Logoterapia di Viktor Frankl
Si tratta di un metodo terapeutico in cui viene analizzata l’esistenza del paziente facendo luce sulle contingenze del passato e del presente; la logoterapia consiste in un accostamento dialettico tra terapeuta e paziente, con l’obiettivo di raggiungere una sempre maggiore comunicazione reciproca alla luce della coscienza.
La logoterapia considera l’uomo come un tutto FISICO-PSICHICO-SPIRITUALE.
L'oiettivo massimo della logoterapia è che il paziente (da solo) arrivi a comprendere la necessità di utilizzare le proprie forze per decidere della propria vita (nei limiti del possibile). È altresì importante che comprenda la necessità di assumersi le proprie responsabilità di fronte a se stesso e agli altri, per quanto potenzialmente difficile sia il destino di cui è gravato. Tutto ciò senza la necessità di chiedere consiglio al terapeuta sul modo di risolvere le sue particolari questioni e arrivando (la condizione ideale) a non indulgere mai nell’identificazione col terapeuta.
Non è vero, secondo Viktor Frankl, che alla base di ogni creazione artistica o esperienza religiosa vi siano solo complessi sessuali rimossi come non è vero che siano solo espressioni di tendenze sostanzialmente negative.
La psicanalisi vuole adattare la persona e le sue pulsioni al mondo esterno. La psicologia individuale non chiede al paziente un semplice adattamento ma una riforma vera e propria di se stesso (il volere dell’io). La logoterapia si chiede se non si possa aggiungere una terza categoria con l'obiettivo di cogliere un’immagine della persona completa dal punto di vista fisico, psichico e spirituale. Tale terza categoria è l’appagamento esistenziale.
Spesso il paziente chiede cosa stia a fare al mondo e, pur riuscendo a spiegargli l’origine psicologica del suo malessere, a volte se ne sfiora solo il disagio.
La logoterapia è proposta come complemento alla psicoterapia per poter cogliere la totalità psichico-spirituale dei pazienti.
Spesso, soprattutto nella nostra cultura, ci si perde dietro ai mezzi di realizzazione dei valori, dimenticando lo scopo finale (cioè i valori stessi). Voler dare un significato alla propria vita non ha nulla di patologico; nel caso in cui si palesino sintomi clinici è nostro compito (ed è nostra possibilità) offrire sostegno spirituale per poter superare le incertezze esistenziali. Questo soprattutto nei casi di disturbi mentali attribuibili a cause esogene.
Nietzsche: “Chi ha un perché per vivere, sopporta qualsiasi come”.
Occorre agire, in senso goethiano, realizzando i valori che si offrono; occorre tentare di fare la miglior mossa, considerando il contesto in cui si vive (e nei limiti della legalità). Il senso della vita è differente a seconda del contesto. Occorre agire accettando la possibilità di perseguire la meta solo parzialmente.
Goethe: “Se prendiamo gli uomini quali essi sono li rendiamo peggiori; se invece li consideriamo quali essi potrebbero essere, li faremo quali essi possono diventare”.
L’esistenza è irreversibile, come un film in cui non si può cancellare la pellicola.
Viktor Frankl va letto considerando l’ontologia della persona, del paziente, quindi oltre la condizione biologico-psicologica. Viktor Frankl è interpretabile come un convinto possibilista della facoltà umana di “modificare” il proprio destino. L’accento posto da Viktor Frankl su tale possibilità si origina dall’intento di respingere la reificazione e il riduzionismo nei confronti dell’essere umano.
Terapia psichica, quindi, da considerare come modalità inter-umana che può ricondurre il paziente verso un'esistenza a cui sia attribuibile un senso, un significato...