Tutte le informazioni presenti in questo sito hanno esclusivamente un fine illustrativo.
Tutte le informazioni presenti in questo sito non costituiscono in nessun caso prescrizione, diagnosi o consulenza di qualsiasi genere.
I neuroni specchio sono cellule cerebrali le quali possono rappresentarci l’azione dell’altro anche in presenza di scarsissime informazioni sensoriali, ricostruendole internamente. Le risposte dei neuroni specchio consentono una comprensione immediata del comportamento altrui; tale comprensione si basa sulle proprie conoscenze e sulle proprie competenze motorie.
I neuroni specchio facilitano:
· il riconoscimento di atti motori;
· la comprensione dello scopo motorio;
· la comprensione dell’intenzione motoria (cioè lo scopo dell’intera sequenza di atti che compongono l’azione).
La nostra comprensione degli atti, delle azioni e delle intenzioni altrui, coinvolge lo stesso repertorio motorio che usiamo per agire e per tradurre in azioni le nostre intenzioni. Comprendere ed interiorizzare i segnali comunicativi altrui (di qualsiasi tipo) consente di regolare il proprio comportamento in relazione agli altri e all'ambiente in cui ci si trova...
neuroni specchio e arte
Giacomo Rizzolatti e Vittorio Gallese dell’Università di Parma hanno scoperto i neuroni specchio una decina di anni fa. Si tratta di terminazioni nervose che si attivano nel nostro cervello quando compiamo un’azione o quando semplicemente osserviamo un nostro simile compiere la stessa. Ma c’è dell’altro: i neuroni specchio si attivano anche quando ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte. “Le ricerche di Gallese e Rizzolatti – ha illustrato David Freedbeerg, Professore di Storia dell’Arte alla Columbia University, durante la conferenza Mirror Neurons, Embodied Simulation and Aesthetic Experience, che si è tenuta alla Italian Academy – spiegherebbero come mai molte persone si immedesimano con un’opera d’arte quasi come se stessero vivendo le emozioni rappresentate in prima persona.
Alla domanda se le emozioni scaturiscano dalle nostre azioni o se invece siano i sentimenti ad influenzare i nostri movimenti, la scoperta dei neuroni specchio suggerisce come questo processo sia bilaterale”.
Se quando davanti a L’ Urlo di Munch vi venisse voglia di gridare o invece davanti ad un’opera di Bernini vi venisse voglia di toccare, il merito è dei neuroni specchio.
“I neuroni specchio – spiega Gallese, Professore di Fisiologia Umana all’Università di Parma – inviano messaggi al sistema limbico o emotivo del cervello, aiutandoci a sintonizzarci sui sentimenti e sulle emozioni della persona o della figura che stiamo guardando”. E’ importante sottolineare come questa non sia una teoria neuroscientifica dell’arte. “Non è possibile – ha ribadito il ricercatore emiliano – spiegare cosa sia la bellezza solo prendendo in considerazione stimoli nervosi. Però la teoria dei neuroni specchio può aiutarci a comprendere il potere empatico delle immagini e perché alcuni gesti immortalati da Caravaggio o scolpiti da Michelangelo scatenino in noi emozioni così forti”.
I neuroni specchio reagiscono oltre che all’atto o durante la contemplazione di un’ opera d’arte, anche quando si subiscono le conseguenze dell’atto compiuto. Rimangono ancora molti i campi da esplorare; la relazione fra i colori e l’esperienza estetica potrebbe spiegarci perché percepiamo emozioni diverse guardando lo stesso quadro a colori invece che in bianco e nero. O, anche, perché una mela dipinta da Cezanne risvegli in chi la guarda sensazioni più forti del frutto reale.
“C’è da dire – ha aggiunto Gallese – che spesso è anche la nostra esperienza a fare la differenza. Un esperto di arte è molto più coinvolto da un quadro di quanto lo possa essere un semplice appassionato. Senza dimenticare che anche l’abilità dell’artista può giocare un ruolo importante”.
Oltre che ad aiutarci ad accogliere e capire l’arte, i neuroni specchio potrebbero essere utili e rivoluzionare anche altri campi del sapere scientifico.