Avevo 15 anni... - Fenicotteri

Gruppo Fenicotteri

Aurora Collina

Beatrice Picenni 

Gabriele Gatto

Laurențiu Ungureanu

Vincoli

Ambientazione: Il centro giovanile dove i giovani si incontrano per socializzare e partecipare ad eventi

Personaggi: Un compagno di classe che viene da una diversa cultura

Incipit: Non mi sentivo mai veramente a mio agio nella mia pelle, era come se stessi vivendo una bugia.

Avevo 15 anni...


Non mi sentivo mai veramente a mio agio nella mia pelle, era come se stessi vivendo una bugia. Tutti mi facevano sentire sbagliato, ero circondato da persone false. Avevo 15 anni, quando tutti i pomeriggi dopo scuola mi ritrovavo con i miei compagni di classe in un centro giovanile vicino che avrebbe dovuto aiutarmi a socializzare. Sembrava che tutte le problematiche dell'adolescenza avessero deciso di mettersi alla prova su di me.

Il mio umore non era dei migliori e i miei compagni di classe non mi aiutavano. Frequentavo da poco il secondo liceo.  Mi ero appena trasferito a Roma e le conoscenze apprese nella mia città natale mi avevano consentito di avere un permesso per passare direttamente al secondo anno di liceo. 

I miei compagni non hanno sempre mostrato atteggiamenti discriminatori nei miei confronti. Inizialmente, le cose sembrano andare per il verso giusto, fin quando non è iniziato l’inferno. 

Tra me e quelli che pensavo essere “amici” le cose stavano iniziando a cambiare, sembrava che le tensioni tra di noi si stessero facendo peggio di quelle tra Germania e Francia nella Prima Guerra Mondiale. 

La situazione divenne decisamente critica una mattina piovosa di Novembre, quando stavo serenamente camminando sul marciapiede. Avevo indosso delle cuffiette, dalle quali stavo ascoltando la musica. Non sentivo alcun rumore, fin quando non ho cominciato a udire pesanti passi alle mie spalle. 

Mi girai di scatto. Tutto quello che riuscì a vedere prima di essere spinto a terra fu il viso del mio compagno di classe che consideravo il più fidato. Da lì cominciai a vedere molte altre persone lì intorno, mentre il mio corpo era steso sull’asfalto.

‘’Guardate ragazzi chi c’è qui!’’

Sentii uscire solo quelle parole dalla bocca di qualcuno che fino a pochi secondi prima reputavo mio amico. Le mie cuffiette non le vidi più, me le presero. 

Non fu un caso isolato e le cose iniziarono ad andare sempre peggio, i miei compagni iniziarono a essere sempre più violenti. A tutto questo si aggiungeva il mio malumore, causato da tutti i cambiamenti emotivi che stavo attraversando in quel periodo. Stavo iniziando a dubitare della mia esistenza, a farmi domande esistenziali, e cominciai persino ad andare dallo psicologo.

Ma dopo tutto, in me rimaneva la speranza di poter trovare qualcuno.

Qualche mese dopo, durante un laboratorio di informatica, la mia speranza divenne concreta. Fu lì che conobbi Davide. Sembrava negato con la tecnologia, e per questo mi avvicinai e cercai di aiutarlo. 


“Ciao, hai per caso bisogno di una mano?” gli chiesi. 

Non mi aspettavo una risposta, d'altronde lì dentro ero conosciuto come “l’emarginato”. “Ciao, sì, grazie, non sono mai stato un esperto di computer” mi rispose. Mi sembrava strano il fatto che mi avesse risposto. Forse avevo finalmente trovato qualcuno che potevo definire "amico". La conversazione si dilungò.

Col tempo diventammo amici. Era un ragazzo solare e fu una delle prime persone a essere gentile con me dopo tantissimo tempo. Scoprii di essere in sintonia con lui anche per il semplice fatto che oltre a condividere le stesse passioni e idee (senza considerare ovviamente la sua antipatia per la tecnologia), stavamo attraversando le stesse difficoltà adolescenziali. Anche lui aveva le mie stesse insicurezze, si poneva le mie stesse domande. Era tutto normale.

Ad oggi sono felice di averlo conosciuto e spero che la nostra amicizia duri sempre più.



Domande