Il mondo salverà la Bellezza?

Un necessario ripasso e una precisazione, nonché la riproposta di antichi interrogativi paiono qui necessari per una più compiuta comprensione del nostro assunto, che solo in apparenza inverte l’espressione dostoevskiana e che prudentemente abbiamo posto in forma interrogativa, con questo volendoci meglio allineare al tema  propostosi dalla lodevole iniziativa /progetto kieviana “BEAUTY DEMANDS PROTECTION”.

Un ripasso, perché occorre ricordare che è il più giovane dei protagonisti del romanzo  L’Idiota, il diciottenne Ippolit,  a chiedere conferma  delle parole dette dal Principe Myškin: Правда, князь, что вы раз говорили, что мир спасет «красота»? (È vero, Principe, che Lei una volta ha detto che la Bellezza salverà il mondo?) e quasi prontamente a  credere di trovare una spiegazione a questa inaudita asserzione nel considerarla scherzosa, forse folle (такие игривые мысли), ‘questi pensieri balzani’, che potevano sorgere solo nella mente di un uomo evidentemente innamorato (что он теперь влюблен). Insomma, un’idea venuta in un felice momento in cui si vede tutto il mondo bello, colorito di rosa e ci si sente capaci di salvarlo dalla generale infelicità. Occorre, dunque, ricordare che:

a)    Ippolit non è chiamato a chiedersi di quale bellezza parli, a nome e per conto di Dostoevski, j il Principe Myškin  e in quale mai modo tale Bellezza salverà il mondo.

b)   Ippolit per la sua giovane età e cultura non è tenuto a sapere di quanto sia antica questa asserzione (risalente almeno agli albori della filosofia in Grecia) e di come Dostoevskij la abbia mutuata da un assunto di un filosofo più recente, Immanuel Kant, per il quale :”Il Bello è il simbolo del Bene morale”. E il Bene morale non è per Dostoevskij e per la tradizione russa, mai disgiungibile dal concetto cristiano di Bene, come del resto lo insegna la “Filocalia” che inevitabilmente porta alla Teologia della Bellezza. “Tutti gli scrittori che hanno cercato di rappresentare il bello assoluto, hanno sempre fallito, perché è un compito impossibilescrive lo stesso Dostoevskij alla nipote Sofija. E con questo ci conferma che cosa egli abbia  precisamente inteso per Bellezza .

Una precisazione: il testo dostoevskiano è  una anastrofe, ovvero l’inversione dei due termini. Nel romanzo, infatti, non è scritto красота спасет мир (la bellezza salverà il mondo), come solitamente si usa riportare  -  quasi a voler sottolineare che è la Bellezza il soggetto della asserzione dostoevskiana  -  ma мир спасет  красотаladdove invece  è il mondo l’oggetto della preoccupazione di  Myškin –Dostoevskij, ed è il mondo che ha bisogno di essere salvato.  Il ‘mondo’, ma che in russo potrebbe benissimo essere anche ‘la pace’, lasciando così il campo a mille suggestioni. Dunque il mondo, la pace sarà (o dovrà essere) salvato dalla Bellezza.

E infine, una riproposta di antichi interrogativi: a) che cos’è la Bellezza, b) che significa salvare e come salvare, e c) quale mai mondo o quale mai pace va salvaguardata e  da chi?

a)  Il primo interrogativo, che cos’è la Bellezza, rimanda alla filosofia, o più propriamente alla sua branca chiamata Estetica, ma questo porta subito  a dover considerare la Bellezza non come qualcosa di ben determinato, fisso e perenne,, ma come  un oggetto d’indagine, come una indefinibilità. Ma proprio perché oggetto del pensiero essa è, dunque, anche un concetto non assoluto, materia di speculazione, perché se essa fosse assoluta scomparirebbe dal mondo ordinario e cesserebbe il senso stesso del suo esistere tra gli uomini. Essa, per dirla con Dostoevskij , si porrebbe come irraggiungibile, come quella ”tremenda bellezza” di cui parla Dimitrij Karamazov.

b)  Anche il verbo salvare non è privo di ambiguità e di incertezze, sempre, beninteso, che non lo si voglia intendere in senso assoluto, perché allora il Salvatore è un concetto religioso e oggetto di Fede. Parlando di ‘salvare’, ci si apre anche qui a mille pensieri filosofici, a decine e  decine di ideologie, :tutte vertenti appunto su quale concezione si abbia poi del mondo secondo quale Weltanschauung lo si consideri. Si può pensare che il mondo vada governato, come dire, ‘severamente’, al fine di conservare in esso la totalità della bellezza, magari identificata con l’eguaglianza tra gli individui. Ma si può anche penare che la Bellezza venga custodita meglio lasciando gli individui nella totale libertà  di farlo, lasciando, in definitiva che la Bellezza  si identifichi con la Libertà. Altri possono considerare una via di mezzo tra questi due estremi, prendendo quella via aurea, che peraltro potrebbe anch’essa essere una espressione di Bellezza.  Dunque, tante teorie, concezioni, ideologie sono possibili su come s’intende salvare il mondo, magari dimentichi talora che è la Bellezza la salvatrice,  e lasciare che essa finisca con il divenire una reminiscenza da portare platonicamente come idea insoluta nel nostro animo e nella nostra mente.

c) Quale mondo salvare: quello geopolitico d’ora, quello agognato dalle confessioni religiose, quello sperato e idealizzato dai filosofi, quello propagandato dai politici, quello che stanno inesorabilmente costruendo gli economisti e finanzieri? Quel mondo in cui la Bellezza, come sta avvenendo, sta sempre più divenendo sinonimo di Ricchezza?

Noi qui vogliamo, pur in un assunto realistico, eliminare ogni pessimismo e paura che proprio questa data, questa ora di dieci anni fa qualcuno ha voluto generarci, distruggendo due torri gemelle a New York e uccidendo -  con atto barbarico quasi tremila vite umane.

Noi non sapremmo dire se architettonicamente i due grattacieli erano un’opera di Bellezza, ma sappiamo che erano opera di grande ingegneria, della mente e del lavoro dell’Uomo e abitata dall’Uomo e già questo aveva un suo contenuto di Bellezza. Ma sappiamo soprattutto con Dostoevskij che il Bello non è disgiunto dal  Bene morale e distruggere e uccidere non è un bene e non è morale secondo qualsiasi umana ideologia del Bello.

Quell’azione criminosa ci insegna che il mondo va salvato con la bellezza, ma  che anche occorre per prima cosa salvaguardare il salvatore del mondo, ovvero la Bellezza stessa e non soltanto dagli atti criminosi più eclatanti, ma, e forse soprattutto, dalle piccole ingiurie che la Bellezza subisce giornalmente e che va protetta da tutti i più minacciosi attentatori del Bello, i quali sono, in primo luogo la stupidità  e l’avidità umane, esercitate, ad esempio, non tutelando le opere d’arte,  non investendo su esse, ma spacciando, invece, il brutto in Arte, in Musica, in Letteratura, a Teatro e, soprattutto, alla TV.

Pericoli questi più micidiali delle follie distruttrici di pochi esaltati, perché molto diffusi, perché tendono a sostituire una corretta educazione al Bello (e al Buono), perché non incontrano  - a differenza degli attentati clamorosi  - nessuna critica negativa,  nessun sentimento di orrore anche nelle menti più oneste.

Oggi davvero, l’11 settembre 2001 c’insegna che la  Bellezza esige, prima di ogni altra cosa, di essere protetta.