1 dicembre 2023

Spesso e volentieri il linguaggio si presta a essere strumento di conservazione dei dislivelli di potere esistenti nell’ambito delle relazioni sociali in generale e fra i sessi in particolare. Michela Murgia ha riflettuto sul tema nel libro Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più. In prossimità con la ricorrenza della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, venerdì 1 dicembre 2023, otto classi del Liceo Regina Elena di Acireale (3AES, 3BES, 4AES, 4BES, 3ASU, 3BSU, 3DSU, 4DSU), in occasione del momento conclusivo del progetto Letteratura e non violenza, al suo secondo anno di edizione, si sono ritrovate in Aula Magna per mettere in comune le riflessioni suscitate dalla lettura del testo di Michela Murgia e per ricevere e dibattere ulteriori input coerenti con il tema. 

In apertura il Dirigente scolastico, Prof. Sebastiano Raciti, ha esortato studentesse e studenti  a dialogare per trovare insieme la via a una  costruzione condivisa di relazioni paritarie, liberatorie e, dunque, appaganti e non violente. Quindi, dopo il confronto fra le classi, le Prof.sse  Antonella Di Mauro, docente di Religione, e Simona Barberi, docente di Storia dell’Arte, prendendo spunto da un altro saggio di Michela Murgia, Ave Mary, hanno evidenziato, nei testi sacri e nelle arti figurative, la portata rivoluzionaria della figura storica di Maria di Nazareth e del suo tutt’altro che remissivo sì.

La giornata si è conclusa all’insegna di un’altra forma d’arte: la danza, o meglio la danza che racconta la letteratura, con l’esibizione del “danzastorie” Alosha, il quale ha messo in scena lo spettacolo di “letteratura danzata” Sicilia fimmina, ispirato al libro di Giusy Sciacca Virità. Gli stereotipi sul corpo sembrano ormai riassumersi nella dicotomia corpo femminile oggetto di desiderio/strumento di seduzione, corpo maschile manifestazione di potenza/prepotenza. Lo spettacolo ha voluto suggerire una via alla percezione del corpo alternativa rispetto allo stereotipo: il corpo per raccontare e la danza il suo linguaggio, sul sottofondo della canzone siciliana d’autore (e autrice).

Le studentesse e gli studenti sono state/i protagoniste e protagonisti della giornata in ogni suo momento; anche durante lo spettacolo finale studentesse della scuola ospitante e studentesse dell’istituto presso cui il “danzastorie” Alosha insegna in qualità di docente di Scienze Motorie, sono state coinvolte nella performance, direttamente sul palco come danzatrici e sotto il palco come truccatrici e modelle per la realizzazione di un make up all’insegna del paesaggio e della cultura siciliana.

L’attenzione e il coinvolgimento emotivo del giovane pubblico nel corso della mattinata dà speranza alla squadra di docenti che hanno lavorato al progetto sulla possibilità di conseguire nel lungo periodo l’obiettivo di favorire un mutamento di prospettiva su cosa davvero significhi “amare” e su come si possano vivere le relazioni amorose (e sociali in genere) nel pieno rispetto della diversità propria e altrui.

La mattinata dell'1 dicembre al Liceo Regina Elena di Acireale si è aperta con una triste commemorazione: il ricordo di Giulia Cecchettin, la cui morte per mano dell'ex fidanzato è commentata dal cantautore Vinicio Capossela, che nel concerto a Padova del 18 novembre 2023 le ha dedicato la sua canzone La cattiva educazione.

1 dicembre 2023, Aula Magna, Liceo Regina Elena, Acireale

Classi 3AES, 3ASU, 3BES, 3BSU, 3DSU, 4AES, 4BES, 4DSU

03. Intervista a Vinicio Capossela.mp4

Vinicio Capossela con Margherita Vicario, La cattiva educazione, 2023

Michela Murgia

Breve biografia

A cura della 3DSU e della Prof.ssa Rosaria Barbagallo

A.S. 2023/2024, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia, attivista, drammaturga, opinionista e critica letteraria italiana, è nata a Cabras (Oristano) il 3 giugno 1972.

