Ancora sul diritto all'autodeterminazione

Lezione a classi aperte di Cittadinanza globale e attualità

Da cosa nasce cosa 2

Nel contesto dell’insegnamento di Educazione civica e durante il corso di tutto l'anno scolastico 2022/2023, le classi 2AES, 3CL, 4AL, 4BSU, 5AL, 5ASU, 5CSU del Liceo Regina Elena di Acireale hanno svolto percorsi paralleli su vari aspetti del diritto all'autodeterminazione oggi, in particolare nell’area mediorientale, concentrandosi ora su casi di libertà negate, di attivismo per affermarle e solidarietà fra Oriente e Occidente per sostenerne l’affermazione, ora sulle espressioni di dissenso nell’arte in contesto islamico, ora sul contributo che la comunità internazionale potrebbe dare in merito alle situazioni più drammatiche di violazione del diritto all’autodeterminazione delle donne in alcune aree mediorientali, cercando infine di capire qual è la distanza reale o presunta fra “noi” e “loro”. 

Il 3 maggio 2023, guidate dai docenti Grazia Scuto, Agata Arcidiacono, Ornella Bonarrigo, Concita La Delfa e Alfio Finocchiaro, che le hanno accompagnate nei loro percorsi, le suddette classi si sono confrontate in Aula Magna per condividere gli approfondimenti svolti. Ha aperto il confronto il Preside del Regina Elena, Prof. Sebastiano Raciti, mettendo in guardia il giovane uditorio dalla tentazione di considerare il mondo islamico come una realtà monolitica e, quindi, dalle facili semplificazioni che azzerano le differenze in realtà esistenti fra i vari paesi di religione musulmana dell'area mediorientale in rapporto al diritto delle donne ad autodeterminarsi.  Ha moderato e concluso il confronto la Prof.ssa Antonella Di Mauro. 

A cura della 4BSU

Anno scolastico 2022/23

A sinistra una delle magliette create dalla 4BSU e a destra la classe che le indossa, insieme alle docenti Concita La Delfa,  Antonella Di Mauro e Annalisa Melfa, il 3 maggio 2023, in Aula Magna.

Anno scolastico 2022/23

La condizione della donna islamica.pdf

A cura della 5AL

Anno scolastico 2022/23

A cura della 3CL

Anno scolastico 2022/23

A cura della 4AL

Anno scolastico 2022/23

Le donne e l’Islam nell’opera di Shirin Neshat PDF.pdf

A cura delle classi 5ASU e 5CSU

Anno scolastico 2022/23

Le donne .pdf

A cura della 2AES

Anno scolastico 2022/23

RELIGIONE E DONNA

La donna del Corano – La donna del Vangelo

Prof.ssa Antonella Di Mauro

«L’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque».

Si dovrebbe tenere sempre in mente questa espressione di M.L.King per comprendere che quanto di grave e ingiusto subiscono le nostre “compagne” degli Stati teocratici riguarda tutti indistintamente.

Si dovrebbe, altresì, riflettere sul fatto che troppo spesso, nella storia dell’umanità, si è cercata nelle religioni la causa di lotte, guerre e di gran parte delle ingiustizie sociali.

In realtà le religioni hanno questa fama (meritata?) di aver inasprito le differenze e le discriminazioni di genere.

Esiste davvero un testo sacro (Corano, Bibbia...) che imponga alla donna di sottomettersi, di essere assoggettata alla volontà di un uomo? O, forse, bisognerebbe riconoscere che una anacronistica ed errata interpretazione di alcuni versi dei testi sacri ha ritratto le religioni, tutte, come causa dei mali del mondo?

