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Lingeri, Terragni e Bottoni in corso Sempione a Milano

L. Montedoro, Lingeri, Terragni e Bottoni in corso Sempione a Milano. Due interpretazioni del rapporto casa-città. 1933-36, 1953-58, Ronca, Cremona 2004

«Due edifici che da quasi cinquant’anni anni si fronteggiano e si confrontano, la Casa Rustici di Lingeri e Terragni e il Palazzo INA di Piero Bottoni, sono l’argomento di questa interessante pubblicazione di Laura Montedoro, ricercatrice presso l’Archivio Bottoni e già autrice di vari saggi sul razionalismo italiano.

Il confronto è impegnativo, in quanto si tratta di due opere dalla bibliografia vastissima, tra le più note dell’architettura italiana. L’autrice affronta l’impegno con una lettura parallela dei due edifici, asciutta ed essenziale, sottolineando nel capitolo conclusivo - Dialogo, ascolto, contrappunto - le relazioni urbane che si stabiliscono in questo singolare punto di Milano, lungo l’asse del Sempione, dov’è possibile abbracciare con un colpo d’occhio due capitoli fondamentali della vicenda architettonica italiana del Movimento moderno.

Come ha sottolineato l’autrice i due edifici testimoniano infatti, ciascuno a suo modo, una critica alla città ottocentesca ed esprimono, pur attraverso le difficoltà derivanti dal confronto con la realtà del mercato immobiliare, una nuova volontà di ricerca sul tema della residenza urbana.

Di Casa Rustici, costruita nel periodo della massima espansione edilizia tra le due guerre, vengono infatti giustamente ricordati gli schemi di occupazione del lotto allegati alle piante, che mostrano il rifiuto della tradizionale modalità di costruzione lungo il perimetro dell’isolato in favore di una nuova composizione volumetrica. Del Palazzo INA di Bottoni, realizzato nel secondo dopoguerra in un clima culturale completamente diverso, l’autrice mette in risalto le assonanze, purtroppo in gran parte frustrate in fase realizzativa, con le contemporanee ricerche lecorbuseriane sulla residenza. A questo proposito Laura Montedoro ricorda anche l’ostracismo culturale attuato da Rogers nei riguardi di Bottoni. L’edifico INA infatti non sarà mai pubblicato su “Casabella-continuità”.

La rilettura di queste e di altre opere del razionalismo italiano spinge a interrogarsi proprio sui limiti di quest’esperienza di fronte al problema della costruzione della città. Questi edifici, che volevano essere portatori di una nuova regola urbana, sembrano infatti esprimere il loro valore architettonico proprio in quanto frammenti irripetibili che, anziché estendere le loro nuove regole insediative ad un ampio settore urbano, si limitano ad affiorare come significative discontinuità all’interno della tradizionale città borghese degli anni Trenta.»

Recensione di Stefano Guidarini,

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