In un’intervista ha raccontato di essere diventata molto responsabile da giovanissima, costretta dagli eventi, perché, essendo primogenita, doveva prendersi cura del fratello più piccolo, nato con delle fragilità. La sua infanzia è stata segnata da un rapporto molto difficile con il padre, cui, come lei stessa ha dichiarato, non ha mai perdonato i comportamenti violenti perché egli non se ne è mai pentito. Le azioni violente del genitore costrinsero la madre di Michela Murgia a portare via di casa i figli, che si rifugiarono dagli zii. Dopo qualche tempo, tornò a casa solo il fratello, mentre Michela, ormai diciottenne, preferì restare dai parenti.

Avendo conseguito il diploma commerciale, frequentò l'Istituto di Scienze Religiose della Diocesi di Oristano. Prima di dedicarsi alla scrittura, Michela Murgia ha svolto diverse attività lavorative. E' stata, infatti, docente di Religione per sei anni, venditrice di multiproprietà, operatrice fiscale, dirigente amministrativa in una centrale termoelettrica e portiera notturna in un hotel.

Di formazione cattolica, è stata referente regionale dell'Azione Cattolica sarda per il settore giovani. Ha ideato uno spettacolo teatrale, rappresentato nel settembre 2004 nella piana di Loreto, al termine del pellegrinaggio nazionale dell'Azione Cattolica, alla presenza anche di papa Giovanni Paolo II.

Michela Murgia ha formato una queer family che non rientra nella famiglia tradizionale, riconosciuta dalla legge italiana. E' una forma di relazione stabile basata su legami non fondati sul sangue, ma dettati dall'affetto e dalla libera scelta, indipendentemente dal genere o dall'orientamento sessuale dei suoi componenti. E' morta a Roma il 10 agosto 2023 a causa di una grave malattia.

Michela Murgia ha scritto molte opere e ha collaborato con quotidiani e riviste. Ha anche partecipato a trasmissioni radiofoniche e televisive. Nel 2009 ha pubblicato il romanzo Accabadora, una storia che, nella Sardegna degli anni Cinquanta, intreccia i temi dell'eutanasia e dell'adozione. Il romanzo ha ottenuto grande successo e ha ricevuto numerosi premi. Nel 2011 viene presentato il saggio Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna in cui Murgia esamina la rappresentazione della donna nella religione cristiana. Nel 2013 la giornalista ha pubblicato il pamphlet contro il femminicidio, scritto a quattro mani con Loredana Lipperini, intitolato “L'ho uccisa perché l'amavo” Falso! Nel 2019, in collaborazione con Chiara Tagliaferri, ha dato alle stampe la raccolta di racconti biografici Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe, tratto dall'omonimo podcast della piattaforma storielibere.fm che le due autrici hanno realizzato insieme a partire dal 2018. Dal settembre 2019 all'agosto del 2020 ha condotto su Radio Capital, insieme ad Edoardo Buffoni, la trasmissione serale quotidiana TG Zero. Il 7 dicembre 2020 è stata invitata ad aprire, con un discorso introduttivo, la prima del Teatro alla Scala di Milano, svoltasi a porte chiuse per l'emergenza Covid e trasmessa in televisione. Nel 2021 viene pubblicato il saggio Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, in cui la giornalista denuncia il legame esistente tra il linguaggio e la subordinazione delle donne nella società italiana. Pochi mesi prima di morire, ha scritto il romanzo Tre ciotole, ispirato all’esperienza della malattia. Come si può comprendere da questa breve biografia, Michela Murgia è stata una delle personalità più importanti dello scenario intellettuale, sociale e politico dell'Italia contemporanea.

