Caratteristiche generali delle zecche:
Le zecche sono artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi ed all’ordine degli acari, parassiti esterni obbligati di numerosi animali selvatici e domestici, ed occasionalmente anche dell’uomo. Hanno corpo piatto ed ovale, generalmente coperto da uno scudo chitinoso dorsale, molto elastico, o piuttosto molle, dipende dalla famiglia di appartenenza, l’apparato boccale è adattato alla loro vita da parassiti, con i cheliceri ed i pedipalpi fusi insieme formando la bocca detta rostro, come tutti gli aracnidi possiedono quattro paia di zampe (tranne le larve che sono dotate di tre paia di zampe). Le zecche sono acari ematofagi in tutti i loro stadi di sviluppo, per svilupparsi hanno bisogno di tre pasti di sangue, che può essere succhiato da uno o più ospiti, il loro ciclo di sviluppo, infatti, (escludendo l’uovo) comprende tre stadi: larva, ninfa e adulto. Dall’uovo nasce una larva che per svilupparsi nello stadio successivo, quello di ninfa, deve necessariamente fare un pasto di sangue, idem la ninfa per passare allo stadio adulto deve assumere altro sangue, e cosi via, a pasti compiuti ed a maturità completa si staccano dall’ospite e si lasciano cadere al suolo per andare a deporre le uova. Le femmine adulte non possono deporre le loro uova se non si cibano, ma, hanno una grande resistenza all’attesa del pasto che può durare mesi ed in alcuni casi anche anni. Le zecche pur avendo delle preferenze nella scelta della specie da attaccare hanno un’elevata capacità di adattarsi e quindi possono cibarsi sul primo ospite disponibile (mammifero, uccello, rettile, persino insetti ecc.).
Le zecche sono suddivise in 2 famiglie: Argasidae ed Ixodidae. La differenza morfologica principale fra le due famiglie è rappresentata dalla struttura corporea, i primi presentano un aspetto esteriore più molle, mancano dello scudo dorsale, per questo chiamate comunemente zecche molli, invece gli individui dell’altra famiglia presentano un aspetto esteriore rigido per la presenza di uno scudo chitinoso dorsale, per questo chiamate comunemente zecche dure. Si differenziano anche nella modalità di assumere il sangue, le zecche molli, ad eccezione delle larve, in genere compiono pasti di breve durata, da pochi minuti a qualche ora, mentre le zecche dure possono rimanere attaccate con il loro apparato boccale (rostro) nella cute degli ospiti anche per alcuni giorni. Poi si differenziano anche per altri fattori biologici, come ad esempio il numero dei pasti, la quantità di uova che depongono in numero notevolmente superiore per gli Ixodidae, ecc. ecc.
La zecca molle più nota in Italia è Argas reflexus, la comune zecca del piccione. Sono zecche solifughe, durante il giorno si rifugiano in anfratti e fessure ed in genere effettuano il pasto durante le ore notturne quando gli ospiti dormono. Queste zecche, possono occasionalmente attaccare anche l’uomo, ed oltre ai parassiti in grado di trasmettere l’Argas reflexus è nociva in quanto durante il pasto di sangue secerne tossine prodotte dalle ghiandole salivari, che possono determinare reazioni anche gravi sull’uomo.
Tra le zecche dure, ricordiamo la zecca del cane Rhipicephalus sanguineus e la zecca comune Ixodes ricinus. Sicuramente la zecca che desta in Italia le maggiori preoccupazioni è Ixodes ricinus chiamata comunemente zecca dei boschi o zecca del capriolo o zecca delle pecore. E’ la zecca che più facilmente può attaccare anche l’uomo, in particolare durante passeggiate ed escursioni in campagna, collina, in montagna e nei boschi. Le zecche sono attive dalla primavera all’autunno soprattutto nelle ore più calde della giornata, ma, non è raro trovarne anche d’inverno.
Le zecche possono trasmettere con la loro puntura organismi patogeni, e di conseguenza varie malattie. In Europa l’Ixodes ricinus è vettore di Borrelia burgdorferi, una malattia infettiva provocata da un batterio sensibile agli antibiotici che provoca la cosiddetta Malattia di Lyme. Questa malattia se non viene curata con gli antibiotici può colpire il sistema nervoso, gli occhi ed il cuore. Particolare preoccupazione riveste anche una encefalite di origine virale (TBE) che questa zecca è in grado di trasmettere. Trattasi di una malattia infettiva causata da un virus, non sensibile agli antibiotici, che colpisce il cervello, le meningi e il midollo spinale.
Come prevenire le punture?
E’ buona norma preventiva per evitare le punture delle zecche, durante passeggiate ed escursioni all’aperto, camminare su sentieri battuti evitando le zone ricche di vegetazione, evitare anche di sedersi direttamente sull’erba, se possibile utilizzare prodotti repellenti ecc. Al rientro a casa controllare il proprio corpo e soprattutto i bambini, le zecche in genere vagano per un po’ in cerca del punto ottimale prima di attaccarsi alla pelle, generalmente si annidano di preferenza fra i capelli o nelle pieghe della pelle. Controllare periodicamente anche gli animali domestici.
La puntura della zecca è indolore, infatti, la saliva della zecca contiene una sostanza anestetizzante, che allo stesso tempo previene la coagulazione del sangue, per questo l'ospite non sente niente, così la zecca si può attaccare passando inosservata. In caso di puntura è importante per evitare la trasmissione di malattie l’asportazione immediata della zecca, il consiglio è di recarsi subito senza farsi prendere dal panico o da ansia al pronto soccorso o dal medico curante che provvederà alla corretta esportazione della zecca ed alle eventuali cure successive. In casi estremi, dove bisogna asportarla da soli (sconsiglio in ogni caso il fai da te), si deve procedere in questo modo: afferrare la zecca con una pinzetta, prendendola il più possibile vicino al punto dove è attaccata, va staccata compiendo una leggera trazione e contemporanea rotazione in senso anti-orario, evitando di strapparla di colpo, se, come capita spesso, dopo l’estrazione rimane il rostro nella pelle, questo va estratto aiutandosi con una ventosa-siringa, o in mancanza un ago sterile, disinfettare poi la ferita e recarsi dal medico di famiglia per un consulto, e per un’eventuale cura preventiva di antibiotici solo se il medico lo ritiene opportuno. Da sottolineare che non tutte le punture di zecca sono causa di malattia.
Testo e foto: Leonardo Melchionda