Antognone da Valsavignone

Cominciamo dalla fine. Si trova scritto (Giuliano De'Ricci Cronaca 1532-1606) :  Firenze addì 2 maggio 1585 fu impiccato in Firenze uno Antognone da Valsavignone, distretto della Pieve Santo Stefano huomo di meno di età di anni 30 o di meno, di bellissima disposizione di corpo. Questo huomo fra le scelleratezze da lui commesse haveva pochi mesi sono ammazzato all'altare in mentre che celebrava la messa il prete di Valsavignone con una archibusata. (Il prete ammazzato sull'altare era Don Michele Corazzini che era stato nominato due anni prima. Passarono  otto anni prima che venisse  nominato il successore Don Francesco Buonguerrieri).

 Tra i precedenti di Antognone c'era quello di aver cercato di uccidere una donna che stava per farsi monaca nel Monastero delle Convertite di Firenze. Invece non c'era riuscito e l'aveva solo "ferita malamente". Per questo delitto Antognone era stato denunciato dal Cavaliere Antonio Serguidi e altri. Il Serguidi era colui che aveva fatto "racchiudere nel monastero" la donna. C'è da sapere che il Monastero delle convertite accoglieva le ex prostitute fiorentine. Queste erano distinte in Convertite e Malsposate. Le prime erano donne che di propria volontà avevano esercitato la "professione", e si erano poi pentite, le seconde erano prostitute indotte a tale "professione" o perchè andate in sposa a mariti che le costringevano ad "esercitare" oppure abbandonate dal marito, per mantenere se e i figli….

Comunque Antognone dopo l'omicidio del prete fuggi a  Parma e si fece chiamare Camillo da Cremona ma combinò qualcosa anche lì e fu arrestato. Riconosciuto fu "estradato" a Firenze dove venne processato e torturato. Antognone nonostante la tortura non ammise le sue colpe ma evidentemente c'erano delle prove sufficienti e fu condannato alla forca. Portato al patibolo Antognone continuò a protestare la sua innocenza. Quando capì che era veramente giunta la sua ora chiese di confessarsi e salendo la scala disse facendosi ben udire da tutti che per le sue molte colpe si meritava una morte ben peggiore di quella e che rendeva "la fama alla santa e buona iustitia" . Anche qui c'è da sapere che i condannati a morte per l'impiccagione era preceduta da "pene accessorie" inoltre per i reati avvenuti fuori da Firenze il corpo veniva squartato e parte veniva esposta nel luogo del reato. A firenze l'esecuzioni  venivano eseguite fuori porta la Croce  ovvero l'odierna Piazza Beccaria e una compagnia di laici detta del Tempio si occupava di confortare i condannati.

Personalmente "appassiona" la storia di Antognone e il far rivivere la memoria di questo uomo di Valsavignone. Se anche per voi è così lasciate un "mi piace" su FB altrimenti non lo fate. Grazie Mauro Cappelli.

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