da TREKKANDO SUL MONTE AMIATA E DINTORNI - Guida semiseria ma reale di alcuni sentieri della nostra montagna
di Giorgio Coppi
(Durata 2 ore e 30 minuti circa con un buon passo distanza 13 Km circa, difficoltà media)
(Arnaio, Mercuri, Cipriana, Sassicaia, Bivio Metatelle, Sant’Antonio, Crocetta)
Partenza da Via Fosso Canali all’altezza delle case di fronte alla pensione Aurora numero civico 84 si imbocca un sentiero che costeggia il giardino dell’ultima villetta dove scorrazza libero il Boxer Tommy, un cane che con un po’ di moine vi diventerà amico intimo.
Alla fine della stradina si va sulla destra dove c’è un sentiero (il sentiero del “Luporso”) costeggiato da castagni e marroni, si sale in mezzo a delle piccole rocce e a sinistra si intravede una costruzione in cemento “Bottino dell’acqua” si prosegue sulla destra fino a incontrare un sentiero più grande che girando a destra porta alle “Rocce di Coderino” ed a sinistra porta alla strada della Crocetta. Giriamo a destra e costeggiamo tutte le rocce di Coderino dominate dal maestoso sasso di “Polifemo” che vegliava sul vecchio Castello della Pertica.Si arriva al fosso di Fonte Risola fonte che si trova un po’ più avanti sulla sinistra. Si attraversa il fosso si sale per una discreta salita detta anche “leppetta”, a dritto si va verso l’Altone a destra al bottino del K2 , sulla sinistra c’è un grosso e vecchio castagno, si prosegue sulla sinistra e si incontrano sulla sinistra i ruderi di una vecchia capanna dei boscaioli (Sentiero della Panchina) . (vedi cartina A)
Salendo in mezzo ad una pineta su un sentiero molto bello contornato da piante e rocce si sale su un percorso scosceso fino ad una piccola radura dove prosegue con una curva a sinistra e a destra si dirama in un altro sentiero che porta verso la polveriera della vecchia miniera. Si prosegue a sinistra salendo per la stradina scoscesa e molto ripida che porta fino alla piana del Carrarmato “Poggio dell’Arnaio”(vedi cartina B)
Sulla destra c’è un sentiero che porta allo stradone della Cipriana, proseguiamo in leggera salita sempre sulla sinistra fino ad incontrare un sentiero scavato dall’acqua del Fosso della “Cocca” che abbiamo rinominato la pista da Bob o del Capriolo senza testa, perché in un’escursione invernale sulla neve trovammo i resti ancora caldi di un Capriolo senza testa; l’aveva forse attaccato il Lupo predatore della nostra montagna che, purtroppo, noi non abbiamo mai visto ad eccezione delle sue impronte nella neve. Proseguendo sulla destra si possono ammirare le rocce “ Degli Imbronciati” e più avanti troviamo la piana della Mercuri. (vedi cartina C)
A destra si va verso i caminetti , imboccando il primo sentiero a sinistra si va verso il Poggio di Agata incontrando anche una bella radura teatro di molti incontri di comitive giovanili di altri tempi dove c’è ancora un ingresso di una vecchia galleria. Girando a sinistra e proseguendo in salita per lo stradone si arriva al podere della Cipriana ristrutturato ed in buone condizioni. (vedi cartina D)Si prosegue per 100 metri circa poi si abbandona lo stradone e si va a destra per la “Sassicaia”, strada sassosa in salita molto bella tra rocce castagni ed abeti si arriva al Sasso del Cubo o Pescecane a seconda da quale angolazione si guarda. (Dopo due tornanti sulla destra si trova una stradina che porta al Poggio di Anna). Si prosegue sempre sulla stessa strada che si fa più confortevole ed in leggera discesa e si arriva al bivio delle “Metatelle” sulla destra (Vedi cartina E). Si prosegue verso sinistra in discesa, a metà stradone si scoprono dei meravigliosi sassi che rassomigliano a figure di animali o di personaggi fantastici; sulla sinistra si intravede un gorilla mentre sulla destra si incontrano: dei delfini che escono dall’acqua, un po’ più in alto un toro di grandi dimensioni e alla fine si intravede il sasso della Vecchia o della Befana o della Cariatide, scegliete voi. Proseguendo si arriva alla scala Santa e si gira sulla sinistra (a destra si va al Podere Pozzaroni).
