Petrarca

Nelle ultime lezioni di Letteratura abbiamo parlato di Petrarca, analizzando la sua vita ed alcuni suoi sonetti, ed ora ve ne parleremo.

Francesco Petrarca nasce ad Arezzo (1304), è figlio di un notaio.
Petrarca e la sua famiglia furono costretti a scappare a causa della vittoria dei guelfi neri, andarono in Francia ad Avignone (sede papale).
Nel 1320 si trasferì a Bologna, per studiare diritto, anche se solo per volontà del padre, perché lui era interessato alla letteratura; infatti alla morte di suo padre (1326) rientrò ad Avignone.
L’anno dopo il suo rientro incontrò per la prima volta Laura. Non si conosce la sua vera identità, ma si pensa fosse una donna di Avignone già sposata, quindi irraggiungibile, ma Petrarca le rimase fedele fino alla morte ed in suo onore scrisse dei versi in volgare.
Petrarca nel 1330 intraprese la carriera ecclesiastica e divenne cappellano del cardinale Giovanni Colonna, che apparteneva ad una delle famiglie più prestigiose di Roma.

Petrarca muore sui colli Euganei, nella villa di Arquà nel 1374.

Le sue opere

Scrisse molte opere, le più importanti sono:
Il poema epico Africa, il dialogo Secretum (il segreto), I trattati in prosa latina De vita solitaria (la vita solitaria) e De otio religioso (la tranquillità della vita religiosa) e, infine, il Canzoniere (nome con cui è noto il Rerum Vulgarium Fragmenta).
Il Canzoniere è composto da 366 poesie, una per ogni giorno dell’anno più un sonetto proemiale.
Nella prima parte, che viene chiamata In vita di Laura, il poeta esprime la sua sofferenza, inizialmente causata dal suo amore non corrisposto, poi dal suo senso di colpa.
La seconda parte, In morte di laura, raccoglie scritti successivi della scomparsa della donna, avvenuta nel 1348. Altri temi del Canzoniere sono la descrizione della natura,la sublime perfezione della bellezza femmiile e l’angoscia di fronte alla prospettiva della morte.
La lingua utilizzata nel Canzoniere è un volgare toscano estremamente limpido e raffinato.







Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono

Si tratta del sonetto proemiale del canzoniere petrarchesco.
Destinatari ideali del sonetto sono i lettori del Rerum Vulgarium Fragmenta: l'obiettivo del sonetto è quello di presentare la raccolta e anticipare le tematiche: passione amorosa, pentimento, consapevolezza che “quanto piace al mondo è breve sogno” .

Metro: sonetto con quartine a rima incrociata (ABBA ABBA) e terzine a rima ripetuta (CDE CDE).


Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono,


del vario stile in ch'io piango et ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.


Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me mesdesmo meco mi vergogno;


e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentérsi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.



Potete trovare questo sonetto, con alcune note, nel sito del prof (https://www.sentascusiprof.it/italiano/ITA_letteratura/Petrarca-voi-ch-ascoltate%20-%20scheda%20con%20note.pdf)


Ecco le poesie che abbiamo letto e analizzato con la classe :

-Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono

-Era il giorno ch'al sol si scoloraro

-Solo et pensoso i più deserti campi

-Quel rosignuol, che sì soave piagne

-Benetto sia 'l girno, e 'l mese, et l'anno

-Erano i capei d'oro a l'aura sparsi