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La filosofia non è solo un vaneggiare astratto, ma può avere risvolti ben concreti nella vita dell'uomo, come nel mio caso, in cui mi ha fatto da guida per diventare un ottimo oratore. Ero solo un adulescens quando, girovagando per le strade di Roma insieme al mio amico Attico, mi imbattei nel filosofo epicureo Fedro, da cui entrambi restammo molto affascinati, anche se io non riuscii ad abbracciare tutti i lati della sua dottrina. In seguito, grazie all'accademico Filone di Larissa entrai a contatto con la filosofia platonica, di cui apprezzai particolarmente il criterio del verosimile per giungere alla verità, e anche durante il mio viaggio ad Atene, quand'ero ormai adulto, rimasi per sei mesi con Antioco, filosofo più conosciuto e saggio della Vecchia Accademia. Il filosofo Diodoto, inoltre, esponente dello stoicismo, divenne mio amico e protetto, tanto che fu mio ospite fino alla sua morte. La dottrina stoica si era ben instaurata a Roma, grazie all'esaltazione del controllo delle passioni e soprattutto dell'utilizzo del logos proprio di noi uomini boni, tuttavia io ho sempre preferito non abbracciare del tutto nessuna di queste dottrine, ma scegliere piuttosto una particolare fusione fra esse, in modo cosiddetto eclettico. La mia volontà, a ogni modo, è sempre stata quella di ricercare in quelle dottrine le basi per costruire una nuova cultura che avesse risvolti pratici e potesse esser utile allo stato. Così, a tarda età, ritenni opportuno volgere il mio impegno politico alla riflessione filosofica, convinto che in questo modo avrei potuto giovare un'ultima volta ai miei concittadini, mettendo a loro disposizione in lingua latina la ricchezza del pensiero filosofico greco.