INCONTRO DEI FEDELI NICOSIANI CON IL LORO VESCOVO


Nel ciclo dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Fontenova, per la celebrazione del secondo centenario della sua incoronazione, è stata magistralmente inserita anche la visita del vescovo di Nicosia, mons. Salvatore Di Salvo.

Così sembra stabilmente gettato un ponte fra Nord e Sud.

Ad accoglierlo, presso l’ex cinema parrocchiale san Carlo, sono stati circa un centinaio di nicosiani, in rappresentanza delle famiglie provenienti da quella diocesi, iscritte nei registri parrocchiali del capoluogo.

Un bel mazzo di fiori è stato offerto al nuovo arrivato dal piccolo Marco.

Il proposto mons. Giorgio Checchi ha rivolto un caloroso saluto di benvenuto a nome di tutta la cristianità  monsummanese, illustrando anche la situazione locale, con dovizia di particolari e facendo riferimento ai problemi della popolazione immigrata.

Nei confronti di essa poi ha pronunciato parole di sincero apprezzamento per la laboriosità, per l’attaccamento al dovere dimostrata nel corso degli ultimi trenta anni in cui ha diretto la parrocchia.

Commoventi sono state soprattutto le parole con cui don Giorgio ha ricordato i meridionali che vedeva arrivare, passare attraverso la piazza Giusti con le valigie in mano diretti verso la zona delle Case, armati di tanta buona volontà di lavorare.

Un altro saluto al vescovo è stato rivolto da un figlio della terra di Nicosia e cioè dal sottoscritto, che è riportato più sotto.

Mons. Di Salvo, dopo aver dichiarato di avere veramente gradito l’invito per la sua presenza a Monsummano Terme in questi giorni, non solo per fare una rimpatriata pura e semplice, ma anche per portare a tutti noi, in quanto vescovo, il santo vangelo.

Ha ringraziato per la partecipazione tutti i presenti, invitandoli a partecipare alla celebrazione della festa in onore della Madonna, della quale si è dichiarato particolarmente devoto.

Il vescovo ha affermato inoltre che le tradizioni sono certamente diverse da zona a zona, per questo se vogliamo salvaguardarle dobbiamo saperci organizzare con la costituzione di clubs o circoli nicosiani, come esistono altrove, programmando anche delle gite in Sicilia e portando insieme a noi il proposto e gli altri sacerdoti toscani: infatti la Sicilia è bellissima ed ha molte opere d’arte, di cui l’ottanta per cento sono nelle nostre chiese.

Infine concludeva dando una tiratina di orecchi a coloro che si fanno assorbire totalmente dal lavoro, trascurando tutto il resto.

Al suo discorso, applauditissimo, è seguito un rinfresco gentilmente offerto dalla parrocchia, nel cui contesto il vescovo siciliano si è familiarmente intrattenuto con i presenti, programmando anche alcune visite presso le famiglie.


SALUTO A MONS. SALVATORE DI SALVO, VESCOVO DI NICOSIA, DA PARTE DI VINCENZO BELLINA

Eccellenza,

così, spontaneamente, senza che il mio intervento fosse compreso in alcun programma, le rivolgo a nome mio, della mia famiglia e compaesani tutti, i più sinceri auguri di benvenuto tra la popolazione nicosiana trapiantata a Monsummano Terme.

Il desiderio di onorarla come le compete è molto forte e anche gli auguri sono molto sentiti, però ella si accorgerà  subito della nostra insufficienza e della nostra pochezza anche da questo breve saluto.

Prima di parlarle di altri logicamente devo presentarle me stesso: manco da Nicosia da circa venti anni, anche se in diverse tappe, per le ferie, ho rivisto il mio paese natale.

Anche mia moglie è di Nicosia , ed abbiamo una bambina di due anni e mezzo che si chiama Letizia, l’unica vera toscana della famiglia.

Sono dipendente comunale ed ho il diploma di maestro elementare: tutta la mia formazione iniziò presso la parrocchia del SS. Salvatore di Nicosia sotto la guida del sacerdote Filippo Failla e del canonico Carmelo Montaperto.

Frequentai il seminario per alcuni anni, ma alla fine dovetti concludere che o era il seminario che non faceva per me, oppure ero io che non facevo per il seminario.

