Pellegrinaggi e patrimonio culturale immateriale


Nella mattinata del 26 Maggio si è svolto virtualmente il seminario “Pellegrinaggi e patrimonio culturale immateriale” organizzato dal Professore Luigi Mariano Guzzo, docente del Corso in “Beni ecclesiastici e beni culturali” all'UMG, con il Patrocinio di DiReSoM, in cui è intervenuta la Professoressa Maria Luisa Lo Giacco, docente di Diritto ecclesiastico all'Università di Bari.

Durante il Seminario sono stati affrontati tutti gli aspetti dei pellegrinaggi, dalla storia ed evoluzione degli stessi fino ad arrivare agli aspetti giuridici.

In particolare, la Professoressa Lo Giacco è partita dalla presentazione di tre importanti volumi: il primo è il libro di Jacques Attali “L'uomo nomade”, il secondo è invece quello di Parag Khanna “Il movimento del mondo: Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell'umanità”, e infine, il terzo è il libro scritto dalla sociologa francese Danièle Hervieu Léger “Il pellegrino e il convertito. La religione in movimento”.

“Questi sono i volumi che rappresentano tutta la riflessione del seminario – ha affermato la Professoressa Lo Giacco-. Nel primo, Attali ricostruisce la storia dell'umanità spiegando ciò che dicono anche gli antropologi, cioè che l'uomo nasce con lo sviluppo della specie umana, nasce con il movimento. Lo sviluppo e l'evoluzione della specie umana infatti è strettamente legata al fatto che a un certo punto gli uomini dall'Africa si sono spostati e camminando hanno raggiunto altre parti della terra. Da questa constatazione di fatto, Attali ripercorre poi tutta la storia dell'umanità spiegando che in realtà tutti i cambiamenti positivi, tutte le evoluzioni che hanno caratterizzato la storia dell'umanità, sono frutto di un movimento, di uno spostamento. Quindi, secondo Attali, nella natura umana è insita questa spinta a muoversi, a spostarsi, a (diremmo oggi) migrare. Attali dedica anche uno spazio piuttosto consistente alla storia delle religioni spiegando che le grandi religioni mondiali sono anch'esse religioni strettamente legate al movimento, pensiamo ad esempio all'Islam, all'Ebraismo e al Cristianesimo”.

Si è passati poi ad esaminare il secondo volume, ossia quello di Parag Khanna. A riguardo, la Professoressa Lo Giacco ha spiegato che la tesi di fondo di Khanna è che, quella che noi oggi definiamo come crisi migratoria, non sia in realtà una crisi ma un movimento irreversibile, assolutamente determinante per il futuro dell'umanità. Khanna in particolare afferma che i movimenti di persone sono destinati a crescere nel futuro e che questa crescita porterà al benessere e al miglioramento dal punto di vista sia economico che demografico. “Khanna individua tre motivi per cui questo movimento è inarrestabile: demografico, climatico e politico. Non parla però di motivi religiosi. Quindi mentre Attali insiste sul movimento anche per motivi religiosi, Khanna non affronta questo aspetto”.

L'ultimo volume segnalato è stato infine quello di Danièle Hervieu Léger, dove l'autrice spiega come negli ultimi anni il fenomeno dei cambiamenti di religione sia divenuto inarrestabile. Questo perchè sarebbe sia più facile entrare in contatto con religioni diverse da quelle tradizionali presenti nel paese in cui si vive, sia perchè i mezzi di comunicazione offrono in concreto la possibilità di conoscere anche esperienze estranee alla cultura nella quale si è vissuti, rendendo quindi oggi possibile il fatto di cambiare religione.


Ma che cos'è il pellegrinaggio?

“Il pellegrinaggio è un atto di culto che troviamo in tutte le grandi religioni mondiali, ma anche in altre religioni”- ha affermato la Professoressa Lo Giacco, la quale poi si è soffermata in particolare sul pellegrinaggio ebraico, islamico, e cristiano.

Riguardo alla diversità dei tre tipi di pellegrinaggio, è stato spiegato che i primi due in realtà sono nati come obbligatori (sebbene quello Islamico ancora oggi mantenga la sua obbligatorietà), al contrario di quello cristiano che è stato ritenuto da sempre volontario.

