Programma 2017 - 2018

Programma 2017 - 2018

1. Compiti dell’ARCHIVIO DIALOGICO

L’Archivio Dialogico della Cultura Canavesana, l’ADCC, è nato all’insegna del Ritorno alle terre del Canavese, un ritorno inteso come momento necessario di riordino programmatico degli studiosi della cultura di questa splendida sub-regione piemontese, dopo che, almeno da oltre mezzo secolo, si era proceduto a studiare la cultura del Canavese (salvo pochissime eccezioni qualitativamente valide), in maniera disorganica, all’infuori di ogni quadro programmatico.  Sponsor prevalente l’Ente pubblico. Paradossalmente, tuttavia, proprio nel condizionamento di sapere che  il lavoro sarà destinato all’ente pubblico, preserva gli autori da eccessi, personalismi e colora persino l’opera di una qualche finalità sociale.

È stato giustamente scritto che la nessuna preclusione di temi, nomi, autori, che caratterizzano anche statutariamente l’ADCC e la sua metodologia di ricerca, sta tutta nell’aggettivo dialogico, che  consente l’adesione più ampia  all’ADCC di studiosi, enti pubblici, associazioni ed enti privati, così che tutti insieme possano a mano a mano venir a costituire una  vera “casa comune” della cultura canavesana sul territorio.

L’Archivio, abbiamo detto, è pensato come un ritorno alla Terra canavesana, questa volta per rispettarla, per riscoprirla, per preservar dall’inquinamento e dalle deformazioni il suo dolce e aspro paesaggio e, in definitiva, per restituirla alla sua genuinità, bellezza e sacralità  millenaria.

Ebbene, ripetiamo qui, ancora una volta, che cosa è e che cosa vuole essere questo Archivio Dialogico della Cultura Canavesana, le cui due prime parole non paiono essere subito pienamente comprensibili.

L’Archivio è un insieme di studiosi, amanti del Canavese e della sua cultura, che vogliono attraverso il dialogo (ecco il significato di dialogico) offrire in progetti culturali, le loro indagini sull’origine e lo sviluppo di tutte le forme culturali in Canavese. Intento abbastanza ambizioso, ma  non va dimenticato che un progetto culturale è sempre un qualcosa che si vuole lanciare in avanti.

A qualcuno la dizione Archivio può lasciare la sensazione che si tratti di una struttura, più o meno materiale, per la raccolta di documenti sul Canavese e per la loro, in qualche modo,  conservazione. Ebbene, questo è solo l’aspetto più esteriore del termine ‘archivio’. Noi, a questa parola, persino burocratica, non abbiamo mai disgiunti i suoi significati storici più antichi e originari. Il primo e più forte di questi significati ci viene dalla corretta spiegazione di come mai il termine tardo latino archivi(m) sia divenuto, in definitiva, archivio e non sia rimasto archivo.  Ebbene, tale passaggio non è stato dovuto a una contaminazione tra due supposte varianti che si avevano in latino, ma alla chiara ed avvertita vicinanza concettuale del termine archivio, ai due prestigiosi termini, base di tutta la cultura medioevale e umanistica, di trivio e quadrivio. E a sentire questa vicinanza era stato nientemeno che il Guicciardini (siamo verso il 1537-40), il quale aveva correttamente avvertito in archivio il significato di ‘raccolta di dottrine e di idee’, da studiare, valutare e porre a confronto.  I concetti di difesa, di studio e confronto, infatti, stavano nella radice stessa della parola, in quanto il greco archè, da cui derivava la parola latina, derivava, raccoglieva  insieme i due concetti di comando-difesa e di giustizia-magistratura: arceuw (archeio) “guidare”  e arceion (archeion), ”tribunale“, il sito dove questa difesa dei valori veniva difesa, guidata ed esercitata. 

Proprio questo significato di ‘difesa’ era passato tutto in latino. Per convincersene basterà andare al significato primo del verbo latino arceo, che è  ‘contenere, mantenere’, e a un suo derivato, exerceo, (da ex-arceo*) che significa ‘seguire’, ‘cacciare’, da cui il sostantivo exercitus, ‘esercitato’, che ha fatto ‘esercizio’, naturalmente di tutela e difesa dei diritti del corpo e della mente, e solo dopo ‘insieme ordinato di soldati per la difesa’. Non a caso, si parva licet, due gloriosi momenti della cultura letteraria e linguistica italiana del XIX secolo sono espressi in due riviste denominate ‘Archivio’ (Archivio Storico Italiano del Vieusseux, 1842 e Archivio Glottologico Italiano dell’Ascoli, 1873).

All’archivio, inteso in questa maniera, abbiamo voluto aggiungere la qualificazione di ‘dialogico’, vale a dire che esso ha come suo presupposto il dialogo, che è sempre momento di  conciliazione di opposti pareri e posizioni e di arricchimento reciproco tra i dialoganti e che presuppone costante pariteticità e rispetto tra tutti gli interlocutori..

Superfluo definire meglio gli altri due termini dell’intera nostra dizione, cultura canavesana, poiché essi sono già tema da lasciare agli specialisti. Non a caso il Progetto dell’ADCC prevede la ricerca della definizione più corretta di “Canavese” e di “canavesano” nella protostoria, preistoria, storia, archeologia, linguistica, letteratura, ecc.

2. Linee programmatiche dell’ADCC per il 2012-13

Premettiamo subito che tutti i progetti dell’ADCC sono definibili come  organici e globali,  perché presuppongono il Canavese come un  organismo avente un suo metabolismo specifico operante al suo interno e definibile come “canavesanità”, i cui limiti e contenuti sono oggetto primario della ricerca dell’Archivio Dialogico della Cultura Canavesana. Tali progetti sono globali, perché nascono da una progettualità mirante a cogliere i più importanti e sostanziali problemi nei vari campi di quel Sapere che è sorto in e da queste Terre. Dinamicamente, l’Archivio Dialogico prevede una progressiva espansione territoriale delle ricerche di suo interesse, e di conseguenza, una sua progressiva estensione geografica in orizzontale dei suoi temi e delle località d’indagine, che è contemporanea a un continuo approfondimento ed innalzamento in verticale delle sue indagini  scientifiche, linguistiche e storiche sulla polis canavesana e sui suoi valori religiosi, storici e preistorici (e di conseguenza geologici, archeologici, antropologici, sociologici e folklorici), e, in particolare, umanistici (linguistici, artistici e, beninteso, letterari).

                                                                            IL PRESENTATORE 

                                                                              del PROGETTO 

                                                                             (Dr. Arnaldo Alberti)