Articolo su Civitella pubblicato su Pieve Più 

Mia mamma è nata a Valsavignone. Da giovane ho sempre trascorso le vacanze lassù. L'infanzia e l'adolescenza sono periodi particolari della vita. Così mi sono affezionato a quei posti.  A Valsavignone ci si conosceva tutti soprattutto tra ragazzi  e con loro ho passato l'estate soprattutto nel Tevere.

Crescendo poi ho cominciato a  girare intorno al paese erano sempre nuove scoperte nei boschi ma era più il Tevere ad attirarmi. Ho iniziato a risalirlo sempre di più da solo. Dopo anche con mio cugino. Una zona ci ha colpito particolarmente bella e selvaggia dove il Tevere fa una serie di curve ravvicinate e dove aveva scavato  così era circondati da pareti ripide. Dove la Teveriola confluiva nel Tevere. Diversi anni abbiamo piantato la  tenda in quella zona. Un po' alla volta siamo riusciti a trovare il modo per risalire quei pendii ripidi. Una volta abbiamo raggiunto la cima di una collinetta intorno alla quale il Tevere girava su tre  lati . La cima della collina era pianeggiante, larga e spoglia. I bordi del piano finivano ripidi al Tevere. Sul quarto lato c'era un fosso che scorreva in un profondo canalone. Era chiaro che su quel piano l'uomo aveva  realizzato in passato una fortificazione  della quale adesso non restava notizia. La posizione era molto strategica. Posta proprio all'inizio dell'antica Valle di Verona (l'attuale confine tra Romagna e Toscana). Inoltre  permetteva il controllo delle due antiche strade quella per la Romagna quella verso le Marche.

Un accesso apparentemente comodo dall'alto si staccava da un sentiero antico e proseguiva verso la cima della collinetta su uno stretto passaggio sotto il quale dai due lati si aprivano due precipizi. Quello dalla parte del Tevere era impressionante di un centinaio di metri. In certi punti era evidente l'opera dell'uomo. Certi precipizi, come il passaggio dall'alto, il piccolo sentiero che dal Tevere saliva al piano passava in dei punti strategici per i difensori. Sulla sommità  c'erano solo poche pietre, qualcuna sembrava sgrossata. C'era qualche larga buca pareva di una fondazione. La mancanza di pietre mi aveva sorpreso. Dopo, solo recentemente ho chiarito questo fatto. Sotto il piano, nel bosco, a qualche decina metri ho trovato due lunghi  e spessi muri utilizzati per realizzare due terrazzamenti. Ecco dove erano finite le pietre del castello.

La mia passione per quei posti mi portò a interessarmi anche della sua storia. Così nei periodi che ero a Firenze ho cominciato a cercare pubblicazioni. Erano gli anni '70  e internet sarebbe arrivato molto dopo. Cosi le mie ricerche si svolgevano nelle varie biblioteche fiorentine e soprattutto alla biblioteca nazionale dopo anche all'archivio di stato. Nel 1973 mi imbattei in un libro appena pubblicato l'autore era Giovanni Cherubini il titolo: Una comunità dell'appennino dal XIII al XV secolo. Narrava delle vicende dell'Abbazia del Trivio di Montecoronaro ma anche dei primi paesi dell'alta valle del Tevere a lei soggetti. Valsavignone, Bulciano, Bulcianella, Fratelle, Cananeccia, Cirignone e Civitella. Tutti questi paesini esistono ancora anche se qualcuno abbandonato sta scomparendo. Solo l'ultimo, Civitella nessuno lo conosceva. Di Civitella esistevano tanti documenti dovuti soprattutto al notaio ser Boldrone da Civitella. Fotografai all'archivio di stato di Firenze il grosso fascicolo delle imbreviature di Boldrone.  Nessuno di questi documenti indicava dove si trovasse Civitella. Ovviamente mi nacque la voglia di trovare questo Civitella. Cherubini nel suo libro, molto basato sui documenti di ser Boldrone,  forniva qualche  informazione per individuare la zona. Si sapeva che era a nord di Valsavignone sulla sponda sinistra del Tevere. La chiesa di Civitella era dedicata a San Martino ed era documentata sin dal 1255. Negli anni successivi ho trovato da altre fonti indicazioni sulla posizione. Per anni, stranamente, non avevo associato la misteriosa fortificazione che avevo scoperto da ragazzo a Civitella. Successivamente altri indizi mi fecero capire che con ogni probabilità da ragazzo quello che avevo trovato era proprio Civitella. 

Le mie ricerche storiche locali mi hanno portato a fare amicizia con diverse  persone di Pieve con il medesimo interesse. Uno di questi è Augusto Agostini, bravissimo nell'interpretazione di testi medievali. Augusto aveva iniziato a fare dei sopralluoghi nei luoghi d'interesse storico della zona. Gli suggerì di farne uno su quella collinetta che per me era l'antica Civitella. Così con altri due amici ci andammo nel luglio del 2019. Augusto molto più esperto di me nella scoperta di resti affioranti del terreno individuò e delineò il perimetro del castello e altre tracce interessanti. Nel piano sotto il castello si trovavano le tracce del paese. La descrizione del sopralluogo è riportata nel suo libro: Valle Verona pubblicato nell' Agosto 2022.

Sono tornato spesso a Civitella e scoprendo nuovi elementi come le tracce della strada lastricata che la univano all'antica strada della Romagna. Tracce di un canale per un mulino e quelle di un ponte sul Tevere del paesino posto nel piano sottostante il castello. Benché fossi quasi sicuro che il castello fosse Civitella ancora non potevo provarlo in modo inconfutabile.

Tra gli amici di Pieve c'è Elda Fontana la quale mi chiese nel gennaio del 2022 se potevo fotografare un manoscritto alla biblioteca nazionale di Giuseppe Bardelli (1815-1865) sulla storia di Pieve. Erano tra pagine numerate e foglietti oltre mille foto. Leggendo quel manoscritto sobbalzai: in una pagina c'era scritto Civitella. Bardelli riportava proprio la descrizione della posizione di Civitella che aveva trovato in un altro manoscritto di Ermenegildo Zabagli (1775-1853).  Tutte quelle indicazioni coincidevano con la "mia Civitella". Fine della storia iniziata 50 anni prima.

 

Dicembre 2022.