In questo incontro che ci vuole vicini alle lotte per il diritto all’autodeterminazione delle donne, nei paesi di religione e cultura islamica, si ritiene utile una riflessione sui contenuti del Corano e su come esso debba essere letto ed interpretato. Si è scelto, pertanto, di citare gli approfondimenti di Ferial Mouhanna, sociologa e islamologa siriana, nota per le sue pubblicazioni relative all’Islam e alle questioni di libertà e democrazia nel mondo arabo. Partendo dalla sua opera, La donna del Corano, si potrà trovare un metodo di lettura che renda più chiaro il valore riconosciuto al ruolo delle donne nell’Islam.

Oggi si vorrebbe evidenziare che, proprio perché le “religioni del libro” si rifanno ad un testo, nei versi sacri «esiste un messaggio, poi depotenziato e accantonato, di forte uguaglianza dei generi».

Nel caso della donna musulmana il problema non riguarda la dottrina islamica, esso ricade, invece, nell’area culturale dell’Islam. Il Corano, nella sua universalità ha sancito una parità assoluta tra uomo e donna; tutti i versetti relativi alla parte universale – rispetto dei Cinque Pilastri della dottrina; dignità, giustizia, tirannia… - non pongono in essere alcuna discriminazione tra uomo e donna. Quando il testo sacro entra, invece, nello specifico delle urgenze e dei problemi di una determinata società, allora siamo di fronte alla parte circostanziale; in questo caso bisognerebbe contestualizzare il versetto.

Si può affermare che anche il Corano è sempre stato un testo interpretato. In esso troviamo un emittente, un ricevente, un messaggio ed un contesto che vanno analizzati. Versetti abroganti e versetti abrogati dicono la dinamicità del Libro. Esso è un testo sacro «aperto, suscettibile di interpretazioni e queste devono essere calate nella realtà», nel hic et nunc che ci appartiene.

Nel Corano la donna occupa, in effetti, una posizione eminente; si pensi alla prima e alla seconda moglie del Profeta, si pensi al ruolo riconosciuto a Maria, madre di Gesù.

Secondo Ferial Mouhanna, l’errore di molti intellettuali e pensatori arabi, che hanno criticato la condizione della donna musulmana, consiste nel fatto di essersi tenuti lontani dal Corano; la loro critica rimane esterna ad esso. Ciò sarebbe causa del mancato coinvolgimento delle grandi masse musulmane.

Si potrebbe portare ad esempio il fatto che non si trovano, nel Corano, versi che impongano l’uso del “velo” né versi che facciano riferimento alla pratica, radicata in molti paesi di cultura arabo-islamica, delle mutilazioni femminili.

E la Chiesa cattolica?

Anche, forse soprattutto, per la Bibbia si può parlare di libri e versi che contengono un messaggio universale inserito in racconti che si calano all’interno di realtà sociali e culturali contestualizzabili.

Se si decide, poi, di agganciarsi, nello specifico, al Secondo Testamento, si evince come Gesù riconosca alle donne, in più occasioni, una condizione di parità con gli uomini.

L’invito, pertanto, è quello di guardare alle discriminazioni di genere senza puntare il dito contro le religioni o i testi sacri, ma di comprendere come essi siano stati interpretati e, a volte, fraintesi.

Rimane la colpa del silenzio delle istituzioni ecclesiastiche di fronte a leggi inaccettabili quali furono quelle relative al matrimonio riparatore, al delitto d’onore, allo stato di “figlia minorenne” della moglie rispetto al marito.

Si rifletta sul fatto che tali leggi furono scritte -e mantenute fino agli inizi degli anni ’80- in Italia, uno Stato occidentale. Si rifletta sul fatto che fu necessario attendere il 1996 perché lo stupro venisse riconosciuto come un crimine contro la persona. Si rifletta, infine, sul fatto che, ad oggi, l’Occidente secolarizzato deve fronteggiare innumerevoli casi di violenza contro le donne.

Si rifletta.

Infine, si comprenda che la lotta per il diritto all’autodeterminazione delle donne deve essere un lavoro di squadra tra uomini e donne; non una lotta “contro” ma “con” l’uomo.