Si imbocca lo stradone in mezzo ad una pineta subito dopo si gira sulla destra (a sinistra si ritorna al Podere La Cipriana) in una bella strada tra i pini si prosegue sempre sulla destra (a sinistra si va verso il Podere Sant’Antonio) proseguiamo fino a trovare una biforcazione del sentiero proseguiamo a destra fino a trovare la strada asfaltata (vedi cartina F) che da Piancastagnaio porta alla vetta. Appena arrivati all’asfalto si gira a sinistra sullo stradone di Montarioso, anche qui si incontrano più strade prendiamo la prima a sinistra “Anello di Marinella” (proseguendo a dritto si va in un sentiero scosceso e pieno di piante cadute, sulla destra invece si va al Podere Montarioso).
Da l’anello di Marinella si ritorna verso le pinete, al primo incrocio si gira a destra verso Sant’Antonio. Nel sentiero più avanti si incontra una grossa buca sempre piena di fango bianco che chiameremo le Terme dei Cinghiali. Alla fine della discesa subito sulla destra c’è un piccolo sentiero che riporta verso Montarioso, noi proseguiamo e subito dopo si arriva ad un bivio, si prosegue ancora sulla destra (a Sinistra si ritorna alla Cipriana) e si arriva alla bella piana del Podere Sant’Antonio contornata da alberi da frutto, meli, peri e ciliegi, da un bel fontanile e da un pozzo in peperino.
Purtroppo del podere sono rimasti solo alcuni ruderi e sono ormai distrutte anche le belle griglie in pietra che erano state costruite per eventuali picnic degli escursionisti. Qui c’è un altro bivio si va verso sinistra (Vedi cartina G) (a destra si va verso il Vallone, Scheletrini, Castagnone, ma questa è un’altra storia).
Il sentiero è tutto in discesa fino al fosso di S.Antonio “Poggio di Agata” o piana del taglio. (proseguendo a destra lungo il fosso più avanti sempre sulla destra si trova il sasso di “Baticonca” proseguendo lungo il fosso di S.Antonio circa 150 metri più avanti si trova un grosso faggio contornato da altri faggi più piccoli, è strano vedere un faggio così grosso a questa altitudine, la sua presenza è sicuramente dovuta ad un particolare microclima che si è creato lungo il fosso).
Dalla piana sulla destra si sale su una strada brutta, polverosa o fangosa (sulla sinistra c’è un altro sentiero che porta allo stradone del Douglas) si prosegue in salita e discesa fino ad incontrare la cosiddetta piana dei Pinzuti o del Poeta (la prima a sinistra riporta verso la Cipriana ) proseguiamo a diritto fino ad incontrare sulla destra il sasso del Cinghialino e successivamente sempre sulla destra troviamo il sasso delle Paure che noi abbiamo rinominato il Sasso della Tartaruga, nome che per la somiglianza del sasso al carapace ci sembra molto più appropriato.
(A sinistra di fronte al sasso si trova il sentiero che porta verso il Castello della Pertica, percorrendo questo sentiero per una cinquantina di metri sulla destra in mezzo al bosco c’è un sasso con una cavità a forma di cuore.
Dal Sasso della Tartaruga si prosegue a dritto, il sentiero era contornato da meravigliose scope che, purtroppo, per effettuare i tagli delle piante sono state divelte deturpando il bordo della stradina.
Prima di arrivare allo stradone “Strada vecchia per Piancastagnaio” si trova sulla sinistra un viottolo che porta al Castello della Pertica. Allo stradone si gira sulla sinistra e subito sulla destra, lungo la strada, si erge un bel crocefisso in ferro , questa località è denominata “La Crocetta”, si prosegue fino ad incontrare le prime case del centro abitato “S.Andrea” e si prende il primo viottolino a sinistra che porta alla strada asfaltata di Via Fosso Canali.
A questo punto abbiamo percorso un anello, infatti ci troviamo poco sopra alla casa da dove era iniziato il cammino.
Questo percorso molto caratteristico si può fare anche nei mesi invernali con la neve, basta munirsi di ciaspole , bastoncini e abbigliamento adeguato.
Buona passeggiata!!