La Gazzetta del Canavese

..... Poi sto facendo per conto mio un’indagine sull’eporediese. Su un dialetto che non esiste. Mi spiego meglio. Arnaldo Alberti dice che è al massimo il 9% degli eporediesi che parlano piemontese. Se lo dice lui è da prendere per buono. Io avrei detto meno. E queste persone parlano la koiné, una koiné di seconda mano. Si tratta di un torinese canavesanizzato. 

"C'è un documento che è quello del Biondelli, della metà dell'800, sull'Eporediese. Questo Biondelli faceva delle ricerche per corrispondenza. Aveva una serie di corrispondenti ai quali chiedeva di scrivere la parabola del figliol prodigo nella loro parlata. E doveva avere molti conoscenti in Canavese perché esistono diverse versioni di questa parabola. Ne risulta che a metà dell’Ottocento l’Eporediese era già torinesizzato.

Sto facendo una vera e propria indagine investigativa sui paesi vicini a Ivrea. Mi sto informando sulle parlate di questi paesi. Una buona ipotesi dei dialettologi sostiene che le parti più antiche del dialetto si trovano in periferia. E dunque io vado in periferia, nei centri vicini, come Montalto, Pavone, Chiaverano, Cascinette, ecc. e quello che trovo è che parlano in maniera abbastanza uniforme”.