Il gruppo RPS si digitalizza

Data pubblicazione: 6-gen-2021 13.48.29

Il gruppo RPS si digitalizza

Ebbene si, anche per il nostro gruppo è arrivato il fatidico momento di abbracciare nuovi metodi di fare radio.

Anche se alcuni membri del gruppo sono fermamente legati alla tradizione del collegamento DX in fonia, ciò non toglie che alcune innovazioni suscitano comunque curiosità ed interesse.

Già in passato i componenti più navigati hanno cavalcato l'onda di modi digitali come RTTY, Packet, SSTV, ecc. e gli stessi hanno anche più volte espresso la poca simpatia per i sistemi come l'FT8, i quali tendono a snaturalizzare il radiooperatore nel momento in cui tutto viene lasciato allo svolgimento automatico dell'attività radiantistica.

Lasciare a casa un PC acceso collegato ad una radio e andare via, poi al ritorno trovare decine o centinaia di contatti con altrettante stazioni che operano allo stesso modo, toglie di fatto il ruolo base dell'operatore radio, quel lato importante che implica impegno e frenesia nella ricerca dei collegamenti e l'impegno a penetrare i Pile-Up nell'intento di spuntare un collegamento Must Wanted.

Il lato più bello dell'attività radio "old-style" è la casualità, come accendere la radio e trovarsi sulla frequenza giusta nel momento giusto, aver fatto una modifica all'antenna poco prima, aver cambiato radio o amplificatore lineare o ancora la curiosità di accendere la radio in un orario in cui non lo avevamo mai fatto, o cercare di prevedere la propagazione che ci potrebbe regalare collegamenti inimmaginabili, ma le casualità che orbitano intorno al mondo della radio sono proprio tante, principalmente per chi si avventura a sperimentare.

E così è stato, una semplice casualità ha portato questo "vento digitale" nel nostro gruppo.

Tutto e partito da un componente del nostro gruppo, Fabio 1RPS70, il quale con l'intenzione di provare la connessione CAT fra la radio ed il PC, si è trovato ad aver ordinato un interfaccia RTX che col CAT non c'entrava nulla.

Naturalmente ormai la spesa era stata fatta e Fabio doveva assolutamente dare un senso a quell'acquisto errato, così ha cominciato a documentarsi su quanto si potesse fare con quell'interfaccia.

La sperimentazione è partita dai modi digitali più comuni, passando per l'SSTV per arrivare infine a due modi digitali attualmente oggetto di interesse da parte di aluni membri del nostro gruppo: il ROS e il JS8.

Cosi Fabio ha incominciato a condividere sul gruppo telegram i risultati delle sue sperimentazioni, riuscendo a coinvolgere Claudio 1RPS88, Paolo 1RPS67, Giorgio 1RPS14, Adelino 1RPS34, Franco 1RPS01 e infine me 1RPS02 che purtroppo in questo periodo ho poco tempo da dedicare a tutti meandri dell'attività radio.

I risultati di questa nuova attività radio ci sono e sono innegabili, quindi non ci resta che vedere l'evoluzione che avrà per il nostro gruppo.

Quello che segue è il contributo di Giorgio 1RPS14 al nostro sito in merito alla questione della "digitalizzazione":

Il gruppo RPS si veste in ROS digitale

Da qualche giorno strani segnali si ascoltano in frequenza tutta colpa del nostro amico Fabio rps70 che per l’occasione e stato nominato "prof digit" ma che succede gli abbiamo chiesto. E lui tranquillamente ci ha raccontato come si e avvicinato nei modi digitali.

"Bella domanda... Questo inverno cercavo in rete lo spinotto del president lincoln perchè volevo tirare fuori i fili per collegare le cuffie e capitai su un forum dove si discuteva come interfacciare il suddetto apparato.

