Ho dedicato alcune delle mie opere alla Retorica, ossia quell'arte che mira a persuadere l'ascoltatore. Ritengo che essa sia fondamentale nella formazione di un cittadino attivo nella Res Publica e padrone di una cultura vasta e profonda. Ho avuto la possibilità di studiare in Grecia l'arte della retorica tra il 79 e il 77, nel corso della carriera da retore e grazie alle esperienze accumulate, sono giunto alla conclusione che non basta fare molti esercizi, come sostenevano i Sofisti, e non bastano le doti naturali, ma è necessario essere padroni di un'ampia cultura. Inoltre è importante associare alla retorica uno studio approfondito della filosofia che permetta all'oratore di compiere scelte eticamente correte che mirano al bene dello Stato; diffidate da coloro che usano la retorica per i loro interessi personali e da quelli che considerano la parola un potente signore, poiché questi sono elementi dannosi per la società. Ho deciso di dedicarmi anche alla teoria e all'insegnamento della retorica per mostrare ai nuovi oratori un modello che sia utile al bene dello Stato.
Dopo il mio rientro a Roma nel 55 scrissi il “De Oratore” con il metodo del dialogo. In quest’opera ho voluto illustrare le varie fasi di un’orazione ed esprimere il mio punto di vista per quanto riguarda il modo in cui un buon oratore deve essere, opponendomi a concezioni più tradizionali. Nel 46, invece, ho scritto il “Brutus” e l’ ”Orator”, testi nei quali riprendo alcuni concetti già visti precedentemente.
Se volete ascoltare la voce di un vero oratore romano, eccola qui.