Michela Murgia, Stai zitta, Capitolo 1

A cura della 3DSU e della Prof.ssa Rosaria Barbagallo

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia 3ASU.pdf

Michela Murgia, Stai zitta, Capitolo 2 e Conclusioni

A cura della 3ASU e della Prof.ssa Anna Chiarenza

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia, Stai zitta, Capitoli 3 e 4

A cura della 4DSU e della Prof.ssa Ornella Bonarrigo

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Letteratura e non violenza 2023 4DSU.pdf

A cura di Sarah Jane De Meo e della classe 4DSU

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia, Stai zitta, Capitoli 5 e 6

A cura della 3BSU e del Prof. Giacomo Sciacca

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia, Stai zitta, Capitolo 7

A cura della 3BES e delle Prof.sse Giusi Torre, Marialuisa Fichera, Anna Romano

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia, Stai zitta, Capitolo 8

A cura di Giulia Ragusa e Rachele Amico (4BES) e delle Prof.sse Carmela Elvira Previtera e Angela Finocchiaro

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia, Stai zitta, Capitolo 9

A cura di Ismaele Bello, Aurora D'Agata, Melania Finocchiaro, Stefano Gallipoli, Giuliana Patanè, Mattia Pennisi, Cecilia Ponzo, Federico Pozzati (4AES)

e delle Prof.sse Carmela Elvira Previtera e Angela Finocchiaro

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Letteratura e non violenza 2023 3AES.pdf
Disparità di genere e violenza - evoluzione della normativa.pdf

Michela Murgia, Stai zitta, Capitolo 10 e riflessioni sull'evoluzione normativa

A cura della 3AES e delle Prof.sse Agata Arcidiacono e Grazia Scuto

 A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

Michela Murgia

Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna

Una riflessione a cura della Prof.ssa Antonella Di Mauro


Immagini e parole sono la traduzione dei pensieri e riflettono spesso l’interpretazione che si ha della realtà.

Questo è quanto, attraverso un linguaggio diretto, a tratti ironico, Michela Murgia, evidenzia nel suo libro Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna. L’autrice propone una riflessione su come, nel corso dei secoli, alcuni brani delle Sacre Scritture siano stati omessi o raccontati in maniera tale da “giustificare” culture e sistemi patriarcali, tradendo a volte gli aspetti “sovversivi” del cristianesimo.

La lettura di questo libro ci offre gli strumenti per spiegare come, invece, fede cristiana e lotta per la parità di genere non siano in contrasto tra loro. Riusciamo ora a comprendere come una docente di religione cattolica possa pensare e lavorare mantenendo insieme verità bibliche ed impegno femminista.

Scegliamo di soffermarci, tra i numerosi spunti di riflessione, sulla figura di Maria di Nazareth, colei che secoli di liturgia, arte e pietà popolare ci presentano quale modello e ideale di donna silente, obbediente e mater dolorosa. È stato rappresentato e raccontato ogni momento della vita della ragazza di Nazareth tranne la sua morte; ella con la morte, nell’immaginario collettivo, ha un rapporto di sola contemplazione. La sua presenza sociale, come quella di ogni altra donna, sembra giustificata solo se in relazione a qualcun altro, in un rapporto sussidiario. La sua stessa sofferenza sembra essere l’eco di quella del Figlio; anche il suo dolore, quindi, sembra essere un dolore di servizio.

Sull’immagine della fanciulla docile e funzionale, assistente e ubbidiente si sviluppa quell’ideale di femminilità che pare non avere diritto di decisione e autodeterminazione. Si sviluppa quel modello di donna cui Giovanni Paolo II, nell’enciclica Mulieris Dignitatem, riconoscerà come costitutivo nelle donne, ed esaltandolo, il “genio femminile”.

Tuttavia, una lettura più attenta delle Scritture ed un’analisi del contesto storico e socio culturale in cui viveva la giovane di Nazareth ci aiutano a cogliere il temperamento di una ragazza tutt’altro che sottomessa. Quel “sì”, che per secoli è stato inteso come segno di subordinazione, ci si presenta d’un tratto come una vera rivoluzione, un'azione sovversiva.