Per quanto riguarda nello specifico il pellegrinaggio ebraico, questo è nato nell'Antico Israele dove appunto esso era un atto di culto obbligatorio. I fedeli infatti, obbligati dalla Torah, si recavano a Gerusalemme in alcune importanti festività (tra queste fondamentale era sicuramente la “Festa della salita al tempio”). Questo obbligo venne meno solamente quando, nel 70 d.C., dopo l'ennesima importante rivolta degli Ebrei, i Romani attaccarono e distrussero il Tempio di Gerusalemme. Ad oggi rimane comunque uso degli ebrei recarsi in pellegrinaggio, seppur in modo del tutto spontaneo, per pregare vicino al muro del Tempio.

Obbligatorio ancora oggi è invece il pellegrinaggio islamico. Esso (il cui nome è Hajj) costituisce infatti uno dei cinque pilastri dell'Islam, ed è in particolare un obbligo al quale ogni fedele deve, almeno una volta nella vita, adempiere. Questo è rigidamente disciplinato dalla legge islamica la quale prevede tutta una serie di obblighi (ad esempio l'obbligo di rasatura prima di iniziare il pellegrinaggio).

Infine, molto importante è sicuramente il pellegrinaggio cristiano, il quale, a differenza degli altri due visti fino ad ora, non è mai stato obbligatorio. Questo perchè nella religione cristiana vi è l'idea secondo cui Dio possa essere adorato ovunque, senza quindi il bisogno di recarsi in un luogo particolare. Tuttavia, già nei primi secoli del Cristianesimo, iniziò a diffondersi tra i fedeli l'usanza di recarsi a Gerusalemme per vedere i luoghi nei quali si era svolta la vicenda terrena di Gesù, divenendo così una forma di religiosità importantissima.


La Professoressa in particolare ha illustrato quelle che sono le testimonianze di questi primi pellegrinaggi: l'Itinerarium Burdigalense, che risale al 333 d.C, e il Peregrinatio Aetheriae (conosciuto anche come Itinerarium Egeriae), che risale agli inizi del V sec.

Il primo, è il diario di viaggo di questo monaco che da Bordeaux (nel nord della Francia), si mise in viaggio per raggiungere Gerusalemme. In questo viaggio fece le tre principali tappe della cristianità: Roma, Costantinopoli e poi Gerusalemme. Questo itinerario di viaggio rappresenta quindi la prima traccia di pellegrinaggio dal nord dell'Europa fino a Gerusalemme.

Il secondo invece, è un diario di una pellegrina di cui sappiamo soltanto il nome, Egeria (o Eteria, secondo altre tradizioni), in cui racconta appunto di questo viaggio che fece verso Gerusalemme insieme ad altri pellegrini dandoci un affresco dei luoghi santi di quel tempo.

Nacque così un fenomeno che avrà un enorme sviluppo durante l'età Medievale. Durante il Medioevo infatti il pellegrinaggio diventa una forma di religiosità importantissima: sia come atto di culto spontaneo, sia come atto di culto obbligatorio (a volte imposto anche dalle autorità civili, oltre che ecclesiastiche) e poi anche come strumento politico.

Un esempio di utilizzazione politica del pellegrinaggio è il Cammino di Santiago” – spiega la Professoressa Lo Giacco. Il Cammino di Santiago di Compostela è una rete di itinerari, che a partire dal Medioevo, i pellegrini hanno percorso per giungere alla Cattedrale di Santiago di Compostela, presso la quale si troverebbero le reliquie dell'Apostolo San Giacomo.

Ma perchè questo era utilizzato come strumento politico? “Questa storia del Cammino di Santiago va collocata all'interno della riconquista della Spagna, occupata a quel tempo dai musulmani. Questa riconquista si ricollega anche alla rievangelizzazione, e quindi ricristianizzazione, di quei territori. Per questa ragione il Cammino di Santiago diventa una via molto importante”- spiega la Professoressa Lo Giacco.

Il pellegrinaggio era poi considerato obbligatorio dalle leggi civili le quali lo imponevano a seguito della commissione di alcuni reati (es. omicidio). I condannati venivano quindi allontanati dalle loro città e mandati in pellegrinaggio a piedi (di solito a Santiago) al fine di emendarsi dai loro peccati. Al fine di verificare che questi compissero effettivamente tale viaggio, vennero istituiti tutta una serie di luoghi in cui i soggetti dovevano fermarsi e farsi firmare una tessera che attestasse appunto che erano passati di là. Questa tessera la ritroviamo anche oggi, ossia la tessera del pellegrino, che è un po' l'eco di quel foglio che i pellegrini portavano con sé in viaggio per testimoniare proprio il loro essere pellegrini. Questo perchè, a differenza degli altri viaggiatori, essi godevano della protezione imperiale e canonica.

