La Cantina

di Irene Crespi


In breve...

Una sera, quattro ragazzini decidono di entrare di nascosto nella cantina di un grande vigneto per assaggiare del vino, ma poco dopo i custodi entrano nella cantina, svegliati dai rumori, e iniziano ad inseguire i ragazzini, che fuggono nel bosco vicino al vigneto.



Paucis verbis...

Olim, quattuor pueri decernunt in cellam vignae magnae intrare ut gustent vinum, sed paulo post custodes ingrediuntur in cellam, propter strepitum, et incipiunt persequi pueros, qui fugiunt in silvam prope vineam.



“Dai, vieni, le chiavi le hai prese, no?” Valeria mi guardò con uno sguardo di sfida.

“Sì, ho sia le chiavi che la torcia, ma gli altri dove sono?”

"Siamo dietro il muro, da prima.”

Mi girai e vidi Aurelio e  Massimo: il primo aveva un bastone, mentre l’altro continuava a buttarsi indietro i capelli neri e aveva sempre quell’aria da persona superiore, solo perché era il figlio del candidatus, anche se in realtà era una persona molto gentile.

Comunque, tirai fuori le chiavi e le misi dentro la toppa del portone, ebbi un attimo di esitazione,  guardai tutto il vigneto e la domus del proprietario della cantina.

“Hai paura?” Mi chiesero tutti e tre nello stesso momento, per prendermi in giro.

Girai la chiave nella toppa e spinsi il grande portone, che si aprì con un leggero cigolio.

“Il vino è di qua, andiamo!” 

Valeria e Massimo corsero tutti agitati verso la cantina, Aurelio riprese il bastone e li seguimmo, assicurandoci che non ci fosse nessuno.

Quando arrivammo, gli altri due avevano già stappato una bottiglia senza nome e si stavano versando da bere, mentre Massimo faceva il verso ai grandi signori ai banchetti: “Io oggi ho inaugurato questa bottiglia…Viva l’imperatore!” E intanto continuava a bere un sorso dopo l’altro, con Valeria che lo seguiva a ruota.

“Aurelio! Dai, non fare il bambino, assaggialo anche tu, vediamo se hai il coraggio!” disse Massimo, che ormai aveva perso tutta la sua sobrietà.

Aurelio prese un bicchiere e lo bevve tutto d’un fiato, poi iniziò il secondo, e in quel momento, dalla porta si sentirono delle voci: “Chi è là?!” “Sono dei ladri, di sicuro, prendiamoli, sono nella cantina!”

Aurelio sollevò Massimo con uno strattone, io scossi Valeria e le presi il braccio con forza e ci mettemmo a correre verso l’uscita. 

“Di qua, conosco un’uscita secondaria!” dissi ad Aurelio, che mi stava dietro; intanto si vedevano le torce dei nostri inseguitori e si sentivano le loro voci, ma per fortuna noi eravamo già all’aperto, stavamo correndo via dalle vigne, verso il sentiero nel bosco, che portava al paese e, appena entrati nella foresta, ci fermammo e cominciammo a ridere pensando al pericolo appena scampato.