Lì per lì non capivo cosa intendevano ma continuando a leggere capì che si parlava di rtty, un protocollo per i modi digitali. Poi comprai il kenwood e cercavo un modo per controllare l'apparato tramite il pc. Comprai un cavo per interfacciarlo ma sbagliai acquisto e mi sono ritrovato una interfaccia per i modi digitali. Non sapevo che farmene perché nonostante avessi cominciato a studiare cw non volevo usare nessun software per decodificarlo. Poi durante un dx un corrispondente del nord Italia mi disse che operava anche coi modi digitali e mi comunico 2 frequenze dedicate. Sui 27.700 di solito si opera in SSTV e su 27.500 in rtty. Così ho cominciato a cercare maggiori informazioni sulla rete, ho scaricato i primi software ed ho cominciato a sperimentare. Questa estate il primo dx in sstv mi ha portato in Ungheria. Continuando a cercare info in rete sono approdato al Ros, un protocollo che prende il nome dal suo inventore e provandolo sono rimasto affascinato dalla facilità di utilizzo. ”Mosso dalla curiosità ho fatto qualche ricerca che ho un po’ riassunto.

La data di nascita è ai primi di febbraio del 2010, Vediamo in breve le caratteristiche e cosa offre di diverso:la decodifica con un rapporto segnale rumore che sembra impossibile, -35 dB, performance fino a 100 volte migliore del già efficace PSK31. Partiamo dal nome, ROS non c’entra ovviamente nulla con il rapporto delle onde stazionarie, è semplicemente il nome dell’autore il dottor José Alberto Nieto Ros è ingegnere in telecomunicazio Perché velocità così basse e perché “a diffusione di spettro”. Lo “Spread Spectrum” è nato per applicazioni militari (strano!)

Verso la fine dell’ultimo conflitto all’inizio per evitare i disturbi nei confronti dei primi sistema radar, per poi passare alle comunicazioni vere e proprie. Il segnale occupa una banda molto più ampia di quella necessaria a trasmettere l’informazione: come paragone con il PSK31, ROS ha metà velocità e una larghezza di banda decine di volte maggiore. Abbiamo una buona immunità ai disturbi a banda stretta, la ricostruzione del segnale “sparpagliato” durante la codifica “sparpaglia” il segnale disturbatore riducendone drasticamente gli effetti negativi.In verità non siamo davanti a un vero “Spread Spectrum” dato che il nostro spettro rimane comunque entro un normale canale in fonia SSB, si tratta più di una diffusione di spettro audio, ma i risultati sono ugualmente ottimi, metà velocità e una larghezza di banda decine di volte maggiore, l’efficienza del sistema, confrontato con comune PSK31, è ottima. Significa che un collegamento possibile con 100W in PSK31 ne richiede uno solo se impieghiamo ROS4, meno di 4 W in ROS8 e 20 W in ROS16, non male.Dunque la scelta del modo dovrà essere decisa di volta in volta secondo le nostre condizioni operative e le condizioni di propagazione del momento l’emissione avviene in USB, o comunque nel modo usuale utilizzato per gli altri modi digitali. Alla radio è richiesta una buona stabilità, basta uno spostamento di soli 10 Hz durante la ricezione e il programma non è più in grado di decodificare nulla; in questo caso i “chip” non si trovano più dove il software si aspetta di trovarli e quanto riceve è per lui solamente dirturbo quindi in sostanza quello che ha colpito un po tutti e la semplicita di utilizzo la scarsa potenza usata e poter fare un “QSO” anche in presenza di disturbi. Questo mio pensiero sembra essere condiviso anche da altri operatori e anche a loro ho rivolto la domanda e queste sono le loro risposte:

Claudio cosa trovi d’interessante nel modo digitale ROS?

Claudio - “Trasmettere informazioni in condizioni precarie con pochissimi watt”

Paolo alla stessa domanda ha detto “Poter fare dei collegamenti a grandi distanze anche con poca propagazione, cosa che in fonia sarebbe impossibile.

Invece ad Adelino ho chiesto secondo lui la differenza tra trasmettere in digitale e trasmettere in fonia così rispondendomi “Be' la differenza è sostanziale, nel senso, mentre in fonia hai la possibilità di sentire la voce del corrispondente e quindi, anche se lo ascolti tra il QRM, riesci ad avere un contatto; mentre col digitale, si contatti la persona, però senti solo il rumore della trasmissione digitale ed aspetti la codifica per capire. Comunque il digitale ti dà la possibilità di poter dialogare anche quando non c'è molta propagazione, o quando il QRM è impossibile ed usare potenza normale , se addirittura minore del normale, questo è un mio pensiero personale”: