La mia prima amica - panda

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Vincoli

LA mia prima amica

Non potevo credere di essere stato preso in giro dalla persona in cui avevo più fiducia: mio padre. 

Mia madre mi continuava a ripetere: “muoviti Marco, dobbiamo andare” ma io non riuscivo a smettere di pensare a come mio padre mi aveva abbandonato. Dopo la separazione dei miei genitori, mio padre iniziò ad essere sempre più assente e io non andavo mai a casa sua, finché un giorno decise di andarsene per ricominciare, da quel momento non lo vidi mai più.

Partii con mia madre per trasferirci in montagna, avrei dovuto cambiare scuola e ciò mi spaventava perché odio le novità.

Appena arrivati, vidi il paesaggio che mi lasciò a bocca aperta ed era l’unica cosa positiva in questo momento. La mia nuova casa era piccola ed accogliente e subito notai una ragazza che mi stava guardando attentamente, mi salutò con un sorriso e io imbarazzato mi nascosi. 

La mattina seguente ero molto agitato per il mio primo giorno di scuola, non volevo essere notato dato che sapevo che mi avrebbero ritenuto strano perché avevo una cicatrice in faccia che avevo dalla nascita. Mentre andavo a scuola, notai dei sentieri che mi attiravano perciò mi persi nei miei pensieri e arrivai in ritardo a scuola. Quando entrai in classe, tutti mi guardarono male, tranne una ragazza che mi sorrise. La riconobbi subito: era la mia vicina di casa, aveva i capelli castani, gli occhi verdi e sembrava simpatica. L’unico posto libero era vicino a lei, mi sedetti e subito si presentò e disse: “Piacere, sono Anna” e io risposi: “Sono Marco”. Durante la ricreazione iniziò a parlarmi, notai che era una ragazza molto energetica e socievole, mi disse: “stai attento a quelli del quinto anno” , io risposi: “perché?” e lei mi spiegò: “perché prendono sempre in giro quelli più piccoli, soprattutto se sei nuovo”. All’uscita avevo paura e la mia paura diventò realtà, un ragazzo mi insultò dicendo: “ehi sfigato, cos’è quella roba che hai in faccia? Sembri un reduce” e tutti si misero a ridere e a spintonarmi. Subito intervenne Anna che disse: “smettetela, fate pena” e loro smisero subito. Era una ragazza che si faceva rispettare. Dopo l’accaduto la ringraziai e lei mi diede un abbraccio.  

Da quel momento in poi, diventammo sempre più amici e ci fidavamo l'uno dell’altro. Non potevo credere di aver trovato un’amica perché non ne avevo mai avuta una.

domande

1) Da chi era stato abbandonato Marco?

2) Dove si trasferisce con sua madre?

3) Come incontra la ragazza? Come si chiama?

4) Perché Marco era agitato per il primo giorno di scuola?

5) Cosa aveva in faccia?

6) Cosa succede all’uscita da scuola?

7) Chi va in suo soccorso?

8) Come finisce la storia?

9) Nella frase: “Mia madre mi continuava a ripetere” che funzione logica svolge “mi”? 

10) Nel periodo: “La riconobbi subito: | era la mia vicina di casa, | aveva i capelli castani, gli occhi verdi | e sembrava simpatica.” Quali sono le subordinate e le coordinate? (N.B. la principale è “La riconobbi subito”)

11) Anche tu avresti fatto come Anna quando Marco veniva preso in giro? Discutine con la classe.