Il rito dell'acqua rubata

1 Aprile 2021

Nella Settimana Santa le comunità arbëreshë fanno rivivere usanze e tradizioni ricche di fascino arcaico e suggestivi significati, testimoni del forte sentimento religioso, tra questi il rito dell’acqua rubata.

Il Sabato Santo a San Demetrio Corone viene rievocato un rito che unisce il sacro al profano. Annunciata la resurrezione del cristo da parte del parroco, i cittadini escono dalle loro case e si incamminano verso la fontana del collegio (vicino l’antico monastero di sant’Adriano) in assoluto silenzio per “rubare l’acqua”. Inoltre, escono muniti di bastoni per difendersi durante il tragitto dai “diavoli tentatori”, cittadini che hanno già compiuto il rituale e che cercano di farli trasgredire alla regola del silenzio e qualora ci riescano dovranno tornare indietro, poiché si può parlare solo dopo aver sorseggiato l’acqua.

donne con la "dhokaniqia". notte del sabato santo, aprile 1994

foto del prof.Adriano Mazziotti

Una volta che è stata rubata l’acqua si avviano verso la chiesa madre ove è stata sistemata la legna per accendere un enorme fuoco. Questa legna viene “rubata” dalle case nel pomeriggio, infatti si dice “guai a lasciare la legna incustodita vicino casa, sparirebbe nel nulla e nessuno direbbe chi è stato, nessuno violerebbe il segreto di Qeradonulla”. Qui i cittadini elevano canti e preghiere fino alle prime ore del giorno seguente (domenica di Pasqua).

cittadini che bevono alla fontana

foto dal sito www.arbitalia.it

Cittadini davanti alla catasta incendiata

foto dal sito www.arbitalia.it

Fedeli davanti l'ingresso della chiesa

foto dal sito www.arbitalia.it

Quando, chiamati a raccolta dalle campane, assistono al rito della “Fjala e mira” (la buona parola) che simboleggia l’ingresso di Gesù negli inferi, la Resurrezione è la riconquista del Paradiso che per gli arbëreshë coincide con il liberare le anime dannate.

Il sacerdote munito di una grossa croce bussa alla porta della chiesa chiusa dal sagrestano che dall’interno interpreta il demonio; vinta la resistenza di quest’ultimo, il sacerdote seguito dai fedeli entra in chiesa al canto del “Kristos ànesti

Come scrive il prof. Adriano Mazziotti, giornalista, acqua e fuoco sono i simboli della Pasqua albanese.

L’acqua rappresenta la vita del popolo arbëreshë , la sua storia e la sua cultura messa a tacere dal padrone latino. Si va in silenzio a rubare l’acqua per tenere in vita la tradizione, la loro storia e la loro terra senza dare ascolto al diavolo tentatore che vuole che dimentichino le loro tradizioni, la loro storia.

Il fuoco invece purifica tutti dal peccato, bruciando ogni colpa.

IL FUOCO PURIFICATORE

L'acqua come vita del popolo arbëreshë

Leda Perrotta