Il primo passo verso questa novità è compiuto proprio da Dio, il quale sceglie di rendere Maria protagonista attiva della sua vicenda, rivolgendosi direttamente a lei e non ad un uomo della sua famiglia. La proposta – e non l’ordine - di diventare madre di Dio è rivolta direttamente alla ragazza.

La giovane deciderà autonomamente, con tutti i rischi che una tale decisione comportava, di pronunciare il suo “sì”. Di più. Maria deciderà anche il modo ed i tempi in cui informare gli altri di questa straordinaria gravidanza.

In un tempo in cui non era annoverata per le donne alcuna possibilità di decisione, quel “sì” diventa simbolo di anticonformismo ed eccezionale audacia.

Un altro passaggio interessante del lavoro di Michela Murgia riguarda la riflessione sull’immagine di Dio non più soltanto come Padre ma anche come Madre.

Il primo pontefice a riferirsi ad un’eventuale “maternità” di Dio fu Giovanni Paolo I e le sue parole suscitarono non poco scalpore. Michela Murgia si spingerà oltre facendo riferimento direttamente alle Scritture attraverso le “parabole della misericordia”: La pecorella smarrita ed il Padre misericordioso. Aggiunge, però, una terza parabola detta Della dramma perduta. Si tratta di un racconto che non trova spazio in alcuna liturgia, che non ha mai generato luoghi comuni nel linguaggio, che non ha mai ispirato iconografie e che probabilmente i più non conoscono.

In questo caso, secondo l’opinione dell’autrice, una cultura maschilista che ammette l’immagine di Dio come pecoraio o come padre indulgente, non riesce, tuttavia, ad accettare l’immagine di un Dio donna. Nel racconto della dramma perduta, la parabola pronunciata da Gesù narra di una donna sola, economicamente indipendente e non in relazione ad alcun uomo. La donna, che perde e poi ritrova il suo denaro, festeggia per la felicità con altre donne.

Eppure, «la narrazione così esplicita di un’immagine femminile di Dio, benché presente in ogni copia del Vangelo, è stata del tutto rimossa dalla predicazione popolare cattolica».

Per troppo tempo sono state, altresì, ignorate decine di immagini femminili di Dio presenti nelle Scritture e questa «mutilazione simbolica» ha reso difficile alle donne riconoscersi ad immagine di Dio.

Ciò che emerge chiaramente dal testo che abbiamo avuto la gioia e l’onore di leggere è che per l’autrice non è in discussione la fede cristiana né il fatto che il patriarcato o l’idea di subalternità della donna non siano invenzioni del cattolicesimo.

Ciò che delude è la difficoltà che i padri della Chiesa hanno dimostrato nell’utilizzare le potenzialità innovative e rivoluzionarie del messaggio cristiano, in generale, e della figura di Maria, nello specifico. Probabilmente ai padri della Chiesa mancò il coraggio di abbracciare interamente la portata “sovversiva” ed “anticonformista” del Vangelo.

Oggi il dubbio sulla convivenza tra cristianesimo ed anticonformismo non ha più ragion d’essere. Sulla questione della parità di genere, sul diritto all’autodeterminazione delle donne, sulla necessità di un linguaggio che rifletta esplicitamente la pari dignità tra uomo e donna, il nuovo Diritto di famiglia ed il Vangelo sembrano muoversi nella medesima direzione.

Oggi si comprende, senza difficoltà alcuna, che una femminista può anche essere cristiana e che, certamente, una cristiana, sull’esempio di Maria e di Gesù e per volontà di Dio, non può non essere femminista.

ICONOGRAFIA MARIA 1 DICEMBRE 2023_BARBERI.pdf

A cura della Prof.ssa Simona Barberi

A.S. 2023/24, Liceo Regina Elena, Acireale

La mattinata dell'1 dicembre 2023 si è conclusa con lo spettacolo di "letteratura danzata", ispirato al libro di Giusy Sciacca Virità (2021) e messo in scena dal "danzastorie" Alosha.