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La formazione dell’identità di ogni persona, intesa come struttura profonda della personalità individuale, può variare ed è collegata ai sistemi sociali di cui si fa parte. Ognuno ha un'identità agli occhi degli altri e ne ha una ai propri; quella agli occhi degli altri è definibile come identità oggettiva, quella ai propri occhi è definibile come identità soggettiva. L’identità è considerabile come una complessità di appartenenze per cui ciascuno è sempre diverso da tutti gli altri. Il confronto tra due (o più) persone andrebbe fatto considerando il maggior numero possibile di elementi.
È ipotizzabile, quindi, anche una complessità all’interno del concetto stesso d’identità, ad esempio: identità soggettiva e identità oggettiva.
L'identità soggettiva è l'insieme delle proprie caratteristiche autopercepite.
L'identità oggettiva è declinabile in (almeno) 3 modalità:
identità fisica, data soprattutto dalle caratteristiche della faccia, le quali ci permettono di non esser confusi con un'altra persona;
identità sociale, ossia un insieme di caratteristiche quali l'età, lo stato civile, la professione, il livello culturale e l'appartenenza ad una certa fascia di reddito;
identità psicologica, ovvero la propria personalità, la conoscenza di Sé.
Alcuni aspetti dell'identità cambiano più facilmente di altri.
L'identità sociale può cambiare rapidamente (es.: un professionista che va in pensione, un insegnante nel proprio paese che diventa operaio in un altro paese).
L'identità fisica, invece, cambia gradualmente: è probabile che a sessant'anni si abbia più o meno la stessa faccia di dieci anni prima, anche se potrebbe essere alquanto diversa rispetto a trenta o quarant'anni prima.
Per ciò che riguarda l'identità psicologica: ognuno ha la propria personalità, cioè una certa intelligenza, determinate attitudini, specifici tratti del carattere ed una conoscenza di Sé. A proposito di tale conoscenza, secondo Patricia Churchland: “La mente umana resterà sempre più complessa di qualsiasi teoria al suo riguardo” (il dispositivo che costruisce una teoria è necessariamente sempre più complesso della teoria stessa), quantomeno perché contiene sia il linguaggio di programmazione per generare tale teoria, sia le nozioni che hanno condotto alla costituzione della teoria stessa. Potrebbe essere impossibile che la mente arrivi a comprendere completamente se stessa, impossibile che l’essere umano conosca completamente il proprio “sistema operativo”.
La conoscenza anche parziale di tale sistema operativo (la “conoscenza di Sé”) ci dà però un senso di autoidentità, continuità, individualità, contribuendo a mantenere una coerenza emozionale nella nostra vita.