Successivamente mi allontanai anche dalla chiesa, dalla religione e dalla fede vivendo come un borghese; col passare del tempo, dopo circa dodici anni, forse per il cambiare della moda, forse per nostalgia del passato, ma più sicuramente per un dono del Signore che mi ha regalato la fede, eccomi nuovamente qui insieme agli altri cristiani.

Altri sacerdoti di Nicosia hanno contribuito alla mia prima formazione, cito mons. Clemente Gaddi, vescovo emerito, padre Rizzo, padre Di Fini, padre Casalotto, padre Gioco, padre Portuose. Padre Stella ecc…

Anche la mia famiglia, come la stragrande maggioranza delle altre provenienti dalla diocesi di Nicosia, è stata costretta a trasferirsi qui per ovvie esigenze economiche alla ricerca di un’attività  lavorativa per tutti i suoi membri.

La popolazione nicosiana qui ha trovato un terreno ideale per il suo inserimento, anche se questo è frutto di uno sforzo quotidiano soprattutto per i più anziani.

Soltanto nella parrocchia di Maria SS. della Fontenova, siamo ben 123 le famiglie iscritte nei suoi registri, senza contare le altre di Cintolese e Montevettolini.

Non certo per vantarci, ma siamo tutte persone dedite ad un’attività  lavorativa che svolgiamo con onestà, impegno, serietà  e professionalità, cercando sempre di migliorarci. I soldi poi, come si sa, non bastano mai e con i tempi che corrono, chi è arrivato per primo ed ha investito, ha fatto un buon affare e si è trovato bene, perché adesso non se ne possono più fare per nulla.

Il necessario però non manca a nessuno di noi.

Dal punto di vista religioso, lei capirà, siamo ancorati un tantino alle nostre tradizioni religiose, alle nostre bellissime feste, prima fra tutte, quella indimenticabile del venerdì santo, del Padre della Provvidenza, ed alla devozione verso il nostro carissimo beato Felice da Nicosia, laico cappuccino.

Sì, è vero che anche qui qualcosa si incomincia a muovere con questa festa della Madonna della Fontenova e con la festa paesana dell’uva: per il momento però non reggono il confronto.

Alcuni nostri compaesani, o perchè hanno visto il gregge un po’ abbandonato a se stesso, o perchè non hanno saputo resistere alla propaganda martellante dei Testimoni di Geova, ne hanno letteralmente abbracciato la confessione, allontanandosi dagli insegnamenti della santa madre chiesa.

Dal punto di vista culturale, con una battuta si può dire che qui ci troviamo benissimo, perchè è un paese dedito alla produzione di calzature, che di cultura non se ne è occupato poi tanto, sebbene fra i suoi cittadini più illustri vi siano state personalità di spiccata cultura.

Sotto l’aspetto del tempo libero, i nicosiani di solito trascorrono le serate presso i bar per fare qualche partita a carte o qualche tocco di birra; tanti altri però preferiscono rimanere in casa a vedere la televisione, magari facendo qualche lavoretto a domicilio di tomaie, incollandovi qualche passante oppure qualche toppone.

I giovani, molti sono nati qui e dunque sono completamente amalgamati con gli altri di estrazione toscana, per cui raramente si riesce a fare qualche distinzione.

Le donne vanno a lavorare in fabbrica, oppure lavorano a domicilio, ma poi tutte sono anche casalinghe e devono badare all’andamento della casa ed all’educazione dei figli, nella maggior parte dei casi.

Ma questo non è solo il quadro di Monsummano Terme, bensì di tutta l’Italia industrializzata.

Altre notizie più precise che sfuggono in questo momento alla mia osservazione, le potranno essere fornite nel corso della sua graditissima presenza fra noi.

La preghiamo anche di volere accettare le scuse di quanti per vari motivi non siano potuti intervenire a questo primo incontro.

Per il momento voglia cortesemente gradire i sentimenti della più alta stima dovutale come pastore ed apostolo di Gesù Cristo.

W NICOSIA!

W IL BEATO FELICE DA NICOSIA!

W MONSUMMANO TERME!

Enzo Vincenzo Bellina 

Pubblicato

01/09/1982