Nell’area Bastogi, il LabSU è attivo da appena un anno. Si è trattato quindi di svolgere un lavoro preliminare, con i seguenti obiettivi: identificare correttamente le istanze locali partendo dalle problematiche urbanistiche, ambientali, sociali ed economiche; ricavare una mappatura delle forme di associazionismo locale e della società civile attive sul territorio; cercare di tracciare alcune indicazioni per programmare e progettare politiche, azioni e interventi per la rigenerazione urbana e sociale.
Ricostruire una mappatura delle forme di associazionismo e di altre attività che partono dalla società civile, vuol dire cominciare a tessere relazioni significative con coloro che impattano e cercano di animare il territorio di Bastogi. Di seguito sono elencati e descritti gli attori sul campo.
La Fraternità dell’Incarnazione: a Bastogi è attiva con due missionarie “laiche consacrate” dal 1997. Sono a tutti gli effetti un’istituzione radicata. Le loro attività spaziano dalla produzione di artigianato per auto-sovvenzionarsi a centro di promozione per tutto ciò che possa aiutare la comunità. Attualmente è presso di loro che si svolge lo sportello salute e, da poco, l’Ambulatorio popolare, attivati da AiC (si veda dopo).
Aurelio in comune (AiC), «organizzazione civica e progressista del Municipio XIII di Roma». AiC ha prodotto iniziative molto importanti e che incidono profondamente sulla materialità dell’esistenza degli abitanti, tra cui:
- uno sportello casa, che raccoglie le istanze burocratiche della popolazione (pratiche di residenza, soprattutto);
- un social-market, con la collaborazione anche di Nonna Roma (associazione del Terzo settore); viene garantita l’assegnazione mensile (a chi versa in stato di necessità) di generi alimentari e di consumo di difficile deperibilità attraverso un sistema a punti;
- il progetto “Santa Maradona”, grazie al supporto economico e logistico della Fondazione Charlemagne; è stata formata una squadra di calcio – con i ragazzi del quartiere tra i quindici e i venticinque anni – che gioca in terza categoria;
- uno sportello salute, che si svolge presso i locali assegnati alla parrocchia di Santa Maria della Presentazione e custoditi dalle missionarie della Fraternità dell’Incarnazione; lo sportello si occupa di indirizzare e seguire gli abitanti che necessitano di accedere alle cure e che hanno difficoltà burocratiche o logistiche;
- un ambulatorio popolare; si tratta dell’ultima iniziativa in ordine di tempo; non vuole sostituirsi ai medici di base e all’Asl ma integrarsi nell’offerta di prossimità per i servizi sanitari; vi operano medici di base volontari in quiescenza, nonché operatori ECG e due psicologhe;
Amici dei Bimbi Onlus, che gestisce il doposcuola presso i locali (sempre affidati alla locale parrocchia) e confinanti con le missionarie della Confraternita; il doposcuola esiste da oltre vent’anni a Bastogi, ma solo con questa associazione ha trovato stabilità (specialmente nella presa in carico continuativa da parte degli educatori);
Cooperativa sociale Servizio Psico Socio Sanitario, che gestisce una struttura semiresidenziale per disabili adolescenti e adulti presso uno degli edifici centrali al comprensorio (edificio privato); si tratta di un altrimenti noto “centro diurno”; qui vengono accolti, appunto durante la giornata, molti dei disabili cognitivi presenti a Bastogi;
la stessa cooperativa gestisce l’asilo nido, situato nell’edificio (privato) accanto alla struttura per disabili; l’asilo è aperto all’utenza esterna;
Chiesa evangelica (Comunità Eben-Ezer); pur se presente da poco a Bastogi, si tratta di una comunità che, durante l’emergenza Covid, si è attivata immediatamente per rifornire la popolazione locale di mascherine e DPI;
A.S.D. DNA Boxe; si tratta di una palestra di boxe agonistico, prepugilistica e altre discipline di combattimento; offre spazio e accoglienza ai giovanissimi del comprensorio, che possono allenarsi gratuitamente;
Comitato Bastogi, situato presso un locale al piano terra della palazzina A; il comitato è attivo nella cura degli spazi comuni e offre anche ad AiC la sua collaborazione, offrendo uno spazio di riunione.
Il LabSU si impegna nel creare relazioni stabili con la varietà preziosa di iniziative che animano il territorio. Ad oggi non esiste ancora un Laboratorio di quartiere, inteso come un luogo fisico attorno al quale co-programmare e co-progettare e che veda la partecipazione sia degli attori sociali locali, sia dei cittadini del comprensorio che delle istituzioni comunali. Ma si sta lavorando in questa direzione.
Il LabSU ritiene che sviluppare reti collaborative e supportare progettualità esistenti, specialmente nel dialogo con gli attori istituzionali sia la necessaria premessa a future iniziative laboratoriali, che possano facilitare progetti condivisi di rigenerazione urbana.
Fotoreporter Emanuele Artenio