Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Urss: bilancio di un'esperienza

Collana:

Acta philosophica. Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli

ISBN 88-392-0512-8

1999, pp. 222

Atti del convegno Italo - Russo. Urbino 25-26-27 settembre 1997.

Perché dunque l'Urss è caduta? Attorno a questa domanda ha ruotato il convegno italo-russo di Urbino, avvio di una ricerca e riflessione senza dogmi, con l'apporto di competenze e approcci disciplinari diversi. Diverse le risposte, principalmente ruotanti attorno al peso dell'economia - le contraddizioni intrinseche della pianificazione e la cosiddetta stagnazione - non ignorando tuttavia che i pur deboli quozienti di sviluppo di età brezneviana hanno lasciato campo al tracollo post-sovietico in ogni settore, senza che ne siano derivate la crisi e la caduta del sistema di "capitalismo criminale" che ha sostituito il "socialismo reale". In effetti, nel confronto e nella competizione economica con l'Occidente si era venuta a concentrare la sfida della guerra fredda da parte del sistema sovietico; che non è mai riuscito a superare lo stadio di eccezionalità originaria e post-rivoluzionaria e a produrre e sedimentare super-strutture culturali giuridiche e statuali in grado di reagire dialetticamente e positivamente con le condizioni materiali. Sono i temi della democrazia, del pluralismo, dello stato rappresentativo che l'esperienza sovietica non ha risolto, né teoricamente né praticamente. Al tempo stesso l'esperienza derivata dall'Ottobre '17, che ha sgretolato e cambiato il corso del Novecento con gli sconvolgimenti che ne sono derivati sul piano dei rapporti tra le classi, dei movimenti di liberazione dei popoli e delle relazioni tra essi, resta come un gigantesco laboratorio cui non ci si può non riferire in positivo e in negativo di fronte ai grandi problemi che l'umanità si porta dietro insoluti e aggravati nel nuovo millennio. Di qui la critica indiretta ma trasparente della rimozione e del silenzio con cui tanta parte dell'intellettualità progressista e della cultura di sinistra ha creduto di "liberarsi" del passato e della propria storia, senza il coraggio di guardarsi allo specchio e farvi i conti seriamente e criticamente.