Sofonisba Anguissola

In un'epoca in cui le donne erano viste come oggetti da rappresentare nell'arte, e non come artiste, la pittrice rinascimentale italiana Sofonisba Anguissola (1532-1625) fu la prima artista donna a essere riconosciuta a livello internazionale. Nel corso della sua lunga carriera, fu rispettata e apprezzata da artisti del calibro di Michelangelo e Antoon van Dyck e dallo storico d'arte Giorgio Vasari. È particolarmente nota per i suoi autoritratti e quadri di famiglia. Dipinse almeno 12 autoritratti in un tempo in cui ciò non era una pratica comune.

Tuttavia, Sofonisba non poteva lavorare come apprendista presso un artista, in quanto quella strada era appannaggio dei soli uomini. Solitamente le artiste donne riuscivano ad aggirare questo ostacolo solo se avevano un padre o un fratello che insegnasse loro l’arte. Fortunatamente gli Anguissola erano degli aristocratici e a 14 anni Sofonisba e sua sorella Elena furono mandate a studiare dallo stimato ritrattista e pittore religioso Bernardino Campi, che le accolse in casa sua come ospiti paganti. Dopo che Campi lasciò Cremona, Sofonisba proseguì gli studi presso Bernardino Gatti.

Si ritiene che il padre di Sofonisba, pur essendo di mentalità aperta per il suo tempo, non avesse l'intenzione iniziale di far diventare Sofonisba un’artista di professione. Nonostante ciò, ella ricevette più sostegno verso la formazione artistica rispetto alle sue coetanee. Tuttavia non poté studiare anatomia, ritenuta inappropriata per le donne, e pertanto le risultava difficile intraprendere composizioni complesse per dipinti religiosi di grandi dimensioni.

Sofonisba Anguissola sperimentava nuovi stili di ritrattistica, impostando i soggetti (spesso lei stessa e la sua famiglia) in ambienti informali, il che era molto insolito per il suo tempo. I suoi dipinti regalavano agli spettatori uno scorcio di vita quotidiana aristocratica. Questo stile la rese famosa e le consentì di ricevere incarichi da tutta Italia.

Già nel 1558 Sofonisba era una pittrice affermata e a 26 anni lasciò l'Italia dopo essere stata invitata da Filippo II, re di Spagna, a entrare alla corte spagnola. A Madrid prestò servizio come pittrice di corte e dama di compagnia della regina Elisabetta di Valois. Si guadagnò l'ammirazione della giovane regina e trascorse gli anni successivi dipingendo numerosi ritratti ufficiali di corte.

Durante i suoi 14 anni di permanenza presso la corte di Spagna, guidò la formazione artistica della regina Elisabetta e influenzò l'arte delle figlie della regina.

Nel 1573 ritornò in Italia, dove visse a Paternò alcuni anni, poi viaggiò per Cremona, Pisa e infine si stabilì a Genova. Divenne piuttosto famosa e molti artisti vennero a visitarla e ad imparare da lei.

Nel 1624 il giovane pittore fiammingo Antoon van Dyck fece visita a Sofonisba Anguissola, che aveva 92 anni, in cerca di consigli sulla pittura.

Van Dyck disegnò l'ultimo ritratto di lei durante questa visita. Si dice che egli abbia affermato che il conversare con lei gli avesse insegnato più di ogni altra esperienza nella sua vita sui principi della pittura.

Un anno dopo Sofonisba tornò in Sicilia e conferì ingenti finanziamenti alle arti, prima di morire nel 1625, all'età di 93 anni. Sette anni dopo, nel giorno di quello che sarebbe stato il suo centesimo compleanno, suo marito incise sulla sua tomba la seguente dedica:

A Sofonisba, mia moglie, annoverata tra le donne illustri del mondo, eccezionale nel ritrarre immagini dell'uomo.

Orazio Lomellino, addolorato per la perdita del suo grande amore

Il femminismo di seconda ondata degli anni Settanta riscoprì l'importanza di Sofonisba Anguissola. Oggi è considerata una delle pittrici più influenti della prima età moderna. Le sue opere hanno influenzato generazioni di artisti; ad esempio, Caravaggio si è ispirato al suo Asdrubale morso da un gambero per dipingere il Fanciullo morso da un ramarro. Il suo successo aprì le porte alle donne, come Lavinia Fontana e Artemisia Gentileschi, affinché perseguissero la carriera di artiste.