonifacio Zurli.

 

NOTIZIE BIOGRAFICHE


Per la sua biografia attingo dalle notizie ritrovate soprattutto su internet. Altre le ho prese dalla rivista “Eco delle Missioni” del giugno 2011, scritte dall’amico terziario francescano Marco Quaratesi di Massa e Cozzile che ringrazio vivamente.

Padre Bonifacio, al secolo Nello Zurli, era nato alla Pieve Vecchia di Lucignano, in provincia di Arezzo, il 31 gennaio 1919.

Entrato nel seminario minore dei Frati Cappuccini in data 8 ottobre 1931,  indossava il saio presso il Convento delle Celle di Cortona il 2 luglio 1937.

Diveniva sacerdote nel 1944 nella Chiesa Collegiata di San Casciano Val di Pesa in provincia di Firenze.

Nel marzo del 1946 partiva verso gli Stati Uniti d’America dove rimaneva per due anni presso la Custodia dei Cappuccini.

Dal 1949 fino al 1969 si trovava come missionario in Australia.

Qui si prodigava a favore degli emigrati italiani visitandoli famiglia per famiglia e diventando il loro punto di riferimento.

A Melbourne costruiva un Santuario dedicato a Sant’Antonio di Padova.

Rientrato in Italia era destinato al Convento dei Frati Cappuccini di Montecatini Terme dove rimaneva fino alla morte avvenuta il 25 ottobre 2007 presso l’Ospedale Careggi di Firenze in seguito ad un ictus.

IL CARISMA 

Presso il Convento dei Frati Cappuccini di Montecatini Terme aveva ricoperto gli incarichi più diversi.

Era stato padre Guardiano, Vicario, ma soprattutto l’incarico che lo aveva reso maggiormente noto alla popolazione toscana e non solo era quello di Assistente spirituale dell’Ordine francescano secolare da lui stesso promosso e fondato.

Padre Bonifacio era spinto da una grande carità e dallo spirito di umiltà di san Francesco d’Assisi.

Senza mai stancarsi organizzava pellegrinaggi, ritiri, adorazioni settimanali, peregrinatio mariane con la statua della Madonnina presso le famiglie, tante cene giù nella palestra del convento che chiamava agapi fraterne e infine raggiungeva tutti con le sue telefonate.

Con il suo zelo, non si limitava ad invitare le persone ad intraprendere l’attività missionaria, ma lui stesso per primo si impegnava nell’apostolato e con il suo esempio trascinava gli altri.

Tutti lo ricordano ancora oggi con il suo sorriso, le sue barzellette innocenti, il suo buon umore che riusciva a contagiare sempre chiunque lo avvicinasse.

L’amore che dimostrava verso gli altri era travolgente. 

Sapeva parlare alla gente toccando il loro cuore.

Ricordo una sua frase che era solito ripetere nelle omelie: “Si prendono più mosche con un cucchiaino di miele che con un barile di aceto!”.

Dopo la celebrazione della messa era solito scendere tra il popolo per scambiare i saluti o per invitarli ad entrare nell’ordine francescano secolare.

Come tanti altri, anch’io e mia moglie siamo stati attratti dal suo carisma.

Il 18 novembre 1979,  per la festa di santa Elisabetta d’Ungheria, nella chiesa di san Francesco a Montecatini Terme abbiamo fatto la nostra promessa solenne davanti alla Fraternità che ci ha accolto.

 

L’AZIONE MISSIONARIA

Egli, pervaso dal suo spirito missionario, non conosceva soste.

Aveva realizzato una collaborazione attiva con padre Angelo Simonetti per l’edificazione dell’ospedale in favore dei bambini motulesi di Mlali, in Tanzania.

I terziari francescani di Montecatini Terme, tutti letteralmente conquistati da padre Bonifacio, si impegnavano con lui nella raccolta di vestiario, di stoffe e quant’altro potesse rivelarsi utile all’ospedale pediatrico di Mlali in Tanzania.

Aveva inventato un ulteriore canale caritativo vendendo la merce direttamente davanti al Convento mediante  l’allestimento di bancarelle e consegnando poi il ricavato nelle mani di padre Angelo.

Con l’aiuto del maestro Magnani aveva dato alle stampe un opuscolo chiamato “Albo della Solidarietà” in cui erano annotati i nomi  in bei caratteri di quanti avevano contribuito all’opera mediante le loro offerte.

Era sempre in movimento in ogni zona alla ricerca di stoffe con la sua automobile, che affabilmente soprannominava Carolina.

La riportava in convento carica di tante mercanzie raccolte, grazie alla generosità di tante ditte e di tante persone che corrispondevano volentieri alle sue richieste.

Quando finalmente è stato realizzato l’ospedale pediatrico in Tanzania a tutti noi terziari francescani ha mostrato e illustrato la bella opera compiuta in un filmino. 

Il Comune di Lucignano gli ha dedicato un parco pubblico, dove si legge la seguente iscrizione: Parco Bonifacio Zurli (Missionario).

Il suo corpo è stato sepolto presso il Cimitero comunale di quella città.

Enzo Vincenzo Bellina 

#enzovincenzobellina 

 

(Nella foto Padre Bonifacio, il Diacono Prof. Testai

e l’Accolito Vincenzo Bellina presso la Cappella dell’Elena

Guerra)

18/10/2012