1) Cosa succede a non fare i fatti propri …

Un piccolo fatto accaduto a Bulcianella nel Febbraio del 1316.

L'Abate del Trivio, Federico della Faggiola, (fratello del ben noto Uguccione) stava recandosi al suo castello di Bulcianella quando venne a parole con un colono di Bulciano di nome Uderico, un altro contadino di nome Salimbene (figlio di Brunello di Bulcianella) che evidentemnte stava ascoltando la discussione che, probabilmente non doveva essere solo verbale, perché ad un certo punto Salimbene prese una lancia e la lanciò a Uderico dicendogli prendi la lancia e difenditi (acipe lanceam et defendete te). Il gesto però costò caro a Salimbene perché così Salimbene e i suoi eredi, furono banditi dai territori dell'abbazia e privati del podere e di tutti i loro beni.

Questo risulta da un atto notarile del 20 di Marzo dello stesso anno dove viene descritto brevemente lo svolgimento dei fatti. Da notare l'atto è una specie di processo / sentenza senza testimoni e il giudice era lo stesso Federico. Il notaio il solito Ser Boldrone da Civitella. Il "processo" fu tenuto in parte nel castello di Valsavignone nella casa del Notaio Ser Ristoro (figlio di un prete del quale parleremo). Da notare che l'Abate Federico era assai malvisto sia dai frati del monastero che dagli abitanti perché imposto con la forza dai faggiolani ed era stato la causa della rivolta …che vedremo.

Il fatto fa riflettere su quali dovevano essere i rapporti tra l'Abate e i suoi "fideles". In realtà Salimbene non era un "impiccione" ma un uomo coraggioso che non tollerava le ingiustizie neppure sugli altri. L'abate faceva parte di una famiglia abituata ad ogni tipo di prepotenze e probabilmente la discussione con Uderico includeva bastonate o simili a scopo "persuasuasivo". La famiglia della faggiola nel 1316 è al massimo della potenza grazie ad Uguccione che a capo dei pisani pochi mesi prima aveva sconfitto i fiorentini a Montecatini. Il povero Salimbene è costretto ad emigrare e si trasferirà in un piccolo o grande comune indipendente dove contribuirà con la sua voglia di giustizia ad abbattere i poteri feudali ormai in decadenza.

L'abbazia del Trivio (fondata nel 1103) estendeva il suo potere su dei villaggi della Romagna intorno ad Alfero. Successivamente (verso la fine del 1200) anche nella nostra zona: Valsavignone, Fratelle, Civitella, Ferruzio (Castellare), Cananeccia, Bulciano, Bulcianella e infine Cirignone (tutti facenti parte del Pievanato di Corliano). Con la fine del potere dell'Abbazia (con l'arrivo degli aretini prima e dei fiorentini dopo) gli abitanti riuscirono ad entrare in possesso delle terre dell'Abbazia precedentemte detenute a "livello". Nello stesso tempo i precedenti villaggi divennero comunelli indipendenti e dovettero inviare loro rappresentanti ad Arezzo e dopo a Firenze per gli atti di sottomissione.

Se interessa, in seguito, vedremo in dettaglio queste vicende.

(versione del 23/10/2017)