Le forme delle canzoni – 4

4. Canzone rap

Little Simz (fonte: WIkimedia Commons)

Il canto rap

Se hai letto con attenzione e ti sei esercitato, ora hai le capacità per analizzare la forma delle canzoni più comuni ai nostri giorni. Ma devi sempre tenere presente che agli artisti piace trovare soluzioni originali e dunque troverai tante eccezioni alle regole che hai imparato, eccezioni che sono significative proprio perché una regola esiste. Inoltre, certo potrai trovare difficile analizzare canzoni che includono parti rap, dove le strofe sono spesso irregolari e anche molto lunghe. Ma vediamo anzitutto cos'è il rap.

Il rap è un tipo di canto. “Rap” significa “in inglese battere” o “bussare”, ma in gergo significa anche “chiacchierata”. Infatti, il canto rap è proprio questo: una conversazione, un dialogo. In altri termini, la voce nel rap non canta una melodia, ma recita un testo. Il linguaggio, però , è poetico, come in tutte le canzoni: non c’è rap senza rime e andamento ritmico con metrica ben scandita. Il linguaggio usato è spesso gergale, ricco di modi di dire, ma quello che è davvero importante è il flow, cioè l’abilità di creare un “flusso” di parole trascinante e ricco di sfumature ritmiche. La voce diventa quasi un tamburo in assolo.

Il canto rap nasce negli anni ‘70, con la cultura hip hop e da allora ha generato moltissimi stili diversi per suoni e contenuti dei testi: dai brani impegnati, che denunciano ingiustizie sociali e discriminazioni, a brani che, al contrario, propongono modelli di vita quasi delinquenziali, inneggiando all’uso di droghe e alla ricchezza da raggiungere con qualsiasi mezzo. Al giorno d’oggi in Italia va di moda la trap, un genere nato negli anni ‘90 negli Stati Uniti e che solo da qualche anno è arrivato in Italia.

La forma delle canzoni rap

Analizzare una canzone rap può essere difficile a causa del flow: difficile segmentare un flusso inarrestabile di parole recitate in sezioni.

All’inizio del movimento hip hop le canzoni erano davvero difficilmente schematizzabili. Spesso il rap era improvvisato (freestyle), e comunque i rapper non volevano “agganciare” il pubblico con hook accattivanti come quelli delle canzoni pop, ma volevano coinvolgerlo con testi significativi e ritmi scatenati. Ascolta ad esempio “Planet Rock” Afrika Bambaataa & Soulsonic Force, un brano del 1982 (nel video qui a fianco ne trovi una versione abbreviata). Afrika Bambaataa, con il suo freestyle, era maestro nel creare flussi inarrestabili di parole accompagnato da ritmi trascinanti.

Le canzoni rap più diffuse al giorno d’oggi, invece, sono molto similie alle canzoni pop: hanno gli hook e si basano sulla forma strofa/ritornello. Le strofe sono molto lunghe (in genere 16 misure) e ricche di variazioni, mentre i ritornelli spesso si presentano all'inizio del brano. Infine, il pre-ritornello spesso ha parole diverse, soprattutto quando cantato da rapper diversi. Come esempio, consulta questa la presentazione con l’analisi di “Fedele al quartiere”, di Neimi Ezza feat. Vale Pain,

Afrika Bambaataa & Soulsonic Force, “Planet Rock”
Neimi Ezza feat. Vale Pain, “Fedele al quartiere"