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Uno degli equivoci più diffusi in ambito di produttività è la sovrapposizione concettuale tra impegno e risultati concreti. Spesso, infatti, ci ritroviamo intrappolati nell'illusione di essere produttivi semplicemente perché impegnati in attività frenetiche.
Da sempre l'essere umano ha sottolineato le proprie caratteristiche distintive rispetto al regno animale, quali immaginazione, moralità e cultura. Un altro aspetto che ci differenzia sembra essere l'innata inclinazione a mantenerci costantemente attivi. La maggior parte degli animali si realizza una volta soddisfatti i bisogni primari. Noi umani, invece, proviamo un senso di disagio a restare inattivi, finendo talvolta per privilegiare l'essere impegnati a scapito di una reale produttività.
L'equazione impegno uguale produttività viene messa in discussione da un interessante studio sul comportamento umano. La ricerca ha analizzato due gruppi di persone a cui è stato chiesto di consegnare un questionario. Ai partecipanti è stata data la possibilità di scegliere tra due modalità di consegna: una opzione logisticamente più agevole che consentiva un ritorno rapido presso il centro di ricerca (condizione di ozio), e una opzione più impegnativa che richiedeva uno spostamento maggiore e un tempo di attesa al ritorno (condizione di impegno).
L'elemento chiave dello studio risiede nel fatto che la scelta ricadesse sulla consegna impegnativa solo quando veniva fornita un'illusoria giustificazione. Ai partecipanti, infatti, veniva promessa una ricompensa in cioccolato. Se il tipo di cioccolato rimaneva invariato a prescindere dalla scelta, solo una minoranza del campione optava per la consegna impegnativa. Tuttavia, se veniva specificato un cioccolato diverso a seconda della località, la percentuale saliva in maniera significativa.
Questo studio evidenzia, secondo i ricercatori, la nostra tendenza a trovare giustificazioni per rimanere impegnati, a prescindere dall'effettiva utilità del compito. Come sottolineano i ricercatori stessi: "Molti obiettivi che perseguiamo potrebbero rivelarsi meri pretesti per sentirci impegnati".
Brené Brown nel suo libro "The Gifts of Imperfection" analizza il concetto di "folle impegno" come una strategia disfunzionale volta a evitare di confrontarci con la realtà della nostra vita. Sostiene che tendiamo a riempire il nostro tempo con attività di qualsiasi tipo pur di non rimanere soli con i nostri pensieri.
La società stessa contribuisce a rafforzare questa attitudine. L'ozio o il tempo libero vengono spesso visti con sospetto e associati a pigrizia. Inoltre, l'essere costantemente impegnati ci porta a operare in modalità automatica, senza riflettere sulle reali motivazioni dietro le nostre azioni. Questo atteggiamento può allontanarci dagli obiettivi che veramente contano. Essere impegnati non sempre equivale a essere produttivi.
Controllare costantemente le email o i social media mentre si sta scrivendo un articolo, per esempio, crea l'illusione di essere impegnati ma di fatto allunga i tempi di lavoro e compromette la concentrazione. Allo stesso modo, sentirsi costantemente impegnati ci priva del tempo necessario per la riflessione e la creatività.
Recuperare il controllo sul nostro tempo e dedicarlo alle attività che contano davvero può avere un impatto significativo sulla nostra vita. Quei momenti trascorsi in impegni non produttivi possono trasformarsi in occasioni per pensare, lavorare in modo proficuo e trascorrere del tempo con le persone care...