15 aprile 2021


La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” così recita l’art 9, Comma II, della nostra Costituzione, il quale sottolinea come il prendersi cura del patrimonio è fra i modi migliori per vivere il proprio tempo: non solo occuparsi dei luoghi, ma anche viverli. Questo è il compito del FAI (FONDO AMBIENTE ITALIANO), guidato da questi valori:

  • Conoscenza e competenza: mettere costantemente in contatto le persone con i tesori del paesaggio e della cultura della nostra Penisola e anche con quelli che potenzialmente potrebbero diventare, il FAI si occupa di dare delle nuove chiavi di lettura, che le stesse siano capaci di mettere in relazione il Bene con quella che è la sua storia e con il contesto;

  • Concretezza: trasformare le idee in azioni concrete, efficaci ed efficienti, è questa la strada per insegnare ai cittadini ad essere più consapevoli, con l’obiettivo di realizzare un Paese migliore;

  • Coerenza: l’agire del FAI deve essere lo specchio delle convinzioni quotidiane, fedeli copie del proprio pensiero e concretizzarle nei fatti;

  • Indipendenza: muoversi con libertà di pensiero e di azione e con totale indipendenza da qualsiasi movimento o parte politica, religiosa, ideologica, il FAI collabora solo con chi abbia come obiettivo la tutela del patrimonio storico, artistico e paesaggistico;

  • Qualità: il FAI ha come obiettivo l’eccellenza, ricavabile dalle azioni più piccole a quelle più grandi;

  • Curiosità: Ri-scoprire il patrimonio culturale e paesaggistico nascosto, con itinerari culturali non consueti, capaci di suscitare meraviglia e stupore in chi li vive;

  • Ozio operoso: coltivare del tempo libero di qualità, i Beni e le iniziative dei FAI siano occasioni per dedicarsi con intelligenza alle proprie passioni e coltivarne di nuove.

Il FAI organizza il suo lavoro secondo un piano strategico decennale e piani operativi di durata triennale: interviene su otto aree d’intervento, cioè si pone otto obiettivi.

  1. Luoghi: quelli che abbiamo ricevuto in donazione, in eredità ( un richiamo al termine internazionale degli stessi, che è “cultural heritage”) o concessi in gestione come boschi, coste, parchi, giardini, castelli, ma anche piccoli beni come un’edicola storica o un’antica barberia di un piccolo paese;

  2. Territorio: aumentando il numero e la varietà dei beni storici e naturalistici, diventano gli stessi luoghi più attivi, utilizzati a vantaggio della crescita nei contesti culturali, sociali ed economici della Penisola;

  3. Relazioni: beni come centri di relazioni sociali, vederli come comunità grazie alla presenza capillare e strutturata dei volontari, rappresentano un dialogo continuo con il territorio;

  4. Persone: rapporto tra luoghi e persone, con esperienze capaci di far nascere desideri e aspettative;

  5. Educazione e tutela: sentimenti, quali quelli di sensibilizzazione, coinvolgimento attivo e tutela, emergono tramite le “Giornate FAI di primavera e autunno”, le “Sere FAI d’estate”, “Giornate FAI per le scuole” e i “Luoghi del cuore”;

  6. Impatto zero: si cerca il meno impatto energetico possibile dei nostri beni;

  7. Sostenibilità: devono essere i Beni stessi a produrre le risorse necessarie al loro funzionamento, mantenimento e sviluppo, avendo presente la loro tutela e valorizzazione come principali finalità;

  8. Impegno civico: una collaborazione con la società civile e con le istituzioni è richiesta a livello locale quanto a livello nazionale per avere voce nei grandi e futuri dibattiti sull’ambiente, per una maggior difesa del paesaggio e del patrimonio storico-artistico.

Il FAI è una fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975, sul modello del National Trust inglese, con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano, supportata e legittimata dall’ Art 1, comma 2 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che afferma: “La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura.

Fu Elena Croce, figlia del grande filosofo Benedetto, che diede l’idea all’amica Giulia Maria Mozzoni Crespi a impegnarsi per creare in Italia una fondazione simile e sulla falsariga del National Trust britannico. L’episodio singolare, germogliante dell’idea di fondare un National Trust propriamente italiano, fu quando la trovò, in mezzo ai castagni toscani, e l’amica esclamò: “Ma lassù c’è il porridge e noi mangiamo gli spaghetti, lassù piove e qui splende il sole; vedo poche analogie!”. L’idea di Elena Croce divenne una solida realtà grazie al sostegno di Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli. Con essi Giulia Maria Mozzoni Crespi il 28 aprile 1975 firmò l’atto costitutivo e lo statuto del FAI: una dichiarazione d’intenti di persone decise a fare qualcosa di concreto per il nostro Paese. A dare il via alle attività FAI fu la prima donazione ricevuta: Cala Junco, donata da Pietro di Blasi, a Panarea, nelle Eolie, una caletta dalle acque cristalline. Seguirono il Monastero di Torba, comprato e donato dalla stessa presidente Crespi, l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli, fino alle ultime acquisizioni dei Giganti della Sila a Spezzano della Sila, del Podere Case

Cala Junco, una delle spiagge più belle dell’Isola di Panarea, nell’arcipelago delle Eolie, fu la prima donazione effettuata al FAI.

Il Monastero di Torba, a Gornate Olona, in località Torba, alle pendici dell'altura su cui è situato il parco archeologico di Castelseprio.

Nicola Catania