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Periferia. Abitare Tor Bella Monaca

di Carlo Cellamare e Francesco Montillo

Donzelli Editore, Roma, 2020, pp. 371, collana: Saggi. Natura e Artefatto

ISBN: 88-5522-032-2 - EAN: 9788855220323

Il tema delle periferie urbane è oggi strategico perché la città contemporanea si definisce proprio a partire da quei luoghi in cui vive la gran parte della popolazione, con situazioni di marginalità e di degrado ma anche di forte partecipazione e creatività. Sul ripensamento delle periferie si gioca dunque una delle partite politiche e culturali cruciali dei prossimi anni. Questo libro restituisce una diversa rappresentazione della periferia, a partire dal luogo che a Roma accoglie la sua immagine più negativa, ovvero Tor Bella Monaca. Enorme quartiere di edilizia residenziale pubblica degli anni Ottanta, esso è l'emblema stesso del massiccio intervento pubblico, della concentrazione del disagio sociale e urbanistico, della periferia degradata e quindi anche dello stigma e della ghettizzazione. Guardando oltre gli enormi problemi del quartiere, emerge tuttavia una grande vitalità, un contesto di iniziative sociali e di autorganizzazione, un'importante produzione culturale, un laboratorio variegato di innumerevoli progettualità.

RECENSIONI

Giulio Cederna, Fondazione Paolo Bulgari, 24/06/2020 Periferia. Abitare Tor Bella Monaca

Ylenia Sina, Roma today, 03/09/2020 Se la periferia cambia immagine a partire da Tor Bella Monaca

Micromega, 04/09/2020 L’autorganizzazione sta salvando le periferie dall’abbandono pubblico: il caso Tor Bella Monaca

Comune-info, 16/09/2020 L’altro volto di Tor Bella Monaca

Clara Corsetti, Pandora Rivista, 06/11/2020 “Periferia. Abitare Tor Bella Monaca” di Carlo Cellamare e Francesco Montillo

Christian Raimo, Internazionale, 14/11/2020 Guida ai libri per capire Roma e il prossimo voto comunale

Carla Tedesco, Casa della cultura, Città Bene Comune, 17/06/2022 Periferie: ripartire dal vissuto

Città fai-da-te. Tra antagonismo e cittadinanza. Storie di autorganizzazione urbana

di Carlo Cellamare

Saggine, n. 327, 2019, pp. XVI-186, ISBN: 9788868439972

«Il movimento di riappropriazione di luoghi e spazi della città non è solo una presa di “possesso”, ma un re-immettere nel ciclo di vita della città spazi e luoghi abbandonati, inutilizzati, sottoutilizzati, degradati, potenzialmente interessanti, per rispondere a esigenze sociali diffuse, sviluppando un’idea di città e un modello di convivenza che si pongono come alternativi alla città del consumo, soggetta alle pressioni prevalenti del mercato e degli interessi economici».

Le città sono attraversate da processi di riappropriazione, da forme diffuse di autorganizzazione, da attività e iniziative autogestite, da nuove pratiche di convivenza, da movimenti che cercano di costruire una diversa e nuova idea di città. Si tratta di un vasto fermento che interessa, anche se in modi molto diversificati, tutte le città del mondo. Dagli orti condivisi alle aree verdi autogestite, dalle occupazioni a scopo abitativo alle fabbriche recuperate, dai luoghi di produzione culturale riattivati ai tanti servizi autoprodotti sui territori, alle mille iniziative del protagonismo sociale e della progettualità diffusa, tutte queste esperienze e tutte queste pratiche non sono solo forme di riconquista degli spazi ma anche processi che conferiscono nuovo significato ai luoghi. Sono espressione della vitalità dei territori e degli abitanti, organizzati o meno; sono laboratori sociali, culturali e politici. Da semplici forme di resistenza sono diventate azioni diffuse che producono concretamente la città, mettendo in discussione il modello neoliberista che sembra strangolarle. Lungi da un romanticismo dell’autogestione, sono anche esperienze cariche di ambiguità, oltre che di difficoltà, frutto come sono dell’arretramento del welfare state e dell’abbandono dei territori da parte della politica e delle istituzioni. Sono qui in discussione «culture di pubblico» differenti. Roma, da questo punto di vista, ha forse qualcosa da dire al mondo, nonostante sia diffusamente considerata una città in difficoltà. «Città fai-da-te» per eccellenza, la capitale rivela energie importanti, che non sempre vengono riconosciute e valorizzate, in risposta a una necessità concreta e a esigenze sociali che non trovano soddisfazione, ma che sono anche espressione di creatività, capacità di azione, desiderio di costruire un futuro, possibilmente diverso. A partire da un viaggio attraverso una molteplicità di pratiche e di esperienze urbane, attraverso le loro difficoltà, il loro impegno, le loro passioni, ma anche in alcuni casi le loro ambiguità, il libro vuole restituire una riflessione di più ampio respiro che dialoga con i processi globali. Qui si ridiscute l’idea di pubblico, si ripensano le istituzioni, si costruisce concretamente un’idea diversa di città e di convivenza. Questi sono i luoghi dove avviene oggi la produzione di cultura politica.

