LA ZECCA DEI PIPISTRELLI
(Ixodes vespertilionis)
A cura di Leonardo Melchionda
A cura di Leonardo Melchionda
La zecca dei chirotteri (pipistrelli) è un acaro troglobio(1) o troglofilo(2) ?
Molto spesso mi viene fatta questa domanda, ho voluto scrivere questo articolo, per esprimere al riguardo il mio parere di “Entomologo” del gruppo ARGOD.
La zecca in questione Ixodes vespertilionis è da tempo oggetto di molte discussioni ed opinioni contrastanti, riguardo proprio a quest’aspetto, infatti, molti esperti la considerano come acaro troglobio(1), essendo stato trovato spesso all’interno delle grotte senza il proprio ospite (come anche nel nostro caso nella Grava di Volafoglia) ed in tutti gli stadi di sviluppo, mentre altri studiosi la considerano come elemento troglofilo(2) perché considerato come cavernicolo occasionale e legato alla presenza dei chirotteri.
Personalmente sono come pensiero più vicino alla seconda ipotesi (troglofilo(2)), perché è vero che si può trovare in grotta da sola in assenza del suo ospite in diversi stati di sviluppo, ma credo, che la sua sopravvivenza non sia legata all'ambiente cavernicolo, ma, bensì legata alla presenza dei chirotteri, se questi ultimi venissero a mancare, non potendo compiere il pasto di sangue indispensabile per potersi riprodurre si interromperebbe il ciclo di sviluppo e sarebbero destinati alla morte, salvo adattamento (molto probabile) ad altri ospiti non solo chirotteri. Se ipotizziamo che il pipistrello non rientri in grotta, ad esempio, si nasconda di giorno in un riparo qualsiasi epigeo, non so un tronco d'albero, una casa diroccata ecc., per uscire solo di notte, in questo caso non credo che la zecca in questione ne soffrirebbe, ciò che a lei serve per sopravvivere è il sangue del pipistrello non la grotta come ambiente, sicuramente tale ambiente gli è favorevole ma non indispensabile come il pasto di sangue. Poi per il fatto che si trovi in grotta spesso da sola in diversi stati di sviluppo, lo trovo anche normale, (come del resto succede per la zecca comune Ixodes ricinus o la zecca del cane, la Rhipicephalus sanguineus), a pasto compiuto ed a maturità completa si stacca e si lascia cadere al suolo per andare a deporre le uova, quindi è normale che alla schiusa delle uova le larve devono attraversare le varie fasi di sviluppo e girovagare per la grotta prima che raggiungano il loro obbiettivo finale, quello di parassitare i chirotteri, il primo che capita, per compiere il pasto di sangue e completare il ciclo vitale.
Chi afferma che trattasi di troglobio(1) dovrebbe provare che la zecca pur avendo la possibilità di parassitare i chirotteri nell'ambiente epigeo non può sopravvivere all'aria aperta o alla luce, non credo sia plausibile anche perché stiamo parlando di un acaro, gli acari sono dotati di un’elevata capacità di adattarsi e quindi possono cibarsi sul primo ospite disponibile per di più hanno una grande resistenza, possono vivere digiuni per moltissimo tempo.
Testo: Leonardo Melchionda
Foto: Giovanni Barrella
(Articolo originariamente pubblicato nel febbraio 2009 sul Blog del Team ARGOD non più on-line, l'articolo attuale potrebbe aver subito piccole variazioni o aggiornamenti).