Uomini, alberi, demòni

di Riccardo Ferrari

( Riflessioni a seguito dell'incendio della pineta di Marina di Grosseto, agosto 2012)

Un proverbio cinese recita «per poter essere uomini si devono generare 2 figli e piantare 3 alberi». Ciò che mi colpisce e' l'accento posto sulla relazione tra uomo e mondo vegetale. Ogni volta che pianto un albero mi chiedo se veramente sono un po’ di più uomo o se almeno questo gesto mi ha fatto diventare un uomo migliore. Ogni giorno guardo gli alberi intorno alla mia casa, guardo quelli che ho piantato e accolgo ogni loro piccolo successo con gioia, ogni loro frutto come un dono all’umanità. Quest’anno ho piantato un albero per la nascita di mio figlio, un tiglio, spesso mi siedo e guardo questo alberello immaginando il futuro in cui farà una grande ombra e svetterà oltre l’altezza della casa. Se tutto andrà bene sicuramente vivrà assai più a lungo di me. E questo mi fa pensare a quanti uomini che ormai sul limitare della loro vita terrena continuano a piantare alberi, magari spendendoci anche molti soldi. Ma essere veramente un uomo è andare oltre se stessi, è ascoltare l’amore che si ha per i figli e per tutti i bambini, desiderare per loro un mondo ricco di risorse, di prosperità, di vita. Perché che cosa sono gli alberi e le piante se non la più grande risorsa che l’uomo ha? Ma se per fare un albero ci vogliono tanti anni, decenni , per distruggere una foresta, o un singolo albero, bastano solo degli istanti. In questa estate rovente, in questa epoca di crisi economica gli alberi ed i boschi sono diventati il bersaglio di quella ignoranza umana così bieca e perversa che ha generato la stessa crisi. Il piromane che avvia la distruzione di un bosco perché lo fa? Per odio contro qualcuno, per frustrazione e per vendetta, o forse per ritorsione, forse dietro a questo olocausto non vi sono singoli pazzi, ma criminali organizzati con mire ben precise il cui strumento è il terrore, e il cui scopo è il loro profitto. Troviamo tutti riprovevole questo, ovvero che un uomo possa dare via ad una distruzione così folle, distruggendo così tanta vita e così tante risorse,e mettendo a repentaglio molte vite umane, ma possiamo continuare a chiamarlo uomo se ripensiamo al proverbio cinese? Ovviamente no. Secondo la cultura Indù gli uomini che per la loro brama di potere, danaro e successo prevaricano ogni altra forma di vita,e abbandonando ogni forma di compassione, praticano la violenza e la distruzione divengono demoni. Il loro unico scopo è saziare la loro fame perversa, il loro basso interesse e i loro istinti più meschini. Non lasciamoci sfuggire la lezione che questo inferno ci ha lasciato, che ci serva per accrescere in noi il valore che ogni singolo albero ha . Abbiamo davanti agli occhi l’orrore, vediamo cosa genera l’avidità .Questa porzione di pineta ci offre uno sguardo più ampio su un futuro apocalittico.

Ora siamo nuovamente al punto zero, la pineta dovrà ricrescere, la vita tornerà ed ogni uomo che si possa così chiamare, pazientemente gioirà nel veder tornare la vita dove la malvagità l’ha distrutta; perché la vita torna sempre. Lentamente inesorabilmente, si accresce verso la prosperità, anche se nessuno di noi avrà una permanenza abbastanza lunga per rivedere la pineta come la ricordavamo, comunque pianteremo degli alberi perché nel nostro cuore sappiamo che è questo che ci rende veramente uomini e veramente donne, veramente esseri umani.

Riccardo Ferrari é Arboricoltore, membro dell' ISA Italia :Società di Arboricoltura http://www.isaitalia.org