RECENSIONI

Flaminia Marinaro, L'Osservatore romano, 03/04/2020 CHE NON-LUOGHI TORNANO A VIVERE

Filippo La Porta, Left, 03/04/2020 LA DIMENSIONE URBANA. E SOLIDALE

Flaminia Marinaro, Radio Più Roma, 06/03/2020 Cittadinanza attiva a Roma (e non solo) - intervista

Cristina Bianchetti, L'Indice dei libri del mese, 03/03/2020 Cosa c'è da condividere?

Gabriele Pasqui, Casa della Cultura, 21/02/2020 PIÙ STATO O PIÙ CITTÀ FAI-DA-TE?

Christian Raimo, Internazionale, 23/01/2020 I nemici del popolo e la speculazione a Roma

Concita De Gregorio, Cactus - Radio Capital, 22/01/2020 La città futura, ospite Carlo Cellamare

Rossella Marchini, Dinamopress, 19/01/2020 A Roma c’è una città nella città

Ilaria Agostini, Il Manifesto, 14/01/2020 ALTERNATIVE PRATICABILI E DI ESISTENZA NEGLI INTERSTIZI URBANI

Ella Baffoni, Striscia rossa, 20/12/2019 “Città fai-da-te” di Carlo Cellamare: pensieri sulla Roma che vogliamo

Paolo Cacciari, Comune info, 19/12/2019 La città si fa ogni giorno

Enzo Scandurra, Left, 19/12/2019 GLI ANTICORPI DELLA METROPOLI

Quartieri. Viaggio al centro delle periferie italiane

di A. Cancellieri, G. Peterle (a cura di)

Editore: Becco Giallo; ottobre 2019; EAN: 9788833140636; ISBN:8833140636

La dimensione di confine tra la città dei ricchi e quella popolare di San Siro a Milano, il nuovo orgoglio dell'Arcella a Padova, la memoria del passato operaio della Bolognina a Bologna, le mille contraddizioni di Tor Bella Monaca a Roma, lo stigma subito dagli abitanti dello ZEN a Palermo: un'antologia di 5 racconti di 5 quartieri di 5 città italiane disseminate lungo la penisola, da Nord a Sud, per cercare di leggere - da dentro e dal basso - alcune delle più note periferie d'Italia, spesso chiacchierate ma raramente ascoltate, perché raccontate tradizionalmente da fuori e dall'alto. Poiché le cosiddette "periferie", figlie di progetti urbani nel caso migliore incompleti e in altri del tutto inconsistenti, non sono solo luoghi geograficamente distanti, ma sono più spesso spazi resi distanti e distinti dallo stigma che sono costretti a subire. Luoghi densi e complessi, pulsanti, vitali e mediamente più giovani del resto delle città in cui sono inseriti, questi quartieri, troppo spesso marginalizzati dai racconti dei media, dalla carenza di servizi, dal disinteresse o dall'inerzia delle istituzioni, sono spazi relazionali iperconnessi con altri luoghi, paesi, continenti. Sono luoghi in grado di superare le consuete polarità e di ristabilire nuove centralità definite e costruite dal basso. Ambienti resilienti ma allo stesso tempo in pericolo, che si presentano come laboratori quotidiani e decisivi campi di lotta per la costruzione e l'evoluzione delle città del futuro.

RECENSIONI

Bruno Simili, rivista Il Mulino, 03 gennaio 2020, Imparare dalle periferie

Exit Roma

di Enzo Scandurra

Editore Castelvecchi, 2019, Collana Narrativa, ISBN: 9788832826456

La premonizione apocalittica che incombeva sulla città si è infine avverata: la Città Eterna è un organismo in putrefazione dove Crisi Economica ed Epidemia hanno sconvolto ogni cosa. Il centro abbandonato alla barbarie offre uno scenario desolante popolato di cani randagi e altri animali in fuga che si aggirano in cerca di cibo, di carovane che vagano cantando l’Apocalisse di Giovanni e di bande che si fronteggiano per sopravvivere. Eppure gira voce che da qualche parte in città esista una comunità rinata che, praticando una forma di comunismo primitivo, ha trovato una nuova speranza. Davide, lasciato dalla moglie in seguito a un incidente, è rimasto a vivere da solo nel suo quartiere bene, dove nostalgicamente resiste sforzandosi di condurre una vita normale fatta di visite ai conoscenti e piccole commissioni. Quando però la situazione comincerà a precipitare minacciando la sua vita e quella dei pochi che ancora si ostinano a tenere duro nel quartiere, si troverà suo malgrado a dover prendere una decisione estremamente rischiosa.