Per questo motivo indossavano anche un particolare abbigliamento che tra l'altro serviva anche a distinguere i vari tipi di pellegrini (es. la Conchiglia che distingueva i pellegrini che si recavano a Santiago).

Cambiava anche il nome: coloro i quali percorrevano la Via Francigena venivano chiamati Romei, coloro che si recavano a Santiago invece Giacobei etc.

Quindi il Medioevo fu in sostanza l'età d'oro dei pellegrinaggi. Questi in seguito entrarono in crisi a causa della riforma protestante in quanto il pellegrinaggio venne considerato una forma di culto assolutamente contraria al Vangelo in quanto basato sull'adorazione di luoghi, immagini e simboli. Un altro fatto di crisi però fu anche la nascita degli Stati nazionali in quanto non ci poteva più spostare liberamente come in passato a causa dell'apposizione dei confini.

Il pellegrinaggio rivivrà solamente grazie ai Papi, che iniziarono a recarsi in pellegrinaggio a partire da Papa Giovanni XXIII, tornando ad essere un “fenomeno di popolo” (ricordiamo tra l'altro che Papa Giovanni Paolo II venne addirittura definito "il Papa pellegrino"). Tuttavia l'avvento della pandemia da Covid-19 ha nuovamente comportato, purtroppo, una notevole diminuzione del numero di persone recatisi in pellegrinaggio.

Si è passati poi ad esaminare quelli che sono gli Itinerari culturali europei. In particolare, già nel 1987, il Consiglio d'Europa dichiarò itinerario culturale europeo il Cammino di Santiago seguito poi nel 2004 dalla famosa Via Francigena.

“Ma perchè il Consiglio d'Europa decise di dichiarare queste vie di pellegrinaggio itinerari culturali? Perchè l'Europa ritiene che grazie a queste strade è possibile riscoprire lo stesso patrimonio culturale europeo – spiega la Professoressa Lo Giacco –. Lo scopo è quello di costruire una rete che consenta di sviluppare i valori propri del Consiglio ossia la tutela dei diritti umani, la diversità culturale, il dialogo e gli scambi interculturali”.

“Ma questi cammini rappresentano anche una risorsa chiave – continua la Professoressa – per il turismo responsabile e lo sviluppo sostenibile. Sentiamo spesso parlare di questo turismo di massa e di tutto il carico di inquinamento e consumo che esso comporta. Il turismo dei pellegrinaggi è invece un turismo sostenibile dal punto di vista economico. Questo infatti ha un impatto ambientale non irreversibile. La sostenibilità si manifesta soprattutto nelle modalità di viaggio che sono più lente ed ecologiche".

Importanti sono a riguardo gli interventi previsti dalla legislazione regionale volti proprio a promuovere e valorizzare questi cammini. In particolare, a riguardo sono state segnalate:

  • la Legge della Regione Lazio 2/2017 “Disposizioni per la realizzazione, manutenzione, gestione, promozione e valorizzazione della rete dei cammini della Regione Lazio il cui scopo è proprio sostenere il pellegrinaggio come forma di turismo sostenibile ed ecologico;

  • la Legge della Regione Abruzzo 52/2017 contenente anch'essa disposizioni per il riconoscimento, valorizzazione e promozione dei cammini abruzzesi.

“Vorrei soffermarmi infine sull'importanza che probabilmente, anche dopo la pandemia, avrà questo tipo di turismo. Chissà forse torneremo al turismo di massa, ma è pure probabile che, se qualche lezione la pandemia ci ha lasciato, anche nell'ambito turistico si svilupperanno maggiormente queste forme di turismo sostenibile che hanno a cuore il rispetto della natura, dei paesaggi, e dei territori che si attraversano”- conclude, alla fine di questo splendido viaggio all'interno della cultura dei pellegrinaggi, la Professoressa Lo Giacco.

Professoressa Maria Luisa Lo GiaccoDocente di Diritto ecclesiastico all'Università di Bari.

Ilaria Catalano

Seminari di Beni ecclesiastici e beni culturali (2021-05-26 at 01:39 GMT-7)