Generalità
Il Parco delle Dolomiti Friulane è una zona assai vasta costituita da più gruppi montuosi tutti interessanti e remunerativi per l’escursionista.
L’escursione proposta consente di visitare il gruppo dei Monfalconi, sicuramente uno dei più belli, se non il più bello in assoluto. Il tracciato consiste in un percorso ad anello ed è piuttosto impegnativo per lunghezza ed impegno fisico, ma, se intrapreso in una giornata di bel tempo, darà sicuramente grande soddisfazione anche all’escursionista più esigente.
Il nome dato all’itinerario fa riferimento al Campanile di Val Montanaia, un singolare torrione che si erge solitario al centro del Cadin di Val Montanaia, e che costituisce l’attrattiva paesaggistica principale dell’intero parco.
Accesso
L’itinerario inizia dai parcheggi nelle vicinanze del rifugio Pordenone in località Pian Meluzzo, o dal rifugio stesso qualora si sia optato di pernottarvi. La località si raggiunge da Cimolais (PN) percorrendo la lunga strada carrozzabile della Val Cimoliana; considerare che la strada ha lunghi tratti di sterrato a volte piuttosto dissestati, e pertanto il tempo necessario per percorrerla è di circa 45’ - 1 h
Descrizione del percorso
Dai parcheggi si imbocca il sentiero 353: indicazioni per Bivacco Perugini, Forcella Montanaia, ecc. Il sentiero passa per il rifugio Pordenone, che si raggiunge dopo pochi minuti dalla partenza, e poi si addentra nella stretta Val Montanaia. A tratti agevole, e talvolta accidentato, risulta sempre evidente; nell’ultimo tratto aggira il Campanile di Val Montanaia sulla destra e, risalita una sella erbosa, conduce al bivacco Perugini in poco più di due ore dal punto di partenza. Il luogo merita sicuramente una sosta.
Dal bivacco si prosegue in direzione dell’evidente forcella Montanaia a 2330 m. che si raggiunge in 45’ o poco più. Il sentiero, dapprima evidente ed agevole, diventa poi scosceso e si perde in mezzo alle ripide ghiaie che si risalgono con fatica. Conviene seguire una traccia sulla destra che risulta meno accidentata e consente di arrivare alla forcella con minore fatica.
Il segnavia è sempre il 353.
La discesa sull’opposto versante avviene per un canalone assai ripido su ghiaie instabili e brevi salti di roccia. Il percorso, malagevole fin quasi alla fine del canalone, conserva il numero di segnavia, e alla fine porta ad un bivio con le indicazioni scritte su una roccia. Proseguendo in discesa si può raggiungere il rifugio Padova, noi invece proseguiamo a destra per un sentiero che taglia le ghiaie quasi in piano.
Dopo circa 10 minuti si incontra un secondo bivio con il sentiero 342 proveniente dal rifugio Padova. Lo seguiamo a destra risalendo il Cadin d’Arade fino a raggiungere con un sentiero ben segnato e complessivamente agevole la forcella Monfalcon di Forni a 2309 metri. Dalla forcella bellissimo panorama verso la Val Monfalcon di Forni e sul percorso appena completato.
Si scende sull’opposto versante con il sentiero che traccia un semicerchio e si porta sul lato sinistro della valle fino a raggiungere il bivacco Granzotto Marchi a quota 2152; 20’ - 30’ dalla forcella. Dal bivacco è possibile, in circa 10’, raggiungere una sorgente di acqua limpida e freschissima.
Dal bivacco si prosegue in discesa per il sentiero 359 che si mantiene al centro della valle - Val Monfalcon di Forni - con tratti a media pendenza. Dopo circa 40’ si attraversa verso sinistra sotto una parete grigio nera; da qui in poi la pendenza del sentiero aumenta e si entra nel bosco. Dopo circa 1 h 30’ dal bivacco si raggiunge la confluenza con la Val Meluzzo presso Casera dei Pecoli, dove si incrociano più sentieri. Svoltare a destra per il segnavia 361 lungo la Val Meluzzo che si mantiene quasi piatta fino al punto di partenza.
Fare attenzione a non smarrire il sentiero che è peraltro ben segnato ed evidente, tuttavia nella larga colata di ghiaie formata dal torrente, si trovano tracce di vecchi tracciati che possono indurre in errore; nel dubbio seguire il sentiero sul lato sinistro della valle, che alla fine diventa una strada bianca che conduce ai parcheggi.
Variante (consigliata)
Dal bivacco Granzotto Marchi, anzichè scendere a “Caseruta dei Pecoli” per il sentiero 351, seguendo il segnavia 349 si può raggiungere il rifugio Pordenone per il Passo del Leone e la Val Monfalcon di Cimoliana: indicazioni chiare al bivacco.
Al costo del superamento di ca altri 150 mt di dislivello in salita per raggiungere il passo del Leone, si accorcia la durata dell’anello di circa mezz’ora, si evita un percorso decisamente più monotono e non si corre il rischio di perdere il sentiero nella parte terminale dell’itinerario. La Val Monfalcon di Cimoliana infine, offre degli scorci decisamente spettacolari sulle cime circostanti. La durata del tragitto è di ca 2 ore.
Dislivelli e tempi
Tempi e dislivelli sono approssimativi; i tempi sono riferiti ad un escursionista medio. Prevedere 8 - 9 ore di cammino soste escluse.
Punti di appoggio
Periodo consigliato
Il periodo consigliato è la stagione estiva.
Data la lunghezza dell’itinerario è consigliabile percorrerlo a inizio stagione, quando le giornate sono particolarmente lunghe, in modo da minimizzare il rischio di essere sorpresi con il buio lontani dal punto di arrivo o dai punti di appoggio indicati.
Avvertenze
Le zone attraversate sono piuttosto aride; nel caso di giornate calde provvedere con una scorta d’acqua adeguata. Una sorgente che eroga acqua frescissima si trova a ca 10’ dal bivacco Granzotto Marchi; la deviazione, fra andata, rifornimento e ritorno sul sentiero di discesa, richiede una ventina di minuti in tutto.Il bivacco Perugini è indicato come inagibile in alcuni siti web, di fatto quando ho percorso l’itinerario appariva in buova efficienza.
Nel tratto terminale fra la “Caseruta dei Pecoli” fare attenzione a non perdere il sentiero. Inizialente il tracciato si tiene sulla sinistra del torrente, per poi portarsi sulla sinistra. Il letto del torrente, perloppiù in secca, consiste in una larghissima distesa di ghiaie; segnavia e ometti riferiti a un vecchio tracciato, poi dismesso, possono portare fuori strada; dove si incontrano segnavia sul lato sinistro del letto del torrente, segurli lungo il fondovalle in direzione del punto di partenza.
E’ consigliabile dotarsi di una buona carta topografica dell’area; le carte Tabacco al 25.000 sono ottime; io ho utilizzato il foglio 016 “Dolomiti del Centro Cadore”, ma esistono altri fogli anche più appropriati.
Riferimenti
Aggiornamento
La relazione si riferisce al 11 luglio 2015; itinerario percorso in giornata.