RECENSIONI

Alberto Olivetti, Il Manifesto, 26 aprile 2019, Exit Roma

Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 17 dicembre 2019, Roma, le tante città che convivono senza mai incontrarsi

Città immaginate. Riuso e nuove forme dell'abitare

di M. Gissara, M. Percoco, E. Rosmini (a cura di)

Editore Manifestolibri, 2018, ISBN 8872859026, 9788872859025

Minuziose e capillari operazioni del quotidiano interpretano i tanti luoghi, ormai senza vita, disseminati negli interstizi della città consolidata e nei suoi quartieri periferici, spesso senza lasciare tracce visibili. Si tratta di processi e pratiche di appropriazione e riappropriazione che trasformano gli spazi in contesti di vita. La ricerca presentata in questo volume nasce dalla determinazione di collettivi sociali (Lab!Puzzle, Dinamopress), studiosi accademici (Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Sassari, Università di Roma Tre, École Polytechnique Fédérale de Lausanne, Gran Sasso Science Institute) e artisti (LEROY S.P.Q.R'DAM) di analizzare, decifrare e far emergere i contenuti e i valori di quelle 'occasioni' che si intravedono all'orizzonte quando si è capaci di leggere le sperimentazioni presenti nei territori e le visioni di cui sono portatrici. Avvicinarsi, guardare, stabilire un primo contatto visivo, analizzare queste trasformazioni è la sfida che questo volume intende cogliere.

Fuori raccordo. Abitare l'altra Roma

di Carlo Cellamare

Introduzione di Alessandro Balducci

Saggi. Natura e artefatto. 2016, pp. XIV-362. ISBN: 9788868435394

Saggi di: Giovanni Attili, Alessandro Balducci, Antonella Carrano, Giovanni Caudo, Carlo Cellamare, Pierluigi Cervelli, Alessandro Coppola, Ernesto d’Albergo, Alessandro Lanzetta, Maria Immacolata Macioti, Elena Maranghi, Giulio Moini, Francesco Montillo, Valerio Muscella, Dorotea Papa, Lidia Piccioni, Barbara Pizzo, Monica Postiglione, Irene Ranaldi, Enzo Scandurra, Federico Scarpelli, Nicola Vazzoler.

Roma oggi è la sua periferia: è qui che sta emergendo la sua nuova identità. Non è più la città focalizzata su un centro storico circondato da quartieri periferici consolidati, ma una città-territorio, che si estende in un’area vasta e articolata. La periferia non conosce più neppure il limite idealmente costituito dal Grande raccordo anulare, ormai un vero e proprio «luogo», attorno al quale si è realizzato non solo un intenso sviluppo insediativo, ma anche un vero e proprio cambiamento antropologico nei modi dell’abitare. Sui territori limitrofi Roma in passato ha svolto un’azione attrattiva, agendo come una sorta di «buco nero», assorbendone risorse e persone; oggi invece una serie di processi innovativi spinge verso un ribaltamento dei rapporti di forza tra città e periferia. Quest’ultima tende a rendersi autonoma, ma le difficoltà sono ancora tante: se infatti ad attrarre la popolazione in queste zone sono fattori ricollegabili a una migliore qualità della vita, queste continuano a essere le aree in cui Roma «esporta» le funzioni indesiderate, dalle discariche ai poli della logistica. E se l’esodo non è segnato da distinzioni socio-economiche, nei fatti non si generano fenomeni di mixité, ma una semplice giustapposizione di realtà che non dialogano tra loro: complessi abitativi esclusivi all’interno di campi da golf, aree residenziali abusive, poli tecnologici, aree industriali, zone agricole intercluse, poli del gioco d’azzardo, campi rom. D’altra parte, come risposta a queste difficoltà, emergono forme nuove di auto-organizzazione o di collaborazione tra istituzioni e cittadini, attraverso la creazione di comitati e associazioni. Frutto di un lavoro di ricerca durato tre anni, ad opera di un gruppo interdisciplinare composto da urbanisti, sociologi e antropologi, il libro è un viaggio «fuori Raccordo», che esplora luoghi dai nomi familiari eppure sconosciuti, e discute sulla città e sul suo futuro, mettendo a fuoco alcune questioni centrali ancora trascurate, da cui emerge un’immagine complessa e sorprendente della città.

RECENSIONI

Community Organizing Italia, 19.02.21, Perché il community organizing a Roma?

Fabrizio Barca Liliana Grasso Flavia Terribile, Rivista Il Mulino, 13/07/2017 Roma

Marco Picone, Semestrale di Studi e Ricerche di Geografia (della Sapienza Università di Roma), 01/06/2017 "Fuori Raccordo. Abitare l’altra Roma"

Giuseppe Serao, La Repubblica, 28/12/2016 LA NUOVA ROMA E' OLTRE IL SUO GRA

Gli esiti della ricerca svolta durante il Workshop "Abitare Tor Bella Monaca" che hanno poi generato i contributi pubblicati sulla Rivista TERRITORIO n. 78 del DASTU -Politecnico di Milano, Edizioni Franco Angeli 2016, pp. 85-92, ISSN 1825-8689

01 Introduzione - Cellamare.pdf
04 Piccole storie di spazi - Cervelli Postiglione.pdf
07 Progettualità e risorse latenti - Pizzo Montillo.pdf
02 Abitare TBM - Cellamare.pdf
05 Scenari di manutenzione e rigenerazione - Diana Gissara Currà Cecere.pdf
08 Ripensare le discipline dell'urbano - Scandurra.pdf
03 Geografie Abitative a TBM - Maranghi Vereni.pdf
06 Spazi pubblici a TBM - Attili Portelli.pdf

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