Bulciano contro il Savignone e Filippo scrive a Lorenzo il Magnifico…

Filippo dovette fuggire da Firenze e dal suo prestigioso incarico. Dalle molte lettere che abbiamo si possono ricostruire diverse vicende. Pensate sappiamo anche il nome della cagna che Filippo donò a Lorenzo il Magnifico...

(Tutte le lettere sono state trascritte da Augusto Agostini che non potrò mai ringraziare abbastanza).

Filippo grazie alle raccomandazioni di Lorenzo adesso (1473) è al servizio di Federico di Montefeltro e vice potestà di Castel Durante (l'odierna Urbania). Filippo in una lettera del (24 Marzo 1473) a Lorenzo il Magnifico descrive un'aggressione da parte degli uomini di Bulciano verso quelli di Valsavignone e parla di una prepotenza contro il diritto perché quelli del Savignone hanno una carta che dimostra che da 200 anni "quella pasturetta" appartiene a loro e quelli di Bulciano con la forza la vogliono per se.

C'è da credere che le cose non stiano proprio così magari che la "pasturetta" fosse della sua famiglia e non degli uomini del Savignone e altro. In quel periodo i rapporti si basavano molto sulla forza più che sul diritto. Alcuni anni prima da una lettera sappiamo che Filippo, quando ancora era ancora segretario a Firenze, intervenne con il Potestà di Pieve per un caso di omicidio (alcuni uomini di Bulciano avevano ucciso uno di Montalone) e Filippo aveva chiesto al Potestà di "trattare bene" quelli di Bulciano. Il Potestà gli da pienamente ragione e conclude la lettera chiedendo a Filippo di raccomandarlo a Piero dei Medici e a Lorenzo suo figlio.

Nel nostro caso Filippo per sicurezza da a Lorenzo le istruzioni precise per "aggiustare" la sentenza scrivendo a Lorenzo :"farà pigliare la penna al suo cancelliere et scriverà al Vicario d'Anghiari che è Brancatio Rucellaj et al potestà della Pieve che è Girolamo Borgognonj che habbino tale advertentia nel procedere in questo caso che harebbono contro a Cafaggiuolo che è proprio vostro che così è Valsavignone".

C'è da credere che Lorenzo avrà seguito queste istruzioni. Diverse altre volte Filippo chiede raccomandazioni e anche danaro a Lorenzo e praticamente sempre viene accontentato.

Segue la trascrizione di Augusto e la copia della lettera di Filippo.

Fatemi sapere con i "mi piace" e meglio con i commenti o le condivisioni se la cosa interessa. Il materiale a disposizione è molto e richiede impegno per organizzarlo. A me la storia di Filippo interessa molto e mi diverto ma credo che siamo in pochi. Grazie Mauro.

Magnifico Signor mio

Jl comune et huominj di Valsavignone havendo ancora qualche pocho di fede jn me questo dì hanno

mandato qui a me et diconmj (mi dicono) che s'io non li aiuto sono rubbati sforzati et asassinati dalli homini et comune /

di Bulciano li vicinj quali al mio Valsavignone vogliono torre (togliere) una certa pasturetta chiamata Rancandrea /

et in vero per quella fede ch'jo vi porto a grandissimo torto che non hanno che parole et il poverello Valsavignone /

ne ha carte et jnstrumentj (atti notarili) di ducento annj o più autentici et buonj et perché jo non posso habitare lj né alcuno /

de miej fratellj che mostraremmo le cose chiare [.] siamo forzatj et li rectorj per la nostra povertà non ci vogl(i)ano /

udire et a dirmela con voj la forza prevale alla ragione et io sono certissimo che V. M. non vorrà /

ch'el suo Valsavignone sia così scalcheggiato (stalcheggiato?) benché Ser Filippo sia absente che so si ricorderà di luj jn /

qualche cosa et farà pigl(i)are la penna al suo cancelliere et scriverà al Vicario d'Anghiari che è /

Brancatio Rucellaj et al potestà della Pieve che ,è, Girolamo Borgognonj ch'habbino tale advertentia nel /

procedere in questo caso che harebbono contro a Cafaggiuolo che è proprio vostro che così è Valsavignone /

et li hominj d'esso overo che non ci molestino la possessione che già habbiamo havuta 200 annj et oltre /

de questo ne mostreremo antichissime carti et instumentj [.] Dimostrtimj jn questo vostra M. se jn quella po (può) /

ancora niente questa mia sincera fede accioché confermiate li poverj hominj valsavignonesj in quella /

bona fede che sempre furono verso la casa de Medici et sieno queste lectere di tale jnchiostro che ognuno /

d'essi rectorj intendino che noj siamo di V. M. alla quale et jo et gli uomini di Valsavignone restere - /

mo perpetuj servitori et schiavi et voluntarij [.] Racomandandoci continuamente a V. M. la quale nostro /

Signore Dio ad vota conservet Ex Durante die xxiiij Martij 1473

E. M. V. Servitor Filippus de Valsavignone

vice potestas Durantis

Segue la stessa trascrizione per chi usa lo smartphone ...

Magnifico Signor mio : Jl comune et huominj di Valsavignone havendo ancora qualche pocho di fede jn me questo dì hanno

mandato qui a me et diconmj (mi dicono) che s'io non li aiuto sono rubbati sforzati et asassinati dalli homini et comune

di Bulciano li vicinj quali al mio Valsavignone vogliono torre (togliere) una certa pasturetta chiamata Rancandrea

et in vero per quella fede ch'jo vi porto a grandissimo torto che non hanno che parole et il poverello Valsavignone

ne ha carte et jnstrumentj (atti notarili) di ducento annj o più autentici et buonj et perché jo non posso habitare lj né alcuno

de miej fratellj che mostraremmo le cose chiare [.] siamo forzatj et li rectorj per la nostra povertà non ci vogl(i)ano

udire et a dirmela con voj la forza prevale alla ragione et io sono certissimo che V. M. non vorrà

ch'el suo Valsavignone sia così scalcheggiato (stalcheggiato?) benché Ser Filippo sia absente che so si ricorderà di luj jn

qualche cosa et farà pigl(i)are la penna al suo cancelliere et scriverà al Vicario d'Anghiari che è

Brancatio Rucellaj et al potestà della Pieve che ,è, Girolamo Borgognonj ch'habbino tale advertentia nel

procedere in questo caso che harebbono contro a Cafaggiuolo che è proprio vostro che così è Valsavignone

et li hominj d'esso overo che non ci molestino la possessione che già habbiamo havuta 200 annj et oltre

de questo ne mostreremo antichissime carti et instumentj [.] Dimostrtimj jn questo vostra M. se jn quella po (può)

ancora niente questa mia sincera fede accioché confermiate li poverj hominj valsavignonesj in quella

bona fede che sempre furono verso la casa de Medici et sieno queste lectere di tale jnchiostro che ognuno

d'essi rectorj intendino che noj siamo di V. M. alla quale et jo et gli uomini di Valsavignone restere -

mo perpetuj servitori et schiavi et voluntarij [.] Racomandandoci continuamente a V. M. la quale nostro

Signore Dio ad vota conservet Ex Durante die xxiiij Martij 1473

E. M. V. Servitor Filippus de Valsavignone

vice potestas Durantis

Lettera di Filippo a Lorenzo