Nel 46, subito dopo aver composto il Brutus, sotto la costante pressione di Bruto scrissi l'Orator. Ho composto quest'opera in forma di lettera e il mio obiettivo era quello di condividere con voi qual è, secondo me, il modello ideale di oratore. Nella prima parte dell'opera, dopo una breve introduzione, parlo di quello che un buon oratore deve sempre tenere in considerazione, poi riprendo alcuni temi già presentati nel terzo libro del De oratore e pongo l'accento su quelle che ritengo essere le finalità dell'oratore: probare, delectare e flectere.
Un passo della prima parte che ritengo molto importante è quello in cui parlo di alcuni aspetti fondamentali per una buona orazione, quali l'argomento, il luogo e il modo in cui esporlo:
Quoniam tria videnda sunt oratori: quid dicat et quo quidque loco et quo modo, dicendum omnino est quid sit optimum in singulis, sed aliquanto secus atque in tradenda arte dici solet. Nulla praecepta ponemus, neque enim id suscepimus, sed excellentis eloquentiae speciem et formam adumbrabimus; nec quibus rebus ea paretur exponemus, sed qualis nobis esse videatur. [...] Nam et invenire et iudicare quid dicas magna illa quidem sunt et tamquam animi instar in corpore, sed propria magis prudentiae quam eloquentiae: qua tamen in causa est vacua prudentia? Noverit igitur hic quidem orator, quem summum esse volumus, argumentorum et rationum locos.
"Poiché sono tre gli aspetti da osservare in un oratore: che cosa dice, in che luogo lo dice e in che modo, bisogna assolutamente spiegare quale sia la forma ideale in ciascuno di essi, ma assai diversamente da come lo si espone di consueto nel trasmettere questa disciplina. Non imporremo regole, del resto non è questo il fine che ci siamo prefissi, ma abbozzeremo la forma ideale dell'eloquenza eccellente; non esporremo a quali dettami essa debba obbedire, ma che qualità essa debba possedere. [...] Infatti saper escogitare e saper valutare che cosa dir, rappresentano proprio quelle grandi facoltà, come una sorta di anima per il corpo, pertinenti però più alla saggezza che all'eloquenza: c'è tuttavia un tribunale in cui si può fare a meno della saggezza? Questo modello di oratore, dunque, che vogliamo sia il migliore, conoscerà i tempi opportuni per ogni argomento ed esposizione".
(Cicerone, Orator, 43-44)
E' il discorso tenuto da Obama dopo la vittoria delle elezioni presidenziali del 2012. Nel discorso Obama usa perfettamente le pause, rispettando quindi il tempo e gli argomenti di cui tratta sono consoni al momento in cui si trova.
In questo passo ho elencato in modo breve ed efficace le caratteristiche dell'oratore perfetto:
Is est enim eloquens qui et humilia subtiliter et alta graviter et mediocria temperate potest dicere.
"È oratore perfetto quello che sa dire le cose umili con semplicità, le cose grandi con solennità, le cose mediocri con moderazione".
(Cicerone, Orator, 100)
Nella seconda parte della mia opera ho deciso di trattare argomenti altrettanto importanti quali lo stile, questioni linguistiche e prosa ritmica (come ho già fatto nel Brutus parlando di Isocrate). Mi sono soffermato sulla metafora, che ritengo particolarmente importante vista la sua capacità di flectere gli animi; altrettanto importanti, forse anche di più sono le figure di suono. Parlando del ritmo invece ho voluto esprimere il mio parere dicendo che in prosa si debbano mescolare i vari metri. Inoltre ho inserito un breve capitolo in cui tratto delle differenze tra prosa e poesia.
Sed sententiarum ornamenta maiora sunt; quibus quia frequentissime Demosthenes utitur
"Ma le figure di suono sono più importanti; queste le usò Demostene poiché frequentissime"
(Cicerone, Orator, 136)
Ecco a voi "The Tempest" di Shakespeare, monologo pronunciato dal personaggio di Caliban in cui la musicalità data dai versi e dalla metrica è fortissima.
Fonti:
Tulliana.eu; thelatinlibrary.com